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Autore: kk549210    10/09/2013    4 recensioni
Harm ha finalmente trovato il coraggio di amare (e di rivelarlo). Ma senza Mattie la sua vita non può avere un vero senso...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albert Jethro 'A.J.' Chegwidden, Bud Roberts, Harmon 'Harm' Rabb, Harriet Sims, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuore di padre'
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Sarah  si era sfilata la fede dal dito e ne stava leggendo l’incisione. “Harmon 8.4.2006”. Un nome e una data che segnavano l’inizio di una nuova vita che si prospettava piena di gioia di sorprese. La prima, stupefacente e inaspettata, gliel’aveva fatta Harm il giorno prima.
Alla finestra dell’albergo di Parigi, con la Tour Eiffel illuminata sullo sfondo, il suo pensiero ritornava alla cerimonia con cui si era legata per sempre all’uomo della sua vita. L’ammiraglio e Harriet, con il corteggio dei piccoli Roberts parati a festa, vocianti e festosi per il loro solenne ruolo di paggetti, l’avevano condotta a una piccola chiesetta di collina. Non la solita dove officiava il cappellano Turner. Sulla soglia, ad attenderla con in mano un piccolo mazzolino di rose e viole a ciocche, Chloe, la sua amata “sorellina” minore, che l’aveva abbracciata con tenerezza ed eccitato trasporto. Sarah aveva dato il braccio ad AJ Chegwidden, più che un padre per lei, e aveva varcato la porta della chiesa. All’interno, in ammirata trepidazione, a contemplarla mentre avanzava nel suo semplice abito diritto in raso bianco, una sparuta folla di invitati, una trentina a dir tanto. Le persone che le volevano bene e l’avevano accompagnata in quegli ultimi dieci anni, i più importanti della sua vita. Quelli che avevano visto nascere e crescere, negarsi e poi affermarsi con tanto impeto il suo amore per Harm. Nulla di sorprendente in questo: l’affetto e il calore che quei visi amici le dimostravano la riempivano di somma letizia, proprio come si era prefigurata tante volte, sognando in cuore quel momento. Ma nella chiesa non c’erano uniformi. Nessun segno di quella vita militare a cui lei e il suo fidanzato si erano legati fin dalla giovane età. Anche il cappellano Turner aveva rinunciato alla divisa della Marina per optare per un sobrio clergyman. Sarah incrociò lo sguardo sorridente di Mattie, vicina a Trish e Frank, al colmo della contentezza per il loro figliolo. Scorse il viso luminoso di Bud, fedele amico e compagno di tante avventure. Ma solo quando vide lui, in piedi vicino all’officiante, fu come colpita di nuovo da un fulmine. Harm la attendeva in uno stato di gioiosa trepidazione, elegantemente vestito di un completo grigio con cravatta in tinta. Per lei aveva rinunciato a tutto il cerimoniale previsto dalla Marina, all’alta uniforme e persino al solenne passaggio sotto l’arco di spade all’uscita dalla chiesa. Come quando aveva dato un calcio alla sua carriera, dimettendosi su due piedi  per andare in Paraguay a salvarle la vita perché la amava davvero, anche ora, in quel momento così sacro e solenne, si spogliava della divisa e dei gradi. Voleva palesarsi e donarsi a lei nella sua profonda essenza di uomo.  
 
-Sarah, con quest’anello io ti sposo.  
 
 
 
 
Harm la sorprese da dietro mentre se ne stava ancora con lo sguardo incantato nella  dolce serata parigina e la abbracciò, mettendole  il mento sopra una spalla.
-Pensieri, amore? – le chiese.
-Solo sogni e dolci ricordi…
-Uhm… - fece lui molto incuriosito.
-Sei un uomo pieno di sorprese… di  solito è la sposa che sorprende con il suo abito, non il contrario!
-Ancora una volta, un colpo di teatro alla Harmon Rabb! Credevi che ti lasciassi tutta la scena, mia cara? Non potendo sparare in aria una raffica di mitra, ho ripiegato su un Calvin Klein…
-… e mi hai colpito al cuore! – sorrise lei emozionata.
- Mattie mi ha consigliato proprio bene. Ero davvero irresistibile. Non potevi non sposarmi – rise Harm orgoglioso ed emozionato.
-Il solito narcisista… - disse Sarah fingendosi imbronciata. Poi aggiunse con un sospiro: -  Anche questa idea per la luna di miele è fantastica…
 
 
 
Per un po’ rimasero in silenzio, vicini, ad ascoltare le armonie della città e dei loro cuori.
-A cosa pensi, Harm?
-Beh, a Londra non ci sono voluto andare, ma se mi avessero assegnato a Parigi, sarei venuto di corsa… E’ una città magica…
-Ah sì? E cosa avresti fatto tutto solo? – disse lei sciogliendosi dall’abbraccio.
-Solo? Con tutte le donne belle ed eleganti che ci sono in giro… – la stuzzicò Harm.
-Sei un brutto mascalzone! –Sarah gli mimò un pugno alla bocca dello stomaco.
-Sto scherzando, amore. Non vorrai mica farmi una scenata di gelosia ora?
-No! Non ci penso proprio…
E si misero a ridere, abbracciandosi stretti.
 
 
 
 
N.d.A.  Il lieto fine appare doveroso nell’economia della storia, soprattutto per non deludere i lettori (o meglio, le lettrici). Considero però questa conclusione come provvisoria, avendo intenzione di proseguire nel racconto – tempo ed energie permettendolo - e anche perché, se la scrittura è mimetica della realtà, la vita, ça va sans dire, è piena di curve e di buche. Perdonate la mia verbosità…
Ringrazio di cuore chi ha seguito questa Fanfiction nel suo divenire, recensendola e sostenendola capitolo per capitolo, o anche solo leggendola di fronte allo schermo silenzioso. E ringrazio anche quanti avranno la cortesia e l’attenzione di soffermarsi a leggerla quando diventerà un po’ più stagionata.
  
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