Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Rota    10/09/2013    1 recensioni
Benché sia peccato anche solo l'ammetterlo nella propria mente come pensiero conscio, il dubbio riguardante la sola, insignificante imperfezione del creato di Dio che ha scatenato l'immensità nera del male e la fossa stessa degli inferi, come se fosse stata calcolata da quella mente divina e donata al mondo assieme al bene e a tutte le altre virtù, ogni tanto oscura persino la mente degli angeli nell'insinuazione che reca con sé l'imperfezione e il tracollo della fede suprema.
Angeli imperfetti, dalle ali non completamente bianche e lucenti dell'immensa luce del Creatore – ma angeli nella struttura e nella missione, figli del divino tra i più perfetti di sempre.

[AU - Pre RivEren]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Eren, Jaeger
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Knocking' on Heaven's Door'
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*Autore: margherota
*Titolo: Knocking' on Heaven's Door - Ground
*Fandom: Shingeki no Kyojin
*Personaggi: Rivaille, Eren Jaeger, Altri
*Generi: Introspettivo, Generale
*Avvertimenti: AU, Missing Moment, Flash fic
*Rating: Giallo
*Credit: “Knocking' on Heaven's Door” e le sue lyrics appartengono a Bob Dylan; Rivaille, Eren e tutti gli altri personaggi di Shingeki no Kyojin appartengono a Isayama Hajime
*Dedica: Alla Danna, che voleva una RivEren e io ho il dovere di accontentarla (L) A Shichan, che condivide con me questo OTP (L) A Lucifer, a cui dovevo un regalo di compleanno (L)
*Note: In un Universo Alternativo, ripercorro le varie fasi che /per me/ hanno definito la bellezza della RivEren. Sarà una serie, non so quanto lunga, non so neanche se arriverò allo yaoi vero e proprio o se resterò nello shonen ai. La trama riprende pari pari quella dell'opera originale e la varia secondo il nuovo contesto che ho inserito. Qui i “Giganti” sono i “Diavoli” o “Demoni” che dir si voglia, giusto per precisare. Lo stile è volutamente “alto”, diciamo così.
Ho messo “flash fic” e non “one shot” perché, nonostante sia oltre le 500 parole, raggiunge a malapena le 700 – e mi sembrava effettivamente troppo corta per definirla One Shot, ecco XD
Spero possiate gradire (L)

 

 

 

 

 

 

 

 

Benché sia peccato anche solo l'ammetterlo nella propria mente come pensiero conscio, il dubbio riguardante la sola, insignificante imperfezione del creato di Dio che ha scatenato l'immensità nera del male e la fossa stessa degli inferi, come se fosse stata calcolata da quella mente divina e donata al mondo assieme al bene e a tutte le altre virtù, ogni tanto oscura persino la mente degli angeli nell'insinuazione che reca con sé l'imperfezione e il tracollo della fede suprema.

Angeli imperfetti, dalle ali non completamente bianche e lucenti dell'immensa luce del Creatore – ma angeli nella struttura e nella missione, figli del divino tra i più perfetti di sempre.

Angeli come Eren, che ancora trema lungo le braccia facendo scivolare i residui di quello sporco che l'ha infettato e ha corroso le sue carni fino a renderle deformi nelle linee del viso e nella fisicità del suo intero corpo. Come i diavoli attorno a lui, che urlano e si dimenano, insozzano la purezza della terra con sangue e morte, feriscono l'udito con le loro grida non umane o non divine, ma demoniache – strilla acute che fendono l'aria in rimbombi infiniti e pieni di dolore –, Eren si muove ancora a scatti mosso da un'ira istintiva.

Non sa più cosa sia lui, se di natura angelica o di qualcosa di diverso.

La terra che sostiene i suoi piedi ha sostenuto il demone che è stato fino a qualche ora prima, e non rinnega ancora la sua doppia e imprecisa essenza. Non inghiotte, come ha fatto con Lucifero, i suoi piedi e tutta la sua carne, non lo incastra in una roccia ghiacciata come pena eterna per il suo intimo peccato, ma è come se restasse a guardare se sia in grado di discernere il bene dal male, ancora per qualche secondo – proprio quando sono due i diavoli che si avvicinano a lui con due bocche spalancate, con gli artigli pronti a strappare ogni piuma delle sue grandi ali biancastre.

Percepisce la presenza di qualcuno, accanto a sé, ma la mente è frastornata e non comprende appieno. Con un ultimo singulto, anche l'ultima goccia di nero scivola oltre la punta delle sue dita e abbandona il suo corpo, lasciandolo spossato e privo di forze. Lo raccolgono due braccia conosciute, lo raggiungono due voci lontane, ma è ombra che vede con gli occhi socchiusi e lo sguardo lontano.

Difficile riprendersi da quell'ombra così dilaniante alla quale si è abbandonato.

Ma sono ali bianchissime e piene di luce quelle che, prima, gli fanno male agli occhi e, poi, ridestano in lui qualcosa di simile alla ragione. E si accorge, come prima cosa, di avere Mikasa e Armin vicino, la terra sotto il proprio corpo – la guerra, ancora, attorno a sé, tra Angeli e Demoni dai lineamenti mostruosi.

Alza il volto e lo fissa davanti a sé, oltre i cadaveri di quei due esseri ormai inermi e immobili. Grandi le ali, grandi le piume dalla punta di perla, luminosa persino la spada lunga che le mani reggono, nell'elsa semplice di metallo scuro che denota non tanto nobiltà di origine ma capacità pratica, del vero combattente: non un vanesio signore della guerra, ma un guerriero con ben chiaro in testa quale sia il suo ruolo.

C'è del vento, ancora carico dell'odore di terra e di sangue e di morte, che accompagna il movimento del suo viso quando porta il mento e lo sguardo addietro, oltre le spalle e la linea dell'ala sinistra.

Rivaille osserva ciò che ha appena salvato e non si scompone alla vista dello sfacelo di tagli e di fango che vede sui corpi di quei tre ragazzi – c'è solo l'ombra sul viso di Eren che lo turba appena e cattura la sua attenzione, ma sa che è un dettaglio a cui non può dare particolarmente rilevanza in quel momento, quando ancora molti diavoli camminano e lui ha una spada in mano.

E se si accorge che quel ragazzo ricambia il suo sguardo, non può far altro che imprimerlo nella propria memoria e slacciare quel contatto appena formato. Sbatte le ali e spicca di nuovo il volo, verso il cielo sgombro di nuvole.

Solo a quel punto Eren perde completamente conoscenza.

   
 
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