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Autore: Anonimadelirante    11/09/2013    1 recensioni
“Non esistevano fratelli più diversi dei tre Weasley. Proprio non esistevano.
Eppure...
Erano tre Weasley.
Non erano i figli di salvatori del Mondo Magico,non erano il popolare James, l'astuto Albus, la dolce Lily, né l'amata Rose o il suo caro fratellino Hugo. Non erano il malandrino Fred o l'iperattiva Roxanne. E non erano neppure le studiosissime Lucy e Molly.
No. Loro erano i figli di Bill e Fleur.
Un nome. Una garanzia.”

I tre figli di Bill e Fleur come me li immagino io.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie '…e Ogni Storia comincia ad Hogwarts'
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Non esistevano fratelli più diversi dei tre Weasley. Proprio non esistevano.
Eppure...
Erano tre Weasley.
Non erano i figli di salvatori del Mondo Magico,non erano il popolare James, l'astuto Albus, la dolce Lily, né l'amata Rose o il suo caro fratellino Hugo. Non erano il malandrino Fred o l'iperattiva Roxanne. E non erano neppure le studiosissime Lucy e Molly.
No. Loro erano i figli di Bill e Fleur.
Un nome. Una garanzia.


Per prima veniva Victorie.
La cara, dolce, bella Victorie. La Ragazza Perfetta. Quella che tutti avrebbero voluto al proprio fianco. Salvo poi scoprire che non era affatto come sembrava.
Portava i capelli, biondi e lisci come la seta, lunghi fino a metà della schiena. A completare il visino perfetto, due begli occhi azzurri, profondi come il mare.
Sorrideva sempre.
Faceva la cacciatrice di Quiddich, come a voler smentire tutte le voci che la volevano una frivola ragazzina, tutta fronzoli e pettegolezzi.
Lei odiava i pettegolezzi. Odiava lo shopping e le chiacchiere.
Non cercava mai di attirare l'attenzione su di sé, semplicemente... l'attirava. Come una calamita attira un ago, anche nascosto in un pagliaio, come un pittore coi colori. E chi la conosceva non gliene faceva una colpa.
Victoire Weasley a sedici anni aveva già provato ogni genere di sport estremi mai esisti -Babbani e non- e ne aveva anche inventato un paio.
Aveva provato cannottaggio fra le rapide? Fatto.
Free running? Fantastico.
Parkour? Pure.
Paracadutismo, freestyle skiing e bunjee jumping? Non c'era nulla di più divertente!
Parapendio? Così simile a volare... quasi noioso.
Freestyle motocross? Non avrebbe mai potuto ringraziare abbastanza nonno Arthur per aver convinto i suoi a farle prendere il patentino, appena aveva avuto l'età.
Base jumping? Stava diventando trito e ritrito, doveva inventarsi qualche variante: magari un salto mortale all'indietro...
Hydrospeed e immersioni in apnea? Le adorava!
Per non parlare dell'immersione in grotta e del kitesurfing, non avrebbe fatto altro!
E poi l'arrampicata, i vari tuffi, lo windsurf, lo skateboarding e lo streetluge, o ancora il downling, l'ultramaratona e l'airnoman.
E il surf? Ne andava pazza.
Quand'era andata in egitto, a trovare degli ex-colleghi del papà, poi, aveva imparato il sandboarding e quando nevicava, alla Tana, trascinava sempre Hugo e Louis a provare lo snowboarding.
Era perfino riuscita a convincere James ad accompagnarla al corso di rugby subaqueo.
Ma, soprattutto, era una Cacciatrice.
Adorava sentire i muscoli tendersi, nell'estremo tentativo di lanciare la Pluffa dopo un volo particolarmente spericolato, il vento che le fischiava nelle orecchie, la folla che ululava. Amava l'odore del cuoio della palla, il suo colore rosso, così facile da riconoscere, anche nel fango.
E poi il sudore che si mescolava alle goccioline d'acqua, quando pioveva, perfino schivare un bolide all'ultimo momento, quando ormai pensava che quella volta non ci sarebbe stato scampo, che sarebbe stata colpita, che si sarebbe rotta qualcosa... le provocava un brivido di paura tanto piacevole da essere irrinunciabile.
E poi... e poi c'era Ted, il suo Ted.
Ed era proprio Ted quello che, scolo, stava fermo nella camera della ragazza, una mattina d'estate.
Perfettamente al centro osservava un collage di fotografie, alcune Babbane, altre in continuo movimento. Stava lì, gocciolando sul tappetino verde, peloso, a studiare le cinquanta versioni -o giù di lì- del sorriso della sua fidanzata.
In costume da bagno, tutta bagnata, al sole; un'imbragatura d'arrampicata e un'espressione beffarda e poi, la sua preferita: Victoire, vestita da pattinaggio, con una tutina azzurra che riprendeva il colore dei suoi occhi, i capelli biondi raccolti in un muccetto, restituiva il suo sguardo, evidentemente soddisfatta dopo aver eseguito una Trottola su una gamba sola assolutamente perfetta. Al centro del collage, poi, troneggiava una foto da cui salutavano, ridenti, Dominique Louis, con tanto di canna da pesca e salopette, mentre lui, poco distante abbracciava da dietro la bionda e le scoccava un bacio sulla guancia mentre lei s'alzava in punta di piedi per ricambiare.
-Mai più... mai più- mormorò
Victore, sdraiata sul letto e avvolta in una tuta che aderiva, bagnata, al corpo, gli sorrise dolcemente -nonostante lui le desse la schiena: -Ho capito, amore. Ho capito.
Lui si voltò e, starnutendo, la fulminò con lo sguardo:-Mai più, Vic. Devi promettermelo: niente più raftng.

  
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