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Autore: never give up    10/09/2013    0 recensioni
la mia vita sta per cambiare. sarà un bene o un male. quello che importa è che ora posso riniziare tutto da capo e questa volta non mi arrenderò così facilmente
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un altro giorno di scuola come gli altri. Lezioni infinite con professori che neanche sanno fare il loro lavoro. L'unica cosa che voglio è finire il liceo e iniziare l'università, così almeno non dovrei studiare materie inutili come filosofia. Riuscirò mai a dire a Filippo che è dalle elementari che sono innamorata di lui? Credo di no, ormai è passato troppo tempo e saremo sempre amici. Solo che fa male sapere che lui ha decine di ragazze ai suoi piedi e non si accorge che la persona che gli è sempre stata accanto in ogni momento vorrebbe stargli accanto per l'eternità.

Finalmente la campanella suona e anche questa settimana è finita. Si torna a casa su quegli autobus odoranti di vecchio che la mia meravigliosa città propone. Dopo un viaggio interminabile arrivo finalmente a casa e cosa trovo? Nessuno. Mia mamma lavora, mio padre non so neanche dove sia. Meno male che almeno c'è Ronald, il mio gatto arancione, che mi ama nonostante tutto. Preparo da mangiare e per la prima volta dopo una lunga settimana mi sdraio sul letto, metto le cuffie e mi rintano nel mio mondo fatto di musica e sogni. Si sogni, perchè cantare è sempre stato il mio sogno, la mia passione, e sarei la persona più felice del mondo se un giorno tutto questo diventasse un lavoro, qualcosa che mi faccia guadagnare e che faccia di me l'idolo di molti ragazzi in tutto il mondo. Sentire qualcuno che dice “Alice mi ha salvato, è il mio idolo e la amo” sarebbe la cosa più bella del mondo. Ma considerando che mia madre quando canto mi urla in faccia di smetterla di strillare e di iniziare a pensare alle cose serie come lo studio o il lavoro mi fa capire che devo andarmene al più presto se voglio almeno provare a inseguire il mio sogno.
“ALICE! COSA FAI SUL LETTO A POLTRIRE? VEDI DI MUOVERE IL CULO E INIZIARE A FARE QUALCOSA DI UTILE PER LA SOCETÀ!!!”
Ecco, mia madre è tornata a casa. Come sempre è arrabbiata e comincia a dirmi quanto sia scansafatiche e inutile e di come sarebbe felice se io non esistessi. È ufficiale: devo andarmene al più presto.

Un altro giorno è iniziato e va avanti esattamente come ieri e come tutti i giorni prima. Quando finirà questo strazio? Forse mai. Però una cosa mi ha stupito: quando mia madre è rientrata in casa non ha iniziato ad urlare come tutte le sere. Non è normale. Cosa è successo di così sconvolgente?
“Alice vieni in cucina un attimo per piacere? Devo parlarti.”
Oddio. Cosa sta succedendo? È impazzita forse? Inizio seriamente a preoccuparmi. Entro in cucina e per mia sorpresa mia madre è seduta al tavolo con dei fogli davanti e un sorriso a 32 denti stampato in faccia. Strano.
“Tesoro siediti, devo dirti una cosa importante”
Tesoro?!? Da quando mi chiama tesoro?!? Neanche a cinque anni mi ha mai chiamato tesoro. Andiamo di male in peggio. Sposto la sedia e con gambe tremanti mi metto di fronte a lei.
“Allora, sai che la mia azienda ha delle succursali in tutto il mondo”
“Si” risposi io
“Ecco, in una di queste il direttore dello stesso reparto dove lavoro io è andato in pensione e per non assumere nuovo personale vogliono che sia io a prendere il suo posto”
“Questo vuol dire che ci trasferiremo?”
“No, io mi trasferirò. Qui hai tutti i tuoi amici e la tua vita e non voglio che lasci tutto alla tua età, ormai sei grande e farsi degli amici è difficile, soprattutto in uno stato completamente diverso dal nostro”
“E dov'è che ti trasferisci quindi?”
“In Inghilterra, ma non aspettarti che io mi trasferisca a Londra anzi, mi trasferisco in una città sperduta nel nord del paese”
“Non mi interessa dove ti trasferirai, io vengo con te”
“Non puoi venire con me, non ci sono previste opzioni in cui si possono portare i famigliari”
Sicura che quello che mia madre stava dicendo non fosse la verità, presi il fascicolo che aveva davanti e iniziai a sfogliarlo in cerca di qualcosa che potesse aiutarmi. Poco dopo infatti lo trovai
“Ecco, pagina 74, portare la famiglia all'estero durante il trasferimento. Non mi sembrava molto difficile da trovare”
La faccia di mia madre era impagabile in quel momento. Era da anni che aspettavo un momento così e finalmente, a 16 anni è arrivato. Non c'è niente di più bello di questo fino ad ora.
“Ehm” rispose mia madre “Forse abbiamo qualche possibilità di riuscirci in fin dei conti”
Lessi velocemente quello che era scritto nella pagina e secondo le regole dell'azienda veniva dato al lavoratore un supplemento di stipendio per ogni figlio che si trasferiva con il genitore per sostenere il cambio di città. Era perfetto, l'occasione che aspettavo da una vita, e di centro non potevo perderla.
“Dai mamma, lo sai che è sempre stato uno dei miei sogni andare a vivere in Inghilterra. Dici sempre che studiare è importante e sai benissimo che all'università andrei comunque a vivere là, quindi perchè non trasferirmi adesso, così il diploma sarà di una scuola inglese e sarà tutto più semplice quando faremo l'iscrizione al college. E come se non bastasse finisco il liceo un anno prima che qui in Italia, così di conseguenza finirò prima anche l'università e andrò prima a lavorare”
L'avevo colpita nel suo punto debole, per lei studiare e lavorare erano i miei scopi della vita e non potevo scegliere un argomento migliore di questo per convincerla a portarmi con lei.
“Beh se la metti così sembra davvero una cosa vantaggiosa per il tuo futuro. Credo che non ci siano problemi per i dirigenti se ti porto con me”
“Quindi è un si?”
“Quindi è un si”
La giornata era diventata d' improvviso molto più bella. Non avrei più frequentato quella scuola orrenda e non avrei più vissuto in quella città che da sempre mi stava stretta. Ora avrei iniziato una nuova vita e tutto poteva solo migliorare.

Il giorno dopo andai a scuola raggiante ma appena misi piede dentro la mia classe realizzai che tutti i miei amici, quelli che mi distraevano da mia madre, quelli con cui avevo passato momenti indimenticabili, quelli con cui passavo ogni singolo giorno della mia vita ormai da due anni, quelli con cui mi facevo un sacco di risate, non mi sarebbero più stati accanto, non mi avrebbero più fatto ridere e non avremmo più passato insieme le esperienze più belle.
Perfetto, di nuovo una giornata di merda.
Tutti quel giorno mi chiesero se stavo bene e se fosse tutto a posto con mia madre o in generale perchè mi vedevano un po' giù di corda. Non ho avuto il coraggio di digli che mi sarei trasferita ma avrei dovuto dirglielo prima o poi, il problema era trovare il modo migliore per farlo.

Ormai mancavano tre giorni alla mia partenza. I mobili erano quasi tutti in viaggio per l' Inghilterra e vedere la casa dove sono cresciuta senza le mie cose mi fece venire le lacrime agli occhi. Non sapevo cosa fare allora decisi di seguire il mio cuore.
“Mamma vado a fare un giro, torno tra qualche ora!”
Mi chiusi la porta alle spalle e iniziai a camminare. Dopo un po' mi accorsi di essere davanti al cimitero. Nonna. Entrai e mi diressi verso la tomba dell' unica persona che mi ha sempre sostenuto in tutto e che mi è sempre stata accanto.
Mia nonna era morta qualche anno prima dopo essere stata in ospedale per tre mesi. Sapevo che quel momento prima o poi sarebbe arrivato perchè le sue condizioni di salute peggioravano ogni giorno e credevo di essere pronta ormai, ma mi sbagliavo, non si è mai pronti a una cosa del genere e non sono mai riuscita a superare la sua perdita. Con la neve o con quaranta gradi, quando ho bisogno di qualcuno vengo qui e parlo con lei. Mi fa sentire bene, e mi sembrava di averla ancora qui con me. Ora non avrei più potuto farlo e questo mi distruggeva più di ogni altra cosa. Non potevo pensare di separarmi da lei. Mi diceva di inseguire i miei sogni e di andare anche in capo al mondo per riuscirci, quindi in un certo senso stavo facendo quello che mi ha sempre detto di fare e credo che questo me la faccia sentire molto più vicina ovunque vada.

Ora non rimaneva altro che dirlo ai miei amici. Tornai a casa e pensai a come digli della mia partenza.
Non sono mai stata brava a dire le cose in faccia, forse perchè non mi piace deludere la gente, così, da brava codarda che sono, scrissi una lettera a tutti loro per dirgli quello che sarebbe successo e dirgli che sarebbero stati sempre nel mio cuore.
Premere invio è stato veramente difficile. Quel tasto sembrava che respingesse e allo stesso tempo attirasse il mio dito come una calamita. Presi un bel respiro e con le guance rigate dalle lacrime premetti. Inviato. Forse la peggiore scritta della mia vita.
Spensi il computer e andai a mangiare.
Poco dopo sentii una gran confusione che veniva dalla strada. Ragazzi che urlavano e macchine che suonavano il clacson. Una confusione mai vista. Mi affacciai alla finestra e vidi tutti i miei amici che urlavano in mezzo alla strada. Mi chiedevano di scendere. Senza pensarci due volte infilai le scarpe e scesi per andare dalle persone migliori del mondo. Passai gli ultimi, meravigliosi momenti con loro ed ero sicura che loro sarebbero stati sempre nel mio cuore.

Due giorni dopo salii in macchina alla volta dell' aeroporto. Non sarei più tornata indietro. Non avrei passato più un giorno in quella città. La mia vita stava per cambiare. Nuova lingua, nuova città, nuova scuola, nuovi amici, nuovo stile di vita.
Salii sull' aereo che mi avrebbe portato via dalla mia vecchia vita.
Le porte si chiusero, i motori si accesero e iniziammo a salire.
La tipica sensazione di quando sei sulla salita delle montagne russe che tanto amo.

Non so se il destino esiste o se la nostra vita è solo un susseguirsi di coincidenze, quello che so però è che le scelte che facciamo dipendono solo da noi e la sola cosa che dobbiamo fare è chiudere gli occhi e buttarci sulle più grandi montagne russe che siano mai esistite.

  
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