“”Il 36, il locale più bello di tutta la costiera, ed oltre tutto il locale di mio fratello.
Ecco, Fabian era un po’ eccentrico, ed amava i giochi. Scemo, com’era soprattutto quelli che possono essere definiti più sconci, il secondo fine, se avevi a che fare con lui, era assicurato. Ho sempre odiato questa sua mania, ma quello sera no, gli devo essere tutt’ora essere grata.
Beh avevamo deciso di passere lì la serata, perché aveva costretto me e i miei amici visto che era la serata chiusa e il locale era completamente nelle sue mani e in quelle dei suoi amici… cazzo. Io, la sorellina di 2 anni più piccola non potevo non accettare che figura avrei fatto? Di certo non una delle migliori. Non ero un asociale, ma al locale di mio fratello preferivo un libro e del the caldo. Ma visto che i mie amici erano stati invitati non potei non rifiutare. E il suo fine era proprio quello di farmi venire fregandosene dei miei amici, gli interessavo io. Più di una volta mi aveva detto che dovevo conoscere un suo amico con cui era sicuro sarei andata molto d’accordo, ma visto che io mi ero sempre rifiutata, quale stratagemma migliore se non una delle sue serate piena di giochi nel suo locale, a cui poteva accedere solo chi presentava l’invito?!
Ecco mio fratello era così, avrebbe fatto di tutto pur di vedermi felice, me con chi diceva lui, e di cui si poteva fidare. Iperprotettivo.
Eccomi li quella sera, con i miei amici tutti in un angolo del locale a parlare ed a ignorare i sui subdoli giochi.
Aveva vietato gli alcolici, voleva gente sobria quella sera, nessun ubriaco tutti lucidi.
Si ci avvicinò e ci offrì della coca-cola, solo alle ragazze, accettammo ignari del suo fine.
In quel periodo, sulle lattine e sulle bottiglie c’era scritto “condividi con….” Un gioco scemo ma che mio fratello aveva preso seriamente, visto quello che aveva escogitato.
“ ragazzi attenzione” la musica si abbasso la musica mentre parlava” ecco il nostro prossimo gioco” che sceme noi a fidarci” alle ragazze sono state distribuite delle lattine di coca-cola, su ognuna c’è scritto il nome di un ragazzo che è presente in questa sala. Formate le coppie poi andrò avanti” disse il bastardo.
Nella sala si scatenò la fine del mondo, ragazze che urlavano nomi a caso, io rimasi tranquilla a godermi la scena, non avevo intenzione di partecipare. Ma poi lui continuò
“per le ragazze che si tirano indietro ci sarà una penitenza” mi bastò questo per farmi alzare e cercare il ragazzo portatore del nome sulla lattina.
C’era troppa confusione e il nome che urlavo si perdeva e confondeva tra gli altri.
Finalmente dopo un mio ultimo urlo apparve il ragazzo che cercavo
“quindi a me tocca la sua sorellina” disse dietro di me quello che doveva essere Liam. Mi girai e lo vidi, era perfetto non gli trovavo un difetto a livello fisco. Era certamente bellissimo, dalla punta del ciuffo a quella delle all-star  bianche. Ero mezza svenuta perdendomi tra quei pozzi color cioccolato.
“ bene coppie fatte, allora il gioco è molto semplice: dovrete ballare insieme per il resto della sera, ma c’è un ma: le ragazze all’ ingresso sono state fornite di un bracciale che devono portare durante il gioco, è come se fosse una specie di controller, se non ballare te il bracciale non vi farà del male ma invierà un segnale al computer che segnerà il vostro nome e voi non sarete più ammesse in nessun locale, di tutta la città.” In quel momento lo avrei strozzato, e menato fino alla morte dannato.
“ a quanto pare era questo il suo fine, non dovevo assolutamente venire. Ascolta Sofi mi dispiace se non fossi venuto non ci troveremmo in questa situazione” mi disse dispiaciuto. Era lui l’amico che mio fratello voleva che conoscessi.
“tranquillo non importa non è colpa tua questa farsa”dissi prendendogli la mano”ma visto che siamo in ballo tanto vale ballare, no?” e lo trascinai a ballare. Ballammo tutta la sera e più ci ballavo più mi piaceva, colpo di fulmine del cazzo.
Merda mi sa che mi piace d’avvero.
“non mi avevano parlato questo tuo lato così audace, mi piace” a quel sussurro mi irrigidì ed arrossì senza accorgermene, stavo iniziando a ballare in modo molto più sensuale e provocante, facendo scontrare troppo spesso il mio e il suo bacino. “ devo dire che non mi pento più di essere venuto”sussurò per finire. Ero timida finché volevate ma l’adrenalina era troppa,e non mi trattenni,lo bacia come non avevo mai baciato nessuno, con passione trasporto  lui ricambiò senza pensarci.
“penso che su una camera sia ancora libera mia piccola Sofi” mi sussurrò, non me lo feci ripetere e feci un cenno di consenso, vi faccio immaginare cosa può essere successo quella sera, e credo che le uscite e le notti successive a quella furono sempre e comunque le migliori delle mia vita. Penso sempre e comunque che ora trovarmi su questa veranda con il libro e la penna in mano a scrivere delle mie memorie con una tazza di the affianco sia meraviglioso, ma lui non èè qui con me e sento che questa malattia mi sta trascinando lentamente verso di lui e verso il posto in cui si trova, credo che lui mi stia aspettando. Sapeva che io e lui avremmo trasceso anche la morte pur di stare insieme. Penso che avesse ragione, non ostane la sua morte a 27 anni per proteggermi non ho mai amato nessun altro ho sempre preferito riempirmi della gioia degl’altri ora sono sicura che sia là ad aspettarmi e a dirmi ” andiamo piccola” con la mano tesa che mi sorride””
Quel pomeriggio i medici trovarono Sofi in veranda che sembra dormisse, ma il suo petto non si alzava e on si abbassava più. Sofi Smith, morì a 65 anni dopo una vita dedicata agli altri.