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Autore: RedSonja    10/09/2013    1 recensioni
Tornano i personaggi del Ciclo dell'Eredità, cinque anni dopo la caduta della tirannia di Galbatorix; ad attenderli una nuova emozionante avventura e un nuovo mistero, che potrebbe portare alla rovina di Alagaesia...o che potrebbe salvarla.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya, Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio | Coppie: Eragon/Arya
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 19 L'inizio della storia
Raksha se ne stava seduta in silenzio, con gli occhi bassi a cercare di nascondere le lacrime che avevano iniziato a rigarle il volto, aspettando che fosse uno dei suoi Maestri a parlare. Raccontare la sua storia le era costato uno fatica immane, prima di allora infatti non ne aveva mai parlato con nessuno.
Sentì un lieve fruscio ed alzò lo sguardo, vedendo che il suo Maestro si era accovacciato davanti a lei per poterla guardare negli occhi; vide che aveva un espressione seria, ma quando toccò la sua mente sentì che non era arrabbiato con lei, bensì con gli abitanti del villaggio che avevano tentato di ucciderla.
La bambina tirò su col naso e cercò di sorridere al ragazzo, ma non dovette essere molto convincente poichè vide le labbra di quest'ultimo assottigliarsi ancora un po'.
"Cattivi!"  il pensiero di Zestrj giunse nella sua mente trafiggendola come una lama: in quell'unica parola pronunciata dal cucciolo era concentrata una tale quantità di odio e rabbia da farla rabbrividire.
Raksha cercò di inviare al draghetto dei pensieri positivi, che ebbero l'effetto di calmarlo, almeno in parte...
Poi si rivolse ad Eragon:
"Perchè mi hai chiesto di raccontare la mia storia?" 
"Perchè ho bisogno di sapere quante più cose possibili su di te per capire qual è il modo migliore per insegnarti tutto quello che un Cavaliere deve sapere" rispose lui, rilassandosi un po'
"In pratica vuoi essere sicuro che non rivelerai i segreti dell'Ordine ad un Cavaliere instabile, evitando di creare un nuovo Galbatorix" concluse la ragazzina seccamente.
Eragon rimase spiazzato dalla perspicacia di quella bambina. Era riuscita a capire le sue vere intenzioni con una facilità impressionante; si chiese se non l'avesse offesa sottoponendola a quell'esame.
"Non mi hai ferita se è quello che ti stai chiedendo, semplicemente mi ha dato fastidio il fatto che tu mi abbia mentito quando ti ho chiesto il perchè di tale richiesta. Se non c'è fiducia tra allievo e Maestro, tento vale lasciar perdere fin da adesso."
"Sì, hai ragione. Mi dispiace. Ti prometto che non ti mentirò ancora." disse il ragazzo sorridendo, sollevato di non aver causato un danno irreparabile.
"Perchè sorridi?" chiese l'Evy, inclinando la testa di lato.
Il Cavaliere scoppiò a ridere a causa della buffa posa della bambina, che però era sempre più confusa dalla reazione del ragazzo.
"Ma che ha?" chiese mentalmente a Saphira
" Niente, non ti preoccupare. Credo che trovi divertente il modo in cui hai inclinato la testa." rispose la dragonessa scuotendo l'enorme muso, con fare sconsolato.
Raksha rise a sua volta, divertita dalla risposta della dragonessa e si avvicinò al suo Maestro, di cui attirò l'attenzione sfiorandogli delicatamente la mano con le piccole dita affusolate, dotate di artigli affilati. Eragon si voltò verso di lei, alzando appena un sopracciglio arcuato, come a chiederle cosa volesse domandargli.
"Ora possiamo iniziare l'addestramento?"
"Ma certo, la prima lezione di oggi tratterà del legame tra Drago e Cavaliere. Pur sapendo che gli Evy hanno delle capacità innate che permettono loro di istaurare un'unione profonda con qualsiasi Drago, vorrei che tu capisca tutto ciò che essa implica per entrambi."
La ragazzina annuì decisa e stette ad ascoltare la spiegazione del suo Maestro, che fu molto dettagliata ma mai noiosa, aspettando che finisse di parlare.
Quando ebbe il Cavaliere finito tacque un attimo, come a cercare di riprendersi dalla fatica, e poi le chiese:
" E' tutto chiaro? Se avete qualche domanda io e Saphira saremo lieti di rispondervi. In fondo siamo qui proprio per questo."
Raksha non aveva niente da chiedere, il Cavaliere era stato molto esaustivo nella sua spiegazione, anche se in effetti c'era una cosa che non riusciva a comprendere...
"Io ho una domanda, ma non so se abbia qualcosa a che fare con il legame che unisce me e Zestraj."
Eragon le fece cenno di parlare
"Bè ecco, da quando l'uovo si è schiuso avverto una strana sensazione di calore in questo punto" disse la piccola Evy indicando un punto vicino al cuore "Non so cosa sia ma a volte pulsa, ed è fastidioso, specie se uso la magia... il fatto è che non riesco a capire che cosa sia questa strana sensazione."
Il Cavaliere non sapeva cosa rispondere, non aveva mai avvertito qualcosa simile a quello che stava descrivando la ragazzina e perciò si rivolse a Saphira, sperando che lei avesse una spiegazione da darle
"Non so che dirti Eragon, non ho mai sentito parlare di questa cosa prima d'ora. Dovremmo rivolgerci ad Arya e Glaeedr-Elda, sperando che loro sappiano darci una spiegazione."
"Mi spiace Raksha, ma non ho idea di cosa possa essere, nè se sia collegata con la schiusa dell'uovo di Zestraj. Ti prometto che farò delle ricerche su quest'argomento e ti farò sapere appena troverò qualcosa."
"Perdonatemi, non volevo mettervi in difficoltà... è solo che pensavo fosse una cosa importante." si scusò la piccola
"Non preoccuparti, piuttosto, mi domando cosa sia un Nijal perchè Galbatorix lo stesse cercando." disse il ragazzo, ragionando a voce alta.
Eragon fu distratto da un brontolio, all'inizio pensò che fosse il draghetto, ma quando ide Raksha arrossire capì che quel ruomre provaniva dallo stomaco della bambina.
In quel momento si rese conto che era ora di cena e si alzò, invitando la bambina a seguirlo; la condusse nella sala da pranzo del Palazzo dove li stavano aspettando Murtagh e Nasuada, e la fece sedere mentre aspettavano l'arrivo degli altri commensali.
"Allora, come è andato il primo giorno d'allenamento?" chiese il Cavaliere Rosso, sedendosi accanto alla sua piccola protetta
"Bene, è stato molto interessante. Mi piace la voce di Eragon-Elda"
"Ehm... grazie, è una cosa che non mi ha mai detto nessuno." rispose il ragazzo, sorpreso dall'insolita osservazione della bambina
Murtagh, invece, non sembrava affatto sorpreso dalle parole dell'Evy; sapeva perfettamente che la bambina spesso si concentrava su particolari che per altri erano irrilevanti, dimostrando di avere un ottimo spirito d'osservazione. Le aruffò i capelli fiammeggianti, come faceva sempre, e la ragazzina poggiò il viso sulla maglia che copriva il petto del Cavaliere. Il ragazzo sentì il cuore scaldarsi, come accadeva tutte le volte che lei cercava conforto nelle sue attenzioni; dalla notte che l'aveva salvata nel bosco non riusciva a fare a meno di provare un forte senso di protezione nei suoi confronti. 
All'inizio cercava di non farsi coinvolgere troppo da quella vivace creaturina, ma alla fine si era affezionato a lei tanto da considerarla come una figlia. Ricordava ancora la prima notte in cui Raksha aveva bussato alla porta della sua camera da letto, chiedendogli se poteva rimanere lì con lui; quella notte c'era stato un forte temporale, che probabilmente l'aveva spaventata, e così le aveva concesso di dormire con lui per quella sera. Quando si era sdraiata lì al suo fianco l'aveva sentita rilassarsi, vedendola così indifesa il suo braccio si era mosso istintivamente verso la testolina ricoperta da lunghi capelli rosso fuoco e aveva iniziato ad accarezzarele dolcemente la testa, cantandole una ninna nanna che aveva appreso da una delle tante balie che si prendevano cura di lui da bambino. Aveva sentito il suo respiro farsi sempre più pesante e, quando le aveva sussurrato "Buonanotte piccola.", la bambina aveva sorriso nel sonno e con voce lieve gli aveva risposto "Buonanotte papà". In quel momento aveva sentito il ghiaccio dentro di lui scioglieri come neve al sole, insieme a rabbia, dolore e senso d'ineguatezza; improvvisamente non gli importava più quello che era stato in passato, perchè adesso l'unica cosa che contava davvero per lui era prendersi cura di quella bambina che dormiva tranquillamente accoccolata lì vicino a lui. Aveva trovato se stesso.
Eragon e Nasuada avevano osservato la scena in silenzio, ma sorridendo nel vedere come quella bambina riuscisse a far breccia nella corazza del freddo Cavaliere Rosso.
"Mi chiedo come mai Murtagh si sia affezionato così tanto a quella bambina" pensò Eragon guardando il fratello coccolare la bambina che sembrava apprezzare le sue attenzioni, che ricambiava chiacchierando allegramente con lui che la ascoltava con la massima attenzione.
"Io penso che la sua storia gli abbia fatto ricordare come veniva trattato lui da bambino: allontanato e temuto da tutti, anche se non per lo stesso motivo di Raksha." a rispondergli era stata la voce soave di Nasuada, che evidentemente aveva toccato la sua mente,  priva di difese nei confronti dell'Imperatrice.
"Nasuada, ma da quando tu riesci a toccare la mente delle persone?" 
"Ho imparato da poco. Me lo ha insegnato Murtagh una sera, quando stavamo al castello. Eravamo soli e così...bè..." Eragon sentì un'ondata di imbarazzo provenire dalla mente della ragazza, insieme ad immagini di lei e del Cavaliere che si baciavano in modo molto passionale.
Il ragazzo arrossì a sua volta, eppure fu contento di apprendere che finalmente quei due si fossero decisi a dichiararsi l'amore che provavano l'uno nei confronti dell'altra. 
"Sono contento che siate finalmente una coppia. Congratulazioni!"  
In quel momento arrivò Arya ed il banchetto ebbe inizio, per la gioia di tutti i presenti.
La cena terminò a tarda notte, esattamente come il giorno precedente, ma questa volta Raksha non aveva l'adrenalina a tenerla sveglia e così rischio un paio di volte di addormentarsi, sempre sveglita dal tocco leggero del Cavaliere Rosso che le sedeva al fianco. Ma questa volta nemmeno il suo tocco poteva farla resistere, era davvero troppo assonnata, probabilmente perchè alla sua stanchezza si aggiungeva anche quella di Zestraj, che non ne poteva più delle chiacchiere degli Elfi
"Sveglia piccola, non è il momento di addormentarsi!" la voce calda e profonda di Murtagh la fece sobbalzare; sentì un lieve divertimento provenire dalla mente del ragazzo, ma decise di ignorarlo:era troppo stanca perfino per offendersi
"Ho sonno!" si limitò a controbattere lei, lasciando fluire tutta la sua stanchezza verso di lui
"Lo so ma devi resistere solo un altro po', poi potrai addormentarti."
"Va bene."
In quel momento un lampo illuminò le vetrate del palazzo, seguito da un rombo assordante.
La bambina si strinse forte contro di lui, tremando; Murtagh la accarezzò, cercando di calmarla, ma sembrò tutto inutile. Le emozioni di quegl'ultimi giorni si facevano sentire, accentuate dalla stanchezza, ma lui non poteva fare altro che continuare ad accarezzarla, sperando che si rilassasse.
Arya sembrò accorgersi della situazione, congedando gli Elfi con delle parole di ringraziamento e si dedicò la sua attenzione completamente alla ragazzina.
"Cosa succede?" chiese lei, proccupata
"Non è niente, Raksha ha paura dei temporali. E' una specie di trauma che deriva dal giorno in cui fu cacciata dal vilaggio dove abitava; in più tutti gli avvenimenti devono averla stressata, acuendo ancora di più la sua reazione." rispose il Cavaliere Rosso, senza smettere di accarezzare la testolina dell'Evy, ancora ostinatamente poggiata sul suo petto.
"Non sarebbe meglio portarla in camera?" propose Nasuadan avvicinandosi un po' alla bambina
"Quando è in questo stato, è meglio non lasciarla da sola."
"Quindi cosa intendi fare?" chiese l'elfa
"Per stasera la farò rimanere con me, di solito basta a calmarla."
Detto questo si diresse verso la sua camera, negli alloggi dei Cavalieri.

Capitolo 19: L'inizio della storia

Raksha se ne stava seduta in silenzio, con gli occhi bassi a cercare di nascondere le lacrime che avevano iniziato a rigarle il volto, aspettando che fosse uno dei suoi Maestri a parlare. Raccontare la sua storia le era costato uno fatica immane, prima di allora infatti non ne aveva mai parlato con nessuno.

Sentì un lieve fruscio ed alzò lo sguardo, vedendo che il suo Maestro si era accovacciato davanti a lei per poterla guardare negli occhi; vide che aveva un espressione seria, ma quando toccò la sua mente sentì che non era arrabbiato con lei, bensì con gli abitanti del villaggio che avevano tentato di ucciderla. La bambina tirò su col naso e cercò di sorridere al ragazzo, ma non dovette essere molto convincente poichè vide le labbra di quest'ultimo assottigliarsi ancora un po'.

"Cattivi!"  il pensiero di Zestrj giunse nella sua mente trafiggendola come una lama: in quell'unica parola pronunciata dal cucciolo era concentrata una tale quantità di odio e rabbia da farla rabbrividire.

Raksha cercò di inviare al draghetto dei pensieri positivi, che ebbero l'effetto di calmarlo, almeno in parte...Poi si rivolse ad Eragon:

"Perchè mi hai chiesto di raccontare la mia storia?"

 "Perchè ho bisogno di sapere quante più cose possibili su di te per capire qual è il modo migliore per insegnarti tutto quello che un Cavaliere deve sapere" rispose lui, rilassandosi un po'

"In pratica vuoi essere sicuro che non rivelerai i segreti dell'Ordine ad un Cavaliere instabile, evitando di creare un nuovo Galbatorix" concluse la ragazzina seccamente.

Eragon rimase spiazzato dalla perspicacia di quella bambina. Era riuscita a capire le sue vere intenzioni con una facilità impressionante; si chiese se non l'avesse offesa sottoponendola a quell'esame.

"Non mi hai ferita se è quello che ti stai chiedendo, semplicemente mi ha dato fastidio il fatto che tu mi abbia mentito quando ti ho chiesto il perchè di tale richiesta. Se non c'è fiducia tra allievo e Maestro, tento vale lasciar perdere fin da adesso."

"Sì, hai ragione. Mi dispiace. Ti prometto che non ti mentirò ancora." disse il ragazzo sorridendo, sollevato di non aver causato un danno irreparabile.

"Perchè sorridi?" chiese l'Evy, inclinando la testa di lato.

Il Cavaliere scoppiò a ridere a causa della buffa posa della bambina, che però era sempre più confusa dalla reazione del ragazzo.

"Ma che ha?" chiese mentalmente a Saphira

" Niente, non ti preoccupare. Credo che trovi divertente il modo in cui hai inclinato la testa." rispose la dragonessa scuotendo l'enorme muso, con fare sconsolato.

Raksha rise a sua volta, divertita dalla risposta della dragonessa e si avvicinò al suo Maestro, di cui attirò l'attenzione sfiorandogli delicatamente la mano con le piccole dita affusolate, dotate di artigli affilati. Eragon si voltò verso di lei, alzando appena un sopracciglio arcuato, come a chiederle cosa volesse domandargli.

"Ora possiamo iniziare l'addestramento?"

"Ma certo, la prima lezione di oggi tratterà del legame tra Drago e Cavaliere. Pur sapendo che gli Evy hanno delle capacità innate che permettono loro di istaurare un'unione profonda con qualsiasi Drago, vorrei che tu capisca tutto ciò che essa implica per entrambi."

La ragazzina annuì decisa e stette ad ascoltare la spiegazione del suo Maestro, che fu molto dettagliata ma mai noiosa, aspettando che finisse di parlare. Quando ebbe il Cavaliere finito tacque un attimo, come a cercare di riprendersi dalla fatica, e poi chiese:

" E' tutto chiaro? Se avete qualche domanda io e Saphira saremo lieti di rispondervi. In fondo siamo qui proprio per questo."

 Raksha non aveva niente da chiedere, il Cavaliere era stato molto esaustivo nella sua spiegazione, anche se in effetti c'era una cosa che non riusciva a comprendere...

"Io ho una domanda, ma non so se abbia qualcosa a che fare con il legame che unisce me e Zestraj."

Eragon le fece cenno di parlare.

"Bè ecco, da quando l'uovo si è schiuso avverto una strana sensazione di calore in questo punto" disse la piccola Evy indicando un punto vicino al cuore "Non so cosa sia ma a volte pulsa, ed è fastidioso, specie se uso la magia... il fatto è che non riesco a capire che cosa sia questa strana sensazione."

Il Cavaliere non sapeva cosa rispondere, non aveva mai avvertito qualcosa simile a quello che stava descrivando la ragazzina e perciò si rivolse a Saphira, sperando che lei avesse una spiegazione da darle

"Non so che dirti Eragon, non ho mai sentito parlare di questa cosa prima d'ora. Dovremmo rivolgerci ad Arya e Glaeedr-Elda, sperando che loro sappiano darci una spiegazione."

 "Mi spiace Raksha, ma non ho idea di cosa possa essere, nè se sia collegata con la schiusa dell'uovo di Zestraj. Ti prometto che farò delle ricerche su quest'argomento e ti farò sapere appena troverò qualcosa."

"Perdonatemi, non volevo mettervi in difficoltà... è solo che pensavo fosse una cosa importante." si scusò la piccola

"Non preoccuparti, piuttosto, mi domando cosa sia un Nijal perchè Galbatorix lo stesse cercando." disse il ragazzo, ragionando a voce alta.

Eragon fu distratto da un brontolio, all'inizio pensò che fosse il draghetto, ma quando ide Raksha arrossire capì che quel ruomre provaniva dallo stomaco della bambina. In quel momento si rese conto che era ora di cena e si alzò, invitando la bambina a seguirlo; la condusse nella sala da pranzo del Palazzo dove li stavano aspettando Murtagh e Nasuada, e la fece sedere mentre aspettavano l'arrivo degli altri commensali.

"Allora, come è andato il primo giorno d'allenamento?" chiese il Cavaliere Rosso, sedendosi accanto alla sua piccola protetta

"Bene, è stato molto interessante. Mi piace la voce di Eragon-Elda"

"Ehm... grazie, è una cosa che non mi ha mai detto nessuno." rispose il ragazzo, sorpreso dall'insolita osservazione della bambina.

Murtagh, invece, non sembrava affatto sorpreso dalle parole dell'Evy; sapeva perfettamente che la bambina spesso si concentrava su particolari che per altri erano irrilevanti, dimostrando di avere un ottimo spirito d'osservazione. Le aruffò i capelli fiammeggianti, come faceva sempre, e la ragazzina poggiò il viso sulla maglia che copriva il petto del Cavaliere. Il ragazzo sentì il cuore scaldarsi, come accadeva tutte le volte che lei cercava conforto nelle sue attenzioni; dalla notte che l'aveva salvata nel bosco non riusciva a fare a meno di provare un forte senso di protezione nei suoi confronti. All'inizio cercava di non farsi coinvolgere troppo da quella vivace creaturina, ma alla fine si era affezionato a lei tanto da considerarla come una figlia. Ricordava ancora la prima notte in cui Raksha aveva bussato alla porta della sua camera da letto, chiedendogli se poteva rimanere lì con lui; quella notte c'era stato un forte temporale, che probabilmente l'aveva spaventata, e così le aveva concesso di dormire con lui per quella sera. Quando si era sdraiata lì al suo fianco l'aveva sentita rilassarsi, vedendola così indifesa il suo braccio si era mosso istintivamente verso la testolina ricoperta da lunghi capelli rosso fuoco e aveva iniziato ad accarezzarele dolcemente la testa, cantandole una ninna nanna che aveva appreso da una delle tante balie che si prendevano cura di lui da bambino. Aveva sentito il suo respiro farsi sempre più pesante e, quando le aveva sussurrato "Buonanotte piccola.", la bambina aveva sorriso nel sonno e con voce lieve gli aveva risposto "Buonanotte papà". In quel momento aveva sentito il ghiaccio dentro di lui scioglieri come neve al sole, insieme a rabbia, dolore e senso d'ineguatezza; improvvisamente non gli importava più quello che era stato in passato, perchè adesso l'unica cosa che contava davvero per lui era prendersi cura di quella bambina che dormiva tranquillamente accoccolata lì vicino a lui. Aveva trovato se stesso.

Eragon e Nasuada avevano osservato la scena in silenzio, ma sorridendo nel vedere come quella bambina riuscisse a far breccia nella corazza del freddo Cavaliere Rosso.

"Mi chiedo come mai Murtagh si sia affezionato così tanto a quella bambina" pensò Eragon guardando il fratello coccolare la bambina che sembrava apprezzare le sue attenzioni, che ricambiava chiacchierando allegramente con lui che la ascoltava con la massima attenzione.

"Io penso che la sua storia gli abbia fatto ricordare come veniva trattato lui da bambino: allontanato e temuto da tutti, anche se non per lo stesso motivo di Raksha." a rispondergli era stata la voce soave di Nasuada, che evidentemente aveva toccato la sua mente,  priva di difese nei confronti dell'Imperatrice.

"Nasuada, ma da quando tu riesci a toccare la mente delle persone?"

 "Ho imparato da poco. Me lo ha insegnato Murtagh una sera, quando stavamo al castello. Eravamo soli e così...bè..." Eragon sentì un'ondata di imbarazzo provenire dalla mente della ragazza, insieme ad immagini di lei e del Cavaliere che si baciavano in modo molto passionale.Il ragazzo arrossì a sua volta, eppure fu contento di apprendere che finalmente quei due si fossero decisi a dichiararsi l'amore che provavano l'uno nei confronti dell'altra.

 "Sono contento che siate finalmente una coppia. Congratulazioni!"

   In quel momento arrivò Arya ed il banchetto ebbe inizio, per la gioia di tutti i presenti.

La cena terminò a tarda notte, esattamente come il giorno precedente, ma questa volta Raksha non aveva l'adrenalina a tenerla sveglia e così rischio un paio di volte di addormentarsi, sempre sveglita dal tocco leggero del Cavaliere Rosso che le sedeva al fianco. Ma questa volta nemmeno il suo tocco poteva farla resistere, era davvero troppo assonnata, probabilmente perchè alla sua stanchezza si aggiungeva anche quella di Zestraj, che non ne poteva più delle chiacchiere degli Elfi

"Sveglia piccola, non è il momento di addormentarsi!" la voce calda e profonda di Murtagh la fece sobbalzare; sentì un lieve divertimento provenire dalla mente del ragazzo, ma decise di ignorarlo:era troppo stanca perfino per offendersi

"Ho sonno!" si limitò a controbattere lei, lasciando fluire tutta la sua stanchezza verso di lui

"Lo so ma devi resistere solo un altro po', poi potrai addormentarti."

"Va bene."In quel momento un lampo illuminò le vetrate del palazzo, seguito da un rombo assordante.La bambina si strinse forte contro di lui, tremando; Murtagh la accarezzò, cercando di calmarla, ma sembrò tutto inutile. Le emozioni di quegl'ultimi giorni si facevano sentire, accentuate dalla stanchezza, ma lui non poteva fare altro che continuare ad accarezzarla, sperando che si rilassasse.

Arya sembrò accorgersi della situazione, congedando gli Elfi con delle parole di ringraziamento e si dedicò la sua attenzione completamente alla ragazzina.

"Cosa succede?" chiese lei, proccupata

"Non è niente, Raksha ha paura dei temporali. E' una specie di trauma che deriva dal giorno in cui fu cacciata dal vilaggio dove abitava; in più tutti gli avvenimenti devono averla stressata, acuendo ancora di più la sua reazione." rispose il Cavaliere Rosso, senza smettere di accarezzare la testolina dell'Evy, ancora ostinatamente poggiata sul suo petto.

"Non sarebbe meglio portarla in camera?" propose Nasuadan avvicinandosi un po' alla bambina

"Quando è in questo stato, è meglio non lasciarla da sola."

"Quindi cosa intendi fare?" chiese l'elfa

"Per stasera la farò rimanere con me, di solito basta a calmarla."

Detto questo si diresse verso la sua camera, negli alloggi dei Cavalieri.

 

Angolo dell'Autrice

Buonasera a tutti!

Oggi credo che pubblicherò un solo capitolo, mi spiace ma non avevo molta ispirazione ( ansia trauma pre- inizio scuola).

Comunque questo capitolo è bello lungo, quindi credo che valga anche per il secondo che non ho scritto.

Mi scuso poi per il titolo, ma non mi veniva in mente niente di creativo perciò...perdonatemi per questo scempio *si inginocchia implorando la grazia*

Da domani editerò la sera, tranne la domenica, causa compiti.

Ora vi saluto, buon inizio scuola! ;)

Baci<3<3<3

RedSonja


 

  
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