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Autore: thenightsonfire    11/09/2013    12 recensioni
«I ragazzi che si amano si baciano in piedi
contro le porte della notte.»
Jacques Prévert.
Forse lui era ubriaco, ma per questo non la amava di meno. Era ubriaco, ed era innamorato, e il suo sangue pulsava forte nelle vene come se avesse saputo di dover morire. Era ubriaco e stava amando come si dovrebbe amare. Come se non gli rimanesse tempo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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(A Roberta,
come promessa che non scomparirò.
Perché non ci credi,
e certe volte bisogna avere un po' di fede.)


 

IN PIEDI CONTRO LE PORTE DELLA NOTTE

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
contro le porte della notte
e i passanti che passano li segnano a dito
ma i ragazzi che si amano
non ci sono per nessuno.”
Jacques Prévert.

 

 

“E tu, Scorpius Hyperion Malfoy,” fece Lily con le labbra piegate all'insù, in un sorrisino di sfida, pungolandogli un fianco, “tu credi nella felicità?”

“Sai quando dicono che la felicità risiede nelle piccole cose?” rispose lui dopo qualche attimo.

Aveva abbassato gli occhi grigi, un po' offuscati dall'alcool, su di lei. Erano di ritorno dall'addio al celibato di Davies – entrambi brilli, entrambi barcollanti, entrambi, come sempre, incapaci di tenere le mani lontane dall'altro.

Lily annuì.

“Non ci credevo,” rispose Scorpius, la voce arrochita dall'alcool. “Non credevo nemmeno nella felicità. Poi mi sono innamorato delle tue lentiggini.” E parlò più piano, come se fosse un segreto. “E della cicatrice che tieni nascosta dietro il ginocchio, e del piccolo neo a forma di cuore sotto l'ombelico.” Le sfiorò la pancia piatta coperta da un maglione. “Adesso ci credo. La felicità è nascosta nei particolari.”

Lily arrossì e distolse lo sguardo. “Sei ubriaco,” mormorò.

“Non così tanto,” replicò lui, e rise piano. “Perché se no ti sarei già saltato addosso, e invece ti sto dicendo che ti amo.”

Lily tirò fuori le chiavi del suo appartamento dalla borsa, evitando accuratamente di guardarlo. “Non ti riconosco, Scorpius Malfoy,” confessò piano, “e certe volte non riconosco nemmeno più nemmeno me.”

“Nemmeno io,” disse l'ex Serpeverde, poggiandosi contro lo stipite della porta.

Sentiva l'alcool salirgli alla testa. Sembrava che, invece di migliorare, stesse peggiorando. Ma lei era davanti a lui, e aveva i capelli sciolti, e fu colpito dal pensiero che non avrebbe mai più avuto ventidue anni come li aveva oggi: con leggerezza, e spontaneità, con la spensieratezza di chi ha la propria vita in mano e, come fosse un nettare prezioso, la sta assaporando goccia dopo goccia; e allo stesso modo capì che non sarebbe stata mai meno bella di così, le guance rese rosee dall'alcool e gli occhi lucidi per il freddo invernale, e forse lui era davvero più ubriaco di quanto pensasse, ma ciò non la rendeva meno bella, ciò non rendeva i suoi occhi meno profondi, e il suo collo meno candido. Forse lui era ubriaco, ma per questo non la amava di meno. Era ubriaco, ed era innamorato, e il suo sangue pulsava forte nelle vene come se avesse saputo di dover morire. Era ubriaco e stava amando come si dovrebbe amare. Come se non gli rimanesse tempo.

Lily riuscì ad infilare la chiave nella toppa dopo qualche tentennamento. Era davvero ubriaca. Rise per il suo fare impacciato, e per la felicità scaturita dalle parole di Scorpius, e per l'aria frizzantina di quella notte invernale. Tuttavia, Scorpius non le diede il tempo di aprire la porta d'ingresso, perché la afferrò per l'avambraccio e la fece voltare. Mentre Lily si appoggiava alla porta, le labbra di Scorpius calarono su di lei, e la baciò come un assetato beve la prima acqua dopo giorni, come avesse potuto vivere soltanto del sapore della sua bocca e della sensazione delle sue labbra contro le sue. La baciò come se ne valesse della sua stessa vita. Passò le mani sui suoi fianchi, sotto il suo seno, sui glutei, dietro le cosce, infine con più delicatezza sul suo viso, che prese come se fosse fatto di cristallo. Poggiò la fronte su quella di Lily.

“La felicità sta nelle piccole cose,” sussurrò sulla bocca della ragazza. “E io sono ubriaco e ti amo, e voglio scoprirti di nuovo, ancora e ancora. Voglio scoprire tutti i piccoli posti dove si nasconde la mia felicità, Lily Luna Potter. Perché è mia, e io sono un essere profondamente egoista, e voglio godermela fino in fondo.”

“Siamo così ubriachi,” disse solo Lily, passando le dita fra i capelli biondi del ragazzo. “Così, così ubriachi. Ma tu sei qui, e mi stai toccando, e ogni volta che mi tocchi voglio fare l'amore con te, e darti la felicità che ti appartiene. Volevo fare l'amore con te anche quando eravamo alla festa. La verità è che vorrei fare l'amore con te tutto il tempo.”

E Scorpius pensò che aveva ragione: che anche lei era ubriaca e che il giorno dopo, se avesse ricordato quelle parole, probabilmente si sarebbe imbarazzata e si sarebbe odiata per la sua sfrontatezza, per il modo in cui si era esposta, e per la fragilità che aveva mostrato. Però pensò anche che la fragilità era una di quelle piccole cose in cui si nascondeva la felicità, e sorrise, riprese a baciarla, e girò la chiave nella toppa per entrare nell'appartamento — perché la notte era ancora giovane, e lo erano anche loro, il minuscolo appartamento in cui loro due vivevano insieme era un'altra di quelle piccole cose in cui si nascondeva la felicità.

 


La citazione iniziale è solo l'inizio della poesia di Prévert. Poi continua così: “[...] ed è la loro ombra soltanto che trema nella notte / stimolando la rabbia dei passanti / la loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia / I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno / essi sono altrove molto più lontano della notte / molto più in alto del giorno / nell'abbagliante splendore del loro primo amore”.


Questa oneshot è una specie di «addio all'Italia» personale, perché venerdì mi trasferisco a Londra per frequentare l'università. Se vi piace, per favore, fatevi sentire in qualche modo. Non sapete quanto bene facciano le vostre parole, quanto mi spronino a continuare a scrivere. Io, di mio, vi auguro tutto il bene del mondo.


Carme.

   
 
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