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Autore: ellerin    17/03/2008    0 recensioni
Una guerra durata migliaia di anni, fra acqua e fuoco, fra giusto e sbagliato, fra bene e male. Ma chi decide chi è il bene e chi il male? E quanto è difficile cambiare oppinione?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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elementali 5

E dopo il week-end di vacanza si ritorna i questa bella giornata di sole...

Ho sonno per cui non stiamo a fare discorsi... O_o

A quelli di Sabine si alternano i POV di Vlad quindi non mi resta che dirvi: benvenuti nella città di Lava.

 

 

 

 

5. L'Erede al Trono Infuocato, Illuminato dal Fuoco e Dannato nell'Ombra

Mentre creavo una fiamma magica la mia mente continuava a correre, cosa stavo facendo? Non mettevo più piede a Zagra da quando avevo un paio di anni e i ricordi della città di lava erano vaghi e confusi con i racconti dei miei genitori. Sarei arrivato direttamente a palazzo e sarei diventato un bersaglio mobile non appena mio zio mi avesse messo gli occhi addosso. Per quello che ne sapevo non poteva farmi rinchiudere da qualche parte con una strana accusa e buttare via la chiave, ma non avrebbe esitato un istante a scatenarmi addosso tutti i sicari del regno. D’altronde il trono era mio e io non lo avevo mai rifiutato ufficialmente a differenza di mio padre. Tempo due settimane sarei diventato un faro per tutti coloro che disprezzavano mio zio e io mi stavo infilando direttamente nella tana del drago, e per cosa? Per una famiglia di elementali dell’acqua. Per evitare un alleanza tra infuocati e acquatici che fino a oggi mi ero sempre augurato. Una voce crudele nella mia testa mi suggeriva di lasciar perdere tutto, non rischiare e mettermi a guardare una partita di football in televisione lasciando tutti gli elementali nei problemi che si erano creati da soli. C’era però la voce di mio padre a risponderle che se questo Malakias era come mio zio Egon non sarebbe stata pace per nessuno e che Sabine era molto più di una semplice ragazzina, almeno per me che sentivo ancora il sapore delle sue labbra fresche. Con un sospiro attraversai la fiamma chiedendomi se l’avrei mai rivista, i playoff dovevano aspettare.

Mi ritrovai in quella che immaginavo fosse la Sala Grande del palazzo reale di Zagra, intorno a me servi affaccendati che non facevano nemmeno caso alle fiamme che apparivano di continuo in due cerchi di bronzo per trasportare persone sin dai confini del regno. Ne acchiappai uno per un braccio per attirare la sua attenzione.

- Devo parlare con il re, portami da lui.

- Ora è a consiglio con la Cerchia e poi il re non ha certo tempo per tutti quelli che piombano qui senza preavviso.

Senza lasciarlo andare slacciai il collo della camicia che portavo per mostrare la fiamma nera a tre punte tatuata dalla spalla al collo.

- Per me troverà qualche istante.

Lo vidi sbiancare e divenne ancora più caldo sotto la mia mano.

- Principe Vladimir?

Lo lasciai di scatto.

- Vai a dire al re che il principe in esilio è tornato.

 

 

 

Feci di nuovo la strada di corsa cercando di convincermi di non aver fatto quello che pensavo di aver fatto. Raggiunsi la piscina senza entrare in casa e contattai un mistico con i cristalli che il re mi aveva dato per quando sarei dovuta tornare con la risposta di mio padre. Qualcuno dall’altra parte mi aprì un portale e mi ritrovai nel luogo da cui ero partita meno di due ore prima. Un valletto mi condusse in uno studio dove il re parve sorpreso di vedermi.

- Hai impiegato meno tempo del previsto…

- Maestà, non è più necessario convincere i miei genitori a tornare a Samir.

- Scusa?

- Sono stati uccisi dagli infuocati.

- Non è possibile! Non tra gli umani!

- Eppure ho trovato i loro corpi carbonizzati.

Non dovevo ricordare quell’immagine, non dovevo pensare a loro.

- Gli infuocati devono aver trovato un modo per evitare il problema dell’incantesimo.

- Voi lo credete possibile, altezza? Sire, non mi piace fare accuse affrettate ne tantomeno vorrei darvi un dolore inutile… ma tutte queste vittorie degli infuocati… l’incantesimo spezzato… sire, io  e mio fratello Zacary riteniamo che ci sia un traditore e che sia molto più vicino alla famiglia reale di quanto si pensi.

- Cosa?!

- Il principe Malakias, sire. Non deve aver gradito l’idea che Zacary diventi re al suo posto.

- Attenta Sabine, stai accusando mio figlio di tradimento.

- Sapete bene sire che non direi una cosa simile senza motivo. Vi prego solo di pensarci.

Fece un cenno di assenso, non riusciva a vocalizzare l’idea che suo figlio stesse vendendo il suo popolo ai bruciati.

- Ti farò chiamare quando arriverà tuo fratello, vai pure.

- Scusate?

- Zacary deve occupare il suo posto nella Cerchia, presto avremo qualcosa da discutere.

Mi inchinai e uscii. Già, mio nonno era morto, mio padre era morto, mio fratello era nella Cerchia.

 

 

 

- Vladimir! Quanto tempo!

Mio zio era seduto su un trono di pietra lavica e rubini, il mio trono, e non aveva fatto il minimo cenno di alzarsi quando ero entrato; il suo sorriso non si estendeva agli occhi e in qualche modo riusciva a farli sembrare gelidi nonostante le fiamme che vi danzavano dentro.

- Troppo tempo, zio! – non sembrò notare che non mi ero inchinato – è bello tornare a casa!

Menzogna, tremenda menzogna! Avevo tutti i sensi all’erta, mi aspettavo che da un momento all’altro qualcuno cercasse di farmi fuori.

- Che grande momento! La guerra procede benissimo e il nostro unico principe è finalmente tornato, bisogna assolutamente festeggiare!

- Ti ringrazio, zio, del cordiale benvenuto.

Molto meglio che essere ucciso, ma lo aggiunsi solo nella mia testa.

- Ti farò subito accompagnare nei tuoi appartamenti perché tu possa rinfrescarti, stasera mangeremo insieme e potremo parlare di tutti questi anni in cui siamo stati separati – il suo sorriso si increspò leggermente – ma ora il mio popolo ha bisogno di me e tu sarai stanco. – fece un cenno a una giovane guardia che mi affiancò titubante – nell’ala sud.

- Allora a stasera zio.

- A stasera, a stasera. E ancora bentornato a casa.

Mentre uscivo dalla sala, sempre senza inchinarmi, sentii i suoi occhi puntati sulla mia schiena, freddi e calcolatori, avrei dato metà del mio sangue per sapere cosa stesse pensando in quel momento.

La guardia continuava a percorrere i corridoi con passo svogliato, timoroso all’idea di precedermi quando sapeva che il suo posto era almeno quattro passi dietro di me. Ero tentato di dirgli che non l’avrei ucciso per la mancanza quando un uomo con i gradi di comandante emerse dall’ombra di uno dei corridoi laterali.

- Da qui innanzi lo accompagno io.

- Si, signore.

La guardia si affrettò lungo il corridoio con un passo che rasentava la fuga.

L’uomo di fronte a me era abbastanza alto da superarmi di parecchi centimetri e aveva i capelli di un rosso così scuro da sembrare neri, nonostante non portasse l’armatura ma la divisa di stoffa delle guardie tutto di lui dava l’idea del soldato.

- E così è vero, il principe è tornato.

Non c’era tono di scerno nella sua voce, ma solo curiosità.

- Con chi ho l’onore di parlare?

 Non mi sembrava ostile ma cominciai a raccogliere le energie in caso di attacco improvviso.

- Comandante Alaric Redshadow mio principe, Erede al Trono Infuocato, Illuminato dal Fuoco e Dannato nell’Ombra.

Non sentivo più quelle parole da quando mia madre non le usava per prendere in giro mio padre. Eppure erano vere, essere di nuovo a Zagra stava riaccendendo i propositi di vendetta che avevano accompagnato la mia adolescenza.

 

 

 

 

Mamma mia come è corto...

Il titolo non ha senso... bhe prima o poi mi farò perdonare.

Bacini

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