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Autore: _Cthylla_    11/09/2013    2 recensioni
Freezer si sente minacciato. Qualcosa, o qualcuno, lo osserva. Lo ascolta. Nella sua vita "perfetta" in cui è lui ad avere il controllo su tutto si è aggiunta una variabile imprevista...l'ultimo esponente di una razza ormai estinta.
Cosa vuole da lui? L'ombra è veramente lì per cercare di fargli del male?
O è solo una sfortunata creatura che è finita lì per caso?
A questo punto...non resta che leggere e scoprirlo.
- Avviso: qui non esistono Goku, Vegeta e nessun altro sayan. Niente "scimmioni", ragazzi, mi dispiace.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cooler, Freezer, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ombre'
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= L’ombra della sfida =

 

 

 

 

 

 

« chi dite che sarà? Secondo voi a quale specie appartiene? »

Di tutta la squadra Ginew era Guldo il più curioso a riguardo dell’intruso, forse perché era a lui che spettava il compito di intrappolarlo.

« non mi sembra molto importante sapere di che razza è, va preso e basta » ribatté Recoom « spero che Freezer mi lasci divertire un po’prima di ucciderlo, almeno impara a rubarci le cose! »

Barter e Gees concordarono con un cenno d’assenso.

I quattro mercenari erano rimasti soli nella sala ricreativa, mentre Ginew era a colloquio con Freezer. Da quel che avevano capito, pareva proprio che loro fossero i soli a essersi resi conto di quel che stava succedendo, mentre per tutti gli altri - si bisbigliava - Freezer stava semplicemente perdendo il senno.

Probabilmente per il tiranno era in qualche modo confortante l’idea di avere lì qualcuno che gli credesse, perché fino a quel momento l’ombra era stata sempre molto attenta a non rivelare la propria presenza.

Avevano parlato a lungo del suo modo di agire, senza trovare un vero e proprio senso compiuto alle sue azioni.

“è cominciato tutto con i bagnoschiuma” aveva detto Freezer “ma lì per lì non ci ho fatto molto caso. Fino ad oggi avevo pensato… e in seguito auspicato…  che fosse la schiava delle pulizie, cosa che sarebbe potuta andar bene. Poi la faccenda non si è limitata più solo ai bagnoschiuma, si è diffusa anche a tutto quel che c’è nei miei appartamenti, inclusi i miei documenti privati. Sinceramente ho pensato che magari li avessi messi in ordine cronologico e di argomento io stesso in un qualche automatismo, ma non è così, e da lì ho capito che c’è qualcuno che non dovrebbe essere qui, e io non so chi sia né cosa voglia. Sia chiaro che non mi spaventa” aveva detto “ma mi irrita oltremodo, soprattutto adesso che l’ombra si è fatta più ardita, con quella specie di sfida che vi ha fatto”.

Gli avevano assicurato che avrebbero scovato presto l’intruso, ma non erano più così convinti. Erano passati tre giorni, e ancora la Squadra Ginew non aveva ottenuto nulla se non la sparizione di altri effetti personali - barrette di cioccolato incluse - e la cosa allucinante era che adesso anche loro trovavano le proprie cose in ordine!

« la pagherà per aver fatto sparire le nostre barrette di cioccolato. C’erano le nocciole! » si lagnò Barter « non è giust- che cos’era?! » esclamò, vedendo qualcosa di nero apparire e scomparire in un istante.

« dove? Hai visto l’ombra?! » Recoom si preparò al combattimento « dai bello, vieni fuori!»

« fatti avanti! Vigliacco! » esclamò Gees.

Guldo si guardò attorno, ed i quattro si avvicinarono uno all’altro, pronti per ogni evenienza.

« forza, fatti vedere! Cos’è, hai paura? D’accordo, non ti si può biasimare, d’altra parte noi siamo la Squadra Ginew, i più potenti guerrieri della galassia dopo il grande Freezer! » si vantò Gees.

Dal soffitto videro volare qualcosa. Barter si preparò a sparare un colpo energetico…

« aspetta, è solo un foglietto di carta » lo calmò Guldo.

« e perché un foglio di carta cade dal soffitto?! » esclamò Recoom, raccogliendolo una volta che fu caduto a terra.

« “forse siete i guerrieri più potenti, ma non i più intelligenti” » lesse ad alta voce Guldo, quando Recoom mostrò loro il foglietto.

« ma come ti permetti?! » gridò Gees verso il soffitto « esci fuori a dircelo in faccia!»

Da un punto diverso del soffitto cadde un altro foglietto, che l’alieno rosso prese al volo.

“se insistete…”

Un istante dopo le luci cominciarono a spegnersi una dopo l’altra, i frammenti di vetro cadevano come pioggia sulle teste dei quattro mercenari, che non si spiegavano cosa stesse succedendo.

« Barter! Riesci a vedere qualcosa?! » Recoom si riparò la testa dai frammenti, rimanevano solo due luci ancora integre, ormai. La porta si chiuse ermeticamente, apparentemente “da sola”.

« ombra! Vedo solo un’ombra! » urlò Barter « ci ha chiusi dentro! »

« niente panico! Siamo la Squadra Ginew, siamo i migliori! » disse Guldo, cercando di suonare convinto.

« se ora chiamiamo qualcuno lo prenderemo! Ginew, siamo… no, non di nuovo!  » protestò Recoom, notando che i rilevatori di tutti erano scomparsi nuovamente.

L’ultima luce si ruppe, e dopo una breve pioggia di scintille e vetro tutto divenne buio.

« ragazzi? Dove siete…? » si sentì la voce di Guldo, un po’spaventata.

« siamo qui, Guldo » anche Barter sembrava essere nervoso. A nessuno di loro piaceva il buio, e tantomeno gli piaceva se erano nella stessa stanza con un avversario invisibile.

Recoom sentì qualcosa di liscio frustargli il volto con un colpo secco, ma non troppo forte, come se fosse stato uno schiaffo con un guanto di sfida.

« ah sì?! Mi sfidi? Te la faccio vedere io! Recooooom…FIAMMATA FINALE! » esclamò, sputando un violento colpo di fuoco nella direzione da cui era arrivata la botta sul suo viso.

« AAAAAAH! Che fai?! » urlò Gees prima di essere investito dal colpo di Recoom -che non riuscì proprio ad evitare- ed essere spedito tutto bruciacchiato contro la parete.

« Gees! » esclamò Recoom « non volevo colpire te! L’ombra mi ha…ARGH!» Recoom ricevette una potente scarica di colpi che, nel cadere a terra, riconobbe essere quelli di Barter « B-Barter, sono io, Recoom!»

« che cosa, tu…pensavo fossi l’ombra! I colpi provenivano da questa parte! Scusam-»

Non fece tempo a finire la frase che Recoom lo sentì gridare, investito da un potente colpo energetico che decisamente non apparteneva a nessuno dei suoi compagni di squadra. « BARTER! »

Si sentì colpire nuovamente da qualcuno, e preso dalla rabbia iniziò a menare pugni e calci alla cieca. Quel “qualcosa” di liscio che l’aveva colpito in precedenza lo colpì ancora diverse volte, mai troppo forte. Recoom si sentiva preso in giro, ed era proprio quel che l’ombra voleva.

« smettila! Fatti vedere! Adesso basta! » urlava il colosso « Guldo, ferma il tempo! Guldo! Fermalo adesso! »

Guldo non gli rispose, ma si udì come il rumore di una frusta che sferzava l’aria, e Recoom si sentì lanciare qualcosa addosso, anzi, qualcuno: Guldo, per la precisione. L’ombra aveva colpito anche lui.

Recoom sentì due schiaffetti sulla guancia destra.

L’ultima cosa che vide prima di crollare, colpito dallo stesso colpo energetico che aveva steso Barter, fu un occhio rosso rubino.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

« insomma mi state dicendo che vi siete praticamente messi fuori combattimento da soli?! » Ginew era stupito « ma come è possibile? »

« era buio, capitano Ginew » disse piano Gees « non vedevamo nulla, invece lui evidentemente sì ».

Quando Ginew aveva trovato i propri uomini chiusi nella sala ricreativa, nel buio più completo e ridotti uno peggio dell’altro, li aveva portati immediatamente nelle vasche di rianimazione, chiedendosi cosa fosse successo, e adesso aveva la conferma che c’entrava l’ombra.

Ginew, nonostante la sfida, dai racconti di Freezer aveva iniziato a pensare che l’ombra non intendesse fare del male a nessuno: non l’aveva fatto mai in un mese intero che sembrava essere lì, al di là dei suoi comportamenti niente affatto chiari, ma evidentemente non aveva gradito che Freezer li avesse messi sulle sue tracce.

Già, quando Freezer avrebbe saputo quel che era successo chissà quante gliene avrebbe dette! Un’ombra si faceva beffe in modo così sfacciato della sua migliore squadra di guerrieri!

L’intruso era astuto, comunque, Ginew doveva riconoscerglielo: aveva creato una condizione vantaggiosa per se stesso, e con qualche colpetto aveva lasciato che i suoi avversari si mettessero fuori combattimento tra loro, o comunque si indebolissero attaccandosi a vicenda prima di finirli, e non sembrava nemmeno poco potente, considerando come aveva ridotto Recoom e Barter con quei colpi energetici.

« ma non avete visto niente? »

« prima che mi colpisse penso di avergli visto un occhio…era rosso. Altro non so » disse Recoom.

Era evidente che i ragazzi avessero cominciato ad avere paura.

« Ginew! Che accidenti sta succedendo? »

Ahia. Freezer.

« sono stati attaccati dall’ombra, Freezer ».

« mi stai dicendo che li ha messi fuori gioco tutti e quattro da sola? » li guardò in modo talmente truce che dovettero faticare per non mettersi a tremare come conigli « dovreste essere i miei uomini migliori, invece siete degli incapaci! Non siete nemmeno in grado di-»

Non riuscì a finire la frase che qualcosa di caldo ed appiccicoso gli cadde addosso, seguito a breve distanza da una marea di piume bianche provenienti probabilmente da dei cuscini.

Pece e piume! Gli avevano tirato addosso pece e piume!

La faccia del tiranno era da assoluto primo piano, non si aspettava proprio una cosa del genere, ed era successo davanti ai suoi soldati, poi!

Aveva un’aria talmente stupida che, se fosse stato chiunque altro, la Squadra Ginew si sarebbe messa a ridere e non avrebbe più smesso per una settimana… ma sciaguratamente era di Freezer che si trattava.

« tu…»

Ginew e gli altri si guardarono, e capirono che era meglio filarsela così che Freezer non li colpisse per sbaglio.

« …COME HAI OSATO?! » sbraitò il tiranno mettendosi a lanciare colpi su colpi contro il soffitto, facendolo crollare senza che gliene importasse nulla. Adesso quell’ombra non era più semplicemente ardita, era insolente, era…era…non avrebbe saputo nemmeno come definirla, sapeva solo che nessuno doveva mettere alla berlina il grande Freezer.

E così colpiva, colpiva, e colpiva…senza sapere che l’ombra se l’era filata con la squadra Ginew, reprimendo grasse risate, ed aveva ormai raggiunto la sua stanza.

Sì, l’ombra si sentiva potente quando era…un’ombra, appunto. Si sentiva invincibile, in grado di fare perfino cose come quella, gettare pece e piume addosso a Freezer, del quale in realtà aveva una paura tremenda. Almeno quello là avrebbe capito che non conveniva metterle alle costole incapaci totali come la Squadra Ginew, nonostante si fosse divertita a dare loro una bella batosta.

L’ombra arrivò fino in bagno, riempì la vasca con dell’acqua calda e quel bagnoschiuma che adorava. Lasciava addosso un buon profumo, lo stesso che c’era tra le lenzuola del letto del tiranno in cui si raggomitolava e dormiva quando lui non c’era.

Non avrebbe voluto fare male a nessuno ma, che dire? Aveva dovuto. Non poteva rischiare che Guldo fermasse il tempo e Freezer la trovasse, non pensava che avrebbe reagito bene, specie dopo gli ultimi avvenimenti. Già non sembrava piacergli che gli mettesse a posto le sue cose, e dire che lo faceva più per ricambiarlo dell’ “ospitalità” che per farlo diventare matto… no, ok, non era vero: lo faceva per entrambe lo cose.

Anche da lì si sentivano i rumori delle esplosioni. Probabilmente Freezer avrebbe continuato per un bel po’ a sparare contro il soffitto nel vano tentativo di colpirla.

L’ombra, ormai non più tale, scivolò nella vasca da bagno. Quanto amava l’acqua calda, e potersi fare il bagno tutti i giorni -se stava attenta. Era quello che l’aveva convinta a rimanere una volta giunta quasi per caso su Pianeta Freezer n.1, oltre che il cibo buono, il letto comodo, e la curiosità mista a terrore e voglia di sfida verso Freezer, l’onnipotente Freezer, il temutissimo Freezer.

“lo psicotico isterico nevroticheggiante con tendenze schizomaniacali sublimate nonché stronzo Freezer. Non mi piace la Squadra Ginew, ma quei poveri cretini mi hanno fatto pena”.

Rigirò l’anello rosso rubino che aveva sull’indice, un anello di foggia maschile. Era tutto quel che le rimaneva di suo padre, e di sua madre non aveva nulla: non li aveva nemmeno conosciuti.
Ma al momento non era importante.

Prese in mano un gruppo di bolle e lo soffiò via, beandosi nell’osservarne i riflessi colorati, poi osservò l’orologio. Quante ore mancavano perché Freezer tornasse? Normalmente quattro, vide. Arrabbiato com’era e impegnato nella sua impresa di devastazione, forse cinque o sei.

Aveva tutto il tempo di farsi un sonnellino.

“vivi nel terrore” le aveva detto. L’ombra al pensiero fece un sorrisetto. Era lui a vivere nel terrore! Nel mese in cui l’aveva osservato aveva imparato a conoscerlo abbastanza da capire che avere a che fare con qualcosa che non poteva controllare lo irritava, lo inquietava, e lo spaventava... ma finché non l’avesse vista sarebbe stata al sicuro, giusto?  E lei avrebbe potuto continuare impunemente con quel giochino divertente, rimettendo tutto in ordine come “pagamento”, ovvio.

Vide che spostando il bagnoschiuma aveva alterato l’equilibrio, ed immediatamente lo ricompose. Detestava cordialmente il disordine, e le cose messe in modo esteticamente squilibrato.

Uscì dalla vasca poco dopo, premurandosi di asciugare tutto alla perfezione. Osservò le sue protezioni, la sua “armatura” per così dire, e capì che non aveva voglia di rimettersele addosso.

Fluttuò verso il letto, già mezza asciutta, e ci si sdraiò sopra coperta solo da un asciugamano.

Il sonno la prese pochi minuti dopo.

   
 
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