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Autore: L0g1c1ta    11/09/2013    2 recensioni
Dieci ragazzi e una professoressa.
Ognuno di loro ha una storia. Ognuno di loro ha un passato.
Passano insieme quattordici giorni di vacanze all'estero e insieme decidono di fare un rito per entrare nel Regno dell'Incubo, risvegliando l'Uomo Nero ed entrando nel suo mondo.
Mano a mano che esplorano il luogo si rendono conto che anche i Guardiani e altri spiriti si trovano costretti ad abitare in quest'isola ove sono ricercati dalla reale padrona del Regno: Macula Sanguinea.
Tra umani e spiriti si cuciranno rapporti d'amicizia o inimicizia.
Riusciranno a tornare a casa?
Riusciranno a sfuggire dalle mani della megera Macula Sanguinea?
Riusciranno a scampare alla morte?
Genere: Angst, Generale, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nuovo personaggio, Pitch
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Madre de Dios …che male…la testa…

Perché è tutto buio?

Perché la testa la sento esplodere?

Ma soprattutto, DOVE SONO?!

Riesco ad aprire gli occhi. Sono in uno stanzino buio e grigio. Non sento alcun rumore. Ma come ci sono arrivato qui?! Mi prendo la testa fra le mani. Pulsa in un modo allucinante, come se il mio cuore si fosse trasferito nel cervello. Diablos che dolore! Come mi sono ridotto così? Non ricordo… forse ho sbattuto la testa da qualche parte…aspetta…forse si! Ma certo! Il pavimento! Si è rotto! Non so come ma è così! Ma perché mi trovavo lì, nella cucina degli italiani?

 Mmmintanto gli occhi si sono abituati all’oscurità. Lo stanzino, o qualsiasi cretinata sia, ha una via d’uscita: una porta che non credo sia bloccata. Degli scatoloni chiusi col, credo, nastro adesivo, delle torce d’emergenza con molte pile, un corpo, una lante…erm…?

MADRE DE DIOS!

È una ragazza stecchita!

No.

Carmen?

Mini?

Si si! È lei!

Mi fiondo su di lei e comincio a muoverla con una grazia da non commentare. Ma perché devo essere sempre così aggressivo? Anche con mia sorella? Ma perché non vuole svegliarsi?! No no, si sveglia. Grazie al Cielo…

“Emr…?” mi guarda come se non mi avesse mai visto in vita sua.

“Mini? Sorellina stai bene?” si stropiccia gli occhi. Fa sempre così quando si sveglia.

Diablos…Al…dove siamo…?” mi chiede con voce stanca.

“Sei viva!” comincio a gioire. Mini sta bene!

“…?!” mi guarda come se fossi impazzito. Erm…il balletto di gioia può aspettare.

“Al che è successo?” si guarda attorno confusa.

“Non lo so ma la cosa non mi piace” comincio ad osservare meglio il, credo, sgabuzzino. È piuttosto piccolo ora che mi sono rimesso in piedi lo noto. Ma perché non c’è luce?

Faccio alzare Mini. Lei fa un piccolo urletto e si tocca la caviglia.

Que succede?”

“La caviglia…è come se un gigante si fosse seduto sopra…”dice mentre si dimena dal dolore. Presi, finalmente, quella dannata torcia. Ci sono già le pile, meno male. La punto sulla sua caviglia. Ha un livido enorme! Ed è tutto blu!

“Ma come te lo sei fatta?!” è grande quanto il mio pugno, e il mio pugno non è qualcosa da sottovalutare.

“Mi ricordo del rito…e del pavimento…ma gli altri dove sono?” Dios è vero! E gli altri dove si sono nascosti?

“Non lo so, ma qui la cosa è molto grigia…” Non so il perché, ma sento che qualcosa non va. C’è qualcosa che non torna…Farut…voleva farla pagare a Fabì…gliela aveva promesso…ma certo!

Guardo mia sorella negli occhi: ha il mio stesso sguardo. Siamo gemelli, ci capiamo al volo e talvolta ci leggiamo nel pensiero, infatti Mini ed io abbiamo centrato il punto.

“Farut ci ha fatto uno scherzo molto divertente…” dice lei con tono furioso.“Non so come abbia fatto a portarci qui ma credo sia opera sua” Mini ha ragione. Lei ha sempre ragione.

“Senti, intanto che cerchiamo di capire come abbia fatto, cerchiamo gli altri, devono essere nei paraggi, e prendi la torcia” lo fa. Anche quella ha le batterie. Dopo aver preso altre batterie che ci sono per terra, non si sa mai, apriamo la maniglia. Un corridoio lungo che sembra non finire mai con delle porte lungo di esso.

“Senti, esploriamo tutte le porte…forse si è nascosto dentro per farci prendere uno spavento…” mi sussurra Mini.

“Allora non sa cosa sono i gemelli Sanz”dico con tono da assassino. Già, non ci conosce proprio quello sciacallo. Crede che noi non possiamo sbrigarcela con le nostre mani perché abbiamo in corpo due sangui diversi.

Ingenuo!

Faccio segno a Mini di andare a destra ed io vado a sinistra. Abbiamo il nostro sguardo furbo e sicuro.

Poggiamo le   orecchie contro la porta. Si sentono dei sospiri dall’interno.

Che idiota. Fregarci così! Dilettante! Faccio il conto alla rovescia con un sussurro…Tres…Dos…Uno…VIA! Apriamo di scatto la porta, nello stesso secondo. Credeva di fregare Aleja…

Madre de Dios

Ma cosa diavolo sono?

“Al…” mi giro verso Mini. Gli stessi cavalli neri. Hanno occhi di leone e la criniera…ma di che diavolo è fatta? Mini mi prende la mano. Un po’ trema. Guardiamo i cavalli sul lato destro. Ci guardano…non credo che sia un buon segno…fiutano l’aria attorno a noi. Si avvicinano lentamente…verso Mini. Oh no! Non lo permetterò!

“Mini scappiamo!” corriamo verso il corridoio come quella volta che da bambini buttavamo dei petardi nel palazzo dei vicini e noi correvamo come degli idioti in cerca di un luogo dove nasconderci.

Mini è vicino a me. Non è per niente stanca, certo, ci siamo allenati come dei malati nelle corse insieme a Fabì. Ci guardiamo dietro. I, credo, cavalli hanno uno sguardo minaccioso e i loro occhi di leoni sono incollati ai nostri e non sembrano aver voglia di mollarci.

Faccio segno a mia sorella.

La vecchia tattica del nascondiglio.

Mi fa segno di si, anche se un po’ impaurita.

Continuiamo a correre più veloci di prima. Si! Non ci vedono! Una via ad X! Perfetto! Raggiungiamo gli angoli dell’X e ci nascondiamo lì. Come previsto…i cavalli continuano a correre dritti mentre invece noi siamo nascosti agli angoli dell’incrocio. Idioti…

Spariscono dalla vista. Bene, possiamo parlare. Mini mi guarda con occhi da topo impaurito.

Què. Diablos. Eran. Quei. Cosi!?” mi guarda come se dovessi avere una specie di risposta a quel quiz impossibile.

“Non. Lo. So…” la imito per non farle avere paura. Funziona. Mi lancia un sorriso furbetto, peccato che subito lo sostituisce con uno sguardo pensieroso.

“Chissà come ha fatto Farut a fare quei cosi”

“Mi crederai un perfetto idiota ma non credo che Farut abbia avuto un’idea così bella” dico mentre cerchiamo di ripercorrere il corridoio all’indietro. Quel tricheco non è capace di fare una roba del genere, siamo più bravi noi, modestamente. Mini si morde un dito e mi guarda.

“Forse ha chiesto a qualcuno come farlo”

“No! Ti immagini qualcuno che aiuta quel bestione? Non accetterebbe manco pagato!” è vero. Da quella volta nel bosco con Fabì, cioè quasi all’inizio della vacanza, Farut è stato messo su una cattiva luce. Meglio per noi e peggio per lui. Mica si offende mia sorella in quel modo! Mini, saggezza della saggezza, nota il mio sguardo pensieroso.

“Non pensare più a quel giorno, è tutto ok! Ora dobbiamo pensare a come uscire da questo…non lo so…poi trovare gli altri e dire che è stato uno scherzo molto divertente” ha ragione. Mmm…ho un’idea.

“Andiamo dentro alcune camere e vediamo cosa possiamo fare” e così facciamo, questa volta senza separarci però, altrimenti dobbiamo rifare ancora un’altra maratona. Entriamo in una stanza. I muri sono di un bianco sporco, c’è un letto…no due, con delle tendine per dividergli. I materassi sono quasi del tutto distrutti e mezzi ammuffiti. Bleah! Ma…CHE?!

Guardo mia sorella con gli occhi sbarrati. Le finestre sono murate, letteralmente!

“L’hanno fatto di recente…l’argilla è mezza fresca” è vero. Molto strano. Vedo ancora la cosa molto grigia… corriamo verso le altre camere. La stessa storia: due letti con tendine e una finestrona murata, forse, poche ore prima. Ma che scherzo è?!

“Esta historia apesta…”

“Non può essere stato Farut…”

Penso in fretta. Dobbiamo capire subito dove diavolo siamo. Subito! O uccido qualcuno e non vorrei che quel qualcuno fosse Mini.

“Spacco tutto!”

“Ok ti aiuto!” e iniziamo a dare calci ai mattoni che lentamente si spostano all’indietro. Qualcuno se ci vedrebbe ci prenderebbe per dei drogati, ma io e Mini siamo fatti così. Non importa se esiste una regola che ci dice cosa fare o non fare. Anche se è una cosa scema o idiota la facciamo lo stesso, l’importante è che entrambi siamo d’accordo.

I mattoni, finalmente, decidono di collaborare.

Madre de Dios…!” lo diciamo insieme.

È il paesaggio più triste e desolante che io abbia mai visto…

Ci troviamo in un, più o meno, paese.

Lo capisco dalle case e i negozi.

Spingiamo altri mattoni.

Ora vedo meglio.

Si, è un paese, ora non ho dubbi. Non è molto grande. Guardo più in fondo: c’è un bosco gigantesco di cui non vedo il maledetto fondo. Poi c’è una piazza con una fontana distrutta…poi ci sono delle case e dei negozi ma non ci bado molto a che tipo di negozi siano…è troppo…questo non è un maldito scherzo…

“Ma come siamo finiti qui?!” dico mezzo impazzito.

“Aspetta! Prima dobbiamo trovare un modo per uscire da…”

“Ma come faremo?! Non c’è una cacchio di porta guarda!” indico il piano di sotto del, diablos non lo so, palazzo dove ci troviamo. La porta non è nemmeno murata: non esiste. Saludos…la porta è inesistente.

Mini intanto comincia a camminare avanti e indietro per pensare. La sento dai suoi passi. Anche lei è molto nervosa. Ma perché siamo finiti in questa situazione!? Perché siamo qui?! Chi è il genio che ci ha portato qui?! Se è stato Farut li metto del peperoncino nelle mutande e…no…no…non può essere stato lui! DIABLOS! Non è divertente come scherzo…forse è così che la gente si sente quando noi due facciamo questi scherzi…giuro che non gli farò mai più. Mai! Ascolterò più spesso papà e basta…

Sento un urletto alle spalle. Mini si piega sulla gamba. Diablos…quella maratona deve averla sgangherata di brutto…

“Aspetta ti aiuto” prendo il suo braccio, me lo metto sopra il collo e la stendo sul letto. Le arrotolo la gamba del jeans. Mini ora ha dei jeans lunghi, aderenti e grigio scuri con una canotta scollata e nera con i suoi guanti neri senza dita. Noi due amiamo il nero, abbiamo anche lo stesso colore preferito. Anch’io ho il suo stesso completo e dello stesso colore ma molto più largo, comodo, con la mia camicia di pelle preferita, quella che papà mi dice sempre che sembro un criminales e la guardava sempre male soprattutto girava sempre la testa quando vedeva le borchie color argento e siamo solo con i calzini. Non dovevamo toglierci le scarpe…

“Diavolo…si è fatto più blu…” mannaggia…e ora? Mia sorella sta soffrendo e io non so cosa cribbio fare! Ma perché non potevo fare lo scout al posto del mini terrorista? Ma perché non ho fatto una cavolo di cosa utile in questi quindici anni e mezzo? E ora? Mica c’è qualcuno che mi aiuta?

“Aiu…” Mini geme. Madre de Dios, cosa faccio?!

“Mini, cosa faccio?”

“Credo che siamo in un ospedale…” diavoli…sta pure delirando…

Què?”

“Intendo dire che forse in questa baracca c’è un kit del pronto soccorso tipo infermiere” è vero. Es cierto!

“Aspettami qui. Io vado a trovare qualcosa di buono” mentre dico questo esco dalla stanza e la chiudo. Non si sa mai cosa può accadere. Prendo la torcia in mano e parto per questa avventura idiota.

 

 

Idiot. Retrasado. Deficiente. Anzi no. Non esistono parole per descrivermi ora.

Sto camminando da non so quanto tempo in questo, credo, ospedale.

Diablos! Dovevo restare con Mini invece di girare a vuoto in questa baracca! Maldito a me e alla mia zucca vuota.

Perfetto…un altro bivio…se continuo così mi perderò…

Erm…no…

No!!!

NO!

E ora come ritorno da Mini?!

Mi sono perso come un deficiente!

MADRE DE DIOS!

Ma perché tutte le sciagure più nere di questo mondo devono accadere solo ed esclusivamente a me?!

È già troppo se siamo nei guai a scuola e con papà,e ora questo?!

Mi siedo per terra con la schiena schiacciata tra il corpo e il muro. È pure gelato…magnifico…e ora che faccio se quei cavalli, o quello che sono, mi ritrovano?! Mi metto a terra a implorare pietà?! Anzi no…e se quei cosi riescono a trovare Mini?!

Scatto in piedi. No, non glielo permetterò!

Comincio a camminare velocemente all’indietro, forse così trovo la stanza. È una speranza da non sottovalutare, ben detto Yoshi. Sempre se trovo questa famosa stanza. Ecco, un altro bivio…maldito a me! Ero andato di là o di là? Ma che ne so?! Dai proviamo…andiamo di là…

Continuo a camminare. Lo sapevo, dov’ero andato io non c’erano le scale. Mi giro e…

Ma…ma…ma…ma…ma…

No!

Non è possibile!

E questo muro chi l’ha messo qui?!

Tocco il muro. Mi trema la mano. Mini…come faccio?! Mini…Papà…non voglio che finisca così…no!

Prendo a pugni il muro. Voglio tornare da Mini! Questo scherzo è durato anche troppo!

“Ora basta! Avete finito di rompere! Finitela! Siete soddisfatti?! Eccomi con le lacrime agli occhi, ma basta! Lasciateci stare! Aprite questo coso! ORA!” le lacrime mi spezzano la voce. Forse qualcuno mi ha sentito…aspetto…aspetto…NO…niente…

Qualcuno ride…

Forse…le ho già sentite queste risate…

Pochi attimi prima di sprofondare nel pavimento…

Vengono dalle scale…devo essere impazzito…

Prendo la torcia e vado giù con cautela.  Maldito a queste scale…troppo scivolose. Ma que diablo è? Le risate sono più vicine. Ecco sono arrivato al fondo, finalmente.

Erm…?

Bambini?

Si, bambini.

Loro stanno ridendo. Sono…cinque…no, sei. Sei maschi. Tutti con i capelli scuri. Sono in cerchio e al centro c’è una bambina. L’unica del gruppo che non sta ridendo. Loro ridono della piccolina, ho capito. Deve essere anche la più piccola del gruppo…diablos che capelli rossi!

“Strega strega! Sei una strega! Sparisci rossa! Quelli come te devono essere bruciati! Bruciamola viva!” continuano a cantare questa filastrocca per, non so quante volte. La piccola continua a piangere mentre i bambini cominciano a darle calci e pugni. E ridono. Ridono come dei mostri. Mi sento un verme. Maldito a me e a quello che sto per fare!

Hey criminales!” Si voltano…Madre de Dios, gli occhi! Sono come dei mostri di prima! Indietreggio. Mi guardano male. Ma perché non potevo fare gli affari miei?! Dios…che vogliono…? Perché si avvicinano?!

Fuera! Andate via!” urlo contro di loro. Sorridono. Che brutto sorriso. Questi devono essere los hijos del diablo, i figli del demonio.

“Uno stregone…” mormora uno di loro.

“Un altro tuo amico…” un altro mormora. La bambina alza gli occhi dalle mani. Che visino…è piena di lividi…hanno esagerato quei criminales!

Fuera! Salir! Andate via!” mi muore la voce in gola. Dios. Ho paura… quei criminales si gettano su di me! Devo andare via!

Corro su per le scale.

Corro.

Corro.

Corro.

Ma non erano così alte!

Ne sono sicuro! Guardo indietro. Mi Dios! Non sono i bambini! Non sono i cavalli! Cosa sono!? Aiuto!

No!

Sono inciampato!

Scale maledette!!!

I fantasmini mi hanno preso…

“Ayùdame!!!” nessuno mi sente. Dov’è la piccola?! Cosa faccio?! Eccoli…sono a due passi da me…no! No! Due fantasmini mi prendono per le braccia…poi altri due per le gambe…un altro mi tiene la testa…ce n’è un altro.

Cos’ha in mano?

Luccica.

È lungo quanto il braccio di Niki o Leo.

Mi dimeno. Sono troppo forti.

Si avvicina lentamente.

È a pochi centimetri da me.

Guardo i suoi occhi.

Ho paura.

Ho tanta paura.

Non può finire così!!!

“Ayuda! Alguien me ayude!!!”

Ridono ancora.

Non dovevo essere qui! Perché?! Perché?!

Alza il coltello. Aiuto…

“MINI!!!”

  
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