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Autore: bibrilove98    11/09/2013    3 recensioni
Chiara ama leggere. Legge perché le piace stare con la testa tra le nuvole e per lei tutto ciò che legge può diventare realtà. Ma questa volta non credeva che quel libro potesse avvicinarsi così tanto alla vita reale, o meglio, che lei potesse avvicinarsi così tanto a quel mondo, un mondo vissuto e rivissuto attraverso la storia, ma mai in quel modo, un mondo in pericolo. Presto si ritroverà a combattere al fianco di nuovi amici per difendere quel posto di cui inizialmente non si sente parte, ma poi diventa come una seconda casa. Molti nemici cercheranno di ostacolarla, tra antichi saggi poco permissivi, chimere, principi troppo viziati e la nostalgia di ritornare a casa. Ma niente di tutto questo riuscirà a fermarla, fino a quando quel libro non finirà.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi avevano accettato, più o meno, ma per fargli capire che non ero una minaccia ho dovuto sudare. Mark mi passò una spada. Era lunga, affilata e molto pesante.
-Che ci dovrei fare con questa? –chiesi.
-Ovvio. –mi disse lui. –devi cercare di rimanere viva. - E in un secondo si lanciò verso di me. Dire che fui umiliata da un bambino e dire poco. Mi ritirai con numerosi graffi sulle braccia e la tunica che mi avevano prestato era a brandelli. Non riuscivo a tenere in mano la spada perché per me era troppo pesante e ogni volta che cadevo per terra impiegavo troppo tempo per rialzarmi e finivo spesso con la punta della spada di Mark sotto la gola.
-Umiliante. –ammisi cercando di rialzarmi dall’ennesima caduta.
-Dai non ti arrendere. –mi incoraggiò Alex. Quella ragazza era dolcissima. Aveva una voce meravigliosa ed era bellissima. Al contrario dei suoi due fratelli, lei aveva gli occhi azzurri e dei capelli lunghi e biondi. Probabilmente sapeva padroneggiare bene la spada perché notai che aveva delle braccia sottili, ma muscolose. Mi ripresi e mi rialzai con l’affanno. Mark ritornò all’attacco fece per alzare la spada e colpirmi, ma istintivamente alzai la mia spada bloccando il suo colpo a mezz’aria. Ci fu un breve scontro finché non fui costretta ad indietreggiare. Mark mosse abilmente la sua spada contro di me e mi graffiò un fianco. Gemetti per il dolore ma non volli arrendermi. Cercai di fare una scoccata ma non conoscevo molto la scherma e caddi di faccia per terra.
-Non mi arrendo. –dissi cercando di rialzarmi tra le risatine degli altri. Sfruttai quel momento in cui Mark aveva abbassato la guardia per colpirlo con l’elsa della spada e farlo cadere a terra. Prima che riuscisse a prendere la spada che gli era caduta, io gli puntai la mia vicino la gola.
-Allontanati da lui. –disse una voce. Mi girai di scatto e vidi che Jake mi stava puntando (di nuovo in due giorni) la sua spada contro. Lo guardai dritto negli occhi.
-Ma che problema hai? –chiesi scocciata. –Credi forse che lo voglia uccidere?
-Non si sa mai.
-Se lo avessi voluto penso che non avrei avuto problemi a conficcarli la spada in gola a tuo fratello in questo istante! E poi mi hai visto, sono una schiappa.
-Calmi voi due. –disse Greg cercando di separarci. Io non spostai il mio sguardo dai suoi occhi, che per giunta erano molto belli. Non capivo che problemi avesse quello.
-Penso che per oggi possa bastare. –disse Stefany.
-Lo credo anch’io. –dissi. –Riportatemi in quel buco prima che faccia del male a qualcuno.
-In quel buco? Vorresti dire nelle prigioni. –disse Alex. –No cara, tu verrai a casa con noi.
-Che cosa? –dicemmo io e Jake nello stesso istante.
-No. –si affrettò ad aggiungere il ragazzo.
-Quello mi ammazza! –aggiunsi io subito dopo.
-Non ti preoccupare Chiara. Vedrai che non ti farà niente, vero Jake?
Jake serrò le mascelle e mi guardò con purissimo odio. –Vero. –aggiunse dopo un poco.
-Potrai stare nella camera degli ospiti. –disse Mark sorridendomi.
-O nelle stalle. –aggiunse Jake che si dovette però subire un occhiataccia da parte dei suoi fratelli.
-Andiamo Chiara, voglio mostrarti la tua nuova casa. –disse Alex sorridendo –e un nuovo vestito da indossare. –aggiunse guardando come era ridotta la mia tunica. Ci allontanammo abbastanza lasciando indietro gli altri ma riuscii comunque a sentire Jake. –Non mi fido di lei. –disse.
-Devi fidarti di lei. –aggiunse Mark, poi non riuscii più a capire cosa si stavano dicendo.
 
La casa di Alex, Mark e Jake non era molto grande. Cera un piccolo soggiorno che fungeva anche da cucina. Al centro della stanza c’era un enorme tavolo con cinque sedie in torno. La tavola era apparecchiata come se i tre ragazzi stessero aspettando qualcuno. Vicino ad un muro di pietre c’era un caminetto nel quale scoppiettava un allegro fuocherello. La casa aveva due piani. Al piano di sopra c’erano le stanze. Alex mi mostrò la sua camera che poi era anche quella di Mark e Jake. C’erano due letti, uno grande e uno piccolo. Alex mi spiegò che in quello grande dormivano Jake e Mark mentre lei stava in quello più piccolo.
-Mark è molto legato a Jake vero? –chiesi. Alex mi sorrise.
-Si. –ammise. –i nostri genitori non ci sono più. Ogni giorno speriamo che ritornino vivi dalla guerra, ma ormai abbiamo perso tutte le speranze. Ogni giorno prepariamo da mangiare per cinque, ma la sera siamo costretti a buttare tutto altrimenti i topi vengono a mangiarsele al posto loro. –percepii una forte malinconia nella voce di Alex e il suo racconto mi intristì molto. –Da quando mamma e papà se ne sono andati, Jake ha voluto cercare di prendere il loro posto e di proteggerci e per Mark…bè lui è un esempio da seguire in tutto e per tutto.
Per un attimo cercai di immaginarmi Mark e Jake nel letto a dormire, come due bambini piccoli e indifesi.
-Ecco perché non si fida di me. –dissi con un pizzico di malinconia. Alex annuì silenziosamente. Jake voleva soltanto proteggere la sua famiglia, o quello che ne restava, dovevo fargli capire che non avevo nessuna intenzione di fargli del male, io ero la loro unica speranza per sopravvivere anche se non capivo ancora bene come potevo fare.
-Allora continuiamo? –chiese Alex dopo un po’ facendo ritornare il sorriso sulle labbra. Io mi limitai ad annuire. Mi portò nella mia stanza. Non era molto grande, aveva un letto, un baule di legno e una finestra. Per terra c’era una tazza che probabilmente avrei dovuto usare come bagno, ma che sostanzialmente, non usai mai.
-Penso che ti troverai bene qui. –mi disse. Poi si accigliò e sparì per qualche istante. Ricomparve un minuto dopo con degli abiti in mano. Mi mostrò degli splendidi vestiti lunghi fino ai piedi, con delle maniche molto larghe. Erano stupendi. Alex disse che gli aveva cuciti la madre. Sfortunatamente dovetti rifiutare perché non amavo indossare vestiti e mi accontentai di una casacca marrone lunga fino al ginocchio allacciata in vita con un cordino e dei pantaloni aderenti. Non avevo un specchio a mia disposizione, ma feci il possibile per sistemare i miei capelli in una coda più o meno decente. Poi scesi al piano di sotto dove Alex aveva incominciato a cucinare. In quel momento entrarono Jake e Mark. Erano sporchi di sudore e Mark aveva un taglio sulla guancia. Alex gli si avvicinò e mi chiese di prendere le medicine che prima aveva usato per disinfettare le mie ferite. Jake non mi degnò di uno sguardo. Un poco rimasi offesa, al pensiero di ciò che aveva passato e del peso che aveva deciso di portarsi sulle spalle mi rattristai. Avrei tanto voluto aiutarlo. Mangiammo una zuppa che nonostante fosse fatta di verdure, cibo che odiavo terribilmente, era buonissima. Sul tavolo c’erano sei scodelle. Guardare quei due posti vuoti mi mise una tale malinconia che a stento riuscii a finire la mia zuppa.
-Quindi avete continuato ad allenarvi? –azzardai a chiedere, ma non potevo rimanere ancora zitta, quel silenzio mi opprimeva.
-Si. –disse Mark.
-Posso chiedervi un favore? –dissi. Jake alzò un sopracciglio e mi scrutò come se stesse cercando il mio punto debole.
-Non ti basta tutto quello che hai già? –mi disse in modo burbero.
-Potete insegnarmi a tirare con la spada? Oggi ho provato, ma voglio imparare e diventare più brava. Vorrei esservi d’aiuto, in qualche modo. –dissi ignorando completamente Jake. Ci fu un minuto di silenzio.
-Vi ringrazio per ciò che state facendo per me, davvero –aggiunsi. –Ma vorrei esservi d’aiuto in qualche modo e ricambiare l’ospitalità.
Probabilmente Jake stava per rispondermi in malo modo tipo “se vuoi fare qualcosa per noi, perché non te ne vai?” oppure “Sparisci e saremo tutti molto più contenti, almeno così ti renderai utile.” Ma si limitò a rimanere in silenzio.
-Chiara. –disse Alex con voce un po’ tremante. –perché non vuoi tornare dalla tua famiglia?
Mi accigliai. Non mi volevano tra i piedi, questo era ovvio, ma non potevo andarmene e lasciarli soli, mi sarei sentita un verme. Distolsi lo sguardo e fissai per qualche istante le ciotole di zuppa che ormai non fumavano più.
-Perché in questo momento servo di più qui. –ammisi. –Non posso tornare a casa finché non avrò sistemato alcune faccende importanti, ma vi prego, dovete fidarmi di me.
-Mi hai detto che hai un fratellino che si chiama come me. –disse Mark.
-Si e gli voglio tanto bene, ma la mia priorità è rimanere qui in questo momento.
-Dobbiamo parlare. –disse Jake rivolto ai suoi fratelli. Poi mi guardò e capii al volo cosa voleva da me.
-Va bene, me ne vado. –dissi alzandomi e sparecchiando la mia parte di tavolo. Mentre salivo le scale Mark mi chiamò.
-Chiara. –disse e per un istante mi parve di vedere una luce di speranza nei suoi occhi. –Domani incominciamo il tuo allenamento, stai pronta.
-Non vedo l’ora. –ammisi sorridendo e mi diressi verso la mia stanza.
 
SALVE!
Allora, scusate per il ritardo, oggi è stato il primo giorno di scuola D: mi sarebbe piaciuto mettere prima il capitolo, quindi ho deciso di pubblicarne 2 ;)
Spero che vi piacciano entrambi :D
-Bibrilove98
  
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