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Autore: someonelikecris    10/09/2013    1 recensioni
Le 5 volte in cui Louis salva Felicite e quella in cui è lei a salvare lui.
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"Fizzie parlami" sorride lui teneramente "Sono io, sono Boo" la incoraggia e quel soprannome la fa crollare, la fa sorridere e piangere insieme mentre "L'Africa è così lontana e tu sei nato per questo, perché dovresti tornare? Londra non ti é mai piaciuta tanto" scrolla le spalle lei.
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Spin off di I was here
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Moments'
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HERO
Le 5 volte in cui Louis salva Felicite e quella in cui è lei a salvare lui.

 



Il Sole carezza dolcemente la pelle della bambina di appena sei anni che, da sola, gironzola nel giardino di casa Tomlinson. Annusa le rose e ammira il loro colore. Felicite ne carezza i petali e poi si passa le dita sulle labbra, la morbidezza é quasi la stessa pensa ridacchiando. Il colore di una rosa più chiara attira il suo sguardo, ma é davvero lontana, dietro gli arbusti e le spine. I suoi sei anni non sono abbastanza per farle capire che sporgersi a prenderla non é una buona idea. In punta di piedi si avvicina ma perde l'equilibrio e cade strusciando il braccio tra i rovi. Il dolore é lancinante e gli occhi sono giá tremendamente bagnati mentre "BOO!" urla chiedendo aiuto a suo fratello che se ne sta chiuso in camera davanti alla play. Quell'urlo fa spalancare gli occhi di Louis che, dopo aver lasciato cadere il controller, corre di sotto avvicinandosi a sua sorella e vedendo il braccio della piccola costellato di spine e di rosso del suo sangue "Oddio Fiz" sussurra il quindicenne mentre la prende in braccio e la porta in cucina facendola sedere sul tavolo "Che pensavi di fare?" le chiede allarmato mentre caccia via qualche lacrima.
"C'era una rosa bellissima" risponde lei tirando su col naso.
Louis scuote la testa e "Aspettami qui" bacia la fronte della sorella per andare a recuperare disinfettante e garze.
Torna in un lampo e quando Fiz vede delle pinzette tra le mani del fratello vorrebbe correre a nascondersi, per questo "No, ti prego" dice spaventata.
Louis sbuffa e "Preferisci aspettare mamma e perdere il braccio?" dice facendola agitare senza rendersene conto.
Quando gli occhi blu di Fiz si riempiono di panico Louis le sorride e "Ti prometto che faccio piano" sussurra gentile "Non ti farei mai del male, scema" la pungola avvicinandosi e "Se ti faccio male ti prometto che puoi giocare con me alla play, ok?" chiede vinto, Fiz quasi sorride e gli porge il braccio. Louis ride.
Prende la prima spina con le pinzette e delicatamente la tira su poggiandola poi sull'isola e "Ti ho fatto male?" le chiede.
"Tantissimo, andiamo a giocare?" chiede lei con una finta faccia sofferente.
Louis la squadra e "Ma non é vero!" non riesce a non ridere.
"Si che é vero, vuoi vedere come piango?" gli chiede malandrina.
"Lots ti insegna un sacco di cose brutte" si lamenta il maggiore.
Dieci minuti dopo il braccio della bimba é pulito e disinfettato mentre, con la fortuna del principiante, batte Louis che, guardando il braccio della sorella, sente qualcosa nello stomaco: la voglia di farlo ancora, la voglia di aiutare gli altri.

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La macchina di Louis, troppo vecchia per tutto, consuma chilometri su chilometri ad una velocitá che risulterebbe azzardata anche ad un pilota esperto, soprattutto quando i freni funzionano male. Gli occhi azzurri, altri due fari nell'oscuritá, sono puntati sulla strada. Ha percorso più o meno due ore di tragitto in pochissimo tempo e con il cuore a mille.
Così, quando riconosce il locale con la peggior fama di Doncaster, per un paradosso, tira un sospiro di sollievo.
Lascia la macchina in mezzo alla strada e irrompe nel locale riconoscendo quell'odore che non porta a nulla di buono, lasciando riconoscere ai suoi occhi di studente all'ultimo anno di medicina dei sintomi che spediranno parecchia gente all'ospedale. Con il cuore a mille la vede, sua sorella, poggiata al muro: un bicchiere rosso tra le mani con le unghie laccate di nero, trucco che di anni gliene dá 19 e non 16 e un ragazzo che trova particolarmente interessante la sua scollatura. Così scatta e afferra il polso di Fiz che lo guarda sorpresa e indignata. Il ragazzo prova a fermarlo ma "Non ci provare nemmeno, sono suo fratello e se voglio ti spacco la faccia" lo minaccia non calcolando che potrebbe finire male.
Dieci minuti dopo sono fuori, grazie al cielo, ma la vera tempesta arriva nel parcheggio quando "E tu che ci fai qui?!" chiede aggressiva la minore.
"Hai scelto il peggior locale di questa cittadina, Fiz, sali in macchina" ordina serio Louis.
Fiz a quegli occhi non ha mai saputo opporsi ma si sa che c'é sempre una prima volta per tutto, per questo rimane ferma e "Chi é stato?" chiede.
"Lots".
"Stronza" dice lei tra i denti "Perché ha chiamato te?"
"Perché mamma ti avrebbe uccisa?" chiede retorico il ragazzo.
"Come se te ne importasse" asserisce fredda "Te ne sei andato, sparito, non ti vedo da mesi!" questa volta urla.
Louis li sente i sensi di colpa schiaffeggiarlo mentre "Hai ragione" ammette "Ma rimango tuo fratello e se ti fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato. Sali in macchina, mangiamo qualcosa e vieni da me a Kennington" propone avvicinandosi fiducioso. Felicite si morde forte il labbro e si guarda le scarpe mentre "Lo so che studi, che devi farlo" ammette "Ma mi manca così tanto trovarti alla porta davanti alla mia. Mi manca sentirti cantare sotto la doccia, sentirti urlare la mattina perfino. Mi manca l'ondata di profumo che metti ogni volta che esci, mi manca il tuo disordine e la puzza di bruciato di quando cucinavi e..." ma non continua la piccola perché Louis la sta giá abbracciando e "Sono qui adesso" le sussurra tranquillo "E ti porto via da qui" continua baciandole i capelli e aprendole lo sportello della macchina. Respira meglio ora che Fiz é con lui, al sicuro.

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Il vento freddo di Londra gli colora le guance di rosso e la costringe a stringersi meglio nel cappotto mentre risale quella strada a Kennington che conosce a memoria. Ha il cuore a mille, gli occhi lucidi e troppa adrenalina in circolo. Non era mai scappata di casa in quel modo. Sale di corsa le scale che portano all'appartamento di suo fratello e con le mani congelate spinge il campanello sperando che si muova, ormai sente anche i suoi pensieri ibernarsi. 
Quando Louis apre la porta di casa - i capelli che sembrano aver fatto a botte col cuscino e gli occhi gonfi di sonno - quasi urla quando riconosce sua sorella. La prima cosa che vede sono le mani rosse e tremanti, le labbra screpolate e i denti che battono e "Dio santo" sussurra "Entra e dimmi che diamine hai combinato" si sposta dall'uscio.
Fiz si fa strada in casa e si butta sul divano portando le gambe al petto.
"Ti prendo dei vestiti asciutti e caldi" farfuglia Louis ancora assonnato alla sedicenne.
Nel tempo in cui va in camera a recuperare una tuta e una felpa realizza che sua sorella é a due ore da casa sua nel bel mezzo della notte.
Torna come una furia da lei e "Mamma sa che sei qui?" chiede svegliandosi d'un tratto.
La ragazza scuote la testa levandosi il cappotto e rifugiandosi nella felpa profumata del fratello.
"La ucciderai...o ti ucciderá" Louis si passa una mano tra i capelli e "Non mi interessa" sbotta Fiz.
Louis si siede accanto a lei e "Ti sarebbe potuta succedere qualsiasi cosa per strada, te ne rendi conto?"
"Io la odio quella casa" questa é la risposta di Felicite.
"Litigare con Lottie non é un buon motivo per scappare così" la rimprovera lui.
Fiz ride amaramente e "Vedi?" chiede "Tu, tua madre, tua sorella e anche quelle due, siete tutti così. Sapete tutto voi, parlate sempre voi, l'unica che non ci riesce mai sono io" asserisce lei alzandosi.
"Fiz ma.." comincia lui confuso.
"Io non so parlare Boo, lo sai che mi blocco, che non sono capace, che preferisco il silenzio, ma tra non parlare e non essere ascoltate c'é una differenza enorme. Nessuno mi ascolta, nessuno credeva che sarei scappata davvero! Mi hanno riso in faccia" conclude secca.
Quindi Louis lo sa, sa che le parole la ferirebbero e basta, sa che sua sorella ha bisogno di gesti, per questo afferra il telefono e compone il numero di sua madre e basta un "Fiz é qui, la riaccompagno a casa domani pomeriggio, dorme da me perché si mamma" per far tornare a respirare la ragazza. Così gli occhi azzurri di Louis scorrono la figura di sua sorella e "Preparo la cioccolata calda, hai una nottata di chiacchiere davanti" le bacia la testa e Fiz lo sa, ne é certa, che mai nessuno la capirá o salverá come lui.

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"Sei troppo silenziosa anche per i tuoi standard, sai?" chiede sapiente Louis bevendo un sorso della sua birra fresca.
Sono entrambi nella cucina dell'appartamento a Kennington, Louis seduto sull'isola e Fiz su una sedia accanto a suo fratello.
Lei sorride timidamente e si scosta un ciuffo di capelli dietro l'orecchio mentre le sue mani non ne vogliono sapere di stare ferme.
"Ehi" lui le alza dolcemente il mento "É successo qualcosa?" chiede pacato mentre studia il viso di sua sorella. Le guance sono rosse come al solito, ma gli occhi, il blu di quegli occhi é quasi grigio quel giorno. Felicite ha 17 anni, quell'espressione antica non le si addice per niente. Lei si morde il labbro inferiore ed é da questo che Louis ha la conferma: sua sorella ha combinato qualcosa di grosso.
"Mi sto preoccupando" la richiama lui poggiando la birra sulla superficie liscia ed abbandonandola.
Fizzie prende un gran respiro, ha bisogno di tutto il suo coraggio per "L'ho fatto" ammettere.
E tanto Louis lo sa che sua sorella parla di quello, doveva aspettarselo dato che frequenta questo Colin da almeno un anno, ma é suo fratello maggiore e una speranza di aver capito male gli rimane, per questo "Cosa?" chiede.
Fiz sbuffa e "Un giro in deltaplano" sbotta sarcastica, in quel modo che ha rubato a Louis, per poi "Cosa secondo te?" chiedere con le mani nei capelli, il volto nascosto.
Il sangue nelle vene del castano si ghiaccia, ma non é la gelosia la prima ad intervenire, é la paura, la paura per i gesti nervosi di sua sorella, per gli occhi lucidi e la voce rotta.
È la paura che non stia bene - e la rabbia verso quel ragazzo - che lo portano a scendere dall'isola e a prendere tra le mani il viso di sua sorella.
Si siede davanti a lei e "Come stai?" chiede mostrandosi tranquillo, non vuole agitarla, ma un uragano lo sta spiazzando dentro.
Lei lo guarda e "Non capisco cosa mi prenda Boo, io lo amo, davvero, tanto" ammette quasi col cuore in mano e Louis non ha problemi a crederci, lo sa, lo vede.
"Ti ha fatto male?" chiede conoscendo giá la risposta. Certo che le avrá fatto male, come ogni prima volta, ma il ragazzo é preoccupato per il cuore di sua sorella, non per altro, non del tutto.
Lei scuote la testa e "É stato bravissimo e dolce, come sempre. É che mi sento cambiata Boo, mi sento...non lo so" sospira "Avevo bisogno di dirtelo, sei il primo a cui lo dico" confessa. Così Louis sorride mentre le carezza una guancia e le bacia la fronte, sorride mentre la stringe e "Se lo ami non avrete fatto altro che amore, Fiz, é una cosa giusta, una cosa bella.....che speravo tu non facessi prima dei 30 anni ma ho sempre saputo di essere un illuso" ridacchia il maggiore facendo ridere anche lei che in risposta lo stringe di piú nascondendo il viso nel collo profumato.
"Sei cresciuta così tanto" sussurra lui baciandole i capelli scuri "Ma sarai sempre la mia piccola Fiz" glieli stringe.
Lei sorride inconsciamente mentre tutto il suo corpo si rilassa.
Quando il maggiore si allontana "Invitalo a cena da me, magari cucini tu, io sono una frana, prima che lo scopra mamma voglio parlarci io" sorride.
"Lou" ride lei "Ti prego ,no" scuote la testa.
"Non sei curiosa di sapere se é a prova di proiettile?" chiede con un sorriso spaventoso che fa scoppiare a ridere Felicite.
"Sono quasi laureato" la rassicura Louis "Posso curarlo io" osserva i coltelli.
Fiz si alza e lo raggiunge per "Smettila di fare lo psicopatico" ridere.
"Sono tuo fratello, faccio lo psicopatico quanto voglio".
Lei sospira e "Va bene" sorride per poi "É importante per me Lou, lo é davvero tanto, soprattutto adesso, la coltellata la prenderei io" dice con occhi emozionati.
"Ah" sospira Lou "Per stavolta si é salvato" bacia la testa di Fiz emozionato quasi come lei.

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"Mi passi quella tuta?" chiede un Louis super indaffarato a preparare quella valigia che cambierà la sua vita per sempre. Corre da una parte all'altra della camera mentre lo sguardo azzurro setaccia ogni angolo in cerca di qualcosa che potrebbe aver dimenticato. Fiz afferra i pantaloni grigi, li piega dolcemente e li adagia in valigia per poi sedersi nuovamente sul letto. Ha la testa a pallone la piccola mentre cerca di respirare a fondo e si impone di non piangere, non davanti a lui, ha venti anni, basta piangere, basta, ma il "Dio, sono elettrizzato" di Louis scombina i piani della piccola. Fiz si tradisce nel momento in cui tira su col naso e si guarda le mani mentre gli occhi si riempiono di acqua salata.
Louis non può non accorgersene, così si avvicina e "Bambina, che succede?" chiede alzandole il mento.
Lei non si nasconde, non più, non a Louis e "Adesso passa" sorride debolmente mentre si maledice. Perché non riesce ad essere felice per Louis come dovrebbe?.
"Fizzie parlami" sorride lui teneramente "Sono io, sono Boo" la incoraggia e quel soprannome la fa crollare, la fa sorridere e piangere insieme mentre "L'Africa è così lontana e tu sei nato per questo, perché dovresti tornare? Londra non ti é mai piaciuta tanto" scrolla le spalle lei.
"Infatti non tornerò per Londra" sorride il ragazzo "Un giorno ti porterò con me a Wenchi, così capirai" asserisce lui con un luccichio negli occhi.
Fizzie nasconde il viso nel suo collo e "Rimani qui stasera, domani mi accompagni all'aeroporto" sussurra lui stringendola.
La minore annuisce, incapace di fare altro e "Mi ci porterai davvero?" chiede.
"Si" risponde lui sicuro "E sará bellissimo".
"Ma non cambierá niente,vero?" chiede lei speranzosa.
Louis ride della sua ingenuitá e "Scrivimi tante lettere e non cambierá nulla" sussurra stringendola ancora un po'.

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Quando Felicite si fa strada in casa di suo fratello tutto ciò che vede é buio. Le tapparelle sono abbassate e nonostante non ce ne sia bisogno le tende sono tirate a coprire le imposte. 
Sulla penisola della cucina giace la cena della sera precedente completamente ignorata ed intatta. La ragazza raduna le stoviglie e vuota il contenuto nella pattumiera facendo meno rumore possibile. Louis ha bisogno di silenzio per arginare il frastuono che sembra aver preso casa nel suo petto.
Felicite si sfila le converse lasciandole accanto al divano prima di salire le scale in punta di piedi.
Arrivata davanti alla porta una strana morsa le attanaglia lo stomaco e sembra riuscire a prendere possesso dei suoi polmoni. Ed ecco che la paura provata durante tutti quegli anni torna a bussare alla sua porta, ecco che la sensazione di abbandono arriva puntuale a farle arrivare ogni suono ovattato, ecco come la paura di non riconoscere suo fratello la fa rimanere lì, ferma davanti ad una porta. Indecisa sull'entrare in quella stanza che di suo fratello contiene ormai solo il guscio, perché Louis sembra essere rimasto in quei luoghi che Fizzie non sa nemmeno immaginare. 
Rimane ferma, rimane immobile solo fino al momento in cui un gemito di dolore non la coglie impreparata, allora prende un respiro e decide di essere la persona coraggiosa che non é mai stata. Entra.

Quando entra nella camera di suo fratello, Felicite scopre che Louis non ha solo bisogno di silenzio ma anche di luce, perché tutto quel buio lo ucciderá passando dagli occhi e spegnendoli insieme alla perpetua fiamma che ha sempre alimentato il suo eroe. Louis é seduto a letto, la schiena poggiata contro la testiera e gli occhi stretti in una maschera di dolore, le pieghette che Fizzie tanto ama non sembrano essere che un mito lontano.
"Boo.." sussurra in un soffio, ma tutto quello che ottiene é vedere suo fratello stringere tra le dita della mano sinistra il lenzuolo.
Quel gesto le fa capire quanto lei non sia degna di quel dolore, le mostra cosa vuol dire soffrire in silenzio e paradossalmente, quel gesto così debole, le mostra una forza mai vista.
"Fiz" la richiama lui debolmente.
Le gambe della piccola tremano quasi come le sue mani mentre si avvicina al letto e lo guarda davvero per la prima volta.
Ogni goccia di sudore sulla fronte, ogni muscolo contratto e ogni dente che stringe il labbro sono uno schiaffo in pieno viso ai quali lei, di nuovo, decide di non cedere.
Per Louis, lo fa per lui.

"Ti prego dimmi cosa devo fare" chiede sconsolata.
"Sento i pezzi scivolare via, si staccano.." farfuglia il ragazzo.
Non esita a stendersi in quelle lenzuola, non esita ad essere lei quella più forte, non esita ad accogliere il corpo tremante di Louis tra le sue gambe facendo combaciare il suo petto con la schiena larga del fratello. Non esita a scostare i capelli dalla fronte come non esita a stringerlo quanto può e "Non cadrai a pezzi Boo, te lo prometto, ci sono io qui, ora, per te".
E come Felicite non esita a cullarlo, Louis non esita a crederle.


 
Ci ho messo praticamente un'estate a scriverle e credo che questo sia lo spin off più importante per me, come sempre plottato da Effy, spero sia piaciuto :)
  
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