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Autore: welcometomylifex    11/09/2013    1 recensioni
Siamo tornati alla nostra panchina e abbiamo inciso i nostri nomi con il mio portachiavi, comprato da te in uno dei posti dove avevi cantato. Due H che si intrecciavano e due S sovrapposte. Non si capiva niente. Ti sei scusato:“ E’ Zayn quello bravo a disegnare.”
“Quando sarò lontano vieni qua, questo ti ricorderà che anche se sono in America o in Australia siamo sempre sotto lo stesso cielo. Siamo come il Big Beng , la torre di Londra, il Colosseo, le piramidi. Noi siamo per sempre.”
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci siamo scontrati.
 Io barcollavo sui miei tacchi troppo alti e tu che volevi uscire da un ruolo che ti stava troppo stretto. Hai osservato la tua T-Shirt sporca di gelato e invece di lamentarti hai sorriso: “Pensavo di essere l’unico a cui piacesse il gelato zenzero e cannella.” Sei entrato dentro e hai comprato altri due gelati. Ho sorriso, cos’ altro potevo fare?
 
Ci siamo seduti su una panchina e abbiamo parlato fino a finire i gelati. Ne abbiamo comprati altri due. Abbiamo iniziato a fumare e abbiamo continuato a parlare, sdraiati su una squallida panchina, sotto lo stesso cielo stellato, eri abbastanza vicino da sentire il mio cuore accelerare ogni volta che mi guardavi. Ho finito il pacchetto di sigarette nuovo comprato al bar all’angolo. Abbiamo visto le prime luci dell’alba illuminare i palazzi accanto a noi.
Mi hai chiesto il numero. Non volevo chiamarti ma le mie dita hanno preso il telefono e dopo poco ho sentito la tua voce roca. Volevo riattaccare ma non l’ho fatto. Perché  ti piace il gelato zenzero e cannella, perché le nostre mamme si chiamano entrambe Anne, perché fumiamo le stesse sigarette, perché mi piace mettere le mani tra i tuoi ricci, perché abbiamo le stesse iniziali  e perché i tuoi occhi erano più luminosi delle stelle che ci sovrastavano in quella notte d’estate.
 
 
Abbiamo mangiato chili di gelato zenzero e cannella. Ogni volta che ho detto che dopo quel pomeriggio non avrei dovuto mangiare per sei mesi mi davi un altro cucchiaio.
 
Ho studiato nel tuo giardino con un bicchiere vicino e una vaschetta di gelato. Ti divertivi a stuzzicarmi. Ogni volta che sbuffavo e mormoravo un “Porca puttana, perché devo studiare questo schifo?” Ti dovevo baciare.
“E’ per punizione.” ti giustificavi.
“Non mi sembra molto costruttiva come cosa”
“Lo è per me. Devo perfezionare la mia tecnica”
“In effetti è scarsetta.”
Non lo sai ma io sbuffavo per finta.
 
 
Siamo tornati alla nostra panchina e abbiamo inciso i nostri nomi con il mio portachiavi, comprato da te in uno dei posti dove avevi cantato. Due H che si intrecciavano e due S sovrapposte. Non si capiva niente. Ti sei scusato:“ E’ Zayn quello bravo a disegnare.”
“Quando sarò lontano vieni qua, questo ti ricorderà che anche se sono in America o  in Australia siamo sempre sotto lo stesso cielo. Siamo come il Big Beng , la torre di Londra, il Colosseo, le piramidi. Noi siamo per sempre.”
 
 
 
Sei salito in casa mia dopo una serata fuori. Ero così agitata di conoscere i tuoi amici, mi sono piaciuti. Alla radio c’era una tua canzone. Abbiamo spento le luci e aperto il frigo, il caldo era insopportabile. Abbiamo ballato sotto la luce azzurina del congelatore, le nostre carnagioni con un colorito alieno, per una, due, tre, cinque, dieci canzoni. Alla fine avevamo perso il conto.
“Ti amo Hayley ”
“Sei ubriaco Harry”
“Ma ti amo lo stesso.”
 
La mattina dopo la radio ripeteva che era l’estate più calda degli ultimi quarant’anni, più della nostra età sommata. Noi rimanevamo avvinghiati, incuranti del caldo e di tutto il resto. Eravamo un groviglio di lenzuola, gambe, braccia, due cuori che battevano l’uno per l’altro. Due metà che si completavano.
 
E adesso stai davanti a me in piedi. Hai addosso una maglietta macchiata. La nostra maglietta, riconoscerei quella macchia ovunque. Ha la forma di una stella. Hai un cono gelato in una mano e una scatoletta blu nell’altra e tre parole, tredici lettere, su quelle labbra che conosco a memoria.
E sulle mie che hai baciato così tante volte solo due lettere “Sì”





 
  
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