Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: Shade Owl    11/09/2013    1 recensioni
Durante le operazioni minerarie su un lontano pianeta, l'agente di sicurezza Parker Bones viene svegliato nottetempo a causa di alcuni problemi con tre uomini che ha arrestato il giorno prima: sembrano aver contratto una qualche malattia e questo, in seguito ad altri avvenimenti misteriosi, spinge il Capitano della PCP Ascendant a chiedere aiuto.
E così, una donna viene mandata sulla nave: l'Ufficiale Valentine...
Genere: Mistero, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Anche con l’aiuto del Primo Ufficiale Fletcher, l’aria contenuta nelle bombole di ossigeno non fu sufficiente a terminare l’ispezione: la zona di quarantena della nave comprendeva almeno un terzo del Ponte Equipaggio, per un totale di circa ottanta persone. L'Ufficiale Valentine provvide personalmente a visitarle, misurando temperatura e pressione, reattività delle pupille e, per finire, il colore del sangue. Non fece un emocromo, si limitò a fare un taglietto sul dito degli operai per controllare a occhio nudo, cercando una decolorazione rivelatrice.
Molti di essi risultarono perfettamente sani (quantomeno, non mostrarono sintomi di malattia), ma una mezza dozzina manifestarono segnali di malessere, forse imputabili a un semplice attacco di isteria di massa o, peggio ancora, a una effettiva contaminazione, anche se non presentavano significative decolorazioni del sangue. Loro, senza eccezioni, vennero tutti confinati negli alloggi, gli altri furono rispediti da Malkovich, dal quale corsero con sorrisi che andavano da un orecchio all’altro: l’aver scoperto di non essere malati (pur rimanendo a rischio) sembrava avergli dato una certa carica positiva.
D’altro canto, almeno cinquanta persone rimasero in sospeso, ancora in attesa di essere esaminate e di ricevere un via libera o una condanna definitiva. E la parte peggiore, come osservò Brenda a un certo punto, era che non potevano permettersi di attendere: se qualcuno avesse ceduto al panico, accusando un compagno di essere malato e di mettere al rischio tutti gli altri, si sarebbe scatenata una vera sommossa, cosa che in quel frangente non si potevano permettere.
- Malkovich non ci darà altre tute, per adesso.- disse Bones, mentre lui e Valentine si sfilavano quelle che avevano addosso - Molte servono al personale per effettuare lavori di manutenzione, o per le trivellazioni. Queste erano in più, e finché non si saranno ricaricate…-
- In parole povere, fa ancora ostruzionismo.- disse scocciata lei, uscendo dalla propria tuta - D’accordo… di questo passo non andremo da nessuna parte. Che ore sono?-
- Le nove e mezza di sera, ora terrestre.- rispose Bones - Ce la fai a continuare?-
Valentine sospirò, massaggiandosi gli occhi con le dita e aggrappandosi alla parete con l’altra mano.
- Onestamente, sento di essere esausta.- ammise a malincuore - E la logica mi suggerirebbe di riposare. Non sarei utile a nessuno se crollassi… d’altra parte, come ha detto la Comandante Fletcher, dobbiamo accertarci che stiano tutti bene, prima di fermarci, o scoppierà il caos.-
- Beh, possiamo farlo noi.- disse Bones - Cioè, Brenda e io. Non sono un medico, ma penso di sapere come misurare la febbre a una persona. E credo di aver capito come funziona anche il discorso della lucetta negli occhi… insomma, ce la dovrei fare. Aspetto solo che si ricarichi l’ossigeno e vado.-
Valentine sospirò.
- Va bene. Ma se dovessi essere in dubbio, voglio che mi chiami immediatamente, senza farti scrupolo. Non possiamo correre rischi.-
- D’accordo. Ma spiegami una cosa…- aggiunse lui - Dici di non essere un dottore, ma sembri saperla lunga anche in medicina.-
Valentine aggrottò la fronte.
- Vuoi avanzare un’ipotesi che è già stata scartata fin dall’inizio?-
- No… inizio a credere che tu non sia del tutto umana…- ridacchiò Bones - No, volevo capire perché dici di non sapere niente in campo medico.-
- Ho detto che non è la mia specializzazione.- corresse lei - Beh, buonanotte, Bones.- sospirò subito dopo, avviandosi verso la propria cabina - E fammi sapere come va.-
 
Lasciato Parker Bones a occuparsi dell’equipaggio con Brenda Fletcher, Valentine si stese sulla branda completamente svestita, senza nemmeno guardare dove lasciava i propri panni. Doveva ammetterlo, aveva un gran sonno. Un sonno tremendo.
Odio l’iperspazio… Pensò.
Rimase distesa sopra le coperte a fissare il soffitto per un po’, mentre il suo corpo si arrendeva pian piano alla stanchezza. Brandelli di pensieri selvaggi le attraversarono la mente, sconnessi e privi di un qualunque filo logico: a volte erano immagini di un cielo infuocato, dal quale decine di navicelle cercavano di scappare, e altre volte erano solo il dottor Lassiter e il suo assistente senza nome che venivano aggrediti dagli uomini–pianta. Rivide anche il fiore dell’esperimento, quello a cui parlavano per ottenere delle reazioni… e il Generale Jefferson, che suonava il sax mentre Malkovich danzava il valzer con una trivella gigante…
 
Paura… abbiamo paura… ci vogliono fare del male…
- Come?-
Aiuto… dobbiamo difenderci… ci uccideranno tutti!
- Calma, nessuno ucciderà nessuno. Chi sei?-
Io sono loro… tutti loro. Noi siamo il tutto. Ci proteggiamo l’un l’altro.
- Il tutto? Una sorta di… coscienza collettiva?-
Siamo stati attaccati. Ci hanno feriti, molti sono stati uccisi. Ma noi siamo forti, più forti di loro. Ci vendicheremo.
- Perché me lo stai dicendo? E come hai fatto a…-
Abbiamo paura. Siamo in pericolo. Ci difenderemo.
VATTENE!
 
Valentine si svegliò di soprassalto, come se le avessero gridato nelle orecchie all’improvviso. Per un attimo non riconobbe il luogo in cui si trovava, ma dopo qualche istante di spaesamento comprese di essere nella cabina che occupava sulla Ascendant. Traendo qualche profondo respiro per calmarsi, inforcò gli occhiali e guardò l’orologio: mezzanotte e ventitré, ora terrestre. Aveva dormito poche ore.
Chissà se Bones ha già finito?
In ogni caso, non lo avrebbe cercato immediatamente. Era molto tardi, forse stava già dormendo e, se così non era, stava senz’altro lavorando ancora. Disturbarlo sarebbe stato inutile.
Preferì quindi dedicare le sue energie al sogno che aveva fatto.
Non è stato un sogno. Decise, alzandosi in piedi e aprendo il proprio borsone, portato lì da uno degli uomini di Malkovich. Qualcuno ha stabilito con me un contatto psichico. Ha atteso che mi addormentassi e mi ha mandato un avvertimento.
Estrasse dal bagaglio un paio di vecchi pantaloni e una maglia, un abbigliamento qualunque da usare in un momento qualunque, e si vestì rapidamente. Uscì senza scarpe dalla cabina, recuperando solo la cintura di gadget, e si diresse immediatamente verso il Ponte Medico.
Ne era sicura, il contatto era stato stabilito da… qualsiasi cosa fossero le piante di Cassandra V. E se davvero avevano un’intelligenza collettiva, non avrebbe avuto bisogno di scendere fin laggiù per avere delle risposte.
 
Il reparto di isolamento era piantonato da due uomini annoiati e un po’ assonnati che, per nulla concentrati su quanto accadeva nella stanza blindata, giocavano svogliatamente a carte sul pavimento. Quando la videro esitarono un momento, poi quello che sembrava il più anziano si alzò, grattandosi la barba cespugliosa.
- ‘Sera.- grugnì.
- Buonasera.- rispose lei - Devo vedere i pazienti. Ci sono stati cambiamenti nelle ultime ore?-
- Certo, non si vede? Ci divertiamo una cifra, qui…- brontolò quello che non si era alzato.
- Preferiva che tentassero la fuga?- chiese freddamente Valentine - Che cercassero di infettare anche voi? Perché posso aprire la porta, se volete, e farvi entrare. Non vi fermerò.-
I due si scambiarono un’occhiata imbarazzata, senza rispondere. Valentine li ignorò e prese il comunicatore dalla cintura.
- Sono l'Ufficiale Valentine.- disse, conscia che l’altro era ancora all’interno della stanza: nessuno lo aveva più recuperato, dopo l’aggressione di quel pomeriggio - Qualcuno capisce quello che gli sto dicendo?-
Si affacciò al vetro antisfondamento, ignorando gli sguardi perplessi dei due uomini lì accanto, e sbirciò all’interno: le luci erano state abbassate per la notte dal programma automatico, ma distingueva ancora i pazienti. Se ne stavano tutti sul letto, rannicchiati con le ginocchia tra le braccia e la fronte posata sulle gambe, a parte Lassiter e il suo assistente, che ancora giacevano sul pavimento, in preda ai sintomi della prima fase dell’infezione.
- Sono l'Ufficiale Valentine.- ripeté - E sono qui per aiutarvi. Per favore, se mi sentite, se capite quello che sto dicendo, rispondetemi subito.-
- Ehm… signora, guardi che…-
- Silenzio!- sbottò.
Attese ancora per un momento, iniziando a disperare. Poi…
- Lei… è la donna… nuova.-
La voce giunse lenta e roca alle sue orecchie, come se chi la stava utilizzando non fosse molto allenato a parlare. Strizzando le palpebre, Valentine si accorse che Nolan Brody aveva portato una mano alla bocca: era lui che aveva preso il comunicatore.
- Signor Brody, sono l'Ufficiale Valentine.- disse - O sto parlando con… un albero?-
Ancora un istante di silenzio.
- Noi… abbiamo paura…- disse alla fine.
- Chi siete “voi”? Le piante di Cassandra V?-
- Noi… sì. Siamo… siamo il popolo… il Popolo Verde.-
- Molto bene.- disse Valentine, continuando a non prestare attenzione ai due guardiani che, assistendo a quello scambio di battute, avevano cominciato ad animarsi un poco - Se non le dispiace, la chiamerò ancora “Nolan” o “signor Brody”. Mi impedirà di fare confusione. Lei è d’accordo?-
Lentamente, Brody annuì.
- Se ritiene… più facile… parlarci… allora sì.-
- Perfetto. Ora mi dica, signor Brody… mi avete mandato un messaggio psichico, pochi minuti fa?-
Di nuovo, l’uomo annuì. Valentine notò che i suoi movimenti erano piuttosto rigidi: la corteccia doveva essersi diffusa.
- Perché lo avete fatto? Cosa volevate dirmi?-
Il silenzio, stavolta, durò più a lungo, come se Brody non sapesse rispondere. O forse, più semplicemente, stava interagendo con tutte le piante di Cassandra V, una cosa che avrebbe senz’altro richiesto del tempo, dato il loro numero.
- Tu… sei diversa.- disse dopo un tempo che parve infinito - I Cybinadi… loro sapevano… sapevano chi sei. Ti conoscevano. Non sei… come gli altri.-
- Chi sono i Cybinadi?-
- I nostri… primi nemici.- rispose lui - Ci hanno aggrediti… e noi ci siamo difesi. Ora loro… fanno parte di noi.-
Valentine esitò.
- I Cybinadi erano gli abitanti di Cassandra V, giusto?-
- Loro non possono… più farci del male. Loro fanno… parte di noi. Non possono…-
Brody si interruppe un momento, esalando un sospiro tremulo.
- Tu sei… diversa.- ripeté - Tu… non aggredisci. Tu… non fai del male. Tu… aiuti.-
- Sono qui per questo.- rispose Valentine - Come posso fare?-
Di nuovo, Brody esitò.
- Andandotene.-
Valentine attese che aggiungesse qualcosa, ma non successe. Il silenzio regnò per qualche minuto, e persino i due uomini alle sue spalle si erano zittiti, troppo presi dalla conversazione per osare emettere un suono.
- Non capisco.- disse alla fine lei - Come posso aiutare, andando via?-
- Noi… proteggiamo… noi.- rispose Brody - Tu… non sei… come noi. Ma neanche… come loro. Vattene… e ti lasceremo andare. Non è… la tua guerra.-
- Guerra?- ripeté Valentine, senza capire - Signor Brody, temo di non seguirla più. Non c’è nessuna guerra. Questa è una nave mineraria…-
- Loro… ci hanno… uccisi. Loro… ci hanno… feriti. Loro… ci hanno… invasi. Questa è… una guerra. E noi… combatteremo.-
Alzò finalmente la testa, piantando gli occhi su di lei. Anche alla poca luce che c’era, Valentine si accorse che avevano perso quasi totalmente il colore, e che la pelle del volto era stata del tutto sostituita dalla corteccia.
- Noi… sopravvivremo.- disse Brody - E la guerra… finirà.-

Come si dice dalle mie parti, "mi garba". Sì, "mi garba". M'è venuto bene, lo sento. O forse è la mancanza di sonno, boh...
Ringrazio Ely79, LullabyMilla, Kira16 e Ser Balzo, che mi seguono. A domani!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Shade Owl