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Autore: sorbettoallimone16    11/09/2013    2 recensioni
Penelope Detterson è una fata. Non conosce i suoi genitori che l’hanno abbandonata appena nata. E’ cresciuta con la nonna che è anch’essa una fata. Quando compie 14 anni viene invitata ad andare alla scuola di magia del paese e incontra una ragazza di nome Ambridge e Derek con cui fa amicizia. Durante il primo anno scolastico scopre che i suoi genitori sono morti dopo averla abbandonata a causa di una creatura misteriosa il cui nome è ignoto, ma che si fa chiamare Il Principe Oscuro.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
-Nonna, non c’è bisogno che mi fai un regalo. Sai che non c’è niente che posso desiderare di più di… Non ti preoccupare, mi basta una bella pizza, o magari un bel pollo ai quattro gusti.- dissi abbracciandola. –Va bene,… facciamo il pollo?- chiese ridendo con un'espressione che sembrava stesse facendo qualcosa di male, come un adolescente che chiede di poter rubare il suo primo braccialetto. Io risi a mia volta in senso di consenso, lei si alzò e si diresse in cucina –Nonna,…- chiesi prima che potesse chiudere la porta della mia angusta cameretta –Si?- chiese girandosi verso di me. Si vedevano le vene verdi  dalla sua pelle chiara e quasi trasparente, i capelli leggermente colorati di grigio per via dell’età. Ottantotto anni. Un tempo che a pensarci sembra lunghissimo, ma che se lo vivi sembra un attimo. Io ho avuto la fortuna di vivere quattordici anni e un mese con lei. Quattordici anni in cui non ho mai visto i miei genitori, o che li abbia anche solo sentiti nominare, non so nemmeno qual è il loro nome. Sembra tragico a pensarci, ma ormai vi ero abituata. –Perché mi hanno abbandonata?- chiesi d’improvviso, una domanda che non avevo mai osato farle, e che ciò la sorprese. Lei si avvicinò al mio letto dov’ero seduta e mi disse cauta –Ci sono tante cose che non si sanno, ma qualunque fosse il motivo sono sicura che era per proteggerti.- Mi accarezzò un boccolo corvino e infine me lo rimise a posto. Poi uscì dalla stanza e io iniziai a fare le valigie. Per dove? Per la scuola di magia Nehgliohg. Ha un nome strano, ma mia nonna mi ha spiegato che secondo l’antica lingua fatata significa Ninfa, e in questo caso è in senso sia figurato che letterale visto che è un castello e si trova in una ninfa. –Oglus!- e la valigia venne da me –Emporium calef!- e la valigia si aprì. –Herius Omplipius Tusan!- e con l’indice disegnai davanti a me una linea orizzontale e tutte le mie cose (vestiti, profumi, scarpe ecc.) si sistemarono nella valigia. Era emozionante! Finii dopo quindici secondi. –Penelope, è pronto!- mia nonna Olivia aveva già finito di cucinare e aveva servito i piatti a tavola. Che bello, si mangiava il pollo ai quattro gusti di rana, vomito, capelli e salmone! Il mio piatto preferito in assoluto! Ci sedemmo a tavola e mangiammo in silenzio perché sapevamo che il giorno dopo ci saremmo dovuti dire “ addio ” per un anno o quasi. Finito il pranzo andai in camera mia e presi il libro di magia che avevo appena iniziato a leggere e andai fuori. Era piena estate, il quindici agosto, le altre fate erano fuori da almeno mezz’ora: i maschi correvano, giocavano a palla si rincorrevano, le altre ragazze invece giocavano con i peluche, aiutavano la.. mamma, giocavano alle principesse. Io invece leggevo poiché nessuno mi voleva come amica, ma leggere mi piaceva, arricchiva le mie conoscenze. Non per questo so fare l’incantesimo Aiulho che è per fate che sono arrivate all’ultimo anno di scuola.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              Il tempo passò in fretta, avevo imparato l’incantesimo Zerbione, per combattere le creature invisibili, il Possedum Totalum per far fare tutto quello che vuoi agli animali, alle cose, alle persone, il Revellentium per guarire le persone dalla pianta Insectichat. –Hey, Penelope. E’ pronto.- nonna era uscita da casa per farmi rientrare per la cena. Solo allora mi accorsi che era sera e che stava facendo buio. Rientrai subito in casa, andai a posare il libro nella piccola libreria nella mia stanza e tornai in cucina dove trovai  pronto Misturiast fatta di budella di drago, bacche, lingua di topo e mosche. Andai ad abbracciare mia nonna –Grazie.- dopo ci fu un silenzio tombale. Finimmo di mangiare e la nonna andò a letto, doveva essere esausta visto che era una delle più fortunate fate del mondo: in genere le fate arrivano a un massimo di ottant’anni, lei ne aveva otto in più. Già all’età massima si è esausti a fine giornata, figuriamoci lei! –Politetium Totalium.- i piatti iniziarono a lavarsi e io andai a letto. La notte è breve. 
Hey, sono sorbettoallimone16, la creatrice di questa storia. Spero ti sia piaciuto il primo capitolo e vorrei sapere cosa ne pensi. Se vuoi puoi recensire!
Sorbettoallimone16
  
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