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Autore: Yvaine0    11/09/2013    3 recensioni
Questa è la storia di qualcuno che, semplicemente, è distratto; di qualcuno che è disattento e di qualcun altro che invece è fin troppo premuroso. È la storia di chi parla troppo, di chi nuota troppo veloce, di chi ha paura di parlare e di chi, invece, dice sempre le cose come stanno. È la storia di come la disattenzione di qualcuno può portare alla sofferenza di un altro e a volte, di conseguenza, alla nostra. È la storia di errori di distrazione notati un po' in ritardo, ma mai troppo. È la storia di chi ama, di chi ascolta e di chi parla, di chi sbaglia e di chi corregge, di scelte giuste ed errate. È la storia di Michael e Shae-Lee, di Calum, di Debbie, di Ashton, River e Luke.
«River sta con Luke. Ma allora perché sembra avere una cotta per Ashton?»
«È complicato».
«Allora spiegamelo».
«Ho un'idea migliore. Perché non mi spieghi perché Debbie ce l'ha tanto con me».
«Perché sei troppo distratto e non ti accorgi di come stanno le cose».
Michael si acciglia. Questo cosa dovrebbe significare? «E come stanno le cose?»
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton, Irwin, Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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1.
 

Shae-Lee Anning è quel genere di ragazza con la coda di cavallo che non sta ferma un minuto. Quel genere di ragazza che in piscina nuota sempre un po' più piano di Luke Hemmings, ma riesce sempre a fare qualche vasca in più. È la ragazza che, se solo conoscesse di persona Ashton Irwin, lo implorerebbe di lasciargli suonare la sua batteria, perché, cavolo, è troppo una figata! È il genere di ragazza con cui Calum, se solo si conoscessero, si divertirebbe un casino, perché, dai, è troppo svampita. È anche però il genere di ragazza con una cotta mostruosa per Michael Clifford.

D'altra parte, Michael Clifford è quel genere di ragazzo che certe cose non le nota. È il genere di ragazzo che in piscina ci va, perché educazione fisica è una lezione obbligatoria, ma si ferma a bordo vasca ogni volta che il professore distoglie lo sguardo. È il ragazzo che, pur conoscendo Ashton Irwin, si tiene a debita distanza dal suo strumento, non avendo alcuna intenzione di morire giovane. È il genere di ragazzo che Calum ama riprendere con il cellulare quando non sta facendo assolutamente niente, perché, dai, fa delle espressione così buffe che tutto il mondo deve vederle. Michael è un ragazzo da videogiochi, pizza e musica; a diciotto anni – non ancora suonati, ma manca poco – non si preoccupa molto di Shae-Lee Anning o di qualunque altra ragazza. Michael Clifford sta solo aspettando che le superiori finiscano, per potersi togliere anche quell'impiccio. Nel frattempo si limita a sopravvivere.

*

Sono le tredici in punto, la campanella è suonata e il resto dei compagni di classe sono già scattati in piedi, pronti per correre in mensa e aggiudicarsi i posti migliori. Michael deve scollare la testa dal pugno chiuso, si sistema i capelli, sbuffa. Chiude il libro di letteratura, si stiracchia, poi sbuffa ancora e lo ficca nella borsa.

Shae-Lee è in piedi al suo fianco, la borsa già in spalla, si sta sistemando la disordinata coda di cavallo biondo cenere e non gli toglie gli occhi di dosso. A Michael piacerebbe tanto sapere perché è ancora lì, ormai in classe sono rimasti solo loro due e Amos Birch, che a mensa nemmeno ci va, per paura di essere preso di mira da un gruppo di bulletti del terzo anno. Gli piacerebbe tanto anche far notare ad Amos Birch che, essendo lui più grande di loro, dovrebbe sapere come difendersi, ma è un tipo che si fa gli affari propri e non si impiccia nelle vite altrui, quindi non glielo dice.

Shae-Lee è ancora lì e lo osserva. Sembra proprio intenzionata ad aspettarlo. Michael sbuffa, afferra lo zaino e si alza in piedi, guadagnandosi un sorriso smagliante da parte della vicina di banco. «Vuoi che ti passi gli appunti di matematica?» domanda.

Lui scrolla le spalle e abbozza un sorriso. Non è che la matematica sia il suo argomento di conversazione preferito, in effetti. Sembra anche stupido parlarne quando è appena finita una lezione di letteratura, ma è chiaro che lei stia già pensando al compito in classe della settimana successiva. «Nah, mi accontenterò della mia solita D+, credo» risponde. Anche se forse tirare un po' su la sua media gli farebbe comodo, se vuole che sua madre gli compri l'amplificatore nuovo per il compleanno. Peccato che lui sia irrimediabilmente pigro.

Shae-Lee ride, mentre si incammina verso la porta. «Be', se hai bisogno, conosco qualcuno che può aiutarti». All'occhiata interrogativa di Michael, lei si spiega meglio: «Mia sorella. È una sorta di genio della matematica e prima dei compiti mi dà sempre una mano; non credo ci sarebbero problemi, se ti unissi a noi per un ripassatina vel-», si blocca a metà parola, arrossendo violentemente.

Michael intuisce il non voluto doppio senso e scoppia a ridere di gusto.

«Ripasso! - si corregge lei in fretta e furia. - Per un ripasso veloce prima del compito!» Nasconde il viso tra le mani, sprofondando nell'imbarazzo, mentre lui ancora se la ride. «Che figura di merda» sussurra tra sé.

«Non preoccuparti» la rassicura Michael, mentre imboccano le scale per scendere alla mensa. «Avevo capito. Mi farebbe piacere, grazie». Poi ci ripensa e ridacchia ancora; «Un ripasso, intendo, non una sveltina». A quel punto, però, se ne rende conto: la figura di merda l'ha fatta lui. «No, cioè, non volevo dire...» si scompiglia i capelli, sgranando leggermente gli occhi. «Non è che tu o tua sorella non siate... carine - almeno credo, nemmeno la conosco, tua sorella...». Arrossisce, quando si rende conto che si sta inoltrando sempre di più nel labirinto delle figuracce.

Quindi, mentre Shae-Lee è già scoppiata a ridere, lui nasconde a sua volta il volto tra le mani; si piega su se stesso, ridendo. Quando trova il coraggio di guardare di nuovo la ragazza, è rosso in volto, ha gli occhi stretti per la risata appena conclusa e un sorrisone sulle labbra; Shae-Lee arrossisce a quella vista, ma Michael non se ne accorge.

«Meglio che me ne stia zitto» conclude.

La ragazza scrolla le spalle e si sistema la borsa a tracolla. «Tranquillo, avevo capito cosa intendevi» lo cita, sorridendogli con aria complice.

Scendono a mensa insieme, quindi, poi lui la saluta con poche parole e un sorriso impacciato ma gentile, mentre lei dondola sui talloni, arrossisce e si congeda con un allegro «Ci vediamo a lezione, allora».

*

Michael si lascia cadere goffamente sulla panca di plastica blu annessa al tavolo, dove un paio di ragazzi sono già seduti e consumano il loro pranzo. Non li guarda, mormora un «Ciao» stanco e si accascia con la testa tra le braccia, gli occhi chiusi.

Qualcuno ride, sa che si tratta di Luke.

«Whei-hey, Mickey! Eri in dolce compagnia o sbaglio?» E questo invece è Calum, il degno compare dell'altro. Calum è il genere di ragazzo che dà aria alla bocca semplicemente perché ne ha voglia. Magari non ha nulla di intelligente da dire, ma lo fa lo stesso. Parla tanto, spesso, fa un sacco di sciocchezze. Forse, se con loro non ci fosse lui, ci si annoierebbe tre volte tanto.

«È la mia vicina di banco a... » Michael ci pensa su, prima di rispondere, sorpreso: «quasi tutte le lezioni». Non si era mai accorto che, in effetti, Shae-Lee è seduta al suo fianco, di fronte o dietro di lui in ogni aula.

Michael non sa perché Shae-Lee si sia affezionata tanto a lui, sempre che di affetto si possa parlare. Inizia ad avere il dubbio che la sua iperattività abbia allontanato tutte le sue eventuali amiche e che si sia ritrovata sola, a ricercare la compagnia del suo vicino di banco pur di non soffrire di solitudine. In realtà basta lanciarle un'occhiata in quel momento, circondata da un gruppetto di ragazze del loro anno, per capire che non è affatto una persona sola. Più che sola è solare, estroversa e iperattiva: ride, parla a manetta, saltella, abbraccia, racconta, chiede, sorride, fa smorfie, saltella, abbraccia di nuovo. Gli è bastato guardarla per una manciata di secondi per sentirsi stanco: dove la trova, tutta quell'energia?

Sgrana gli occhi per manifestare la sua disapprovazione e si decide finalmente a puntare lo sguardo sui propri amici. Avrebbe dovuto accorgersi prima che all'appello manca qualcuno. «Dov'è River?» domanda, infatti.

Luke alza la testa e si volta a guardarlo. Dapprima la sua espressione è sorpresa, poi si fa confusa: «Pensavamo fosse con te, ha detto che...», ma non fa tempo a concludere la frase, ché un vassoio della mensa stracolmo viene lasciato cadere rumorosamente sul tavolo.

«Ops» si scusa la voce bassa di River subito dopo, quando si accorge che il brick del latte al cioccolato e qualche patatina sono caduti sulla superficie plastica sottostante.

«...Che avrebbe preso qualcosa anche per te» finisce a quel punto Luke, trattenendo una risata.

«Che macello – sospira la ragazza. - Hey, Mickey, mi spiace; quelle cadute le mangio io!» si preoccupa, mentre prende posto a sedere accanto a Luke; dopodiché sposta il vassoio in direzione dell'amico, mentre Calum ha già rubato e ingurgitato le patatine cadute.

«Ladro!» lo apostrofa River.

Calum si stringe nelle spalle e sorride con aria furbetta: «Sono solo più veloce di te!»

«Barbone, - si intromette Luke: - Chiamalo barbone!»

«Giusto: sei un barbone!» lo etichetta allora la ragazza, cercando di trattenere una risatina.

Luke Hemmings è il genere di ragazzo che parla poco e quasi solo con i migliori amici. È riservato e timido, forse anche più di Michael, con la differenza che si porta dietro un paio di spalle larghe il doppio delle sue e una bocca che, quando canta, merita di essere ribatezzata da River forno. Si riempie di orgoglio quando lei ride per una sua battuta, sorride un po' più di prima e scuote il capo, divertito.

Michael sorride a sua volta, osservandoli. Afferra la pizza in più e la lattina di Coca-cola che River ha comprato per lui, riflettendo su quanto Luke e River stiano davvero bene insieme. Lui e Calum ne hanno parlando, una volta, e sono giunti alla conclusione che siano una coppia che non sa di esserlo. Sono cresciuti insieme, dalle elementari al liceo hanno frequentato la stessa classe e le stesse lezioni. Quando Luke, Calum e Michael hanno iniziato a registrare cover di canzoni da mettere su Youtube, River c'era. Quando Luke ha iniziato ad andare in piscina, River c'era. Quando River ha adottato un cane di nascosto, Luke era con lei; l'ha aiutata a nasconderlo e ha fatto il palo quando lei andava a portargli da mangiare. Luke c'era anche quando i genitori di River hanno scoperto il cane e l'hanno obbligata a riportarlo indietro; ma non solo: Luke ha persino ottenuto il permesso di tenerlo e ora lo curano insieme.

Quando qualcosa non va, Luke è lì per River. Quando Luke combina qualche danno, River è al suo fianco, pronta per risolvere tutto. Ad ogni movimento dell'una ne corrisponde uno dell'altro; vivono in simbiosi anche se non se ne accorgono. Vederli insieme è un piacere anche per due rozzi cretini come Michael e Calum, che alternano momenti in cui adorano dar loro fastidio ad altri in cui starebbero semplicemente ad osservarli in silenzio per ore.

Questo è uno dei momenti appartenenti alla seconda categoria: lei ride, lo prende in giro, «Non che tu sia molto diverso da lui, Luke!»; l'altro sorride, scrolla il capo, le fa il verso e poi l'abbraccia. «Io sono molto diverso da Cal» la corregge.

«Ovvio che lo sei – puntualizza Calum: - Sei biondo e hai gli occhi azzurri, Lucas».

Michael ridacchia: certe volte il suo amico proprio non riesce a tenere la bocca chiusa e rovina il momento. Perché se per Mickey rimanere in silenzio non è un problema, di certo non si può dire lo stesso di Calum. Ma in fondo va bene così: è quello l'equilibrio che hanno stabilito implicitamente per poter vivere in pace. Non proprio “in armonia”, perché l'armonia prevedere anche un certo grado di tranquillità e, sebbene Michael passi gran parte delle sue giornate a sbuffare ed annoiarsi, non le definirebbe affatto tranquille.

*

L'ultima campanella è suonata già da dieci minuti buoni e Shae-Lee si chiede dove si sia cacciato Michael. Non che abbiano un appuntamento – magari! -, semplicemente lo sta aspettando, di nuovo. La sua amica Debbie ha detto che il suo comportamento è un po' ossessivo, quando lei le ha chiesto di aspettare con lei che lui esca da scuola. Ecco perché quel giorno Shae-Lee non le ha detto che lo sta facendo di nuovo e ha preferito inventare una scusa: ha finto di aver perso un quaderno e sta mettendo sottosopra la cartella in mezzo al piazzale, con tanto di imprecazioni sussurrate. Il fatto che Debbie non ci sia cascata nemmeno per un momento non le impedisce di continuare la sua messinscena – che se ne sia accorta lei non significa necessariamente che se ne accorgerà anche Michael e, in ogni caso, Debbie non l'ha ancora lasciata lì da sola, il che significa che può tirare la corda ancora per un po'.

Poi ecco che Calum Hood esce di corsa dall'istituto scolastico, attraversa il vialetto e si getta tra le braccia di un ragazzo biondo, che scoppia in una risata assurdamente buffa.

«Shae, avanti, andiamo via» sta dicendo la sua amica, quando le porte si aprono di nuovo per lasciare passare Luke Hemmings accompagnato dall'inseraparabile River Loveday, con la sua massa di invidiabili e ondulati capelli rossicci. E, per ultimo, il motivo per cui Shae-Lee conosce i nomi di tutti quei ragazzini del quarto anno: Michael Clifford. Nel momento in cui esce, sta sorridendo tranquillamente, i capelli neri che gli ricadono sulla fronte, subito spostati da un lato alla bell'e meglio da quello che ormai è diventato un tic.

Senza rendersene conto, ora sta sorridendo anche lei. Aspetta che lui le passi accanto, poi mette su un sorriso dei migliori e «Ciao, Mickey!» esclama.

Lui ci mette qualche istante ad accorgersi che è stato salutato; si ferma, si volta nella sua direzione, abbozza un sorriso cortese e le fa ciao con la mano per poi raggiungere gli altri.

Quello che c'è stato tra loro in quegli istanti è assolutamente niente, ma un niente che basta a Shae-Lee per avere un sorriso smagliante stampato in volto mentre riempie di nuovo la cartella e comunica a Debbie, che, ops, forse deve averlo dimenticato a casa, quel quaderno. Ed è mentre si allontanano dalla scuola, con quel gruppo di chiassosi ragazzi a precederli di qualche metro, che Shae-Lee si accorge di quanto Luke Hemmings sembri nervoso quel giorno. Se ne accorge principalmente perché Michael non fa che lanciargli sguardi preoccupati, gli dà pacche sulle spalle a cui il biondo risponde con occhiate confuse.

«Su con la vita, Lukey» sente pronunciare con il tono basso e ruvido di Michael – una voce che muove le farfalle nello stomaco di Shae-Lee.

«Di cosa stai parlando?» borbotta lui, imbronciato come un bambino.

Un sussurro di Debbie, che suona molto come un «Non ti viene voglia di fargli le coccole?» giunge alle orecchie della ragazza, ma lei non ci fa caso. Shae-Lee è un tipo curioso; il suo sguardo è già impegnato a cercare quella che secondo Michael deve essere la causa del malumore di Luke Hemmings. E, be', non ci vuole molto per trovarla: nonostante Calum Hood stia facendo di tutto per attirare l'attenzione della curiosa accoppiata, River Loveday e il ragazzo biondo e riccio – Ashton Qualcosa, le sembra si chiami – camminano abbracciati, lui vomita fiumi di parole, sghignazza, e lei ride, pende dalle sue labbra.

«Ma il biondino bello e la ragazzina non stanno insieme?» domanda Debbie, sorpresa quanto lei. È evidente che abbiano notato entrambe quella bizzarra accoppiata.

Shae-Lee si stringe nelle spalle. «Così credevo anche io» ammette. Ma a quanto pare le cose stanno diversamente. Le piacerebbe proprio sapere come stanno in realtà, ma, be', non può semplicemente andare da Michael e chiederglielo, non sono affari suoi. Senza contare che Michael sembra proprio il tipo di persona che non ama i ficcanaso.

Debbie ride, quando Calum Hood, esasperato dall'essere ignorato da Ashton e River, si scava con la forza uno spazio tra i due e li prende a braccetto, stordendoli poi con le sue chiacchiere.




Eeeed ecco qua i miei ragazzi e le mie ragazze. Che ne dite? Quanto sono inutili da uno a dieci? XD Non so, l'ho detto e lo ripeto: me la sto prendendo molto comoda, con questa storia. 
Okaaaaay, ehm. Dovrei averlo riletto, anche se non oggi. pò0i (<- questa è una dedica da parte della mia gatta idiota, che ogni tanto salta e rimbalza sulla tastiera. Graaaaazie, Nuvola. Okay.) In ogni caso, se trovate errori potete dirmelo e io provvederò a correggerli. ^^ 
Be', uhm, niente. Non cercherò di far leva sui vostri sensi di colpa in nessuno modo, ma naturalmente mi farebbe piacere leggere il vostro parere. :D
Spero che il capitolo possa essere stato... carino? Divertente? Convincente? Insomma, spero che vi sia piaciuto almeno un po'. ^^
Un abbraccio speciale a Flamel_, che domani inizia la scuola e un in bocca al lupo a tutti coloro che dovranno riprendere quest'avventura come lei - e anche coloro che l'hanno già ricominciata in questi giorni. :)


Per qualunque domanda, chiacchiera, curiosità e insulto, mi trovate QUI, QUI e QUI.

Byaaa! :D 
 

  
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