Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Eider    11/09/2013    1 recensioni
A cinque anni Allison si era trasferita e aveva incontrato Christopher, colui che sarebbe diventato il suo migliore amico.
A quindici anni Christopher l'aveva lasciata senza nessuna spiegazione, costringendola a dover sopportare Jeko.
Chris era l'unica cosa che li univa, fino a quando non era sparito nel nulla.
Ora Jeko e Allison erano inseparabili, forse troppo, e niente sembrava dover rovinare la loro amicizia, almeno fino a quando uno dei due non avrebbe aperto gli occhi.
E se lui fosse tornato?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Let me clear this up.
 
“Jeko mi sta evitando.” sentenziò Andrea sbuffando e buttando il capo sulle braccia incrociate sopra il tavolo dell’aula.
“Ma siete in casa insieme, come fa ad evitarti?” Alli alzò un sopracciglio nel dire la frase, osservandolo muoversi e lamentarsi, sorprendentemente in quei giorni in cui avevano finto si erano avvicinati un po’, quanto bastava per intrattenere una conversazione civile senza sfociare in una discussione.
Andrea mosse leggermente la testa per intravedere Alli, che a sua volta lo osservava confusa, lui assunse un’espressione sofferente e le rispose.
“E’ quello che mi chiedo anch’io. E’ irritante vederlo inventarsi scuse su scuse. Gli sto solo facendo un favore!” all'ultima frase alzò la testa e raddrizzò la schiena con sguardo determinato, guardò Alli e si alzò.
“Cosa stai facendo?” Alli si sporse ad afferragli il braccio leggermente preoccupata, Andrea si fermò e girandosi la osservò senza battere ciglio.
“Vado a dirgli la verità.”
“Non ci provare nemmeno.”
“Sì invece, è l’ultimo giorno e lui è un coglione perché sono passati quasi cinque giorni da quella cosa e non si è ancora dato una mossa!”
La ragazza lo guardò sempre più confusa, gli lasciò andare il braccio e aspettò una spiegazione, che non voleva arrivare, perciò glielo chiese chiaro e tondo.
“Niente di cui tu debba sapere.”
“Andrea?”
“Oh ma che palle di tutti voi! Non gli dico niente, ma mi avete rotto.” e senza dire altro scattò in avanti e lasciò la stanza, fortuna che erano in pausa.
“Ma che…” mormorò Alli seguendolo con lo sguardo finché non sparì dalla sua vista.
Osservò i compagni che andavano e venivano e ripensò a quella settimana, dopo il secondo giorno Jeko era diventato più distante, le poche volte che lo incontrava si fermava a parlare solo per pochi minuti, per il resto del tempo spariva.
E lo stesso comportamento lo aveva con il suo compagno di stanza.
L’unica spiegazione valida era che si fosse accorto di loro due e che quindi il piano di Marti stesse funzionando, anche se non ne era molto convinta.
Ro sosteneva avesse le sue cose, Bec diceva di non ascoltarla e Marti rideva.
Sbuffò e si lasciò andare sul poggia schiena, vedendo i suoi compagni rientrare tra cui un silenzioso Andrea e Ro che consolava Leo… cosa si era persa?
Fissò l’amica aspettando che si voltasse e le fece capire cosa fosse successo, ma quando successe lei scosse la testa facendole segno di rimandare a dopo, Alli annuì continuando però ad osservarli preoccupata.
Alla fine della lezione Lucas annunciò che quella sera, dopo una piccola cena offerta dalla scuola, sarebbero andati in una discoteca lì vicino per festeggiare. Ovviamente non appena aveva pronunciato quelle paroline magiche si era scatenato il putiferio, Alli sembrava l’unica a non esserne entusiasta.
 
Dopo la cena, che consisteva in pizzette e stuzzichini vari, si divisero tutti dirigendosi ognuno verso la propria fermata del tram. Alli e Marti non lo persero per qualche secondo, iniziando a ridere senza motivo una volta salite, ricevendo occhiatacce da tutti i passeggeri.
Corsero dalla fermata verso a casa, non avendo molto tempo prima del prossimo tram.
La signora Rodriguez era seduta in cucina a cenare, non appena le sentì arrivare si alzò dalla sedia e si affacciò sulla porta salutando le due ragazze, che ricambiarono il saluto frettolosamente, correndo su per le scale, non investendo per poco Mati. La donna scoppiò a ridere per la loro fretta e con calma tornò a finire la sua cena accompagnata dai miagolii del gatto.
Nel frattempo Marti correva a recuperare l’asciugamano per poi chiudersi in bagno e lavarsi a tempo record e uscire per lasciare il posto all'amica.
Una decina di minuti dopo erano magicamente pronte per uscire, in anticipo di ben cinque minuti che le risparmiarono la corsa e quindi l’ennesima sudata.
Non appena raggiunsero la fermata arrivò il tram, salirono sorridendo e finalmente rilassandosi, solo in quel momento potendo osservare l’abbigliamento dell’altra.
Marti fece passare lo sguardo sul vestitino rossiccio di Alli, alzò gli occhi incontrando il suo sguardo ansioso, le sorrise e le mostrò il pollice sentendola sospirare tranquilla.
“Ti piace il mio?” chiese facendo alzare leggermente una parte del vestito azzurro.
“Stai benissimo, ma te l’avevo già detto quando l’hai comprato.” annuì alle sue stesse parole, vedendo Marti fare una linguaccia, scoppiando così a ridere.
Rimasero in silenzio gran parte del viaggio, osservando una Valencia notturna, quando Marti puntò improvvisamente lo sguardo su Alli.
“Jeko cadrà ai tuoi piedi.”
“Marti.” sussurrò dura Alli, ricambiando l’occhiata.
“Sì, scusa.” borbottò con voce da bambina tornando a guardare fuori.
 
Arrivarono nel luogo d’incontro stabilito dai prof, in un paio di minuti il luogo si riempì di ragazzi eccitati dall'idea di divertirsi e ballare, Alli rimaneva imbronciata affiancata da Bec sulla sua stessa lunghezza d’onda.
Alli non era mai stata una fan delle discoteche o semplicemente dei posti troppo affollati, l’unico che faceva eccezione era l'Ema a cui ormai era talmente abituata da non farci quasi più caso, ma quando era un luogo nuovo era tutto più difficile, e per sua fortuna aveva sempre potuto contare su Bec, anche lei non una fan.
“Ragazzi!” l’urlo della donna fece voltare e zittire tutti i presenti, per una volta interessati a cosa avesse da dire.
“Siamo tutti, quindi non indulgiamo e dirigiamoci verso la vostra amata discoteca, così prima andiamo prima torniamo...”
“Contaci!” urlò qualcuno dal fondo, scatenando varie risate.
“… E’ a solo due isolati da qui, quindi seguitemi.” detto ciò lanciò uno sguardo assassino a colui che aveva parlato e si incamminò non aspettando nessuno.
Come aveva annunciato, la discoteca era davvero vicina, tanto che già dall'isolato dopo iniziarono a sentire la musica e le urla di giovani ubriachi e non, accrescendo così l’entusiasmo già sproporzionato di alcuni.
Una volta davanti all'entrata la prof diede dei biglietti all'uomo e dopo che questo le disse qualcosa, si voltò facendo cenno al gruppo di entrare. Lasciarono i giubbotti ad un ragazzo che a sua volta gli lasciò un fogliettino con un numero e prima di entrare nella vera e propria discoteca, vennero fermati dalla prof che consegnò a tutti dei biglietti con una consumazione di analcolici e intimando ai maggiorenni di non ubriacarsi, ovviamente fu del tutto inutile, vedendoli fremere decise infine di lasciarli andare non prima di dargli una scadenza, massimo alla una fuori dal locale.
Bastò un minuto perché tutti si dispersero nell'immensa sala, un tripudio di luci fosforescenti e musica a tutto volume, persone che ballavano troppo attaccati e gente ubriaca che barcollava da una parte all'altra, Alli non vedeva l’ora di andarsene, eppure in quel momento avrebbe voluto che Jeko fosse stato con lei, ma no, lui era sparito, come al solito del resto.
“Andiamo a prendere da bere?” propose Noemi urlando per farsi sentire oltre la musica, le ragazze annuirono seguendola verso il bancone ammassato di gente.
Solo in quel momento si ricordò di dover chiedere ad Aurora cosa fosse successo con Leo, si avvicinò al suo orecchio e le fece la domanda, Aurora indugiò su di lei prima di spostare lo sguardo su Noemi e farle un cenno con il capo per intendere che fosse lei il problema. Alli annuì rendendosi conto di averlo saputo fin dall’inizio, si ripromise di parlarne una volta lontana da quel casino.
Dopo una attesa che parve un’eternità riuscirono ad avere i loro drink analcolici, si spostarono vicino a dei divanetti, interamente occupati, giusto il tempo di bere e cercare di chiacchierare.
Cercarono alzandosi sulle punte qualcuno di conosciuto e una volta trovato decisero, Ro, Marti e Noemi di buttarsi e ballare, mentre Alli e Bec guardandosi decisero di rimanere ai loro posti.
Marti si voltò verso le amiche chiedendosi perché non si stessero muovendo, le fece cenno di seguirla, ma entrambe scossero la testa, la ragazza corrucciò la fronte e strattonando per il braccio Ro le fece segno verso le amiche, facendole comprendere al volo quale fosse il problema, infatti in meno di un secondo Ro tornò sui suoi passi prendendole per i polsi e trascinandosele al seguito col sorriso stampato.
Tentare di liberarsi era inutile, perciò dopo qualche secondo Alli e Bec si lasciarono trascinare senza resistenza, tanto era inutile.
Si infilarono tra due gruppetti e iniziarono a muoversi al ritmo della musica, tutte tranne Alli, perfino Bec aveva alzato le spalle e aveva iniziato a ballare, si guardava intorno in imbarazzo continuando a sentirsi osservata, Marti le scosse il braccio attirando la sua attenzione e obbligandola a muoversi un po’, seguendola, cosa che sembrò funzionare, infatti sempre con un po’ di imbarazzo iniziò a seguire i passi dell’amica sentendo finalmente la musica che fino a qualche attimo prima aveva dimenticato esserci.
Ro e Noemi le mostrarono il pollice sorridendo e lasciandosi andare sempre di più.
Ogni volta che cambiavano canzone si scatenavano sempre di più con urla divertite.
Improvvisamente Alli sentì una mano poggiarsi sul suo fianco, si voltò di scatto trovandosi davanti una faccia sconosciuta, che gli sussurrava qualcosa di incomprensibile, la ragazza scosse la testa a qualsiasi cosa stesse dicendo, ma il ragazzo non capì e continuò a muoversi, Alli si guardò in giro in cerca di una via di fuga, se non fossero tutti appiccicati come sardine se lo sarebbe già staccato di dosso, ma di spazio non c’è n’era. Improvvisamente le venne un’idea e sorridendo afferrò la mano di Aurora intrecciandola alla sua e mostrandola al ragazzo con espressione mortificata, Aurora per fortuna sembrò capire e gli lanciò un’occhiataccia delle sue facendolo finalmente sparire.
Scoppiarono a ridere e Alli mimò un grazie, che Ro ricambiò con un occhiolino.
Per più di un’ora ballarono indisturbate e solo quando i piedi iniziarono a richiamare un po’ di pausa decisero di andare a cercare un posto dove sedersi, impresa ardua, come fu quella di uscire dalla calca che ballava.
Per miracolo trovarono un piccolo divanetto, a due, dove sedersi, Alli e Noemi furono quelle a sedersi nei posti mentre Marti e Bec si sedettero sui bordi.
Si lasciarono andare sul divano chiudendo gli occhi e smettendo di ascoltare la musica che ormai risiedeva nella loro testa.
“Devo andare in bagno.” Alli iniziò ad agitarsi sul divano guardando le amiche con sguardo supplicante, senza ottenere risposto, fin quando Bec non roteò gli occhi e si alzò vedendo Alli sorridere e alzarsi a sua volta. Andare in bagno non fu mai così traumatico e difficile, ci misero un’eternità a trovarlo e la fila che c’era era anche peggio, per non parlare degli assorbenti lasciati a terra, uno schifo.
Quando però tornarono al divano lo trovarono vuoto, inizialmente pensarono di essersi perse, decisero infine di andare in mezzo alla calca sapendo di trovarle lì, ma quando Alli si voltò per chiedere una cosa a Bec non la trovò, si guardò intorno alzandosi sulle punte, ma non bastò a trovarla.
Rimase per qualche minuto immobile, o almeno ci provò perché fu spinta in continuazione dalle persone che ballavano.
Quando decise di uscire da quella massa di gente accalcata, qualcuno le picchiettò sulla spalla e per un secondo temette fosse di nuovo lo sconosciuto, ma quando si trovò davanti un ragazzo alto biondo e davvero attraente non poté fare a meno di sorridere, sorriso che venne intercettato dal ragazzo.
Are you alone?” attraente e inglese, il sorriso della ragazza continuò ad aumentare.
I’m with my friends, but at the moment i lost all of them.” il ragazzo assunse un’espressione dispiaciuta.
Do you mind if i stay with you? I don’t wanna let you alone, you’re so cute. Wanna dance?”
Alli non se lo fece ripetere due volte, annuì e lo lasciò avvicinarsi, una volta vicino al suo orecchio il ragazzo le chiese come si chiamasse e di dove fosse, le chiese poi come facesse a parlare così bene l’inglese essendo italiana e lei fu più che felice di spiegarglielo, dovendo avvicinarsi. Scoprì che il suo nome fosse Jamie e che come aveva capito in precedenza fosse inglese.
Ballarono sempre più vicini fin quando lo sentì appoggiare le labbra sul suo collo stringendole un fianco, risalì piano arrivando fino alle labbra e senza indugiare fece scontrare le loro labbra in un bacio frettoloso, che per dispiacere della ragazza durò troppo poco.
Non ebbe il tempo di aprire gli occhi che venne trascinata lontano da Jamie, quando lo vide ormai lontano con espressione confusa sbuffò, e girandosi verso il suo ‘salvatore’ rimase pietrificata vedendo in lui Jeko, lo stesso Jeko che continuava ad evitarla.
Raggiunsero una zona più tranquilla e finalmente Alli riuscì a riprendersi il suo braccio stritolato, massaggiò la parte dove la sua mano l’aveva stretta lanciandogli qualche occhiata assassina.
“Ma che diavolo ti è preso si può sapere?” sbraitò continuando a tenere la mano sul braccio.
Jeko respirò a fondo e si voltò a guardarla, abbassando lo sguardo sul suo braccio solo per un secondo, per poi tornare con gli occhi fissi in quelli di Alli.
“Cosa diavolo è preso a te?! Non puoi andare in giro a baciare il primo che ti capita, cazzo!”
Alli sbarrò gli occhi sorpresa dalla sua reazione, di certo non era quello che si sarebbe aspettata.
“Ma hai bevuto?” chiese sempre più furiosa, lasciando la presa sul braccio e stringendo i pugni. Jeko scosse la testa con forza lasciandole un’occhiata di fuoco.
“E poi perché non avrei potuto baciarlo?”
“Perché non puoi e basta, non è giusto.”
“Cosa non è giusto? Non sto tradendo nessuno quindi che problemi ci sono?” chiese sfidandolo per vedere fino a che punto sarebbe arrivato, o sarebbe esploso una volta per tutte oppure avrebbe continuato a fingere.
“Non puoi cazzo, non puoi baciare nessuno l’hai capito?! Ci sono dei problemi eccome perché non mi va giù, va bene? Sono geloso! E’ questo che volevi sentirti dire eh?” Alli rimase paralizzata dalla sorpresa, non era decisamente quello che si era aspettata. Jeko stava tremando dalla rabbia e dal nervoso e continuava a guardarla con quegli occhi così azzurri e così intensi. Scosse la testa, non riuscendo a sopportare il suo sguardo.
“Guardami.” la voce era ferma, ma la mano con cui le tirò su il mento tremava.
“Mi piaci Alli Kelly e mi dispiace di averci messo così tanto per capirlo, ma avevo e ho ancora paura di cosa succederà, se finirà male non voglio perdere la mia migliore amica.”
Alli scosse la testa, ma mentre lo fece sorrise e quando tornò a guardarlo negli occhi sorrideva anche lui.
Gli strinse la mano che teneva ancora sotto il mento e l’abbassò, intrecciandovi poi le dita, Jeko abbassò lo sguardo guardando le loro mani intrecciate, rialzò poi lo sguardo continuando a sorridere.
“Ho paura anch'io, ma ormai è troppo tardi per tornare indietro, se andasse male voglio che in qualche modo restiamo amici anche se so che non sarà facile.”
Jeko annuì.
“Aspetta, ma come hai fatto a capire che mi piacevi? Erano mesi ormai, non è possibile che l’hai fatto da solo.” borbottò inclinando il capo e osservandolo passarsi la mano libera nei capelli, imbarazzato.
“Beh… me l’hanno fatto capire.”
“Giuro che ammazzo Andrea!” esclamò staccando la sua mano da quella di Jeko.
“Andrea?!
“Ma sì, non fingere di non sapere che fingevamo di piacerci per farti ingelosire e capire che ti piacevo.”
Jeko rimase a bocca aperta e in quell'istante capì il comportamento dell’amico, si ripromise di scusarsi una volta trovato.
“Veramente me l’ha fatto capire Leo, ma grazie per avermelo detto.” disse sorridendo e vedendola borbottare qualcosa e poi arrossire. Riprese la sua mano e la rintrecciò.
“Quindi adesso…”
“Potresti tapparti la bocca e lasciarmi fare.” e senza darle il tempo di capire a cosa stesse alludendo si fiondò sulle labbra delle ragazza, che in un primo momento non collaborarono, ma quando si rese conto di cosa stesse accadendo, non ci mise molto a ricambiare più che entusiasticamente quel bacio che aspettavano da troppo tempo.
L’ultima volta in cui si erano baciati era stato breve e sapeva di alcol, il giorno della festa di compleanno di Alli, ma l’ultima volta in cui si erano baciati realmente risaliva ad anni prima.
Jeko non ci mise molto ad attirarla a se, in modo che i loro corpi furono schiacciati l’uno contro l’altro, lei portò le mani tra i suoi capelli stringendogli qualche ciocca provocandogli moti di dolore, a cui lui si vendicò attraverso morsi alle labbra. Ridevano mentre si baciavano e continuavano a toccarsi non riuscendo a staccarsi l’uno dall'altro. Le loro lingue giocavano a rincorrersi e a toccarsi, in un bacio sempre più bisognoso e bramoso.
Quando si staccarono, finirono ad appoggiarsi alla fronte dell’altro, sorridendo e sfidandosi con lo sguardo, ancora attaccati e stetti in quello strano abbraccio.
Alli fece mente locale e sono in quel momento si ricordò di un dettaglio piccolissimo.
“E Ilaria?” solo dopo averlo detto si rese conto di averla chiamata con il suo nome e non con il soprannome che le avevano dato e che usavano sempre.
Jeko mugolò qualcosa poi si staccò da lei e si appoggiò al muro, tirandosela addosso subito dopo, sorrise e fece per baciarla di nuovo quando lei con uno sguardo truce lo blocco, lui alzò le braccia in segno di resa e si preparò a parlare.
“Non stavamo insieme, scopavamo e basta.” rispose semplicemente, non rendendosi conto di quello che aveva appena detto.”
“Jeko!” gli tirò una sberla in testa sentendolo borbottare qualcosa contro e imbronciarsi.
“Devi sempre rovinare tutto con le tue uscite del cazzo, non volevo sapere okay? Ti piacerebbe si ti raccontassi io di cosa facevo con quell'altro eh?”
Sembrò pensarci per qualche secondo per poi scuotere la testa rapidamente, storse la bocca e borbottò un “In effetti…”
Passarono alcuni secondi in cui si limitarono ad osservarsi ancora sorpresi, quando Alli si rese conto di una cosa.
“Ma quindi cosa siamo?” domandò timidamente, abbassando la voce.
“Amici che fanno questo…” disse sporgendosi per baciarla. “… e altro.”
“Jeko cazzo!” brontolò evitando di lasciargli un’altra sberla, vedendolo però scoppiare a ridere, si divertiva lui.
“Dai tesoro scherzo. Proviamo a stare insieme e vediamo come va.” le sorrise accarezzandole dolcemente il viso.
“Chissà che diranno gli altri quando lo sapranno.” si domandò appoggiando il capo sul petto del ragazzo, che prese ad accarezzarle i capelli con una mano e a stringerle la vita con l’altra.
“Probabilmente diranno qualcosa come ‘era ora’ o ‘finalmente vi siete svegliati’.”
Alli alzò gli occhi e rise vedendo la sua espressione imbronciata.
“Molto probabile.”
 
Nello stesso momento in cui Jeko si sporse verso le sue labbra, un urlo lacerò il silenzio che si era creato.
Spaventati si voltarono nella direzione da cui proveniva e poco lontano da loro trovarono Martina, che sorridente, saltellava su e giù sui tacchi, muovendo le mani entusiasta.
“Dio sia lodato!” esclamò avvicinandosi e schiacciandosi le guance con le mani, continuando a sorridere.
Jeko si appoggiò nuovamente al muro, sospirando rumorosamente e alzando gli occhi, mentre Alli rimaneva in silenzio ad osservare l’amica.
“Finalmente! Ed è tutto merito mio.” iniziò a vantarsi continuando a muoversi senza riuscire a fermarsi.
“Cosa?” Alli si voltò prima verso Jeko per poi tornare a guardare l’amica, lui le sorrise scusandosi mentre lei si limitò ad alzare le spalle incurante.
“L’aveva già capito, io gli ho solo dato una spinta, che vedo abbia funzionato… Quindi?” chiese fermandosi e fissandoli curiosa.
Jeko scosse la testa ridendo e portando un braccio intorno alle spalle di Alli.
“Sì Marti, stiamo insieme, contenta?”
La ragazza ricominciò a saltellare e ad emettere urletti eccitati, poi senza avviso si fiondò su entrambi abbracciandoli, i due ricambiarono qualche secondo dopo ancora scossi, iniziando poi a ridere senza motivo.
 
Prima di tornare dalle altre assieme a Marti, Jeko la tirò su di se sporgendosi per lasciarle un bacio veloce e sussurrarle qualcosa all'orecchio, lei scosse leggermente la testa e salutandolo con la mano seguì l’amica nel luogo in cui si trovavano le altre.
“Cosa ti ha detto?” le chiese con finto disinteresse mentre rientravano nel caos, Alli le lanciò un’occhiata poi sorrise.
“Che mi terrà d’occhio.”
“Sa molto di stalker…” Alli le tirò una gomitata nel fianco facendola emettere un gemito di dolore, Marti le riservò uno sguardo truce proseguendo senza fiatare.
Avvistò le amiche in lontananza e non appena la videro, si precipitarono verso di lei, prima di tutte Bec che si fiondò la tra sue braccia preoccupata.
“E’ da un’ora che ti cerchiamo, ho preso una paura quando ti ho persa di vista, ma uno stronzo mi ha rovesciato il drink addosso…” disse indicando la macchia scura sul suo vestito nuovo, con espressione imbronciata. “… poi ho iniziato ad insultarlo e quando ho alzato lo sguardo non c’eri più. Ho trovato le altre e mi hanno detto di non preoccuparmi, ma magari ti avevano rapita, oppure qualcuno ti stava stuprando. Oddio non è successo vero?!” Bec continuò a controllarla e agitarsi sempre di più, finché Alli sorridendo non le afferrò le spalle e la bloccò.
“Sto bene, non è successo niente. Ho incontrato Jeko e abbiamo chiarito.”
“Oh per fortuna.” sospirò posandosi una mano sul petto, sentendosi libera di un penso, la gemella e Noemi alle sue spalle si sporsero in avanti osservando Alli e chiedendole con lo sguardo se fosse tutto apposto, lei si limitò ad annuire e sorridere.
 
Alla una erano tutti fuori la discoteca, le prof che aspettavano più sorridenti del solito, forse troppo e persone leggermente brille che ridevano e scherzavano.
Noemi e Ro avevano raccontato di aver incontrato le loro prof bere qualche drink uno dopo l’altro per poi chiacchierare e flirtare con alcuni uomini che avevano incontrato al bar, le due si erano dette sconvolte ed erano scappate via non riuscendo più a trattenersi dal ridere, perciò per loro fu un’impresa ardua resistere dall'impulso di scoppiare nuovamente così a stretto contatto.
“Ragazzi ci siamo tuutti. E’ oraa di tornaree!” la loro prof severa era diventata una teenager ubriaca e troppo felice.
Tutti si guardarono sconvolti non accennando a volerla seguire, come era già successo all'andata, solo quando riuscirono a metabolizzare ciò che successe iniziarono con tranquillità a raggiungere ognuno la propria fermata.
Alli e Jeko si salutarono normalmente come se niente fosse successo, le lasciò un bacio sulla fronte e salutò le altre prima di dirigersi verso Andrea e tornare a casa, non avrebbero dormito molto, nessuno l’avrebbe fatto siccome l’indomani sarebbero partiti dal ritrovo alle 7.30, fortunatamente le famiglie li avrebbero accompagnati.
“Non hai intenzione di dirlo alle altre?” Alli si girò a guardare l’amica seduta difronte a lei nel tram, ancora una fermata e sarebbero arrivate.
“Certo che lo sapranno, quando torniamo a casa glielo dirò, ma a nessun altro. Se lo scoprono non importa, però preferiamo tenercelo per noi.”
“Fate bene.” Alli fece per replicare qualcosa riguardo al fatto che fosse troppo presto, quando si rese conto che Marti non aveva risposto come se l’era aspettato.
“Oh, beh grazie?”
Marti scoppiò a ridere scuotendo la testa e alzandosi, notando che fosse arrivato il momento di scendere.
“Su andiamo, che domani dobbiamo svegliarci presto.”
“Non ricordarmelo.” borbottò Alli sbuffando e raggiungendola sulla porta, che dopo che Marti ebbe schiacciato il pulsante, si aprì.
 
“Perché diavolo siamo andati in quel cavolo di posto eh?”
“Voglio dormire.”
“Non ce la faccio.”
Questi e altri commenti erano ciò che i ragazzi continuavano a ripetere da quando si erano ritrovati nel punto d’incontro, se non da quando si erano svegliati.
Alli e Marti erano arrivate per prima, siccome la signora Rodriguez sarebbe dovuta andare al lavoro presto, la donna le aveva abbracciate una ad una e le aveva salutate con voce tremante, mentre le ragazze sorridevano tristi.
Erano sedute sulle loro valigie, che se possibile pesavano più di prima, ed erano imbacuccate fino alla testa dai cappotti, per il troppo vento.
Nel frattempo erano arrivati anche gli altri e il bus che gli avrebbe portati all'aeroporto era arrivato.
Mentre caricavano i bagagli nel vano apposito, Alli si sentì picchiettare sulla spalle e voltandosi trovò il volto addormentato, ma sorridente, di Jeko con la cuffia verde che per poco non gli copriva gli occhi.
“Ehi.”
“Ehi.” ricambiò il saluto dolcemente, avrebbe tanto voluto alzarsi sulle punte e baciarlo, ma farlo davanti a tutti le dava fastidio, così si limitò a stringergli la mano senza farsi notare.
“Hai dormito?” gli chiese vedendolo sbadigliare e portarsi la mano davanti la bocca, per poi strizzare gli occhi.
“Non molto.” sorrise storcendo il naso. “Voi due? Avete parlato di quanto sono bello immagino.”
Alli staccò le loro mani intrecciate per dargli una sberla sul braccio.
“No, e sei un’idiota, come al solito.”
“Però vuoi tanto bene a questo idiota, no?” rise indicandosi il viso ed assumendo uno sguardo triste, Alli sospirò mordendosi il labbro per non scoppiare a ridere.
“Si, si, certo.” ma Jeko sapeva bene cosa aveva voluto dire. L’aiutò a caricare la valigia e fece lo stesso con la sua.
In corriera si sedettero vicini, con davanti Marti e Andrea e dietro le gemelle, perciò si limitarono a stuzzicarsi come il loro solito.
Arrivarono giusto in tempo per il check-in e in velocità si imbarcarono, non vedendo l’ora di tornare a casa.
Un paio d’ore dopo e si trovavano a Malpensa, andarono a ritirare i bagagli tutti insieme e non appena videro i genitori si separarono salutandosi e promettendosi di sentirsi il giorno dopo.
Alli e Jeko furono gli ultimi a raggiungere la famiglia, perché nascosti agli occhi degli altri si erano fermati per scambiarsi qualche bacio, arrivarono nel punto in cui i genitori si trovavano ancora ridendo.
Alli salutò Andrea il fratello di Jeko e suo padre, prima di andare da James che la aspettava tranquillo, quando la vide si avvicinò per abbracciarla e lasciarle un bacio sulla testa, le prese la valigia, lamentandosi di quanto pesasse e raggiunse l’auto.
A casa non ebbe il tempo di aprire la porta che Leah iniziò il suo terzo grado, che continuò per ore, finché la ragazza non si stancò e si richiuse in camera.
Si buttò sul letto, sorridendo felice di essere a casa, anche se già le mancava Valencia.
Il cellulare le vibrò contro la gamba e non appena lo lesse un sorriso le spuntò sul volto, scrisse velocemente qualcosa, mettendolo in carica, si coprì con le coperte e chiuse gli occhi felice come non era mai stata.
 
 
Ebbene sì, non è un miraggio! Sono io! (ma va)
L'ispirazione è magicamente arrivata e io l'ho accolta a braccia aperte, perciò qui è il capitolo.
(se da voi c'è stato brutto tempo, ecco qui il motivo lol)
Ed ecco il grande momento, siete contenti? Che ne pensate?
Alla prossima!
With love Ellie.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Eider