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Autore: Astry_1971    17/03/2008    3 recensioni
“Qui sarei dovuto morire molti anni fa, ucciso da un lupo. Invece James mi ha salvato, mi ha dato la possibilità di conoscere l’inferno, di vedere la donna che amavo, che amo, assassinata, solo per ritrovarmi qui. Di nuovo.”
Questo racconto è nato nel forum Magie Sinister e si inserisce in una raccolta di brevi one-shot scritte dai partecipanti al forum per la quinta sfida di Fanfiction intitolata “Guardami”. La sfida consisteva nello scrivere una one-shot sulla scena della morte di Severus Piton nella quale il P.O.V. (punto di vista) doveva necessariamente essere quello di Severus.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Guardami



Autore/Data: Astry, Agosto 2007.
Beta - reader: Starliam.
Personaggi:Severus Piton, Voldemort, Harry.
Tipologia:One-shot.
Rating: per tutti.
Genere: Drammatico, introspettivo.
Avvertimenti: Spoiler sul settimo libro
Note: Le parti in corsivo sono tratte dal settimo libro.
Questo racconto è nato nel forum http://magiesinister.forumcommunity.net/ e si inserisce in una raccolta di brevi one-shot scritte dai partecipanti al forum per la quinta sfida di Fanfiction intitolata “Guardami”. La sfida consisteva nello scrivere una one-shot sulla scena della morte di Severus Piton nella quale il P.O.V. (punto di vista) doveva necessariamente essere quello di Severus.


GUARDAMI

Sto salendo le scale, l’odore di legno marcio mi riempie le narici.
Fisso per un attimo la porta aperta. Sei lì dentro, lo so.
Stai aspettando che i tuoi servi abbiano spazzato via l’ultimo brandello di resistenza al tuo potere. L’eco degli incantesimi e le esplosioni sembrano lontani da qui: sono quasi completamente coperti dai rumori di questa casa, scricchiolii, finestre che sbattono, il vento che sibila inquietante infilandosi tra le fessure delle imposte.
Ho una strana sensazione.
E’questa casa: non mi è mai piaciuta ed è così insolito essere convocato da te in questo luogo nel bel mezzo di una battaglia, che non potevo credere alle parole di Lucius Malfoy.
“L’Oscuro vuole vederti immediatamente, ti sta aspettando,” ha detto.
Mi aspetti, perché?
Oltrepasso la soglia e tu sei lì, di fronte a me.
Mi volti le spalle, non hai bisogno di guadarmi per sapere quello che sto facendo in questo momento: quello che faccio sempre, quello che devo fare in tua presenza, costringo le mie ginocchia a piegarsi e mi prostro ai tuoi piedi.
Il mio mantello solleva una nuvola di polvere, gonfiandosi, mentre mi umilio di fronte al mio padrone.
Ti volti, io sollevo lo sguardo, che immediatamente viene rapito dalla cosa che galleggia accanto a te: una strana gabbia sferica, fatta di luce. All’interno Nagini si avvolge lentamente nelle sue stesse spire, sembra non finire mai.
Un essere orrendo, il suo stesso peso ne appiattisce il corpo contro la superficie della gabbia.
Non riesco a distogliere lo sguardo, ne sono come ipnotizzato, mentre le parole di un altro mago si sovrappongono a quelle di Voldemort.
“Verrà un momento in cui Lord Voldemort sembrerà preoccupato per la vita del suo serpente… lo terrà al sicuro accanto a sé, protetto dalla magia, allora, penso che si potrà ...”
Improvvisamente mi sento gelare il sangue: Potter.
E’arrivato il momento, devo dirgli la verità, ma come? Non sono riuscito a trovarlo, non so dove si nasconde.
Mi sforzo di recitare la mia parte, ma il mio unico pensiero è tornare indietro: devo trovare il ragazzo prima che sia troppo tardi.
"...mio Signore, la resistenza sta crollando…" La mia voce è calma, io non lo sono affatto. Tu non mi ascolti.
Sento un nodo alla gola, mentre comincio ad insistere, quasi a supplicare.
"lasciatemi cercare il ragazzo. Consentitemi di portarvi Potter. So che posso trovarlo, mio Signore. Vi prego." Mi alzo e mi avvicino, non so che fare, so che non è prudente contravvenire i tuoi ordini, ma non c’è più tempo, Potter potrebbe essere ucciso durante la battaglia e tutto quello che ho fatto in questi anni per salvarlo potrebbe essere stato inutile.
La guerra è ormai al culmine. Non posso, non devo fallire.
"Ho un problema, Severus"
Fisso i tuoi occhi di sangue.
Cosa stai cercando di dirmi?
"Mio signore?"
"Perché con me non funziona, Severus?"
Il mio sguardo indugia sulla bacchetta che mi stai mostrando.
Vorrei che la mia voce fosse più ferma, eppure, mentre mi chiedi spiegazioni che non posso e non voglio darti, non riesco a nascondere la mia ansia.
"Mio… mio Signore? Non capisco. Lei… lei ha compiuto magie straordinarie con quella bacchetta." Odio me stesso, odio le parole che escono dalla mia bocca, false e inutili adulazioni.
"No, ho compiuto la mie magie consuete. Io sono straordinario, ma questa bacchetta... no. Non ha mostrato le meraviglie che prometteva.. Non avverto alcuna differenza tra questa bacchetta e quella che mi procurai da Ollivander tanti anni fa."
Sento la tua rabbia crescere, tanto tremenda quanto la tua voce continua ad essere calma.
"Nessuna differenza," sibili.
Ora so che nulla di quello che dirò potrà convincerti a lasciarmi andare.
Resto in silenzio, mentre ti muovi come un’ombra scura intorno a me. Non stai parlando con me, in realtà non vuoi la mia opinione, tu conosci già la risposta ai tuoi ragionamenti.
Alla fine torni a rivolgerti al tuo servo.
"Ho riflettuto a lungo e a fondo, Severus... sai perché ti ho richiamato dalla battaglia?"
No, non mi interessa, non voglio sapere, non dovrei essere qui. Ricomincio la mia pietosa cantilena. Solo Harry Potter m’interessa: devo andare da lui, devo parlargli.
"No, mio Signore, ma la supplico di lasciarmi tornare laggiù. Permettetemi di trovare Potter."
Mi accusi di parlare come Lucius e forse hai ragione: non è da me mostrarmi così preoccupato.
Una parte di me, la parte razionale, sa che non mi ascolterai, tuttavia insisto:
"Ma mio Signore, potrebbe venire ucciso per errore da qualcun altro…"
So perché lo faccio, credo che si chiami disperazione, una sensazione che conosco bene.
Forse ho bisogno di sapere che sto facendo tutto ciò che è in mio potere per convincerlo. Devo sapere di non aver trascurato nulla.
Forse è solo per me stesso che ancora ti supplico di lasciarmi andare, avanzando scuse alle quali nessuno ormai crede più.
Ho lottato per anni ed ora la situazione mi sta scivolando via dalle mani, sono qui, impotente. La battaglia è al culmine e il figlio di Lily sta per affrontare il suo destino, senza sapere quello che l’aspetta.
Non voglio credere di aver fallito, non di nuovo.
Non voglio arrendermi, il mio cuore si rifiuta, così come il mio cervello si rifiuta di comprendere ciò che mi stai dicendo:
“Mi sei stato molto prezioso. Molto prezioso."
"Il mio Signore, sa che io desidero solamente servirlo. Ma… lasciatemi andare e cercare il ragazzo, lasciate che ve lo porti. So che posso…"
Le labbra ormai si schiudono automaticamente, ascolto la mia stessa voce come se fosse un eco lontano, come un disco rotto.
"Ho detto di no!"
Improvvisamente mi sento gelare. Torno bruscamente alla realtà, la realtà che non volevo vedere.
Ora ogni singola parola che hai pronunciato fino a questo istante, acquista il suo vero, crudele significato.
“Sei stato molto prezioso…”
Mi hai convocato qui per uccidermi, è questo che vuoi dirmi?
Ma perché? Non capisco. Non hai scoperto di essere stato ingannato. Non sai del mio tradimento.
Ti lascio parlare, assecondandoti persino, mentre mi riveli le tue preoccupazioni per la battaglia finale.
Mi stupisce il fatto di essere interessato alle tue parole, proprio ora che sono riuscito a vedere la verità, ora che l’idea di star per morire dovrebbe essere l’unica a riempire la mia mente.
Invece ti ascolto, mentre t’interroghi sul perché la tua bacchetta, la bacchetta che io stesso ti ho consigliato, non abbia funzionato.
Vuoi spiegazioni da me. Esito, mentre i miei occhi si posano su Nagini.
"Io… io non sono i grado di rispondere, mio Signore."
Certo che non posso, dovrei forse confessarti che ti ho ingannato?
Forse dovrei farlo: non ho più nulla da perdere.
"Non sei in grado?"
Il sibilo della tua voce sta diventando doloroso.
Sento la tua rabbia soffocarmi: stai cercando di leggere nella mia mente.
Non ce la faccio, non ora che sto per perdere tutto: la vita e la speranza di poter ripagare il mio debito.
Continuo a fissare il serpente. Per la prima volta nella mia vita non voglio usare l’Occlumanzia.
"Io… non so spiegarlo, mio Signore," sussurro continuando a fuggire i tuoi occhi.
"Ho cercato una terza bacchetta, Severus. La Bacchetta di Sanbuco, la Bacchetta del Destino, la Stecca della Morte. L’ho presa dal suo precedente proprietario. L’ho presa dalla tomba di Silente."
Qualcosa si spezza dentro di me.
La sua tomba… profanata.
Sento la nausea salirmi in gola togliendomi il respiro, mentre torno a guardarti negli occhi.
Vorrei urlare, vorrei piangere, ma poi le mie labbra si muovono:
"Mio Signore… lasciatemi andare dal ragazzo…" ed è come se non fossi io a parlare. Come se fossi solo un fantoccio incantato che ripete un’unica frase all’infinito. L’unica che riesco a pronunciare, senza sputarti in faccia tutto il mio odio.
Ma tu continui:
"Per tutta questa lunga notte, vicino ormai alla vittoria, sono rimasto qui, a riflettere, a chiedermi perché la Bacchetta di Sanbuco si rifiuta di essere ciò che dovrebbe, di comportarsi come la leggenda dice che deve fare nelle mani del suo legittimo proprietario... e credo di avere la risposta."
Resto in silenzio, però comincio a capire. Adesso so perché fra poco morirò.
"Forse la conosci già? Sei un uomo intelligente, dopo tutto Severus.”
Sì, io conosco la risposta. Io so la verità, una verità che tu, invece, non conosci: non sono io il padrone della bacchetta, sbagli se pensi questo.
Io non ho mai battuto Silente, ma qualcuno lo ha fatto. Non io, ma Draco. E’ lui il padrone, è lui che ha disarmato Silente prima di me. Se solo sapessi.
Probabilmente mi risparmieresti la vita prendendoti quella del ragazzo.
E’ buffo: è la seconda volta che la morte mi mostra il suo volto e mi offre una scelta.
Si è sempre burlata di me, ha riso, mentre altri sceglievano di morire lasciandomi nella più cupa disperazione.
La mia Lily ha scelto: è morta per salvare suo figlio. Anche Albus ha scelto, lo ha fatto al posto mio.
Ma oggi sarà diverso, oggi sono io a decidere.
Quanto vale la mia vita, quanto vale la vita di una spia?
E’ già stata barattata con quella di un vecchio morente, e decine di uomini ignari sono morti solo perché io non perdessi la mia copertura, ma ora basta: il prezzo è diventato troppo alto, non posso continuare.
Ho perduto. Se anche potessi uscire vivo da questa casa, non troverei mai Potter in tempo e Draco sarebbe sacrificato inutilmente.
No, non saprai mai la verità, non posso fare altro, ma non ti consegnerò la vita di un ragazzo.
Vorrei poter dire di essere pronto, ma non lo sono affatto, ho paura, trattengo il respiro, mentre fisso i tuoi occhi, gli occhi del mio padrone, del mio assassino.
"Sei stato servitore bravo e fedele, e mi dolgo di ciò che deve accadere."
"Mio Signore…"

Istintivamente la mia mano si chiude sulla bacchetta.
"La Bacchetta di Sanbuco non può servirmi in modo adeguato, Severus, perché non sono il suo vero padrone. La Bacchetta di Sanbuco appartiene al mago che ha ucciso il suo ultimo proprietario. Tu hai ucciso Albus Silente. Finchè tu vivi, Severus, la Bacchetta di Sambuco non può essere veramente mia."
"Mio Signore!"

Sollevo la bacchetta, non so perché lo faccio, sto forse pensando di difendermi?
"Non può essere altrimenti. Devo dominare la bacchetta, Severus. Se domino la bacchetta, finalmente dominerò Potter."
Sferzi l'aria con la Bacchetta.
Non accade nulla.
Resto immobile. Perché non sono morto?
Poi la vedo: la gabbia di Nagini mi viene addosso.
“NOOOO!”
Mi manca l’aria, sento la pelle squamosa e fredda di Nagini premere sul mio collo.
Non posso muovermi. Sto cercando di divincolarmi, quando sento la voce del mio padrone, come un sibilo e poi una fitta acuta di dolore.
Sto gridando, un urlo raccapricciante, come ne ho sentiti a decine, ma è la mia voce questa volta. Non la trattengo, ma sembra lontana, ovattata, mentre il sangue sale in gola a soffocarmi.
Cerco di spingere la gabbia lontano da me, ma non ne ho la forza.
Mi lascio cadere trascinato verso il basso dal peso di Nagini. Le mie ginocchia sbattono violentemente contro le tavole del pavimento, ma quasi non sento il colpo: il bruciore intenso al collo si è impadronito completamente dei miei sensi.
"Mi spiace," Sento la tua voce fredda: ti stai allontanando lasciandomi qui, a morire.
Improvvisamente niente più mi trattiene, la gabbia scivola via dalle mie spalle, scaraventata verso l’alto.
Ho le braccia di nuovo libere e la mia mano corre a tamponare il sangue che sgorga dalle ferite sul collo, mentre crollo sul pavimento.
Dunque è finita.
Proprio qui, in questa casa.
Qui sarei dovuto morire molti anni fa, ucciso da un lupo.
Invece James mi ha salvato, mi ha dato la possibilità di conoscere l’inferno, di vedere la donna che amavo, che amo, assassinata, solo per ritrovarmi qui. Di nuovo.
Mi dispiace, non ho concluso la mia missione, ma forse è meglio così.
Lily, ho sbagliato tutto, volevo proteggere tuo figlio, volevo salvarlo e invece lo stavo preparando a morire. Era questo che dovevo fare: dovevo dire ad un ragazzo di lasciarsi uccidere per la causa.
Tu non lo avresti mai permesso, mia adorata Lily. Non avresti lasciato che lui diventasse una vittima sacrificale, nemmeno per salvare l’intero mondo magico. Nessuna madre l’avrebbe permesso.
Noi l’abbiamo usato, l’abbiamo istruito, ma ora sarà il destino a decidere, è giusto.
Sono felice che la mia missione si sia conclusa in questo modo in fondo, non volevo essere io a spingerlo verso la morte, non per la seconda volta.
Ora vorrei solo poter smettere di tremare. Ho freddo, tanto freddo.
Provo a regolare il respiro, cercando di non soffocare nel mio stesso sangue, mentre attendo di sprofondare dolcemente nella morte.
Il mio padrone non mi ha voluto concedere il privilegio di una fine rapida. Questo è il trattamento riservato a chi ha creduto essere il suo servo più fedele?
Fisso il fondo della stanza: un pezzo di tappezzeria sventola come una macabra bandiera mossa da una corrente d’aria. Una ragnatela è tenacemente attaccata a quel lembo di stoffa ammuffita, sembra la sola cosa che ancora riesca a trattenerla legata al muro.
Mi rendo conto di quanto sia stupido, ma mi chiedo se vivrò abbastanza per vedere il momento in cui il vento distruggerà definitivamente quella piccola creazione della natura.
Stringo gli occhi nel tentativo di vederla meglio, quando, improvvisamente, un’ombra mi compare davanti: Potter?
Il ragazzo doveva essere nascosto sotto il mantello dell’invisibilità. Chissà da quanto tempo era in questa stanza.
L’unica cosa che riesco a pensare è che forse non è troppo tardi, non è troppo tardi per condannare a morte il figlio di Lily.
Come vorrei essere già morto.
Le mie labbra si muovono, ma non riesco a pronunciare una sola parola comprensibile.
Non riuscirò mai a spiegargli tutto quello che deve sapere. Non si possono dire così tante cose in pochi minuti, far comprendere una vita intera, la mia vita ad un ragazzo che mi odia. Non mi crederà mai e sarà stato tutto inutile.
S’inginocchia al mio fianco. Sento l’ansia impadronirsi nuovamente di me, poi capisco come fare, ma certo, non c’è altro modo.
Lo afferro per la camicia e lo tiro più vicino, mentre cerco di riportare in superficie tutti i ricordi che potrebbero essergli utili a comprendere.
Immagini della mia giovinezza, immagini della mia Lily, delle mie scelte sbagliate e poi quelle degli ultimi anni al servizio di Silente.
Il mio ultimo dono alla causa, qualcosa che non avrei mai voluto condividere col figlio di James Potter, qualcosa che volevo restasse solo mio.
Ma non c’è scelta: dovrò lasciare che il ragazzo strappi dal mio cuore queste immagini divenute, grazie a quel poco di magia che ancora mi rimane, delle sottili volute argentee che fluttuano sopra la mia testa.
Sembra indeciso sul da farsi.
Deve far presto, se morirò prima che abbia finito, quei ricordi svaniranno con me.
Spalanco la bocca, vorrei gridare, ma ciò che esce è solo un rantolo impastato di sangue.
"Prendi… Prendi... "
Lo fa, ecco, così.
Lo osservo, mentre con la bacchetta raccoglie ciò che gli ho dato.
C’è la Granger al suo fianco come sempre. E’ lei ad infilargli quasi a forza una fiaschetta tra le mani.
Abbasso lo sguardo sulle mie dita ancora strette al colletto della camicia del ragazzo, non mi ero reso conto di tenerlo vicino a me ancora con tanta forza.
Ma ora sento la stoffa scivolare lentamente tra i polpastrelli sporchi di sangue.
Ho finito: ora la mia missione è conclusa, il prescelto saprà. Saprà di dover morire.
Lily perdonami per quello che ho fatto: ho dovuto farlo. Se solo ci fosse stato un altro modo, un maledettissimo altro modo…
La piccola bottiglia è piena.
La luce irradiata dai miei ricordi m’infastidisce, ma mi sforzo di non stringere le palpebre: nell’oscurità ho sempre visto solo orrore e nel sonno ho trovato solo incubi.
Non voglio, non voglio vedere il volto delle mie vittime chiudendo gli occhi per l’ultima volta.
Lily, Lily, ti prego:
"Guar... da... mi..."
Come sono belli i tuoi occhi, amore mio!

FINE

  
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