Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Rota    11/09/2013    5 recensioni
Il motivo per cui Rivaille tiene la tazza in un dato modo, appoggiando le dita ai bordi e tenendo come un coperchio il resto della mano, è che conserva ancora l'intima convinzione di non poter abbassare la guardia neppure nei pochi momenti di riposo – perché quando la vita non aveva forme giganti ed erano gli uomini piccoli a minacciare l'incolumità con ogni possibile forma di insidia, erano le cose piccole e poco visibili che più temeva, come ombre insinuanti e pericolosissime.
Poi il tempo è passato e le condizioni sono mutate, ma l'abitudine rimane e si è fusa con l'intima essenza non ce se ne scolla molto facilmente. Davvero per niente.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanji, Zoe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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*Autore: margherota
*Titolo: Tè freddo
*Fandom: Shingeki no Kyojin
*Personaggi: Rivaille, Hanji Zoe
*Generi: Sentimentale, Commedia
*Avvertimenti: Missing Moment, One shot
*Rating: Verde
*Note: Questa coppia mi piace parecchio :) diciamo che viene subito dopo la RivEren, per quanto riguarda i pair con Rivaille (L) Hanji è un mito vivente, ai miei occhi, e un personaggio assai affascinante. Ergo, trovo quanto meno interessante vederli interagire in qualsiasi modo XD
Contate che questa fic si contestualizza prima dell'arrivo di Eren :D
Buona lettura :)






 

 

 

 

 

 

 

 

Il motivo per cui Rivaille tiene la tazza in un dato modo, appoggiando le dita ai bordi e tenendo come un coperchio il resto della mano, è che conserva ancora l'intima convinzione di non poter abbassare la guardia neppure nei pochi momenti di riposo – perché quando la vita non aveva forme giganti ed erano gli uomini piccoli a minacciare l'incolumità con ogni possibile forma di insidia, erano le cose piccole e poco visibili che più temeva, come ombre insinuanti e pericolosissime.

Poi il tempo è passato e le condizioni sono mutate, ma l'abitudine rimane e si è fusa con l'intima essenza non ce se ne scolla molto facilmente. Davvero per niente.

*******

-La testa di quel gigante era enorme, ti dico davvero enorme! Non ho mai visto niente di così grosso come la testa di quel gigante!

Rivaille prova per la terza volta ad alzare la tazza alle labbra ma viene interrotto da uno strillo, quasi, dell'essere che si ritrova al proprio fianco. Odia essere disturbato mentre beve il suo tè serale, e odia ancora di più bere il suo tè serale quando questo diventa freddo.

Ma forse odia di più Hanji, sia del disturbo che sta arrecando in sé sia del tè ormai freddo. Perché esiste e lo ha preso abbastanza in simpatia da parlargli per più di cinque secondi dei suoi progetti e della sua follia. Non ha molta pietà da riservarle, anche se è ben consapevole del fatto di essere l'unico, se non uno dei pochi, a cui lei si può rivolgere per questioni del genere, sia perché non tutti possono condividere con lei certi tipi di esperienze sia perché, davvero, nessuno ci si aspetta da Mike una reazione pressappoco vitale o vivace. E sembra quasi che Rivaille sia più reattivo di lui – il che implica un mucchio di cose.

-Aveva degli occhi grandissimi e azzurri! Davvero molto espressivi! Quando mi ha visto arrivare era così contento, Rivaille! Sembrava davvero felice! Ho pensato che fosse consapevolmente emozionato, nel vedermi arrivare!

Di tutte le persone dentro l'Armata Ricognitiva, Rivaille si chiede spesso come mai proprio Hanji sia l'unica che riesca a sopportare i suoi modi bruschi e non lo tenga a distanza per questo, ma che anzi riesca a sfruttare la sua devozione per il concetto di gruppo e di esercito compatto e sfida la sorte ben consapevole che tanto lui non la ucciderà – e se ha imparato a non avere paura dei giganti di certo un nano non la spaventa.

Maledetta mente pazza.

L'uomo tenta ancora e accenna un movimento del braccio, guarda male il vuoto per non dover incrociare il suo sguardo e quindi, magari, incitarla a proseguire nel suo discorso, ma quella fa tutto da sola e lo fa sobbalzare, da tanto alto è lo strillo che lancia quando riprende da dove si è interrotta.

-Non sarebbe fantastico se i giganti provassero sentimenti? Ora che ci penso, ne ho quasi la certezza! Consapevolezza direi di no, ma provare sentimenti sì! Alla fine, sono come animali, come tutti noi! Non è forse logico che provino felicità?

Rivaille finalmente la guarda, ed è un rivolgersi di espressioni così drasticamente diverse che potrebbe anche apparire anche comico se solo, nella stanza dove si trovano, ci fosse qualche spettatore che registra il loro scambio di battute. Peccato che, se non il coraggio, la truppa scelta di Rivaille sia dotata tutta di intelligenza e furbizia e si sia allontanata in tempo prima di dover ricorrere allo sgarbo terribile di interrompere proprio sul più bello – proprio quando Hanji incominciava a fantasticare sulle capacità di riconoscimento di un gigante o l'altro – la donna e quindi allontanarsi solo a quel punto, in una gaffe terribile che proprio nessuno vuole fare.

Rivaille è stato distratto dal suo tè e quindi non ha potuto eseguire una fuga rapida, ritrovandosi invece seduto allo stesso tavolo, proprio davanti a lei, e avendo alzato una sola volta lo sguardo al suo viso.

Quello era bastato a iniziare tutto.

-Ma quindi se provano felicità possono provare anche altri sentimenti. Almeno, sentimenti elementari, come la paura, per esempio. Non c'è niente di più primordiale della paura. Quindi, se riescono a provare la felicità, che è un sentimento complesso, provano anche la paura. Oh, sì! Direi di sì!

Rivaille comincia a tamburellare con le dita sopra il tavolo di legno, cercando di imprimere tutta la propria irritazione in quel gesto. Ha già provato a farle capire che no, non vuole condividere con lei certe teorie assurde e no, non prova alcun interesse nel formularle, in particolar modo ad alta voce. È stato anche brutale, poco prima, nel dire che non doveva disturbarlo a quella maniera – ha usato altri termini e altri vocaboli, ma per quanto abbia messo forza nel proprio turpiloquio di quell'attimo di estrema irritazione, lei si è zittita per qualche istante e ha cominciato a blaterare circa le reazioni dei giganti di fronte a qualcosa come la sorpresa.

Rivaille non vuole alzarsi da quel tavolo senza aver bevuto il proprio tè, perché sarebbe come darla vinta a lei e in qualche modo dover ricorrere, per vincerla anche subdolamente, a mezzi che lui non vuole utilizzare, per orgoglio e per quell'educazione che gli è stata inculcata a forza e che gli sta impedendo di strangolarla su quel tavolo.

Non è che non gli piace pensare o altro, non ritiene neanche troppo strambo il fatto che Hanji abbia trovato per sé quella soluzione, ovvero considerare la morte non come spaventosa e allucinante da perderci il senno, ma qualcosa da analizzare non freddamente e con l'entusiasmo tipico dei vivi, anche se ha forme e dimensioni da giganti. Gli piace poco occupare la mente con qualcosa, perché l'esperienza riempie la testa di ricordi di sangue e di carni maciullate, di grida e di ossa rotte – quello gli piace davvero poco, anche se non può darne la colpa a lei. Lo disturba come un tarlo il suo continuo parlare, riempire il silenzio con parole umane, squillanti e decise: godersi il silenzio, come della morte e come della notte, è una delle cose belle che Rivaille ha voluto prendere per sé.

All'improvviso si alza dal tavolo e lei ammutolisce di colpo, guardandolo con occhi fin troppo sgranati: non sa davvero cosa aspettarsi, dopo quel gesto violento, e prima di riprendere a parlare pensa sia quanto meno opportuno vedere cosa l'altro abbia intenzione di fare. O di farle.

Lui la squadra, cattivissimo, e comincia a muoversi. Hanji compie quasi il gesto meccanico di alzarsi di scatto a propria volta per allontanarsi almeno di un passo, ma poi vede che l'uomo si avvicina alla teiera, agguanta una piccola tazza e versa del liquido non più bollente dentro.

Torna da lei e glielo porge.

Quello, a conti fatti, è l'unico rimedio che è riuscito a escogitare perché lei si prenda qualche attimo di tregua per bere e quindi lo dia anche a lui. E anche per lasciarla in vita, ovviamente.

Quando le parla, è truce come non mai.

-Fai qualche pausa, ogni tanto.

Lei sorride, prende dalle sue mani la piccola tazza e ne beve un sorso.

Lei ricomincia subito a parlare, lui si siede e, afferrandola per il manico, alza la propria tazza e beve giusto qualche sorso.

Bleah: il tè è diventato freddo davvero.

   
 
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