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Autore: maryana    16/03/2008    5 recensioni
Ho analizzato Vegeta servendomi di alcune canzoni e ciò che è uscito fuori è il ritratto di un uomo che soffre, combatte, vive, ma soprattutto che ama e non ha paura di essere ciò che è. Ho cercato di descrivere le emozioni e i pensieri di vegeta in vari momenti della sua vita che vanno dalla saga di freezer a quella di majin buu.
Genere: Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sickened – Disturbed

Sickened – Disturbed

Take me away yeah!

[Verse 1:]
That's enough of all your taunting
Seems I can't remove you from my mind
Don't you know sometimes
I wish they'd kill me for wanting you
I will sit alone in silence
Gather around the meaning I can find
Will you be defeated when they
Kill me for wanting you

I can't believe that my sanity
Lies in abandoning you
I can't recall a more helpless time
Perpetrated by you

[Chorus:]
Sickened from wanting you
Frightened of finding the truth
Don't say anymore
Now my mind isn't changing
This reckoning's long overdue

[Verse 2:]
Alabaster walls surround me
In a prison of my own design
Will I win my freedom when they
Kill me for wanting you
Maybe arms of Hell will hound me
Just as long as I remain confined
I will be completed when they
Kill me from wanting you

I can't believe my sanity
Lies in abandoning you
I can't recall a more helpless time
Perpetrated by you

[Chorus:]
Sickened from wanting you
Frightened of finding the truth
Don't say anymore
Now my mind isn't changing
This reckoning's long overdue

[Bridge:]
So I have determined I am undone
Will I bury another problem
In the graveyard you allowed me to find
So I have determined I am no one
Will I finally cling to something
That it's never been tied to
Every single memory of you

[Chorus:]
Sickened from wanting you
Frightened of finding the truth
Don't say anymore
Now my mind isn't changing
This reckoning's long overdue

So I have determined I am undone
Will I bury another problem
In the graveyard you allowed me to find

Stanco

Ne ho abbastanza delle tue provocazioni, sembra che non riesca a rimuoverti dalla mia mente. Non sai che a volte vorrei che mi uccidessero perché ti voglio? Me ne starò seduto in silenzio, raccoglierò in giro il significato che riesco a trovare. Sarai sconfitta quando mi uccideranno perché ti voglio? Non posso credere che la mia sanità mentale consista nell’abbandonarti, non riesco a ricordarmi un momento più confuso perpetrato da te. Stanco di volerti, spaventato di trovare la verità. Non parlare più, ora non cambierò idea, questa resa dei conti attende da troppo tempo. Muri di alabastro mi circondano, in una prigione di mia ideazione. Vincerò la mia libertà se mi uccidono perché ti voglio? Forse le braccia dell’inferno mi braccheranno, proprio per il tempo in cui rimango confinato. Sarò completo quando mi uccideranno perché ti voglio? Non posso credere che la mia sanità mentale consista nell’abbandonarti, non riesco a ricordarmi un momento più confuso perpetrato da te. Stanco di volerti, spaventato di trovare la verità. Non parlare più, ora non cambierò idea, questa resa dei conti attende da troppo tempo. Quindi ho determinato che sono incompleto, seppellirò un altro problema nel cimitero che mi hai concesso di trovare? Quindi ho determinato che non sono nessuno, mi aggrapperò finalmente a qualcosa che non sia mai stato legato ad un singolo ricordo di te? Stanco di volerti, spaventato di trovare la verità. Non parlare più, ora non cambierò idea, questa resa dei conti attende da troppo tempo. Quindi ho determinato che sono incompleto, seppellirò un altro problema nel cimitero che mi hai concesso di trovare?

STANCO

Credevo di essere risultato perentorio, deciso, freddo…distaccato.

Con rabbia tiro un pugno contro il muro della gravity room… sono interdetto, esterrefatto.

Le ho urlato di starmi lontana ma lei non ha recepito il messaggio.

Mi guarda con quegli occhi innocenti, scava all’interno di me… e questo mi fa impazzire.

Mi appoggio con la schiena contro il muro, lasciandomi cadere a terra, fisso un punto morto a davanti a me con la fronte aggrottata.

Proprio non capisco cosa mia mi stia succedendo: mai in tutta la mia vita sono stato colto da un cedimento, in battaglia sono sempre riuscito a mantenere il sangue freddo… ho combattuto le più svariate battaglie, ho visto uomini piangere a seguito delle ferite che io stesso gli impartivo.

Ed ora, il grande guerriero, quale sono è stato messo in difficoltà da un essere dalla forza fisica misera, che ha come un’unica arte una lingua biforcuta ed una spiccata intelligenza…ma per il resto potrei spezzarle un polso solo prendendolo tra una mano.

<< Maledizione! >>

Impreco al vuoto, cammino avanti ed indietro senza riuscire a darmi una regolata, a riprendere il controllo di me stesso; sento una vena pulsarmi su una tempia, mi fa quasi male…la mia irritazione è alle stelle.

Mi sento quasi mancare l’aria, mi sento soffocare: rinchiuso in una prigione, di mia invenzione, circondato dai suoi muri di alabastro.

Alla fine, esausto moralmente dalla situazione, decido di alzarmi: esco dal trainer, alzo lo sguardo verso il cielo, un manto di piccole luci ai miei occhi, e mi ricordo improvvisamente di quanto sia lontano dalla mia patria, quanto quei puntini luminosi siano così irraggiungibili da qui.

Una voce di donna, la sua voce mi riscuote dai miei pensieri, dalle mie riflessioni.

<< Hai visto quante stelle? >>

La sua voce è tranquilla, sembra quasi meravigliata; giro il capo a guardarla, la vedo seduta sulla tenera erba, i suoi capelli le sfiorano le spalle, il suo viso è illuminato da un sorriso… sono ipnotizzato dal chiarore della sua pelle, dalle sue labbra morbide…Al diavolo che sciocchezze vado pensando.

Nonostante la testa mi dica di andarmene, faccio tutto l’opposto… le siedo vicino.

Non le rivolgo la parola, mi limito anche io come lei, ad osservare il cielo sopra le nostre teste; ogni tanto le lancio una occhiata con la coda dell’occhio, lei sembra non accorgersene continuando a fissare le stelle sorridente.

Ma improvvisamente, sento le sue dita fredde intrecciarsi alle mie, sussulto silenziosamente, il mio cuore accelera i battiti, il sangue mi scorre veloce lungo le vene.

Perché non mi lascia stare, perché insiste a starmi accanto, nonostante io la insulti o la tratti freddamente…non me lo so spiegare.

Non resto lì, quella donna sarà la mia rovina, mi alzo di scatto…muovo solo qualche passo quando la sento imprecare:

<< Perché ti comporti così?! >> mi chiede lasciando trapelare nella sua voce l’angoscia che forse sta provando.

<< Tsk >> è tutto ciò che le dedico.

Mi volto e la lascio sola con l’immensità dello Spazio.

Decido di farmi una doccia, sperando di placare i bollori che mi tormentano il corpo.

L’acqua fredda mi riporta al mondo, mi culla dandomi un senso di beatitudine…sento i muscoli distendersi, eppure quella dannata terrestre è sempre nella mia mente, a quanto pare non riesco a rimuoverla…quasi vorrei che mi uccidessero pur di mettere a tacere il desiderio che sento per le sue curve di donna.

Mi sento così stanco: di volerla, di conoscere la verità…con un gesto deciso chiudo il getto dell’acqua.

Sospiro sdraiandomi, scelgo di coricarmi cercando di trovare conforto nel sonno.

***

Sento il vento pungermi la pelle, è l’alba il sole sorge dipingendo il cielo di rosso, un roso paragonabile quello del sangue…e poi mi accorgo di essere su un campo di battaglia, sento dei lamenti graffiarmi le orecchie, mi sembra sanguinino.

I miei occhi sono travolti dall’orrore, indietreggio disgustato e per poco non inciampo in un cadavere, muovo il capo ora da una parte ora dall’altra con fare nervoso, mi sento travolgere dal ribrezzo, non sono più quella persona e però non voglio diventare nemmeno come Karoth, l’eroe buono… Non so più chi sono, o chi voglio essere; comincio a correre disperato ma inciampo ogni tre passi, comincio ad urlare “no”, ma la mia voce si perde al vento.

Improvvisamente apro gli occhi ed incontro i suoi:

<< Hai fatto un brutto sogno >>

Mi dice, la guardo confuso restandone colpito: i suoi grandi occhi color del cielo arrossati dal sonno, i capelli leggermente in disordine, le guance colorite di rosso…Ma come può avere un tale potere su di me?

<< E tu perché sei venuta qui? >> le chiedo scorbutico

<< Ti ho sentito gridare, scusa tanto se mi sono fiondata da te… la prossima volta, continuerò a dormire ignorando le tue grida >> la sua voce appare risentita, ma forse mi sbaglio.

A nessuno era mai importato nulla di me, perché lei si ostina ad accorrere ad ogni mio grido??

Non trovo risposta ad una tale domanda.

<< Torno subito >>

Torno a guardarla, la vedo uscire per poi tornare pochi istanti dopo con un grosso bicchiere tra le mani pieno d’acqua.

<< Tieni, forse avrai sete >>.

Glielo strappo dalle mani senza ringraziarla ed in sola grossa sorsata me lo finisco.

La vedo allontanarsi per affacciarsi alla finestra, fuori piove...lo scrosciare incessante della pioggia rompe il silenzio che aleggia tra di noi.

Stupendomene io stesso mi alzo e mi avvicino a lei che quando se ne accorge si gira di scatto sfiorandomi il petto…e quella strana sensazione torna a pungermi, a travolgermi.

Mi sfiora con i polpastrelli le guance… ed il lieve tocco è fuoco vivo sulla mia pelle.

Mi ritraggo e mi allontano da lei: forse vuole uccidermi?

Non riesco a guardarla, ma lei si avvicina e me lentamente e cautamente mi prende una mano tra le sue…la guardo, mi perdo nei suoi occhi, e lei mi sfiora le labbra.

Mi parla, cercando forse di rassicurarmi…la guardo confuso: davvero non capisco, sento di essere in difficoltà e non trovo un modo per uscirne indenne.

Si stringe a me, appoggia delicatamente il capo sul mio petto… non la scanso, ma mi irrigidisco e deglutisco rumorosamente.

Torna a guardarmi e mi sorride, io resto fermo… di ghiaccio, non riesco neppure a pensare, non riesco a fare nulla.

Mi circonda il collo con le sue morbide braccia, e poi sento la sua bocca sulla mia, ma non è più delicata ma decisa, divora la mia…ed io inebetito ricambio quella passione.

Si allontana di poco da me: la vedo che tremante si spoglia del pigiama, il candore della sua pelle mi abbaglia…la vedo stendersi sul letto.

Resto in silenzio a guardarla poi in un impeto improvviso mi sdraio accanto a lei…mi accarezza una guancia ed io ormai in preda a dei sentimenti sconosciuti ma forti, cerco le sue labbra e la bacio come prima lei aveva fatto con me…ed improvvisamente fondiamo i nostri corpi, diventando una cosa sola.

Mi sveglio presto, la mia mano è imprigionata in una ferrea stretta, giro il capo confuso: e vedo lei, Bulma ancora addormentata di fianco a me.

Libero la mano dalla sua stretta, si muove nel sonno ma non si sveglia…mi alzo quatto, quatto.

In silenzio mi vesto, facendo il minimo rumore esco dalla camera, tra il confuso e l’abbattuto: ho ceduto.

Spero che il capitolo vi piaccia e colgo l’occasione per ringraziare:

Bulma90: sei sempre troppo gentile!! Le tue parole mi fanno un immenso piacere, grazie di tutto.

Swwtcicia: certo mica poteva mancare il rapporto con Bulma! Grazie dei complimenti.

Lilac: il tuo apprezzamento nei confronti della mia fanfiction mi riempie di soddisfazione, sono troppo contenta che ti stia piacendo.

Nana987: grazie di essere una mia “cliente” a vita, sono molto contenta che ti piaccia il mio modo di scrivere.

Taisa: ricevere una tale recensione positiva da un’autrice brava come te è stato meraviglioso. Mi fa piacere che l’idea ti sia piaciuta.

Lorigeta: grazie, sono contenta che Vegeta non sia risultato OOC, avevo un po’ paura del contrario.

Maryana

  
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