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Autore: kogarashi    16/03/2008    10 recensioni
Ash diventa Campione...ma qualcuno trama alle sue spalle cercando di minare la felicità e la gloria che per tanto tempo ha cercato...qualcuno che vuole vendicarsi di torti passati subiti...(attenzione: possibili alzamenti di rating)
Genere: Drammatico, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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§*°UNA VENDETTA BEN CONGENIATA°*§

§*°UNA VENDETTA BEN CONGENIATA°*§

Per raggiungere la vera felicità si deve sempre soffrire

 

Cap. 11

 

 

Le case sfrecciavano veloci davanti agli occhi di Misty, seduta silenziosa sul sedile posteriore dell’automobile scura mentre la donna anziana le accarezzava dolcemente i capelli guardandola con uno sguardo molto simile a quello che si ha quando si osserva la propria figlia.

 

“Dove mi sta portando?” chiese senza sentimento la ragazza dai capelli rossi, continuando a guardare fuori dal finestrino.

 

“Dove non esiste dolore…ma solo vendetta

 

 

*

 

 

“Max!” gridò Vera strattonandosi dalla presa di Drew e correndo dove il fratellino era stato schiacciato, cercando con la sua esile figura di tirare su quel lampadario, cercando con tutte le sue forze di estrarre Max da quelle macerie.

 

“Qualcuno venga qui a darmi una mano!”

 

Ash e Drew non se lo fecero ripetere due volte, prendendo il lampadario di peso e spostandolo con estrema fatica. Nonostante fossero in due e fossero ragazzi erano entrambi alquanto magri per riuscire a trasportare per molto tempo quel peso, e difatti non fecero neppure 2 metri prima di lasciare andare il lampadario con un tonfo.

 

Dawn era rimasta immobile, ancora a terra a fissare la sagoma del ragazzino adesso libero dalle macerie del lampadario. Respirava affannosamente e le lacrime le cadevano dal viso imprimendo nella mente degli altri un senso di terrore.

 

“Come…come sta?” chiese quasi senza fiato.

 

Nessuno ebbe il coraggio di avvicinarsi, era arrivata anche l’infermiera Joy, ma alla vista di quella scena rischiò di svenire cadendo a terra, se non ci fosse stato Ash pronto a prenderla e a farla sedere su una poltrona della hall.

 

“Va a chiamare qualcuno! Lo sento respirare ancora! Respira!” gridò Vera convulsamente, era terrorizzata, tremava come mai aveva fatto prima e neppure Drew ebbe il coraggio di avvicinarsi a lei per cercare di consolarla, per dirle che sarebbe andato tutto bene, che Max si sarebbe salvato. Perché neppure lui poteva saperlo, e le macchie di sangue sul pavimento, sui vestiti, sullo stesso corpo di Max glielo dicevano chiaramente.

 

“Se è vivo è un miracolo”

 

Non ebbe il coraggio di dire queste parole ad alta voce, forse per non far avere un’ulteriore crisi isterica da parte della ragazza che cercava con lo sguardo qualsiasi cosa per poter pulire tutto quel sangue dal fratello che ancora non si muoveva, quasi fosse morto…o molto vicino dall’esserlo.

 

L’ambulanza arrivò quasi subito e Dawn tornò al giorno della morte di Brock, stringendosi convulsamente le mani al petto, pregando con tutta se stessa che quel giorno non dovesse ripetersi.

 

“Ti prego Brock…non portarlo via…”

 

 

*

 

 

La macchina scura si fermò di fronte ad un gigantesco edificio pieno di specchi e la donna scese, tendendo la mano a Misty la quale la prese istintivamente uscendo dall’auto e alzando lo sguardo verso il grattacielo.

 

“Questo?”

 

“E’ dove abito io…”

 

Misty la guardò sorpresa, leggendo nel suo sorriso un moto di dolcezza misto a qualcosa di più profondo, più infido che non riusciva a capire.

 

“Avanti, entriamo”

 

“Ma io…”

 

Solo allora se ne rese conto, solo in quel momento il ricordo di Ash e degli altri tornò alla sua mente, non che li avesse dimenticati, ma tutto quel dolore, tutta quella sofferenza l’aveva indotta ad allontanarsi dalle persone alle quali voleva più bene…dalla persona alla quale teneva di più.

 

“Io…non ti amo”

 

Si diede una forte pacca sulla testa, obbligandosi a scacciare quel pensiero, Ash l’amava, gliel’aveva detto anche Dawn…gia…Dawn…

 

“Sei sicura di non essere tu a non amare Ash?”

 

“Che vuoi saperne tu…”

 

“Strano perché da come ti comporti non sembrerebbe proprio sai?”

 

“Basta…vi prego basta…”

 

Ricordi su ricordi…emozioni su emozioni che agitavano il cuore gia provato di Misty, non ce la faceva più, voleva fuggire, scappare da tutto e da tutti…e ora c’era lei davanti a lei, quella donna dai modi così altolocati eppure così dolce, forse…era lei la sua unica via di fuga.

 

“Io…voglio stare con lei…”

 

Un sogghigno si dipinse sul volto della donna, che prese a braccetto la ragazza dai capelli rossi portandola dentro al grattacielo, non si accorse però della targhetta che riluceva con caratteri d’oro fuori dalle porte scorrevoli…e questa sua distrazione l’avrebbe col tempo pagata a caro prezzo…

 

 

*

 

 

Vera era seduta su una sedia azzurra dell’ospedale, con le mani unite in una sorta di preghiera mentre sussurrava a qualcuno parole di suppliche, parole che non sarebbero mai arrivate da nessuna parte, questo lo sapeva bene, ma è in momenti come questi che ci si domanda se esista o meno un Dio. Non stava parlando con nessuno, ne a Lui ne alle persone che le stavano vicino e che la guardavano preoccupate, continuava a supplicare, con una voce che sentiva solo lei, un qualcosa di molto più grande.

 

“Aiutaci ti prego…per favore, vieni a salvarci....non portarmelo via…ti prego…”

 

Ma la sua voce non raggiunse nessuno, le sue parole non potevano andare da nessuna parte…e intanto il tempo passava inesorabile…

 

Un uomo con un lungo camice bianco entrò nella sala d’aspetto reggendo ancora i guanti sporchi di sangue con il quale aveva cercato di fermare Max, d’impedirgli di chiudere gli occhi per sempre.

 

“Come…” disse la ragazza alzandosi in piedi e facendo sbattere con un rumore sordo la sedia contro il muro bianco.

 

“E’ vivo…”

 

Il tempo sembrò fermarsi di colpo, Vera fece un passo indietro e rischiò di cadere a terra se Drew non l’avesse afferrata per il braccio, tenendola ancorata con le gambe al pavimento.

 

“Le sue condizioni sono stabili, si riprenderà presto, per fortuna ha avuto l’istinto di ripararsi la testa, fra un po’ di risveglierà” disse il medico allontanandosi poco dopo.

 

“Meno male…meno male…” disse Vera scoppiando a piangere e stringendo convulsamente la maglia di Drew che l’accolse tra le braccia quasi tenesse una bambina piccola.

 

“Grazie…grazie…” parole sussurrate lievi, un ringraziamento profondo che nascondeva più di ciò che portava con se…parole che forse più tardi avrebbe odiato.

 

“A proposito…dov’è Misty?” chiese Ash guardandosi intorno.

 

Dawn si irrigidì di colpo.

 

“Ecco…vedi lei…”

 

Ash la fissò, aspettando una risposta da quella ragazzina che ora sembrava più imbarazzata che mai sentendo lo sguardo indagatore del ragazzo su di lei.

 

“Vedi…prima dell’incidente…io e Misty…abbiamo litigato…e…” i suoi occhi iniziarono a riempirsi di lacrime, capendo solo ora come avesse cercato di ferire la ragazza, in modo che se ne andasse “…io…le ho detto delle brutte cose…ma…non volevo, non volevo che finisse così Ash”

 

“Così come Dawn?”

 

Sentiva lo sguardo del ragazzo farsi sempre più duro mentre le sue esili braccia si serravano intorno al suo corpo.

 

“L’ho ferita…le ho detto che secondo me non si comporta come se fosse innamorata di te…e lei…lei è fuggita…ma non volevo! Non era mia intenzione farle del male!” cercò di giustificarsi e alzò lo sguardo verso il ragazzo che ora non la guardava più, ma fissava a terra, con un misto di dolore e di risentimento che mai aveva visto, se non quando la cacciatrice J aveva pietrificato Pikachu.

 

“Ash…” disse tendendo una mano verso di lui.

 

“NON TOCCARMI!” gridò facendo catturando l’attenzione dei presenti “Vattene…sparisci dalla mia vista” sibilò.

 

Gli occhi di Dawn si riempirono ulteriormente di lacrime mentre si voltava per correre via, lontano da lui, verso il suo unico appiglio ormai rimastole: Gary.

 

 

*

 

 

L’ascensore sul quale si trovava con quella donna era completamente diverso da tutti quelli che aveva visto in passato. Ogni ascensore aveva quel ferro talmente spesso e dall’aria pesante da infondere attacchi di panico anche chi come lei non soffriva di claustrofobia. Invece il materiale di cui era fatto quell’ascensore era fresco e leggero, il vetro che lo ricopriva era talmente sottile da sembrare quasi che non ci fosse, sembrava quasi che stessero salendo su una piattaforma piana, senza nessuna protezione, dandole il senso di stare quasi volando. Il vetro era dello stesso identico colore azzurrato dell’intero edificio.

 

“Ti piace?” chiese la donna vedendo gli occhi sorpresi e meravigliati di Misty.

 

“E’ stupendo, il panorama è meraviglioso”

 

L’ascensore infatti continuava a salire di piano in piano, rendendo il panorama fuori dal vetro dell’ascensore quasi surreale, magico.

 

“Posso…farle una domanda?” disse Misty titubante.

 

“Certamente”

 

Misty appoggiò le mani al vetro sottile continuando a guardare gli alberi e le persone farsi sempre più piccole, quasi fossero formiche intente a correre da una parte all’altra della città.

 

“Io…non so ancora chi è…insomma…”

 

“Chiamami pure come meglio desideri bambina…”

 

“Ma…” chiese Misty stupefatta da una simile risposta.

 

“Bhe, tutti in questa azienda mi chiamano con un nome molto importante, sono la proprietaria di tutto questo, ma non mi va che uno scricciolo come te debba sottostare alle rigide regole imposte da me” disse accarezzando una guancia di Misty “…chiamami pure madre se vuoi…”

 

La ragazza rimase interdetta a sentire quel nome, e si allontanò d’istinto, quasi il contatto con la donna l’avesse scottata, una scottatura profonda, quasi quanto il suo stesso dolore.

 

“Madre?”

 

“Ti conosco più di quanto tu non conosca te stessa” rispose la donna “Ma se non vuoi chiamarmi così, penso che Signora possa andare più che bene”

 

“Come vuole…Signora…” annuì Misty acconsentendo”.

 

Finalmente uscirono dall’ascensore e un gruppo di uomini vestiti di nero le accolsero inchinandosi al passaggio della donna.

 

“Bentornata…”

 

“Preparate una stanza per questa ragazza, da oggi in poi lei sarà la più gradita e importante ospite di tutto il grattacielo” disse la donna con freddezza continuando a camminare guardando dritto davanti a se, mentre Misty le stava dietro continuando a guardarsi attorno curiosa.

 

“Ma…”

 

“Niente ma…è un ordine!”

 

“Come vuole…” rispose uno degli uomini inchinandosi nuovamente e andandosene.

 

La donna portò Misty in una stanza grandissima, dove un ragazzo che a prima vista doveva avere la sua stessa età le andò incontro.

 

“Bentornata a casa!”

 

La donna a quel benvenuto così caloroso sorrise e Misty si rese conto di quanto affetto ci dovesse essere da parte sua nei riguardi di quel ragazzo.

 

“Ti ringrazio Mondo, questa è Misty”

 

Il ragazzo che in un primo momento non si era reso conto della presenza di Misty adesso la guardò, con un misto di sorpresa e quasi odio, prima di sfoggiare un bellissimo e solare sorriso che fece arrossire inconsapevolmente la ragazza.

 

“Piacere di conoscerti!” disse il ragazzo tendendo la mano verso di lei.

 

“Grazie, altrettanto…” rispose Misty imbarazzata stringendo la mano del ragazzo e facendole correre un brivido lungo la schiena mentre un senso di calore e tranquillità l’avvolgeva.

 

 

*

 

 

Vera entrò nella stanza dov’era ricoverato Max verso il tardo pomeriggio.

 

“Come si sente il mio fratellino preferito?” chiese prendendo la sedia e sedendosi vicino a lui.

 

“Sono il tuo unico fratello Vera…comunque…stanco…e mi fa male dappertutto…”

 

La ragazza spostò una ciocca di capelli dalla fronte del fratello, rendendosi conto solo in quel momento di quanto fosse sudato e caldo.

 

“Sei sicuro di non avere la febbre Max?” chiese.

 

“Non lo so…i medici mi hanno detto che dopo l’operazione avrei potuto avere qualche linea…” disse il ragazzino portandosi automaticamente una mano sulla fronte come per constatare che fosse realmente caldo…ed infatti era bollente.

 

“Forse è meglio se chiamo il medico…non mi piace la cosa…” disse Vera alzandosi e voltandosi verso l’uscita.

 

“Possibile che ti preoccupi per così poco?” disse Max sospirando.

 

“Non mi preoccupo per così poco! Quel lampadario…Ash mi ha detto che molti anni fa gli era successa la stessa cosa! Ed era morto!” disse Vera voltandosi e trattenendo a stento le lacrime.

 

“Morto?”

 

“Si…mi ha detto che quando aveva appena iniziato il suo viaggio entrò in una torre per trovare un modo per sconfiggere una capopalestra…e il lampadario crollò su di lui e Pikachu a causa di alcuni pokèmon spettro alquanto dispettosi…e lui e Pikachu divennero fantasmi…anche se poi tutto si risolse per il meglio” spiegò la ragazza.

 

“E come? Seduta spiritica?”

 

No sciocco! E’ solo tornato nel suo corpo quando…quando ha visto quanto Misty fosse preoccupata per lui” disse nascondendo un dolce sorriso per la cosa.

 

Max rise alla fine di quel racconto.

 

“Sono proprio fatti l’uno per l’altra…e pensare che io mi ero pure preso una cotta per lei…”

 

Questa volta fu la Vera a ridere, capendo quanto il fratello ci fosse rimasto male per il legame che c’era fra Ash e Misty.

 

“Su, anche tu troverai qualcuno, una ragazza che ti amerà per quello che sei…e ora vado a chiamare un medico” disse sorridendo e uscendo dalla stanza, mentre il ragazzino sprofondava nel cuscino e chiudeva gli occhi.

 

 

*

 

 

Molto lontano da li una donna era intenta a stendere tranquillamente i panni con un cappello di paglia in testa e canticchiando allegramente, mentre un Mr. Mime metteva a posto le aiuole del giardino di fronte alla casa.

 

“Buon pomeriggio Delia” disse un uomo brizzolato scendendo dalla bicicletta e appoggiandola allo steccato che costeggiava la casa.

 

“Professor Oak! Che bella sorpresa! Cosa lo porta qua?”

 

“Mah, facevo due passi, novità da Ash?” chiese.

 

La donna scosse la testa abbassandola e assumendo un’espressione triste.

 

“Purtroppo non l’ho più sentito…e sono estremamente preoccupata dopo la notizia di Gary”

 

Anche l’uomo abbassò la testa, quasi fosse sconfitto.

 

“Speriamo che stiano tutti bene”

 

In quel momento una sottile e fastidiosa pioggerella iniziò a scendere dal cielo, diventato nuvoloso di colpo.

 

“Ah! Forse è meglio se torni al laboratorio! Tracey avrà sicuramente bisogno di una mano! Buona serata Delia” disse il professor Oak prendendo la bici e andandosene coprendosi con il camice bianco da laboratorio che era solito portare.

 

“Non vuole fermarsi qui? Sta piovendo!” disse la donna, ma la sua voce non giunse all’uomo il quale era gia ben lontano dal sentirla.

 

Delia scosse la testa divertita, quando improvvisamente Mr. Mime iniziò ad agitarsi, indicando un punto imprecisato del giardino.

 

“Cosa c’è Mr. Mime?” chiese cercando di aguzzare la vista per poter vedere meglio.

 

Dall’oscurità del pomeriggio inoltrato e della pioggia che ora si faceva via via più forte uscì una figura umana, grande ed imponente.

 

“Tu! Che cosa ci fai a Pallet? Ti avevo detto di non farti più vedere!” disse la donna facendo un passo indietro.

 

“Non si tratta il proprio ex marito mia cara Delia…” disse l’uomo avvicinandosi alla donna e prendendole un polso prima che potesse sfuggirle.

 

“Che cosa vuoi da me? DOV’E’ ASH?” chiese piena di rabbia.

 

“Non sono qui per lui…sono qui per te” rispose l’uomo.

 

E fu il buio, il buio e la pioggia che continuava a cadere sul corpo incosciente della donna.

 

 

*

 

 

Successe tutto troppo in fretta per poter dare una ragione a tutto, troppo in fretta per costringere il cervello a collegare la realtà con la confusione che albergava nei loro cuori. I medici correvano da una parte all’altra, mentre il piccolo copro di Max veniva scosso senza risultato dal defibrillatore.

 

Vera si teneva a debita distanza da tutto ciò, senza però perdersi il benché minimo movimento da parte di tutti.

 

“Ma com’è successo?” chiese Ash sconvolto.

 

“Emorragia interna…che con le visite non si era vista…maledizione!” disse Drew battendo un pugno contro il muro dell’edificio.

 

“Forza ragazzo…FORZA!” disse un medico cercando di riportarlo tra loro…e successe…Max aprì gli occhi.

 

“Vera…”

 

La ragazza corse da lui, fregandosene dei medici che le dicevano di stare alla larga, che doveva lavorare, che non sarebbero dovuti stare li. No, quello era suo fratello, e avrebbe fatto scoppiare il finimondo se non le avessero permesso di restargli accanto.

 

“Sono qui Max…cosa c’è?” chiese dolcemente mentre vedeva le lacrime del fratello solcargli il viso.

 

“Io...” disse con le labbra che tremavano, un attimo prima di richiudere gli occhi e che la macchina che controllava i suoi battiti smettesse di pulsare, lasciando nella stanza solo un forte fischio metallico.

 

“MAX!!!  gridò Vera prendendo il volto del fratello fra le mani e chiamandolo a gran voce, come se potesse sentirlo, come se chiamandolo con tutta la forza che aveva in corpo lui sarebbe tornato, avesse aperto gli occhi e le avesse detto con il suo solito sarcasmo “Sei una piagnucolona”.

 

Ma non qui, non ora, non più…un'altra persona alla quale volevano bene se n’era andata…e forse, ora, Brock non si sarebbe più sentito solo…

 

 

*

 

 

“Mondo…” disse la donna arrivando alle spalle del ragazzo dai capelli castani che si voltò guardandola.

 

“Si? Dov’è lei?” chiese vedendo che Misty non era con lei.

 

“E’ nella sua stanza…mi raccomando…prenditi cura di lei” disse poggiando una mano sui capelli del ragazzo e prendendo una ciocca quasi volesse giocarci “A tuo modo s’intende” disse con un sorriso.

 

Il ragazzo annuì divertito, e sul suo viso si delineo un ghigno, un sorriso perverso e carico d’odio…

 

”Come vuoi…sarà fatto”

 

 

 

 

CONTINUA…

°___°/ e ho ammazzato max! *viene trucidata* bhe…mi dispiace (no…non è vero) ma è la vita xDD cmq…>___> ehm…se no si fosse capito delia è stata rapita xDD eheh…cmq...in questo cap ci sono delle spie nel testo che fanno capire ciò che succederà in futuro xDD eheh…indi…orsù! Scervellatevi pure ^_^

 

ASHLEY KETCHUM:

.__.’’ Ehm…bhe…credo che ti sia rix da sola alle domande leggendo il cap…xD grazie infinite per i complimenti…ormai la storia inizia ad entrare nel vivo (nonostante le due morti)

 

KATE:

ù___ù bhe…non ci credo che ti dispiace x max…>__> come non ti è dispiaciuto x brock…ecco…cmq…bhe…misty è un po’ scossa…e ash a causa di tutto quanto sta 1 po’ sclerando…e penso che sia normale come cosa in fondo…cmq grazie x i complimenti.

 

ILA:

ù___ù ok…NON è duplica…indi x cui basta!!! *era esasperata e allora ha detto che era lei* xDDD ^___^ grazie per il bentornata…e bhe…si dai…>__> lucinda se l’è cavata xDDD oddio…vedrai che accadrà…MUAHAHAH

 

FEDINA:

=__= bene…pure tu hai amato lucinda e odiato misty >__> *va a fare fuori lucinda* bhe…come hai visto non l’ha presa tanto bene…diciamo che a causa di tutto quanto si sta un po’ indurendo ashy…ò__ò mi sa che è 1 po’ ooc…va bhe…ù__ù’’

 

BULMA:

=___= ti piace lucinda??? Ti piace con drew??? +OOO+ *sta per avere una crisi di sadismo* cmq…bhe…ù.ù’’ anche tu per il fatto di max avrai capito…e bhe… o__o a me sta simpa vera…

 

LILILIU:

^__^ gia gia…>__> ma lucinda mi serve cavolo…se no le avrei fatto MOLTO peggio +___+ morire sotto ad 1 lampadario è troppo poco per me…ù__ù’’ ecco…cmq…bhe…gia…ma prova a capire lo stato d’animo di misty…>__> e mi sto rendendo conto di quanto poco stia apparendo ashy in sti cap...va bhe…si rifarà xDD

 

LELE91:

ecco qui il seguito con la fine che fa max xDDD

 

VALHERM:

ç____ç non ricordarmelo! Lo so che l’ho fatta sembrare 1 mito…>__> cavolicchio! *si da mentalmente dell’idiota* ah…A ME NON STA SIMPATICA LUCINDA +OOOO+ *la prenderebbe a calci e la prende a parole ad ogni episodio* ehm…si…ti ho ammazzato il + piccolo ù__ù’’

 

 

  
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