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Autore: beljebers    10/09/2013    1 recensioni
Dava alla noia, ma qua tutto mi dava alla noia. Le solite routine monotone e stancanti su cui non ci si può batter ciglio, quel futuro che è come se fosse già scritto e dove il più grande inconveniente della giornata è che ti lasci il fidanzato. Perché qui è davvero tutto programmato, così tanto senza senso che ogni tanto il colpo di scena era la cosa più richiesta. L’assassino che uccide la nonna, l’incendio che divorò la vecchia casa, il suicidio di quel giovane esasperato; quelle erano cose di cui, ogni tanto, si riusciva anche a trovare qualcosa di positivo. Allora alla vista di ciò si dipingeva sui nostri volti l’espressione addolorata di chi ha perso tutto, e poi la frase ‘non è cosa vista’, perché non lo è.
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pointless

                                                          Niente è più dolce del suono della pioggia quando cade al suolo, se ti concentri, sentirai tutte le urla e i pianti
                     che essa sta facendo scivolare dai corpi stesi a terra incapaci di muoversi, di respirare, di vivere ancora.  
 
                                                                                                     Dedico questa One-Shot a Nadia, che non so come, ancora mi sopporta
                                                                                                                               e riesce a equilibrare la pazzia con l’originalità.
 

La leggera brezza mi scompigliò i capelli, e il freddo di questa mattina di dicembre mi congela la punta del naso. Attorno a me erano tutti troppo concentrati, troppo stanchi per elaborare i fatti ma, quando la corriera si fermò alla nostra fermata, la maggior parte di loro alzò la testa di scatto, turbata da quel movimento improvviso. Altri non badarono di uno sguardo ciò che avevano davanti e si limitarono a sbuffare e salire. Strinsi i pugni dentro il giubotto e mi feci spazio per salire. Il falco dell’abitacolo mi invase troppo in fretta, facendomi bollire in viso. Mi levai la sciarpa e presi posto.
Accanto a me si siede una donna di mezza età, con i capelli arruffati e un cappotto scozzese, perfetta nei minimi dettagli, con il volto coperto di rughe e l’espressione di chi sembra possa raccontare molto. Sistemò la borsa sulle ginocchia e poggiò la testa sullo schienale, poi chiuse gli occhi.
Fuori dal finestrino la stazione era abbastanza movimentata e caotica, gente che aspettava la corriera e altri che gli correvano dietro, consapevoli che ormai l’avevano persa ma desiderosi di tentare un’ultima volta. Era la solita mattinata di una di quelle solite mattinate d’inverno. Chiusi gli occhi.
Dava alla noia, ma qua tutto mi dava alla noia. Le solite routine monotone e stancanti su cui non ci si può batter ciglio, quel futuro che è come se fosse già scritto e dove il più grande inconveniente della giornata è che ti lasci il fidanzato. Perché qui è davvero tutto programmato, così tanto senza senso che ogni tanto il colpo di scena era la cosa più richiesta. L’assassino che uccide la nonna, l’incendio che divorò la vecchia casa, il suicidio di quel giovane esasperato; quelle erano cose di cui, ogni tanto, si riusciva anche a trovare qualcosa di positivo. Allora alla vista di ciò si dipingeva sui nostri volti l’espressione addolorata di chi ha perso tutto, e poi la frase ‘non è cosa vista’, perché non lo è.
Ecco, la gente ha bisogno di scombussolarsi dalla realtà, per cambiare. Riaprii gli occhi, le case a schiera e i negozi erano i soliti, così soliti che nella mia mente appaiono dipinti di grigio. Dopo aver percorso qualche via, l’autobus si fermò nella mia fermata. La signora accanto a me era già scesa, così mi affrettai a rimettermi la sciarpa e uscire. Ignorando quelle povere bambine che si abbracciavano, per essersi riviste dopo qualche ora di lontananza, iniziai a camminare verso la scuola mettendo le cuffiette e ascoltando ‘Break The Walls’. Attorno a me c’era gente che correva, camminava velocemente o semplicemente camminava ma nessuno che avesse il mio passo. Nessuno che avessi accanto e che, anche dopo qualche minuto, era ancora affianco a me. O li superavo io, o lo facevano loro.
Incompatibile, incompatibili. Io ero incompatibile con tutti. Ma fu allora che lo notai: sull’altro lato della strada, aveva il mio stesso passo. Aveva le cuffie alle orecchie e un cappello, un giubotto nero con il pelo e dei jeans leggermente strappati sulle ginocchia, le scarpe bianche e lo sguardo basso.  Arrivammo a scuola insieme, stessa scuola, stesso posto. Entrò in segreteria e io mi voltai, andando in classe.
Arrivare in ritardo aveva i suoi aspetti positivi, per me. Trovavo l’unico posto libero senza un compagno. Quello in fondo, verso la finestra era il mio posto. L’unico che non avesse un compagno. Mi andai a sedere tranquillamente, e guardai fuori, dove iniziava a piovere. Classico.
Dopo qualche minuto di scompiglio, il professore entrò e portò con se ordine e ‘disciplina’ che comunque, non tutti gli studenti apprezzavano. A metà lezione, la bidella (che spesso si spacciava per segretaria) Benson entrò in classe. Il professore Jannis si alzò in piedi, mentre il resto della classe la ignorò completamente. Per quello che mi riguarda, dopo avermi rotto il cd di musica per averlo fatto cadere può tranquillamente andare a farsi fottere, scusate il termine.
La Benson SonoUnaFintaSegretaria si tolse gli occhiali e poggiò sulla cattedra un foglio.
“Il nuovo arrivato, frequenterà questi corsi”, si girò verso la porta facendo cenno al ragazzo di entrare. “Lui è Zack, Zack Malik”
Il ragazzo la guardò in malo modo, per poi sbuffare pesantemente.
“E’ Zayn, Zayn. Quante volte devo dirlo?”, disse.
“Malik, penso che ora la nostra bid.. segretaria, abbia capito. Puoi andare a sederti”, disse il professore.
Fu allora che lo notai, era il ragazzo di stamattina. Si guardò attorno per trovare posto libero, poi notò il banco vuoto affianco a me e si diresse verso di me. Spostò la sedia e si sedette. Mi sorrise e mi offrì la mano, che accettai.
“Sono Zayn”, disse.
“Piacere, sono Giuls”, dissi sorridendo “Benvenuto nel paese delle noie, dei giocattoli difettosi e dove nascono e muoiono solo i sogni migliori”
Rise leggermente, “Non ho visto niente di questa città, ma sembra carina”
“L’apparenza inganna. Se ti sembra carina hai bisogno di una visita oculistica, e di vederla meglio. Se vuoi ti ci porto un giorno, a vedere il posto dico” dissi.
“Volentieri”, disse sorridendo. “Anche oggi”
Sorrisi, “Abito in via esterna, non è difficile da trovare, anzi. Ci sono indicazioni ovunque, sono la terza casa rossa dall’inizio della via”  
Lui sorride “Passo alle quattro”
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Ci sono cose che passano, col tempo. Cose che muoiono, col tempo.
Il tempo è tante cose, è un battito di ciglia, un bacio a fior di labbra e un augurio nato troppo presto. E’ come un accelerazione del battito cardiaco, che non puoi fermare. Puoi solo stare a guardare, a guardare come scorre. Come cambia, e come cambierà.
Ma mi piace fotografarlo, perché facendo fotografie io riesco a fermare il tempo e bloccarlo su un foglio di carta lucida.

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*spazio autrice*
Allora, questa OS non ha una storia, non ho nulla. E’ solo una cosa da niente che scrivo per passare il tempo e che magari potrebbe piacervi per far passare il vostro, di tempo. Solo se piace, in un futuro potrei trasformarla in fan fiction. Per il momento, è un semplice testo accompagnato da due frasi, quella all’inizio e alla fine che vorrei aiutassero a riflettere su quanto possa essere complicata la percezione del mondo di alcune persone. Questa ragazza, Giuls non esiste. Esiste solo nel mondo dei miei e vostri sogni, e spero si guadagni un posto nei vostri sogni dopo quello che vi dirò. Prendendo in considerazione un mondo dove, Giuls esiste, sappiate che questo fatto, è solo frutto della sua testa. Del suo sentirsi fuori dal mondo e dentro un muro che la tiene nascosta. Pertanto, la sua ricerca di una persona ‘compatibile’ è soltanto il suo biglietto di sola andata verso la felicità. Nessuno si salva da solo e per Giuls questo era il modo per salvarsi.
Ecco, non so se ci siamo capiti tanto, molti mi prenderanno per pazza ma scrivendo questa storia mi ci è voluto davvero molto e Giuls si è.. dedicata un posto grande, nel mio cuore.  Aggiungo anche che Giuls è solo.. innamorata del fatto di innamorarsi.
Spero vi sia piaciuta, per quanto breve sia stata e che magari mi lasciaste una recensione. Alla prossima, Giulia.
  
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