Nella sua stanza, steso sul suo letto, lo stomaco sul materasso, sfogliavo con grande interesse un album fotografico. Sorridevo, osservando ad una ad una foto di Sungjong dei primi anni della scuola sino al liceo. I capelli neri a scodella che ricoprivano completamente la fronte e i suoi grandi occhi vispi mi riportarono alla mente la prima volta che lo incontrai, insieme a tutti i miei hyung. Quella volta, le sue lunghe gambe strette in un pantalone giallo e il suo sorriso innocente furono i primi dettagli che notai di lui. Oltre alla sua bellezza.

A quei tempi non avevo mai posto la mia attenzione su qualcuno che non fossi io. Non ero interessato a cercare una persona con cui uscire, divertirmi, fare nuove esperienze. Il mio obiettivo era concentrarmi esclusivamente su quella nuova ed incredibile esperienza che mi aspettava, con la consapevolezza che avrei dovuto condividere gioie e dispiaceri con sei persone di cui, prima di quel momento, non avevo neppure mai sentito parlare. Tutte le mie aspettative, le mie certezze su come avrei affrontato le cose, cominciarono a vacillare, alla vista di quel ragazzino dalla voce dal tono fin troppo alto e i tratti ancora ben poco virili.

Sospirai, ripensando a quei momenti con un pizzico di nostalgia. "Se mi fossi dichiarato prima a lui, avremmo recuperato del tempo prezioso." Pensavo, mentre la porta improvvisamente si aprì. Sungjong, in pigiama, fece il suo ingresso nella stanza ed insieme a lui una ventata profumata al cocco. Sorrisi, voltandomi verso di lui, appena uscito dalla doccia. Spalancò gli occhi quando, guardando sul cuscino davanti a me, notò l'album di foto. Si precipitò sul letto e lo afferrò, stringendolo davanti al petto, imbarazzato: "Tu! Come osi guardare quelle foto? Non ricordo neppure quali sono." Provai a recuperare l'album dalle sue mani, ma dalla sua reazione percepii una certa insicurezza. Lo ripose in uno scaffale della libreria di legno poggiata contro il muro e guardò verso di me, con le braccia incrociate: "Non che io debba giustificarmi ma...a suo tempo era ancora mia madre che stabiliva come dovessi vestirmi."

Scoppiai a ridere, scendendo dal letto e raggiungendolo. Lo abbracciai, per la prima volta dopo ore, quel giorno, e sussurrai: "Eri bellissimo prima e lo sei anche ora." Imbarazzato, mi diede un colpetto sul braccio, allontanandosi da me: "Te l'ho già detto, la vicinanza con Woohyun hyung non ti fa bene." Seduto a gambe incrociate, l'osservavo mentre stendeva sul pavimento il materasso sul quale avrebbe dormito, ai piedi del suo letto che per quella notte sarebbe stato mio. Domandai, speranzoso: "Credi che potremmo dormire insieme stanotte?" Si voltò verso di me, stupito: "Scordatelo. Ci sono i miei genitori in casa, l'hai dimenticato?" Borbottai, deluso: "Sai quanto gliene importa? Lo sanno che stiamo insieme." Si fermò, poggiando un cuscino sul materasso e scrutando il mio viso: "Mio padre non lo sa e mio fratello non credo immagini qualcosa del genere. E mia madre è vicina alla verità ma le manca qualche tassello. Oltre che la conferma da parte mia, che credo mai arriverà." 
 
Ripetei, infastidito: "Mai arriverà? Non hai intenzione di dirle che stiamo insieme?" Scosse il capo, noncurante del fatto che avessi preso male la sua dichiarazione: "Non ce n'è bisogno. Almeno...non ancora." Abbassai lo sguardo, un accenno di ripicca nelle mie parole: "Lo sa già. Mi ha fatto una serie di domande, oggi...è chiaro che ha capito tutto. Ed io non ho di certo negato." Spalancò gli occhi, raggiungendomi di corsa carponi sul pavimento: "Stai scherzando? Cosa le hai detto?" Riportai in breve le conversazioni con la madre e Sungjong mi ascoltava attentamente, fissandomi negli occhi, turbato. Mormorò, tra sé e sé: "Quindi lo sa davvero..." Osservavo il suo viso corrucciato perso in chissà quale pensiero. Sussurrai, accarezzandogli la mano poggiata a terra: "Stanotte...permettimi di dormire con te. Tornerò nel mio letto domattina, prima che possano svegliarsi i tuoi genitori. Voglio solo...abbracciarti, nient'altro. Mi sei mancato."

Sollevò lo sguardo, scrutando il mio volto, di nuovo, in silenzio. Poi affermò: "Ci scopriranno. Succede sempre così. Non siamo capaci di mantenere un segreto. Questo segreto." Insistetti, consapevole che avessi poche speranze che cedesse: "Ricordi quando impostasti la sveglia per svegliarti prima di me e sgattaiolare via dal mio letto? Farò lo stesso, ritornerò nel mio letto domattina molto presto, nessuno si accorgerà di niente." Aggrottò la fronte, domandando: "E se entrassero qui durante la notte?" Ribattei, impaziente: "Perché dovrebbero?"

Senza proferire parola, si sollevò dal pavimento, spense la luce e spostò il lenzuolo, infilandosi tra la coperta ed il materasso. Rimasi a guardarlo, domandandomi quali fossero le sue intenzioni rispetto alla mia richiesta. E finalmente, dopo essersi steso sul letto, si risollevò mantenendosi sul polso e guardò verso di me: "Cosa stai aspettando?"

Sorrisi, soddisfatto e non me lo feci ripetere due volte. In una manciata di secondi ero già nel suo letto, con le mia braccia intorno alle sue spalle e le mie labbra sul suo collo.

Finalmente.

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Durante il loro primo incontro alla Woollim  che ho citato in questo capitolo, Sungjong indossava davvero un paio di pantaloni gialli stretti e aveva ancora i capelli a scodella ^-^
Che bellissimo bambino era Sungjong, non trovate? Non vedo molta differenza rispetto ad ora nella foto in alto (￣▼￣)
Ps ringrazio Jeremy 94 con tutto il cuore, per i commenti ad ogni singolo capitolo, che spesso mi arrivano sotto forma di messaggi privati perché brevi. Grazie mille ❤❤