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Autore: Chi no Yuuki    10/09/2013    0 recensioni
Quattro ragazzi in fuga dalla follia di un giovane e spietato reggente. Saranno accompagnati da uno scostante principe e dalla sua fenice, e da una strana ragazza dai capelli color della neve.
Cavie inconsapevoli di un esperimento che sconvolgerà l'ordine naturale delle cose, saranno in grado di rimettere le cose al loro posto? Vittime di un destino cieco che a volte ha uno strano senso dell'umorismo, impareranno a fidarsi solo delle proprie forze e visiteranno luoghi selvaggi ai confini dei pianeti conosciuti. Impareranno che viaggiare nello spazio non sempre è divertente e apprenderanno sulla propria pelle il significato dell'essere braccati. Accompagnati dal proprio spirito, dovranno affrontare i propri demoni per trovare la soluzione a questo pericoloso gioco.
Bisogna fare in fretta, l'ordine deve essere ristabilito.
// E' la mia prima storia... Ditemi cosa ne pensate, sono curiosa di saperlo, c'è sempre modo di migliorare no?
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma si sa, quando le cose sembrano andare finalmente per il verso giusto, qualcosa va storto.
Fummo svegliati da quattro inservienti in uniforme completa, armate di asciugamani e sali da bagno. Dissero che era stato ordinato loro di riservarci un’accoglienza in grande stile, e che alle terme del rifugio ci attendeva una mattinata di ozio e acqua calda. Le seguimmo, in vestaglia, storditi e ancora addormentati. Non ricordo molto di quello che seguì, solo la sensazione dell’acqua calda che avvolgeva il mio corpo, ed i mille profumi che permeavano l’aria.
Sistemai quelle poche cose che avevo portato con me dalla nostra vecchia casa, e qualche lacrima si fece strada sul mio viso. Davanti ai miei occhi scorrevano le immagini della mia infanzia in quel posto, era sempre stata una casa per me, ed ora avevo perso tutto. Non sapevo dove fossero le persone con cui avevo condiviso tante splendide esperienze, le mie insegnanti e le mie compagne di studi. Eravamo rimasti solo noi quattro. Il mio piccolo mondo si era sgretolato e il vento aveva sparso i cocci, rimescolandoli in quell’insolita avventura. Spessissimo mi chiedevo come sarebbe andata a finire, e non avere delle certezze mi spaventava e mi eccitava allo stesso tempo.
Sorrisi quando la zampa di Mariae comparve sulla mia gamba, cercava attenzioni e sicurezza. Mi accovacciai e presi ad accarezzarla, e quel movimento ritmico mi regalò la calma che cercavo. Rientrarono ben presto tutti gli altri, e ci fu servita la colazione, condita da qualche notizia sul mondo esterno e dal programma della giornata.
Fuori continuava a piovere e il cielo rimaneva grigio, la temperatura era bassa ed un vento freddo spazzava la zona. Durante quel primo giorno avremmo fatto rapporto al comandante della guarnigione del posto e  ci sarebbero stati assegnati dei compiti che avremmo svolto fino a nuovi ordini.
Cominciammo subito con il presentarci davanti al comandante  Xion; un uomo alto e robusto dai modi schietti e sbrigativi. Gli raccontammo tutta la storia, o meglio, fu Daniel a raccontargliela, perché oltre ad essere schietto il comandante era anche profondamente maschilista e non conce piva l’idea che delle donne potessero aver preso parte ad un’impresa eroica, e non ne sopportava neanche la presenza.
- Siete creature inutili, un peso morto per i compagni di viaggio e uno sfogo per i soldati.- sentenziò, lasciandoci tutti a bocca aperta.
Stavo per spiegargli alcune cose che sembrava non aver abbastanza chiare, ma fortunatamente Cassandra mi fermò e mi trascinò via. I compiti riservati alle donne, una presenza rara e schiva in quel posto, erano pulire, cucinare e medicare i “prodi guerrieri di sua altezza il capitano”. Ero così sconcertata dal suo comportamento.
Com’era possibile che in seno ad un gruppo così pacifico come quello sacerdotale cui appartenevamo, fossero cresciute simili creature?
In silenzio ci avviammo verso una donna minuta e silenziosa che ci era stata indicata come colei che ci avrebbe assegnato il lavoro da fare.
-non voglio fannulloni!- aveva subito messo in chiaro il suo puto di vista -se volete mangiare dovrete guadagnarvi il pane!- e nessuno aveva osato fiatare.
Mi fu detto di andare in cucina, dove un gruppo di sorridenti ragazzine stava cominciando a preparare il pranzo.
-ciao! Tu sei Elinor vero? Coraggio vieni con noi, io sono Fleur!- una bimba saltellante dai capelli rosso fuoco mi trascinò nelle cucine e mi presentò a tutte le altre.
-Ti spiacerebbe preparare la zuppa?- mi chiese e io non potei che sorriderle di rimando tanta era l’allegria che nonostante il lavoro e la condizione precaria delle donne in quel posto sprizzava dal suo volto.
Cominciai a darmi subito da fare: scelsi le verdure tra quelle che una donna robusta aveva portato poco tempo prima; accesi il fuoco con un acciarino dell’età della pietra, riuscendo solo al terzo tentativo ad ottenere una fiamma decente che durasse sulla legna umida; poi cominciai a preparare. Misi a bollire le verdure tagliate a pezzetti, ci aggiunsi una buona dose di legumi e qualche spezia, poi, mentre la zuppa cuoceva, borbottando di tanto in tanto per ricordarmi di girarla, diedi una mano a tutte quelle piccole creature. Sentivo che c’era qualcosa di strano laggiù, come se ci fosse qualcosa di sbagliato. Come mai i gruppi sacerdotali maggiori non avevano fornito dei normali e moderni utensili da cucina  quella guarnigione? Da quando erano gli uomini a comandare sulle Figlie di Natura?
Udii un rumore di passi, ritmici, un piccolo gruppo di uomini si stava avvicinando alle cucine, marciando ordinatamente.
Non feci in tempo a pormi delle domande.
Undici uomini abbigliati di nero entrarono con un sorriso trionfante sul volto. Le bambine urlarono e cercarono di disperdersi, ma la cucina era piccola, e l’unica via di fuga era quella da cui i soldati erano entrati.
Ero disarmata, e lontana da Mariae e dai miei amici, cominciai a pensare ad una strategia quando la voce del comandante mi intimò imperiosa: -non muoverti, limitati a seguire gli uomini del re.-
Uomini del re? Non c’era mai stato un re! Da sempre tutta la regione era formata da protettorati dei gruppi sacerdotali che facevano le veci di governanti, mantenendo l’ordine e amministrando la giustizia.
L’unico re di cui io avessi mai sentito parlare era un uomo entrato in scena poco prima della mia nascita, un uomo senza scrupoli che aveva viaggiato ovunque, conquistando al proprio trono interi pianeti, sterminando e sottomettendo. Poteva esserci lui sotto i colpi inferti ai gruppi sacerdotali? La risposta era semplice: sì, non era altri che lui il mostro che aveva raso al suolo casa mia.
Tentai di combattere, ma avevano preso le bambine, e sapevo che non avrebbero avuto problemi a far loro del male.
-richiama il tuo felino ragazzina, o la biondina fa una brutta fine!- tra gli uomini si aprì un corridoio e mi fu mostrata una scena.
Mariae stava cercando di liberare Ashley che era tenuta legata da un nerboruto uomo in nero. Una lama faceva pressione sulla sua gola.
-basta!- mormorai e la tigre si fermò. Avevano i miei amici, i loro animali, le bambine e mio fratello. Mi consegnai.
A suon di urla e spintoni ci fecero salire su un mezzo che non conoscevo, probabilmente proveniva da una altro pianeta. Con mia profonda gioia la bambine furono restituite alle loro madri; loro volevano noi, ed io avevo anche un’idea del perché.
Ricostruii le nostre avventure, collegando a quegli uomini gli uomini-albero che ci avevano catturati.
-dove ci portate? Cosa volete da noi?- urlai per l’intero tragitto verso una lurida celletta infondo ad un grosso mezzo volante che non avevo mai visto.
-sta zitta!- fu l’unica risposta, accompagnata da un paio di manrovesci piuttosto forti.
Mi lasciarono lontana dalla mia tigre e dai miei compagni, in un buco fetido e buio, senza finestre e con una spessa grata. Dopo alcuni minuti una giovane recluta ebbe il buon cuore di spiegarmi cosa stava accadendo.
-ci dirigiamo verso la capitale del regno del Drago, il re e suo figlio vogliono che voi mezzi uomini siate al loro servizio; siete forti e capaci più di un uomo normale e vi userà per combattere o per mandare avanti il castello. Obbedisci al capitano e non avrai grossi problemi.- mi consigliò, lasciandomi comunque perplessa.
Sentii il familiare vuoto allo stomaco quando il mezzo di alzò in volo, e restai sola. 
  
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