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Autore: Dalhia_Gwen    11/09/2013    10 recensioni
Questa è la storia di una diciassettenne di nome Gwen che, nonostante tutte le ingiustizie e il passato che ha vissuto, riesce finalmente a trovare la felicità che aveva perso, grazie ad uno dei suoi più grandi hobby, la quale sarà in grado di scalfire il suo ormai cuore di diamante, immune fino a quel momento...
Tratto dal capitolo 28:
“....Cominciò a ticchettare il piede destro sul tappeto color del deserto, rendendosi conto di non riuscire a sopportare tutta quell’ansia che la stava letteralmente mangiando, ma fu proprio in quel momento che avvertì la carica giusta per poter affrontare la competizione nel migliore dei modi. Una mano calda e tremante quanto la sua intrecciò le dita con quelle della mano della gotica, esattamente qualche minuto prima del fischio. Scattò a quel tocco così intimo e che desiderò da fin troppo tempo, per poi girarsi velocemente verso la sua sinistra. Ad attenderla vi erano gli occhi decisamente più luminosi del solito del punk, che nel frattempo era arrossito quanto lei per quel gesto nato spontaneamente..."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Non ci poteva credere.
Era successo di nuovo.
Ferita, umiliata, ingannata per l’ennesima volta.
Da chi poi? Proprio dal ragazzo che le rivoluzionò la vita in meglio, fino a quel momento.
 

 ***
Non si rese conto neanche lei quante lacrime fu in grado di versare quella mattina, ma su una cosa era sicura: non poteva tornare in classe in quello stato. Non avrebbe udito neanche una singola parola della spiegazione che si stava svolgendo, così decise di uscire prima da scuola attraverso un permesso d’uscita anticipata di un’ora. Si diresse dunque dalla preside e, inventandosi una scusa plausibile in grado di ottenere il permesso, ebbe il foglietto. Lo fece vedere al docente, che lo firmò, dopodiché si fiondò fuori dall’istituto cercando di non farsi vedere dal punk, data l’alta percentuale della sua presenza tra i corridoi rispetto a quella in classe.
Ora il suo obiettivo era quello di incrociarlo sempre meno: quasi mai, se fosse stato possibile. Non lo voleva né vedere né parlare per nessuna ragione al mondo, dato che sapeva perfettamente che non sarebbe stata in grado di resistere a quello sguardo di cui il suo cuore era, nonostante tutto, ancora innamorato.
Camminò a passo svelto, rifiutando di prendere un mezzo pubblico che le passò proprio accanto: aveva bisogno di sfogarsi, di prendersela con dei poveri sassi innocenti che le capitavano davanti il cammino. Ma quella scelta le costò cara: tenendo lo sguardo basso, urtò contro una coppietta appoggiata ad un muretto intenta a scambiarsi effusioni. Non appena avvertì l’impatto, la gotica alzò il capo ritrovandosi davanti due ragazzi che continuarono le loro azioni come se nulla fosse successo. Quella scena frantumò ancora di più quello che ne rimaneva del suo cuore: rimase immobile a guardarli e a invidiarli, mentre gli occhi cominciarono ad inumidirsi: al posto di quella ragazza sarebbe dovuta esserci lei, mentre al posto di quel ragazzo sarebbe dovuto esserci Duncan, questo fino al giorno precedente. La rabbia cominciò a ribollirle nell’animo, mentre con i denti serrò la bocca in una smorfia, il tutto accompagnato dalle lacrime che scesero di nuovo su quelle guance rosse. Ad un tratto apparve davanti ai suoi occhi l’immagine di Duncan, come un miraggio, che sussurrava quelle dolci promesse che le fece poco tempo fa.
“Ti odio!!!!!!!!!!!!!!!” urlò Gwen in preda all’esasperazione come se si volesse rivolgere a quella figura che scomparve immediatamente, ma ottenne solo un grido di spavento della coppietta, per poi correre verso casa, poco distante da quel punto.
Una volta salita, aprì l’appartamento con le proprie chiavi e notò la presenza della madre in cucina, intenta a preparare il pranzo. La donna stava canticchiando una canzone incomprensibile ma si dovette fermare non appena udì il rumore delle chiavi nella serratura. Non appena vide la figura della figlia, le andò incontro felice ma allo stesso tempo sorpresa di quel ritorno così precoce.
“Tesoro sei qui! Come mai? E’ successo qualcosa?” chiese la mamma premurosa, mentre si puliva le mani strofinandole sul grembiule. Gwen avanzò verso la sua stanza con il capo sempre abbassato, nascondendo il più possibile il volto sconvolto dalle lacrime.
“N-no mamma, non è successo niente. Mancava un professore, tutto qua.” Sussurrò quasi impercettibile la figlia, per poi poggiare una mano sulla maniglia della sua camera. Stava per entrare, quando la madre la fermò delicatamente.
“Strano..mi avrebbero mandato un messaggio per avvertirmi della tua uscita, come sempre…” disse la donna confusa, ma notò una lacrima bagnarle la mano poggiata sul braccio della figlia, e si allarmò.
“Ma Gwen! S-stai piangendo! C-cosa..?” la madre cercò spiegazioni, ma come risposta ottenne un brusco rifiuto da parte della gotica.
“MAMMA TI HO DETTO CHE NON E’ SUCCESSO NIENTE! QUANTE VOLTE TI DEVO DIRE CHE NON TI DEVI INTROMETTERE NELLA MIA VITA? TU E LA TUA STUPIDA CURIOSITA’! MI HAI STANCATO! MA LASCIAMI IN PACE UNA BUONA VOLTA!!” il grido di Gwen arrivò alle orecchie della donna come un suono fin troppo acuto, quasi assordante e terribilmente fastidioso. Mollò la presa irrigidendosi, mentre la gotica ne approfittò per chiudersi a chiave nella sua camera, lasciando la madre completamente sconvolta.  Non aveva mai visto la figlia comportarsi in quel modo, né tantomeno urlare quelle parole. Era la prima volta che la vedeva così a terra. “Ma cosa diavolo sarà successo?” la domanda si ripeteva ad intermittenza nella mente della povera donna, che cominciò a preoccuparsi ancora di più non appena udì i singhiozzi interni alla camera di Gwen. Aveva voglia di aprire quella porta e di andarla a consolare, ma scacciò subito quel pensiero notando lo stato d’animo della figlia, così pensò di sedersi sul divano a pensare. “Sarà successo sicuramente qualcosa di grave..” si ritrovò a pensare, quando all’improvviso le balenò in mente un pensiero che la fece rabbrividire. “E s-se… se centrasse Duncan?”  scosse violentemente il capo: era quasi impossibile. Quel ragazzo le aveva giurato che non avrebbe mai fatto soffrire la figlia, sì…altrimenti c’avrebbe pensato lei! E poi quei suoi occhi chiari, così limpidi e cristallini, lasciavano trapelare la sua sincerità e bontà, caratteristiche che non avrebbe mai attribuito ad un ragazzo da quell’aspetto. Ma era così, era l’opposto di quello che lasciava vedere il suo aspetto duro e schivo.
Appoggiò il capo tra le mani, in segno di disperazione: un brutto presentimento si fece spazio tra le mille domande.

***
 
Ormai era ora di pranzo, e Mark sarebbe tornato di lì a poco, per cui Margaret mise il tegame nel forno e impostò il tempo di cottura.
“Ecco fatto..” si disse abbozzando un sorriso, per poi avvicinarsi alla finestra da cui aveva sott’occhio l’arrivo dei figli ogni mattina. Focalizzò lo sguardo, ma la sua attenzione venne attratta da una vibrazione poco distante da lei.
Guardò in direzione di essa, e si rese conto che la figlia mise a caricare il cellulare proprio vicino alla presa della televisione. Sbirciò il display, e notò che alla gotica arrivò l’ennesimo messaggio da parte di Duncan: precisamente il settimo. In un primo momento pensò di staccare la spina e consegnare il cellulare alla proprietaria avvertendole dei messaggi, ma poi ci ripensò: perché lasciare il telefono lontano dalla sua vista, soprattutto sapendo di avere un fidanzato così rompi-scatole? Stette per un paio di secondi a decidere, dopodiché l’impulso di sbirciare la convinse a leggere i messaggi:
“Oggi ore 13:45
Ciao Gwen, ho visto che la tua classe è uscita dall’istituto ma tu non ci sei…ti sto aspettando da più di mezz’ora, dove sei?
                                            Duncan”
 
“Oggi ore 13:50
Gwen ho appena chiesto ad un ragazzo che conosco e che frequenta la tua classe: mi ha detto che sei uscita prima decisamente più pallida del solito..ti è successo qualcosa? Ti prego rispondi..mi sto preoccupando..
                                                                 Duncan”
“3 chiamate perse da: Duncan”
 
“Oggi ore 13:58
Gwen perché mi eviti? Ascolta non è come pensi… te lo giuro! Se mi dai modo posso spiegarti tutto..ti supplico rispondi..la tua indifferenza mi sta uccidendo..
                                                                                                   Duncan”
 
 
 
“Oggi ore 14:06
Okay lo so che sei arrabbiata con me, ma hai frainteso tutto! Io tengo troppo a te, come posso pensare minimamente di tradirti? Mi farei solo del male! Tu sei la mia vita! Se solo mi dessi l’opportunità di dirti le cose come sono andate! Incontriamoci oggi dove e quando vuoi, ma te lo chiedo in ginocchio: dammi un’altra possibilità, fammi spiegare amore mio..
                                                  Duncan”
Lesse ogni messaggio un paio di volte, prima di passare a quello successivo. Le gambe cominciarono a tremarle e per poco non le venne un mancamento: non poteva crederci, i suoi presentimenti erano più che giusti.
Strinse tra le mani il cellulare della figlia, mentre un sentimento di rabbia pervase improvvisamente il suo animo.
“C-come ha potuto farmi una cosa del genere..” sussurrò tra sé la donna coprendosi con le mani il viso bagnato dalle lacrime.
“Eppure sembrava essere un ragazzo così a modo, dolce, sincero..” continuò, per poi scuotere il capo a destra e a sinistra. Rilesse nuovamente l’ultimo messaggio, quello che la colpì maggiormente, per poi guardare lo sfondo: una foto, molto probabilmente scattata da qualche amico, di loro due mentre si scambiavano un tenero bacio.

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La posizione era insolita, ma speciale come il loro rapporto. La donna abbozzò un dolce sorriso, pensando a quanto fossero belli in quella foto che però la figlia non le mostrò mai, sicuramente per timidezza.
Duncan aveva ragione: Gwen aveva frainteso tutto. Sì, nonostante possa parer strano da parte di una madre, Margaret aveva ancora fiducia in quel ragazzo e avrebbe fatto di tutto per rivederli insieme. Non sapeva spiegarsi tutta questa apprensione nei confronti del punk, ma di una cosa era certa: da quando quel ragazzo entrò a far parte della sua vita, Gwen era tornata ad essere la ragazza allegra e spensierata di qualche anno prima. Tutto grazie a lui, il cui viso si illuminava ogni volta che incrociava i suoi occhi con quelli della dark, facendo intuire il forte sentimento che provava nei confronti di lei. Questo Margaret l’aveva capito subito, e ne ebbe la conferma la prima volta che ebbe il piacere di averlo in casa. Quel sentimento era ancora vivo in entrambi, e si chiamava amore. Avrebbe tanto voluto aiutarli a superare questo ostacolo, ma sapeva benissimo che, malgrado le sue intenzioni fossero buone, Gwen non le avrebbe permesso di far nulla. Decise quindi di far calmare le acque, per poi cercare di farla sfogare: conosceva bene la figlia, e sapeva benissimo che prima o poi avrebbe ceduto. Il suono di un campanello la fece tornare alla realtà.
“Questo deve essere Mark!” si disse guardando le lancette dell’orologio, per poi andare ad aprire la porta e abbracciare calorosamente il figlio.

***
 
Nonostante tutte le suppliche della madre, Gwen non diede alcun appuntamento a Duncan, ferita più che mai da ciò che vide quella mattina: non appena sembrava ricredersi nel dare un’opportunità a quel poveretto, ecco che la scena di Courtney avvinghiata al corpo del SUO fidanzato, con l’aggiunta del disgustoso bacio che si stavano scambiando,le faceva crollare di nuovo il mondo addosso e una voglia disumana di prenderlo a parolacce l’assaliva ogni volta.
“Io con quello non parlo più!” disse decisa la dark, rifiutando l’ennesimo invito della madre a mandargli un messaggio.
“Oh avanti Gwen! A tutti si dà una seconda possibilità!” continuava ad insistere Margaret seduta accanto alla figlia sul letto.
“E invece no! Non farò lo stesso errore! Lui mi ha distrutto la vita, mi ha presa in giro per tutto il tempo! Io credevo davvero di aver trovato il ragazzo giusto, ed invece si è rivelato essere l’ennesimo deficiente di turno!” concluse Gwen incrociando le braccia e rimettendosi di nuovo a piangere. La madre sospirò: quella ragazza era cocciuta quanto lei.
“Gwen, tesoro ascoltami: hai ragione, quello che ha fatto è stato scorretto, ma non sai cosa lui voglia dirti! Che ti costa esaudire il suo desiderio? Datevi un appuntamento, ascolta quello che ha da dire e, se veramente vuoi chiudere con lui, alza i tacchi e torna a casa!! Non lo vedi quanto soffre?!” disse alzando il tono di voce la donna, esasperata più che mai. A quelle parole la figlia di alzò di scatto in piedi, guardando malissimo la madre.
“Cosa?! Fammi capire, ma da che parte stai? Lo difendi pure?! Senti, io sono grande abbastanza da capire cosa voglio fare per poi agire di conseguenza! Cosa, della frase ‘con quello non parlo più’ , non capisci?!?”  stavolta la ragazza accompagnò il suo discorso sbattendo un pugno sulla sua scrivania, per poi voltarsi e dare le spalle alla madre.
“Benissimo! E’ così che la pensi?! Visto che sei ‘grande’ fai quello che cavolo vuoi! La vita è la tua, fanne quello che vuoi! Ma un domani non venire a piagnucolare da me e a dirmi che hai sbagliato tutto!!” e detto questo, Margaret uscì furiosa dalla stanza, lanciandole il cellulare sul letto.
Gwen fissò truce la porta appena chiusa: ma perché la madre era così testarda?! Perché non capiva che non voleva cadere nuovamente nello stesso errore? Molte volte, in passato, diede la fatidica ‘seconda possibilità’ alla gente che la fece soffrire, anzi, più di una volta. Il risultato? Ennesime delusioni, ennesime nottate a piangere in silenzio. Sì, a versare lacrime insonore, e questo Margaret non lo sapeva. Ecco perché Gwen insisteva a chiudere ogni rapporto con Duncan, malgrado la cosa era più difficile di quanto lei pensasse. L’amava, nonostante tutto, ed era consapevole dei suoi sentimenti, ma quello che le aveva fatto era imperdonabile.
“I-Io sono forte..riuscirò a superare anche questo ostacolo..” cominciò a ripetersi come se fosse una cantilena asciugandosi il viso, per poi infilarsi sotto le coperte e cercare di prendere sonno, anche se le lacrime non avevano intenzione di cessare.

***
 
La notte non passò tanto in fretta, come lei avrebbe creduto, in quanto non ha chiuso occhio neanche per un minuto. Solo verso le 4:00 la gotica poté finalmente dire di aver fatto quelle poche ore di sonno per poi tornare con la mente di nuovo sugli stessi pensieri.
Ma neanche il punk se la passò bene: per tutto il pomeriggio stette ad osservare costantemente il display del suo cellulare, avvolto dalla speranza di poter ricevere un  messaggio dalla sua amata. Ma fu tutto inutile, perché il telefono non emise alcun suono: si addormentò verso le 21 con l’apparecchio elettronico in mano, mentre era intento a guardare la galleria del suo telefono e a provare nostalgia dei sorrisi che la sua Gwen gli regalava ben volentieri.

***
 
Il mattino seguente Duncan preferì non andare a prendere Gwen sotto casa, intuendo la risposta negativa del giorno precedente, sperando con tutto se stesso di poterle parlare con più calma fuori dall’istituto. Peccato che però la gotica pensò di assentarsi quel giorno, troppo stanca per poter affrontare ben sei ore scolastiche. Pregò insistentemente la madre di permetterle di fare quel giorno d’assenza, evento decisamente raro da parte sua, e dopo una mezz’oretta di litigio, Margaret cedette.
“Mmh..stanchezza, certo..ringrazia il fatto che non hai materie la cui spiegazione è di fondamentale importanza per poter studiare..” disse la madre regalandole una stilettata per poi dirigersi di nuovo in cucina. Gwen sospirò: oggi avrebbe dormito di più e non avrebbe visto nessuno. Già, perché la verità era un'altra e alla madre non sfuggì: la gotica non voleva incontrare per nessuna ragione Duncan perché sapeva perfettamente che il ragazzo sarebbe stato in grado di saltarsi le sei ore di lezione e rimanere immobile davanti all’aula di Gwen aspettando il fatidico suono della campanella grazie al quale la ragazza sarebbe finalmente uscita fuori e le avrebbe parlato.
 
Così Gwen passò le prime ore della giornata a casa ad ascoltare musica rock, l’unico genere in grado di farla sfogare tanto da sentirsi meglio subito dopo. L’aveva sempre aiutata quando cercava conforto in essa, e sperava con tutta se stessa che anche quella volta, nonostante il problema fosse più importante dei precedenti, avrebbe avuto la giusta dose di forza per superarlo. Peccato che però si fosse solo illusa: ascoltò le band più “chiassose” esistenti sulla faccia della Terra con il risultato di rendersi conto che i medesimi brani erano ascoltati da Duncan, e che la stessa musica fosse il loro comune rifugio quando volevano distrarsi. Un brivido le percorse l’intera schiena quando distrattamente il suo dito cadde su “Never too late”, la canzone cantata dal punk con la sua bellissima voce quella volta che venne a sapere della sua bravura in quel campo..
“Dannazione!!” imprecò lei togliendosi bruscamente le cuffiette quando riconobbe le prime note.
“Pure tu ti ci metti!” si rivolse poi al suo MP4, prima di farlo cadere sui cuscini poggiati ai suoi piedi, tornando a piangere.
“L’unico modo per sfogarmi veramente è..è la palestra. Ma anche Duncan la frequenta..” si disse,arrossendo quando pronunciò il suo nome. Sbuffò, per poi riprendere fiato.
“Ho deciso: oggi andrò lo stesso in palestra, a-anche se ci sarà lui..Sarà un vantaggio per me, perché mi basterà guardarlo per…per avere più carica e prendere a pugni il manichino! E poi..non posso tralasciare l’allenamento della gara per colpa sua! Ne vale del mio orgoglio..” disse stringendo i pugni al petto, per poi asciugarsi le lacrime. Ma proprio quando sembrava avesse preso un po’ di carica, il cellulare cominciò a squillarle. Un velo di terrore calò sul suo volto, temendo fosse proprio il ragazzo in questione. Guardò tremante il display, per poi fare un sospiro di sollievo e rispondere.
“Ehi Bridg, ciao.” Salutò alla bionda sforzandosi di assumere un tono più pacato possibile.
“Ciao Gwen, perché non sei venuta a scuola oggi?” le domandò la sua interlocutrice premurosa.
“Come fai a saperlo?” chiese cupa la mora, mordendosi il labbro inferiore.
“Io…Ti sono venuta a cercare in classe, ma non ti ho trovata..” rispose la surfista mentendole.
“Cosa volevi dirmi?” riprese la gotica a parlare dopo qualche secondo di silenzio.
“Te lo dirò non appena mi aprirai la porta di casa. Sto arrivando.” Disse Bridgette sorridendo.
“C-cosa? Stai arrivando?..M-ma c-come..?” Gwen rimase spiazzata dall’ultima risposta dell’amica, ma non fece in tempo a sapere altro in quanto l’amica chiuse immediatamente la chiamata. Solo dopo un paio di minuti si rese conto che il campanello di casa emise un suono, e dopo un “Vado iooo!” si fiondò immediatamente sulla soglia per aprire.
“Gweeeeeeen!” la salutò raggiante più che mai Bridgette.
“Ehi, che sorpresa!” sorrise la mora ricambiando l’abbraccio stritolante, per poi rendersi conto che la sua amica non fosse sola. Infatti dietro di lei, apparvero due figure altrettanto allegre.
“Ciao mozzarellina, io sono Leshawna! Ma per le amiche Black Mama!” una ragazza di colore e abbastanza in carne avanzò goffamente dando una pacca energetica su una spalla della gotica, facendole perdere per un attimo l’equilibrio.
“Tesoro la tua aurea è di un colore indescrivibile! Povera, è a pezzi..” una vocina minuta si sentì dietro Leshawna, per poi mostrare la sua sorgente. La gotica guardò confusa la ragazza mingherlina e pallida quanto lei che timidamente si fece avanti.
“Ehm Gwen, lei è Dawn, la ragazza di Scott..”  si affrettò a dire Bridgette indicando l’altra biondina che la fulminò non appena si sentì chiamare ‘ragazza di Scott’. Alzò un indice rossa in viso per ribattere, ma Bridgette la precedette.
“E non negare, anche Gwen l’ha capito..” disse per poi farle l’occhiolino e scoppiare a ridere insieme a Black Mama.
Gwen ascoltò il dialogo sempre più scioccata, convincendosi che, molto probabilmente, prima di farle visita avessero fatto una pausa in un pub per bere molte bottiglie di birra. Le tre inseparabili amiche, tuttavia, si ricomposero notando lo sguardo stupefatto della gotica.
“Gwen perché non fai entrare le tue amiche?” Così offri qualcosa!” la madre sorridente sbucò improvvisamente dalla sua stanza dove si mise ad origliare per tutto il tempo.
“Oh grazie signora, anche perché dobbiamo parlare con sua figlia.” La gotica guardò Bridgette interrogativa, dopodiché si limitò a seguire il consiglio della madre.
 

***
“Ragazze, quante volte ve lo devo ripetere? IO NON VOGLIO ANDARE ALLA FESTA! Come ve lo devo dire!?”  Gwen non ce la faceva più a ripetere sempre le stesse cose a tre ragazze che erano dure di comprendonio peggio della madre.
“E invece devi venire! Non puoi darla vinta a quella vipera! Non ti rendi conto che stai facendo il suo gioco?”  chiese la più paziente delle tre, ovvero Dawn, che era seduta accanto alle altre creando una barriera intorno al tavolo e di fronte a Gwen.
“Ma che mi importa? Dovrei andare a quella festa ad umiliarmi ancora di più? Io non devo festeggiare proprio nulla…” disse la mora abbassando lo sguardo. Le tre sospirarono.
“Gwen ascolta, sappiamo quanto tu stia soffrendo per lui, ma non credi che restare a casa sia peggio? Secondo te non mi sono resa conto che, quando mi hai risposto al telefono oggi pomeriggio, stavi piangendo? Tu lo ami ancora, si vede, ma dando buca alla festa non risolverai di certo il problema!  Anzi, apparirai agli occhi di tutti come una debole, facendo capire di essere legata ancora a lui..” spiegò la surfista prendendole le mani e sorridendole. La gotica venne colpita dalle parole dell’amica che centrò in pieno la questione. Si sorprendeva sempre più delle sue capacità persuasive.
“Vieni con noi a fare shopping per la festa, ti prego..”  continuò l’amica quasi supplicandola. Gwen strinse le mani che aveva sotto quelle di Bridg in pugni, deglutendo.
“Bridg n-non posso..I-io devo partecipare alla gara finale..n-non posso perdere l’allenamento..”  cercò di dire sicura la gotica, non potendo nascondere il tremolio della sua voce. A quel punto Black Mama si alzò dal tavolo furiosa.
“Oh insomma Gwen! Basta con questa scusa! Sappiamo benissimo che non è certo per quello che non vuoi venire! Duncan ti ha sempre descritta come una ragazza determinata e sempre in forma e..ha ragione! Cavoli hai un fisico invidiabile anche dalle dive! Aggiungi anche me comunque…Ma di certo un giorno d’allenamento saltato non è la fine del mondo! Di sicuro non ingrasserai perché non toccherai nulla del buffet e poi, se non erro, la gara è la settimana prossima, no? Hai ancora qualche altro giorno per allenarti! E adesso alza quelle chiappe più sode delle nostre e vieni con noi!”
La ragazza diede spazio a tutta la rabbia che aveva, non rendendosi conto che avesse alzato la voce in modo da attirare anche l’attenzione di Mark che si era rinchiuso nella sua stanza ad ascoltare la musica, e che adesso aveva aperto la porta mandando uno sguardo sconvolto alle ragazze, scioccate quanto lui.
“L’aura di Lesh è viola..significa che farai meglio ad ascoltarla Gwen..altrimenti..”
“Oh Dawn ti pare il momento di leggere le auree adesso?!” chiese irritata Bridgette.
“Ma io la stavo solo avvertendo!”
“EH VA BENE! BASTA! VERRO’ A QUESTA STUPIDA FESTA!”  la gotica finalmente cedette, esasperata più che mai nel sentire le sue “care” amiche litigare di nuovo. Almeno l’avrebbero finita.
“Cosa hai detto?” chiesero all’unisono le ragazze sfoggiando un sorriso a trentadue denti.
Gwen incrociò le braccia, non nascondendo però il sorriso.
“Tutto d’un tratto siete diventate sorde? Avete capito bene..verrò.”  disse la mora roteando gli occhi.
In tutta risposta le amiche si dettero un cinque per poi alzarsi contemporaneamente per andare ad abbracciare la gotica.
“Mia cara mozzarella ti porteremo nel regno dei sogni di ogni ragazza! Sceglieremo un vestito adatto a te e alla tua personalità gotica, rendendoti più bella di quanto tu non lo sia già!” esclamò entusiasta la nera.
“Sarai uno schianto Gwen!” disse la surfista.
“E tutti moriranno d’invidia!” E se lo dico io non mi sbaglio!” continuò Dawn felice.
“Okay okay..basta che il trucco lo fate decidere a me!” esclamò la gotica tra una risata e l’altra. Le amiche annuirono e, dopo aver aspettato che Gwen avesse preso tutto, insieme uscirono e si diressero verso il centro commerciale più ambito della città, pronte più che mai a perdere l’intero pomeriggio per apparire perfette la sera seguente, ma soprattutto per fare in modo che la festa sarebbe divenuta speciale per i due ragazzi dal cuore infranto.
 
“Oggi, ore 16:47
Duncan ce l’abbiamo fatta! Abbiamo finalmente convinto Gwen a venire alla festa! Siamo al centro commerciale, domani sera resterai a bocca aperta! Stai tranquillo, ce la farai, un abbraccio.
                                                        Bridgette”
 




--Angolino dell'autrice felicissima di aver visto la prima puntata di Total Drama: All Stars--
Buonsalve miei cari!! :D
Rieccomi qui con l'atteso capitolo tanto richiesto da voi! :'3
E come sempre mooolto lungo! *-*
Ebbene sì, adesso sono comparse anche le nostre Leshawna e Dawn! :D
Aww quanto le adoro! Insieme potrebbero formare un quadretto inseparabile, o sbaglio? :3
Ad ogni modo, spero che il capitolo vi sia piaciuto *incrocia le dita*
Mi raccomando fatemelo sapere, sono curiosissima!! :'D
Waaa! Sono molto gasata! <3 Chi di voi ha già visto il primo episodio in inglese della quinta stagione? Io non ho resistito...avevo voglia di vedere i nostri tesori <3
Comunqueeeeee *arrossisce* visto il disegno? :3 L'ho fatto io ed è una parte dell'originale che trovate qui --> http://dalhia-gwen.deviantart.com/art/DxG-Everything-else-doesn-t-matter-380934109
Se vi è piaciuto e ne volete vedere altri, allora visitate la mia pagina Facebook ---> https://www.facebook.com/pages/Dalhia-Creazioni/243291869107251 e, se volete, cliccate Mi Piace...please :'3
Eh sì, sono troppo fissata con questa coppia, ma dovete sapere che il mio hobby più grande è disegnare! <3 E mi fa stare meglio :3
Un'ultima cosa: volevo dirvi che non so se riuscirò ad aggiornare frequentemente perchè da domani inizia la scuola, per me... T.T
Cercherò però di fare il possibile per scrivere almeno un capitolo alla settimana, prima non posso..mi spiace :(
Bene, credo di aver detto tutto :D
Un abbraccione e, per chi come me inizia domani la scuola, in bocca al lupo! ;)

Dalhia_Gwen

 
 
 
  
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