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Autore: _FraVi    10/09/2013    5 recensioni
La scena dell'anello da provare, un bacio dato per errore che si scopre in realtà essere dato volontariamente, un Amore che vede più bassi che alti.
Lieto fine? Nemmeno Colin e Jared lo sanno.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci qui, con questo ultimo e straziante capitolo! Sì, lo so, non dite nulla. Sono stata piuttosto cattiva con Jared tanto da volerlo malato. Ma cosa volete? Date la colpa ai Muse che mi hanno dato questa ispirazione, prendetevela con loro!
Scherzi a parte, non odiate i Muse che sono davvero bravi ed hanno un sound che io amo troppo, quindi amateli anche voi.
Beh, ci sentiamo in fondo così vi posso salutare per bene.

Link: http://www.youtube.com/watch?v=0Ok0expLH1o
Minuti: 5.15- 5.48 circa
 

 
UNITED STATES OF EURASIA

5.
 
Mi sveglio, abbracciato al tuo cuscino. Profuma ancora di te, lo sai amore mio?
Nel cielo sento un aereo che vola. Sei li dentro? Stai tornando a casa da Shannon?
Il mio telefono suona sopra il mio comodino, ma io non voglio rispondere. Sono tre mesi che te ne sei andato, e questa volta per sempre. Non sono stato io, non sono stati i nostri litigi. No, il cancro ti ha portato via da me. Non sono riuscito a proteggerti da nulla, Jared. E sono così dispiaciuto che non ho nemmeno la forza di vivere.
Ho abbandonato il cinema, ho abbandonato i miei figli a mio fratello, ho abbandonato me stesso alla mia stessa fine. Esattamente come Alessandro: lui sapeva quello che stava bevendo, sapeva che in quel calice c’era del veleno. Ma, fedele e innamorato, ha preferito bere e raggiungere il suo Efestione dopo sei mesi.
Sono passati solo tre mesi oggi da quando tuo fratello mi ha chiamato in lacrime. “Colin, molla tutto e raggiungimi all’ospedale”. E così ho fatto: sono scappato da quella cena di lavoro per raggiungerti. I tuoi occhi erano così azzurri che sembrava impossibile vederti su quel letto d’ospedale in preda alla morte. Ti ho scongiurato di non lasciarmi, ho pregato tutti gli dei per non farti morire. Ma tu, impossibile da credere visto che parliamo di Jared Leto, hai gettato la spugna. Hai baciato le mie lacrime, le mie labbra, hai baciato la mia stessa anima. Mi hai detto “Ti amo Colin” e poi hai chiuso gli occhi. Per sempre.
Guardo fuori dalla finestra: un secondo aereo sta passando sopra Dublino. Sei per caso lì dentro? Hai salutato il tuo fratellone per tornare da me?
Mi manchi così tanto, Jared, è un qualcosa che non si può spiegare né a parole, né a gesti. Sto così male che darei la mia anima pur di riabbracciarti anche solo per un secondo. No anzi, voglio abbracciarti per l’eternità.
Sai amore mio? Sto prendendo in considerazione l’idea del suicidio, tanto a questo mondo non mancherei di certo a nessuno. E tu sentiresti la mia mancanza se ci dovessimo scambiare le vite? Lo spero, altrimenti vengo lì, ti faccio resuscitare, ti spezzo le gambe e ti farei morire nuovamente. Ovviamente, non senza aver fatto l’Amore prima.
Tra le lacrime, sorrido appena a questo pensiero. Mi manchi  Jared, mi manchi davvero troppo.
Dalla finestra aperta entra un forte vento che si posa sulla mia pelle baciandola. Sei tu, vero Jared? Sì, so che sei tu. E so anche che ti manco. Chiudo gli occhi assaporandoti come un tempo, quando mi svegliavi ricoprendomi di baci. Ero il tuo bel addormentato mentre tu eri il mio bellissimo principe azzurro.
Tengo ancora gli occhi chiusi, concentrandomi su questo suono bellissimo che produci: stai cantando solo per me. Lo facevi sempre quand’ero triste, arrabbiato, malinconico, quando non riuscivo a dormire. E lo stai facendo pure ora che mi manchi da morire.
Quando li riapro, sento il telefono che continua a suonare sopra il comodino. Non voglio rispondere a nessuno, l’unica persona con cui vorrei parlare sei tu. Ma tu, amore mio, non ci sei più.
Sai, devo ancora trovare il coraggio di venire a trovarti in cimitero. Hai deciso di farti seppellire qui a Dublino così che io avessi la possibilità di venire a trovarti ogni giorno. Sono un codardo, vero? Non sono mai venuto a salutarti. Mio fratello dice che porta i bambini ogni giorno, tuo fratello e tua madre hanno comprato casa qui per poter prendere un aereo quando vogliono e staccare la spina dalla caotica città degli angeli. Loro sono venuti a salutarti, in questi tre mesi l’hanno fatto 10 volte, sai? Oh beh, certo che lo sai, sono tua madre e tuo fratello.
-Cazzo!- urlo.
Butto per aria il lenzuolo e mi tiro a sedere. Strofino il viso con le mani e poi mi rendo conto che oggi è il giorno giusto: dammi il tempo di farmi la doccia, farmi la barba, fare una colazione abbondante come vorresti tu. Dammi il tempo di fare questo cose e giuro sulla mia stessa vita che oggi, più precisamente questa mattina, metterò piede in quel dannato cimitero.
Mi alzo così in piedi, stando attento a dove metto i piedi: la camera non vede ordine da almeno tre mesi. Credo che oggi pomeriggio comincerò a sistemarla. Sì, devo assolutamente andare avanti, non posso abbandonarmi a tutto questo. Sono un uomo forte io, non posso di certo continuare con tutte questa lacrime.
Arrivo al bagno e mi tolgo i boxer gettandoli da qualche parte. Ora devo pensare a me stesso, non all’ordine. Mi butto in doccia, sotto un getto potente. L’acqua non è calda, ma non è tanto meno fredda. Mi lavo i capelli con uno shampoo buonissimo che sa di cocco, li riempio di balsamo visto che ormai sono lunghi e non stanno in alcun modo provi a tenerli, infine mi lavo il corpo con un bagnoschiuma che sa di cioccolato. Tu amavi il cioccolato, vero? Oh sì, ma preferivi la cioccolata calda, soprattutto quando ti divertivi a spalmarmela sulla pelle.
Sorrido a questi ricordi troppo belli perché se ne vadano dalla mia vita, ma mi ritrovo leggermente eccitato. Vedi Jared? Pure un ricordo mi eccita, te ne rendi vero conto? Oh, ma al diavolo, non ho tempo di pensare al piacere del mio corpo, prima di tutto devo sistemare il mio cuore che non vede l’ora di venire a trovarti in cimitero.
Esco dalla doccia indossando l’accappatoio, asciugo i capelli con il phon, cosa che non faccio da mesi, e li raccolgo in una coda. Sono troppo agitato per quello che devo fare, ma è ciò che mi da l’energia per fare tutto questo. Vado in camera prendendo un paio di boxer dal secondo cassetto sul comodino, ma una tua foto sopra di esso ruba il mio sguardo. La prendo e guardo il viso.
 
-No Colin! Non la voglio fare la foto!-
Metti il tuo finto broncio, incrociando le braccia al petto e dandomi le spalle.
-Perché no? Tu sei sempre bellissimo, quindi non dire che sei brutto…-
-Hei!- replichi girandoti. –Non provare a dire che sono brutto. Io sono bellissimo- aggiungi poi tirandotela come sempre.
-Lo so, ma io sono più bello- dico tirandoti la lingua.
-Ah sì? La metti così?-
Annuisco mentre alzo la macchinetta scattandoti una foto a tradimento.
-Colin! Ti odio!-
Mi avvicino a te dandoti poi un bacio sulle labbra al quale però tu non rispondi: tieni ancora il tuo finto broncio.
-Io ti amo-
 
Sospiro sorridendo. Quanto felici siano stati quella giornata? Io e te sulle colline di Hollywood. Ovviamente, dopo quella foto, mi hai trascinato in macchina e abbiamo fatto l’amore per ore. Te lo ricordi, amore mio?
Basta! Non devo fermarmi o tutti i miei buoni propositi per la giornata andranno a farsi fottere.
Bacio la foto per poi rimetterla al suo posto, indosso i boxer e torno in bagno dove mi faccio la barba. Non la taglio completamente ma la lascio un pochina lunga proprio come piaceva te. Anzi, se dobbiamo essere precisi, come eccitava te.
Torno in camera e apro l’armadio: scelgo per un paio di jeans e una maglietta, la tua maglietta. Ha ancora il tuo profumo addosso, così non devo mettere il mio. Indosso le scarpe e scendo in cucina canticchiando. E tutta questa forza da dove viene? Lo so, sei tu che mi dai la forza di andare avanti.
Apro la credenza e trovo dei biscotti che estraggo e metto sopra il tavolo. Mi avvio verso il frigo ma, prima di aprirlo, ne mangio uno.
Prendo il latte in frigo e lo verso nella tazza che ho rubato alla lavastoviglie. Lo so, il latte freddo non m’è mai piaciuto, ma questa mattina non ho tempo di scaldarlo, devo venire da te!
Divoro con fame i miei cinque biscotti inzuppati nel latte, bevo quello che rimane e poi lascio tutto com’è. Te l’ho detto Jared, tu hai la priorità su tutto quanto questa mattina. Prendo la giacca di pelle all’entrata, prendo le chiavi e apro la porta.
Respiro a fondo quest’aria di fine settembre. Non è una buona giornata, nel pomeriggio, infatti, dovrebbe piovere come preannunciano le nuvole scure. Il sole, però, c’è anche se non è molto caldo: la bicicletta, quindi, non me la toglie nessuno. Esco dal giardino, imboccando la strada che porta al cimitero, quando ricordo una cosa.
-Merda! L’ipod!-
Torno quindi indietro e corro verso la porta, la apro e salgo in camera saltando anche uno, due scalini per arrivare prima. Lo trovo sulla scrivania, così lo prendo e, mentre faccio le scale, lo accendo mettendo le cuffie alle orecchie.
Faccio partire la tua bellissima voce mentre canti il tuo secondo album, quello che più parla di noi. Certo, eravamo in un periodo buio della nostra storia, ma l’abbiamo risolto combattendo e attaccando tutti coloro che ci davano contro. E beh, “Attack” è la canzone giusta del momento. E io canto, canto con te perché tu non sei morto. No! Ci sono le tue canzone che parlano, ci sono io che ti ricordo ogni giorno, ci sono tua madre e tuo fratello, e poi ci sono loro, gli Echelon.
Solo quando sta cominciando “From Yesterday”, intravvedo il cancello del cimitero.
Parcheggio la bici chiudendola con il lucchetto: non voglio che me la portino via com’era accaduto in Marocco. Anche se, alla fine delle riprese, tu mi dicesti che era stato un tuo scherzo. Quanto bastardo eri stato? Oh beh, ma anche Rosario e Angelina si sono divertite ad aiutarti.
Mi ricompongo, spegnendo la musica e mettendo l’ipod in tasca. Inspiro ed espiro molto lentamente, cercando di controllare questo cuore che pompa troppo velocemente. Ha l’ansia di parlarti, vero Jared?
Respiro un’altra volta e poi, con passo deciso, mi avvio all’interno di questa tua nuova casa. Certo, non è bello definirla così, ma è qui che il tuo corpo vivrà d’ora in poi, quindi bisogna parlare in questo modo.
Faccio un giro di perlustrazione in cerca del tuo viso, quando alle mie spalle sento qualcuno che mi chiama.
-Shannon. Ciao!-
Sono tre mesi che non lo vedo e beh, devo dirti che non ha una bella cera. E forse nemmeno io.
Capisco che è appena arrivato anche lui, così decide di accompagnarmi da te. Mi ha sempre considerato qualcosa di inadeguato per te, ma ora siamo sulla stessa barca.
-Come stai?-
Si avvicina a me e poi cominciamo a camminare lentamente, fianco a fianco.
-Oggi è… è la prima volta che vengo a trovarlo in cimitero dopo tre mesi. Quindi sto sicuramente un pochino meglio. Tu?-
Alza il viso verso il mio, poi lo riabbassa triste.
-Male. Ancora non me ne rendo conto-
Non dico una parola visto che per me è lo stesso. Certo, sono due cose completamente diverse visto che tu e lui abitavate insieme e, da quando eri malato, si era traferita anche tua madre a vivere con voi. E poi, il vostro legame era il più forte di quello che avevamo io e te. Era per questo che io e Shannon non siamo mai andati d’accordo: io era troppo geloso di lui e lui lo era di me. E ora, vederci camminare insieme, ti farebbe sicuramente piacere. Anzi, io lo so che stai sorridendo e che sei fiero di noi. Certo avremmo tutti preferito che fosse in un’altra occasione, ma va bene così. Era in questo modo che le cose dovevano andare, giusto?
Si ferma e così, faccio altrettanto io. Il mio sguardo si posa su una foto che mi rendo conto essere la tua: sei bellissimo, lo sai amore mio?
-Colin?-
Gemo appena, facendogli capire che lo sto ascoltando anche senza togliere gli occhi dal tuo sorriso.
-Mi dispiace. Voglio dire, sono stato contro la vostra relazione per anni. Lo vedevo felice, ma continuavo a dirmi che tu non centravi nulla. Ho sempre detto a me stesso che io ero la causa di quel sorriso, la musica lo era, gli Echelon lo erano. Mentre tu eri la causa della sua tristezza-
Si ferma sospirando. Evidentemente è difficile per lui parlare a me di questo. Forse sta rivedendo se stesso ora che non c’è più la sua metà a fargli compagnia in giro per il mondo.
-Ma era chiaro che mi sbagliavo. Quel sorriso è merito tuo. Quella foto l’abbiamo fatta quando…-
-Quando io gli ho chiesto la mano anche sapendo che la nostra vita insieme non sarebbe stata lunga- concludo per lui.
Guardo la mia fede, nel cui interno ho fatto incidere il tuo nome. È te che amo e che amerò per sempre. Tutti i miei matrimoni passati? Sono solo carte. Il nostro? Amore vero.
-Già- termina lui.
Mi avvicino alla foto, mettendomi in ginocchio davanti a essa. Sei stupendo amore, come lo sei sempre stato. Avrei voluto innamorarmi prima di te e non averti mai lasciato andare via. Avrei preferito vivere una vita con te fregandomi  di quello che pensa la società. Ma la paura di vedermi con una brutta reputazione era più grande. E così siamo finiti solo per farci del male. E tu sei morto davvero.
Sento la mano di tuo fratello posarsi sulla mia spalla nel momento esatto in cui una lacrima esce dai miei occhi.
-Mi manca così tanto, Shan. Come posso vivere ancora?-
Mi lascio andare alle lacrime e lui, pronto com’è sempre stato con te, apre le braccia.
-Dai, vieni-
La dolcezza della sua voce mi fa capire che, anche lui, ha un cuore enorme. Così mi alzo e mi butto tra le sue braccia. Piango. Credevo di averle terminate le lacrime, credevo di essere più forte, ma invece mi sbagliavo parecchio.
Sto male, Jared, sto malissimo. E no, non ero pronto per questa visita, cazzo! Non mi sono reso conto che ora, l’unica persona che può capire il mio dolore e piangere per questo è solamente tuo fratello.
-Mi manca così tanto-
-Lo so, Colin, lo so-
 
Mi sento osservato mentre bevo questo vino buonissimo a pranzo. Siamo solo io e te visto che Oliver ci ha tenuti fino tardi. E ora, tutti gli altri sono in giro per Londra.
-Che c’è?- ti chiedo.
Sorridi, poi scuoti la testa.
-Nulla. Proviamo?-
-Nulla, Leto? Tu mi stai nascondendo qualcosa, lo so-
-Del tipo?-
Rimango a fissare i tuoi occhi azzurri: bellissimi. Mi chiedo domani come farò a recitare sul balcone di Babilonia, sicurò che mi scorderò ogni battuta. E, ovviamente, sarà colpa tua.
Prendo il mio copione e comincio a rivedere quello che devo dire.
-Posso chiederti una domanda?- ti chiedo prima di cominciare.
Annuisci impaurito da ciò.
-Alessandro ed Efestione parlano di sofferenza. Ma di cosa si tratta?-
Mi guardi fisso, domandandoti da dove proviene questa domanda. La verità? Non lo so nemmeno io.
-Non so di specifico cosa sia. Ma una cosa la so- mi rispondi.
-Cioè?-
Prendi il bicchiere d’acqua, lo osservi un attimo e poi lo bevi.
-Fa male-
 
Sì amore mio, la sofferenza fa davvero male. E solo parecchi anni dopo, ho scoperto cosa sia la sofferenza: la morte dell’amore della propria vita. Sai Jared, saperti sotto terra è la cosa che più mi devasta. Vorrei scavare, aprire la tomba che ti contiene e abbracciarti forte. Vorrei portarti a casa e avere accanto la tua presenza. Sempre.
-Senti Colin, non so se tu hai qualche programma per la giornata. Ma preferirei che tu venissi a pranzo da me e mia madre. Un po’ di compagnia non ti farebbe male-
Sposto lo sguardo, incrociando gli occhi verdi di tuo fratello. Speranza, ecco cosa mi dicono. Ma cosa devo sperare se tu non ci sei più?
-Non lo so. Devo  sistemare casa che è un porcile. Poi tua madre non so se…-
-Insisto, davvero- si blocca sospirando e chiudendo gli occhi. Poi li riapre e mi accorgo che hanno cambiato colore: sembra esserci dell’oro attorno alla pupilla. Cazzo, ora capisco perché amavi tuo fratello come nessuno al mondo. Certo, quello che provavi per lui era diverso da quello che sentivi per me, ma sapere che era sullo stesso mio gradino nel podio del tuo cuore mi fa sentire onorato.
-Ascoltami Colin, in questi anni ci siamo sempre odiati, giusto? Beh, vorrei iniziare qualcosa di nuovo, vorrei provare a guardarti sotto una luce nuova. Puoi benissimo essere di un’opinione differente, ma in questo momento abbiamo bisogno l’uno dell’altro. E poi, Jared ne sarebbe felice-
Già, questo è sempre stato il tuo sogno, vero amore mio? Guarda cos’è dovuto accadere perché accadesse.
Mi sciolgo dalle braccia di Shannon, per inginocchiarmi ancora davanti alla fotografia del tuo bellissimo viso. E la bacio.
-Senti, io vado via con tuo fratello. È giusto che il tuo sogno si avveri, no? Ma torno domani, te lo prometto amore mio. Te lo prometto sulla mia stessa vita-
Poi poso ancora le labbra sulla tua foto fregandomi di questa lacrima che cade.
-Ti amo angelo mio, a domani-
Mi allontano di poco, così che anche tuo fratello ti possa salutare.
-Ciao piccolo bro. Sono di nuovo qua come ti avevo promesso. E beh, come ti ho promesso, io e Colin stiamo per fare un passo avanti nel nostro rapporto. Lo so, sei geloso! Ma hei, è sempre stato il tuo sogno, ora non rompere le palle, ok? E sì, lo tratterò bene, ma solo perché me lo chiedi tu, sia chiaro!-
Incrocio le braccia, osservando come ti parla. Ti voleva davvero un grande bene e mi domanda se non abbia ancora trovato qualcuno con cui condividere la vita visto che il suo cuore ce l’avevi tu. Mi correggo, ce l’hai tu.
- Saluta le grandi stelle del rock che ci hanno portato fin dove non credevamo fosse possibile. Ah, e anche tutti gli amici di mamma che abbiamo conosciuto quando eravamo piccolini, te li ricordi come fumavano?-
Lo sento sorridere, probabilmente il ricordo dev’essere bello. Mi sarebbe piaciuto averti conosciuto da bambino: anche se eri una peste eri così bello che tutte le bambine finivano per avere una cotta per te. E beh, ce l’ho avuta anch’io quella cotta, cosa credi? Ora, invece, ti amo. E fidati, è ancora più bello.
-Ciao Jared, comportati come un vero uomo! Ti voglio bene-
Come ho fatto, anche lui ti saluta baciando la tua foto. La sfiora con le dita della mano rimanendo, poi, qualche secondo a guardarla. Poi si alza e si avvicina a me.
-Dai, andiamo-
Annuisco, ma prima di seguirlo mi giro ancora una volta e ti mando un bacio veloce.
-Ciao angelo mio, a domani!-

 
 
Non mi odiate, non potevo lasciare un Jared vivo quando lui muore in tutti i suoi film, ok? Quindi ora, dopo aver dato la colpa ai Muse, datela pure al signorino che non si fa problemi a morire con gli occhi aperti e azzurri come se fosse vivo. E sì, stavo pensando alla sua morte in Lord of War.
Che vi devo dire? È stato bello finché è durato, ma tutte le cose hanno una fine quindi anche questa FF ne doveva avere una. E no, io non me ne voglio andare!
Comunque, un grazie a chi ha recensito, a chi ha letto, a chi ha messo tra i preferiti/seguiti/da ricordare. Grazie davvero! Ora mi posso finalmente concentrare sull’altra Farrelleto in cui giuro su tutti i miei sentimenti per Shannon (e sì, lo volevo citare!) che non ucciderò nessuno!
Vabeh, ci salutiamo gente! Ciao *saluta con un fazzolettino bianco e le lacrime*
Fra!
  
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