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Autore: Colfah    10/09/2013    4 recensioni
Blaine trova per caso la fotografia di Kurt dimenticata in una macchinetta per fototessere, e il suo unico obiettivo diventa incontrare quel misterioso ragazzo dagli occhi azzurri.
Dal prologo:
"Fu allora che si rese conto della presenza di un’altra fotografia, nella bocca della cabina. La prese, e sussultò al contatto con la carta inaspettatamente tiepida.
Girò la foto tra le proprie mani, e quello che vide lo lasciò senza fia
Il ragazzo ritratto era senz’altro uno dei più belli che Blaine avesse mai visto. Non solo per i capelli, castani, ordinati compostamente in un ciuffo; o per la pelle, pallida e qeuasi preziosa; o per quelle labbra piene, rosse e leggermente separate. Era lo sguardo. Quegli occhi di ghiaccio sembravano star fissando dritti nei suoi, attraverso lo strato di carta. Blaine non si spiegava come quello sguardo potesse risultare così trafiggente, e allo stesso tempo caldo e rassicurante.
[...]
Infilò la foto nel portafogli, con una promessa a se’ stesso.
Avrebbe trovato quel ragazzo."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3 

 






Quello stesso pomeriggio Kurt era rientrato a casa dal lavoro con un sorriso sognante stampato sul volto.

L’incontro con quel ragazzo, Blaine, era stato qualcosa di inaspettato ed estremamente piacevole. Era passato un po’ di tempo dall’ultima volta che un ragazzo si era mostrato interessato a Kurt, forse da quando aveva chiuso con il suo ultimo ragazzo, Adam.

Certamente rispetto a Lima, dove era cresciuto, New York era tutta un altro paio di maniche. Quando camminava per le strade di NY sorprendeva dei ragazzi a guardarlo e, nonostante la sua modestia e scarsa autostima, era consapevole che quelli fossero sguardi di ammirazione e non di disprezzo come quelli che gli erano rivolti dai giocatori di football che incrociava nei corridoi del McKinley, la sua vecchia scuola.

Mentre a Lima non c’era cosa peggiore che essere sé stesso, New York sembrava fatta apposta per accogliere la sua personalità eccentrica e, beh, la sua sessualità.

Da quando si era trasferito nella Grande Mela, aveva acquistato più sicurezza, più fiducia in sé stesso. Aveva conosciuto persone che apprezzavano e ammiravano i suoi outfits stravaganti, che nella sua vecchia città erano considerati mettere troppo in risalto la sua omosessualità.

Aveva trovato un posto di lavoro in uno dei negozi migliori della città, dove sarebbe rimasto finchè non sarebbe riuscito ad entrare finalmente nella scuola dei suoi sogni, la NYADA.
Insomma, forse per la prima volta nella sua vita, Kurt Hummel poteva considerarsi davvero felice.

Il lavoro e NY lo impegnavano al massimo, e Kurt quasi non perdeva più tempo ad interessarsi ai ragazzi, troppo impegnato ad amare la sua nuova città ogni giorno di più.

Blaine era stata una ventata di novità, quello che serviva a fare uno strappo nella sfrenata routine di New York. Quel ragazzo era qualcosa di diverso; così impacciato ed imbarazzato, era comunque riuscito a risultare attraente agli occhi di Kurt. E poi non succedeva tutti i giorni che Kurt riuscisse a rendere un ragazzo nervoso, di solito era lui ad esserlo.
 E c’era stato quel momento, quella manciata di secondi in cui si erano guardati dritti negli occhi, l’azzurro nell’ambrato, ed era stata pura magia.
Si era sentito le gambe cedere davanti a quel corpo e quel viso perfetti, e per un attimo aveva sentito il proprio sguardo esitare su quelle labbra carnose, improvvisamente spinto dal desiderio di sapere come sarebbero state al contatto con le sue.
Ma era stato un attimo, perché dai, Kurt Hummel aveva delle morali, e una di queste era non perdere la testa per degli sconosciuti.
Il fatto era che Kurt non voleva che Blaine rimanesse uno sconosciuto.  
Voleva conoscerlo, voleva sapere se passare il tempo con lui fosse così piacevole quanto lo era stato quel pomeriggio al negozio.

E forse era per quel motivo che da quando era rincasato dal lavoro non aveva staccato un attimo gli occhi dal suo cellulare, in attesa di una telefonata da Blaine. Del resto era stato proprio lui a chiedergli il suo numero, no? L’avrebbe chiamato, prima o poi.

Lasciò il telefono sul comodino accanto al suo letto e prese l’accappatoio, deciso ad andare a farsi una doccia rilassante per mettere ordine ai propri pensieri per poi infilare direttamente il pigiama e prepararsi qualcosa da mangiare, prima di potersi sistemare sul divano a vedere l’ultima puntata di Project Runway.

In bagno accese il getto dell’acqua per arrivare alla giusta temperatura, e proprio quando stava per entrare nella doccia, il suono ovattato di Born This Way di Lady Gaga lo fece fermare impietrito.

La sua suoneria.

Scattò verso la porta, quasi inciampando sul tappetino della doccia. Si precipitò in camera, dove il cellulare si stava illuminando a intermittenza, con un nome che lampeggiava sul display.
Afferrò il telefono in mano e lo avvicinò a se’ quel tanto che bastava per riuscire a leggere ciò che era scritto sullo schermo. Trattenne il respiro,

Rachel .

Rachel Berry. La sua migliore amica, la persona che si era trasferita con lui a New York, e che era stata il suo unico punto fermo durante i suoi primi mesi in quella nuova città.

Deluso, schiacciò il tasto verde per aprire la chiamata e sospirò

“Pronto?”

“Kurt?” lo travolse la voce squillante dell’amica “Come stai? Come mai ci hai messo così tanto a rispondere? Stavo quasi per riattaccare. Pensavo ti fossi dimenticato di stasera”

“Stasera?”

“Oh dio, te l’eri dimenticato sul serio, vero?”

Kurt esitò, tentando di capire di cosa stesse parlando Rachel, ma senza riuscire ad arrivare a nessuna conclusione

“Uhm, temo di sì” si arrese con tono di scuse.

“Santana. Metropolitan. La sua prima esibizione.. Ti dice niente? Cristo, Kurt, ne parliamo da settimane!”

“Dio, oggi è..” battendosi una mano sulla tempia, guardò la sveglia sul suo comodino che segnava la data “..me n’ero completamente dimenticato Rach, non avevo realizzato che fosse oggi”

“Beh, non me ne importa nulla. E adesso vedi di prepararti velocemente perché tra mezz’ora passo a prenderti a casa”

“Mezz’ora? Come pretendi che – ” tentò di protestare Kurt.

“Kurt Elizabeth Hummel. Interrompi qualsiasi cosa tu stessi facendo prima che io ti chiamassi e preparati per uscire. E non me ne frega niente se i tuoi capelli sono in disordine, Santana ha bisogno che noi siamo là stasera, okay? E tu avevi promesso che ci saresti stato”

Prima che Kurt potesse aprire bocca, concluse “Ci vediamo tra trenta minuti a casa tua” – pausa – “rettifica, ventotto minuti”.

E detto questo riattaccò, lasciando Kurt ad ascoltare il bip ritmico del telefono.  

Rachel aveva ragione: erano settimane che Santana, la loro amica, non parlava di altro che della sua prima esibizione come cubista al Metropolitan, che sarebbe stata proprio quella sera.
Non che Kurt morisse dalla voglia di passare la sua serata a guardare Santana ballare con vestiti che lasciavano poco all’immaginazione davanti ad un pubblico di lesbiche e gay, ma la ragazza ci teneva ad avere due facce amiche lì, e Kurt e Rachel avevano promesso che ci sarebbero stati.
E se c’era una cosa che Kurt odiava, era deludere gli amici.

Fu per questo motivo che si affrettò a trovare dei vestiti decenti e a riavviarsi i capelli con la lacca, seppure il risultato non fu dei migliori.

Quando Rachel suonò il campanello, si stava infilando le scarpe.

Afferrò il cappotto e si chiuse la porta alle spalle, per sprofondare nel caldo abbraccio dell’amica.

 
 *  *  *
 
 
Blaine era al settimo cielo.

Ancora non riusciva a credere di aver incontrato il ragazzo che cercava da settimane, di averlo avuto davanti, di aver sentito la sua voce e averlo toccato. Ancora non credeva che tutto ciò potesse essere reale.

Quando quel pomeriggio era tornato a casa con aria sognante, si era buttato addosso a Sebastian per abbracciarlo, rivolgendogli tanti piccoli “grazie”.  L’altro gli aveva rivolto uno sguardo perplesso, accompagnato subito dopo da un sorriso divertito.

“Anderson, sai che non sono un tipo da coccole. Se vuoi scopare, basta dirlo subito”

Blaine scosse la testa “L’ho trovato Bas, l’ho trovato”

“Cosa, un completo che non ti fa sembrare un nonnetto uscito direttamente da un film anni sessanta?”

“No, stupido. Ho trovato lui, Kurt” spiegò Blaine dando all’altro un colpetto sulla spalla.

“E Kurt sarebbe…?”

“Il ragazzo della foto. Kurt. Lavora da Guess. E’ il commesso carino che mi avevi detto di cercare.” Spiegò raggiante “Penso che non smetterò mai di ringraziarti per avermi mandato lì, sai?” Concluse stampando un bacio sulla guancia dell’amico.

“Oh, figo. Te lo sei scopato?”

E, così com’era arrivato, tutto l’amore che stava provando per Sebastian svanì a quella frase.

“Bas, sei irrecuperabile. No che non l’ho fatto. L’ho appena conosciuto! E poi, sul serio? Sul suo posto di lavoro?

“Ancora meglio, il sesso pubblico è sempre più divertente. Come quella volta che mi sono fatto un tipo in –“

Blaine lo interruppe “Oookay, non sono sicuro di voler sapere questa storia”

“Anderson, certe volte sei proprio noioso” sospirò l’altro “Allora, com’è questo Kurt?”

Lo sguardo di Blaine si illuminò come quello di un bambino  quando parla del suo giocattolo nuovo “E’ stupendo, è bellissimo. Ha questa voce angelica, e una pelle chiarissima, e gli occhi, oh dio Bas, dovresti vedere il suoi occhi. Sono la cosa più-“

“Ha un bel culo?”

“Bas!” esclamò Blaine contrariato.

“Rispondi e basta, Blaine. So che l’hai guardato, non farmi sembrare il depravato della situazione”

“Il fatto è che tu sei il depravato della situazione”

“Rispondi”

“Sì, okay, sì ha un bel culo. Un bellissimo culo, direi. Contento?” ammise Blaine esasperato.

“Perfetto, avete  la mia benedizione” concluse l’altro, sorridente. “Ora smettila di pensare al tuo principe azzurro e vai a prepararti, nano. Mi avevi promesso qualcosa per stasera, se non sbaglio”

“Avevi detto che sarei dovuto venire al Metropolitan per dimenticarmi di Kurt, ma ora che l’ho incontrato e che ho il suo numero non mi sembra che abbia senso, no?”

Sebastian scosse la testa “Niente da fare, Anderson. Hai promesso, non puoi tirarti indietro all’ultimo momento. E poi sono senza macchina e mi serve qualcuno che mi accompagni. Consideralo un atto di amicizia per ripagarmi di averti fatto incontrare l’uomo della tua vita oggi pomeriggio”

“Okay, okay. Verrò, d’accordo” si arrese Blaine
.In fondo, sarebbe bastato trascorrere qualche ora seduto al bancone del bar e rifiutare qualsiasi sconosciuto che gli avesse offerto un drink, no?

“Fantastico. Vai a toglierti quegli orrendi vestiti di dosso, e possiamo uscire”

Blaine si avviò verso camera sua, e buttò sul letto la busta blu contenente i suoi nuovi vestiti. Li tirò fuori e insieme a quelli cadde dalla busta anche lo scontrino dove Kurt aveva scritto il suo numero. Le cifre erano ancora lì, ordinate ed eleganti, che aspettavano solo di essere digitate sul telefono di Blaine.

Non ancora.
Avrebbe aspettato il giorno seguente per chiamarlo e, con un po’ di fortuna, sarebbe riuscito a rivederlo l’indomani stesso.

Uscì dalla stanza una volta che si fu cambiato e sistemato i capelli, soddisfatto.
Ad attenderlo c’era Sebastian, che si fece subito scappare un fischio di ammirazione.

“Devo ammettere che il ragazzo ci sa fare in fatto di vestiti. Se è vero che gli opposti si attraggono potreste perfino avere un futuro”

Blaine lo superò tirandogli un buffetto sulla spalla “Andiamo, stupido”

E, lasciatisi la casa alle spalle, si avviarono verso la macchina.

 
* * *
 
La musica rimbombava forte nelle sue orecchie, e le luci intermittenti quasi gli facevano lacrimare gli occhi.

Sapeva che non avrebbe dovuto fidarsi delle parole di Sebastian, secondo il quale il Metropolitan era un locale tranquillo.
Certo, non arrivava ai livelli del Babylon, il famoso locale che Blaine aveva visto e rivisto in Queer As Folk, ma allo stesso tempo era tutto un altro mondo rispetto allo Scandals di Lima, dove era andato qualche volta da ragazzo.

Sebastian si era buttato in pista appena erano arrivati, lasciando Blaine seduto ormai da quasi un’ora ad uno sgabello di fronte al bancone, sorseggiando svogliatamente una birra. Aveva scambiato qualche parola col barista, ma aveva smesso quando si era accorto che l’altro era troppo impegnato a servire gli altri clienti.

Aveva già rifiutato.. quanti? Cinque, dieci, quindici ragazzi decisamente poco vestiti che avevano tentato di abbordarlo offrendogli drink troppo alcolici.

La folla sulla pista si muoveva a tempo di una musica assordante, e tutti sudati si comprimevano gli uni sugli altri.
Blaine non avrebbe mai capito come Sebastian potesse divertirsi a passare le sue serate il luoghi del genere.

Una ragazza dai tratti latini stava ballando sensualmente su uno dei cubi presenti nella sala, e Blaine si concentrò su di lei, studiando i suoi movimenti esperti e puntati a far impazzire il pubblico.

“Mi era sembrato di capire che le ragazze non fossero il tuo genere”

Sentì una voce alle sue spalle.
Ma non era una voce qualsiasi, era quella voce.

Si voltò, ormai già sapendo chi si sarebbe trovato davanti.

“Oh, no, è solo.. cercavo qualcosa da fare per ammazzare il tempo. E non sapevo dove guardare dato che a quanto pare ogni volta che poso lo sguardo su qualcuno, automaticamente me lo ritrovo accanto che mi offre un drink” disse Blaine con voce esasperata sorridendo a Kurt, che era raggiante di fronte a lui.

Kurt rise “Hai intenzione di fare così ogni volta che ci incontriamo?”

“Fare cosa?” Chiese Blaine perplesso.

“Rimanere muto e immobile per qualche secondo come se avessi appena visto un alieno. Mi fai preoccupare”

E oh, l’aveva fatto di nuovo, sul serio?

Blaine si diede mentalmente dell’idiota.

“Così, devo dedurre che hanno trascinato qui anche te?” La voce di Kurt – che nel frattempo si era sistemato sullo sgabello accanto al suo-  interruppe nuovamente i suoi pensieri.

“Sì, il mio amico Sebastian. E’ là che si struscia allegramente in mezzo a due ragazzi sudaticci” Blaine indicò scettico l’amico tra la folla. “E a te?”

“Sono qui per Santana, la ragazza che stavi guardando ballare”

“Non avevo capito che quello fosse il tuo genere” scherzò Blaine, imitando le parole dell’altro di poco prima.

Kurt rise, e Blaine ringraziò di essere seduto, perché altrimenti le sue gambe avrebbero ceduto a quel suono così angelico.

“E’ una mia amica. E’ la sua prima esibizione e aveva bisogno di supporto morale” spiegò .
“se vuoi contattarla per qualche spettacolo privato, posso farti avere il suo numero”  continuò con tono scherzoso.

Blaine non potè trattenere il sorriso che gli si formò sulle labbra
“Oh, ho già il numero di chi mi interessa”

E woah, questa da dove era uscita?
Il barista doveva aver messo qualcosa di strano nella sua birra, perché quella non era certo una cosa che Blaine avrebbe detto da sobrio.

Stava per scusarsi, quando la voce di Kurt lo interruppe di nuovo.

“Ti va se ce ne andiamo fuori a prendere una boccata d’aria? Tanto non mi sembra che nessuno dei due si stia divertendo qua” disse Kurt mentre le sue guance si coloravano leggermente di rosso, con il labbro inferiore intrappolato tra i denti.

Il cuore di Blaine perse un battito “Certo, perchè no. Andiamo”

E facendosi largo tra la folla del locale, uscirono travolti dall’aria di New York.
 
 
 
 
 
 
 
 
 




Angolo Autrice: *emerge dall’angolino* saaaalve a tutti, sono tornara! Qualche giorno di ritardo, ma sono qui. Mi scuso per avervi fatto aspettare, ma non sono stata a casa e è stato impossibile aggiornare. Inoltre, il capitolo continuava a non convincermi, quindi l’ho scritto e riscritto un sacco di volte e beh, spero che ne siate rimasti soddisfatti :)
Come avete visto, in questo capitolo si introduce anche il POV di Kurt. Anche se sarà più presente quello di Blaine, penso che sia importante vedere anche cosa ha Kurt nella sua testolina lol.
Mi diverto troppo a scrivere i dialoghi tra Blaine e Sebastian, perché amo il suo personaggio e spero di avergli reso giustizia.
Beh, che altro dire, vi ho lasciato con un piccolo cliffhanger, ma il capitolo ha già 2400 parole, e altrimenti sarebbe stato kilometrico.
Devo ringraziarvi tutti per la fiducia che state dando a questa storia. Non avrei mai immaginato tutti questi commenti positivi.
Spero che continuerete e recensire, e che la storia continui a piacervi.

Alla prossima

Colfah  <3
  
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