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Autore: Chanel7    11/09/2013    11 recensioni
Le lasciò in bacio tra i capelli sorridendo.
“Sarà un gran bel film; la storia d’amore tra Louis William Tomlinson famoso cantante della boy band One Direction e Georgia Elisabeth Lewis duchessa di Endmon, piccolo paesino dell’Inghilterra settentrionale. Vinceremo sicuramente un oscar!” disse con aria sognante.
La moglie rise per l’apparente ingenuità del marito.
“Chiamerò domani stesso i produttori!”.
Sbuffando Georgia si mise a cavalcioni su di lui.
“Ne hai ancora per molto?”. Come stregato da quegli occhi azzurri scosse la testa.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Chapter nine.
 
 


“Sei un’idiota.”
“Perché?” chiesi sgranando gli occhi. Eravamo ella stanza di un albergo vicino all’aeroporto che Jane aveva prenotato.
“Ti sei lasciata abbindolare come una stupida. Sapevi che lui era fidanzato, cosa ti è saltato in mente?” ci mancava solo la sua ramanzina ora.
“Jane in quel momento non pensavo, ok? Certo che sapevo che era fidanzato e anche lui lo sapeva!”
“Beh ma non ci ha pensato due volte per portarti a letto.”
“Non è andata così. Lui ha..dei problemi con la sua ragazza forse sarà stato questo.”
“Ok, ma ora tu ci stai male.”
“Non è vero!”
“Oh andiamo ti conosco da ventiquattro anni e i tuoi occhi sono spenti. Certo c’è anche tutta la situazione di mamma e papà, ma boh mi dai questa impressione.”
“Beh il tuo fiuto da sorellona stavolta fallisce perché Louis non c’entra niente.” Dissi convinta.
“Sai che sei arrossita dicendo il suo nome?” chiese dopo qualche minuto di silenzio.
Afferrai il cuscino del mio letto e glielo lanciai contro colpendola in pieno.
Iniziammo una battaglia di cuscinate, fortuna che eravamo grandi.
Spesso però è bello tornare bambini e beh fu fantastico giocare con mia sorella come se avessimo dieci anni.
“Time out, time out!” avevamo il fiatone e ci ritrovammo distese l’uno accanto all’altra sul letto.
“Credi che andrà tutto bene?” chiesi spostando lo sguardo su di lei.
“Certo Georgia e poi ci sono io ad aiutarti.” Mi strinse la mano per incoraggiarmi e quel piccolo gesto significò tanto per me.
“Ora però ti fai una bella dormita che domani abbiamo da fare. Cerca di non sognare i begli occhioni di Tomlinson.”
E mi fece l’occhiolino.
In quel momento le tirai un’altra cuscinata consapevole di non poter evitare di sognarlo.

Avevo dormito su un letto decente e soprattutto comodo, avevo fatto la doccia più bella della mia vita, una colazione più che abbondante e finalmente indossavo dei vestiti miei. Mi sentivo bene, eppure avevo un peso sulla bocca dello stomaco, decisi di ignorarlo e di seguire mia sorella. “Quindi quel’è il piano?” chiesi mentre attraversavamo la hall di un albergo.
“Andiamo da zio Hugo.” E afferrò le chiavi dell’auto dalle mani del parcheggiatore. “Davvero?” chiesi sorpresa.
“Sì, ora sali in macchina.”
“Perché da lui?” chiesi mentre allacciavo la cintura.
“Abbiamo bisogno di qualche alleato in famiglia per affrontare mamma e papà, spero che zio Hugo ci dia una mano.”
Annuì soppesando le sue parole, non aveva tutti i torti.
“Credi ci sarà anche Nikki?”
“Non ne ho idea. Hai paura di un altro scontro frontale con tua cugina?” chiese ridacchiando.
Io e Nikki eravamo conosciute come quelle che litigavano spesso, il problema era che avevamo caratteri troppo simili ma le volevo bene, in fondo eravamo cresciute insieme. La Lamborghini sfrecciava veloce tra le strade. Zio Hugo era il fratello di mia madre e viveva a venti minuti da Londra, si era trasferito per le insistenze di sua moglie Bernadette a cui non stava molto  a genio il fatto di vivere vicino a sua suocera.
Durante il viaggio mi addormentai, avevo molto sonno arretrato, e almeno così non sentii il peso del lungo viaggio.
“Bella addormentata siamo arrivate.”
Aprii gli occhi e l’enorme villa dello zio si mostrò ai miei occhi, era proprio come la ricordavo, sorrisi a quel pensiero.
“Salve signorine Lewis, il signor Hugo vi sta aspettando. Lasciate a me le chiavi dell’auto.”
Il maggiordomo ci accolse cortesemente, mi erano mancate quel genere di attenzioni.
“Jane! Da quanto tempo!”
Zia Bernadette ci accolse con un caloroso sorriso, i capelli biondo cenere raccolti in uno chignon elegante, la camicetta azzurra le evidenziava il corpo formoso nonostante la sua età.
“Georgia sei sempre più bella.” C’era anche zio Hugo che però ci salutò un po’ più freddamente.
Nikki era bellissima come sempre, avevo sempre invidiato il fatto che fosse così perfetta. Aveva i capelli biondi e leggermente mossi, gli occhi chiari, la pelle chiara quasi quanto la mia e un fisico da far invidia alle più grandi modelle.
“Vogliamo spostarci in salone?” chiese mia cugina invitandoci con un cenno della mano.
Io e Jane ci sedemmo sul divanetto più piccolo, lo zio sulla poltrona e Nikki e sua madre sul divano più grande.
“Zio credo tu sappia perché siamo qui.” Iniziò mia sorella, aveva iniziato a sudare le mani simbolo di nervosismo.
Zio annuì accendendosi una sigaretta e invitandola a continuare.
“Sono andata via da Endmon circa tre giorni fa, Georgia era scappata e..” fu interrotta dallo zio.
“So dov’era tua sorella, tutto il mondo lo sa.” Quelle parole mi bloccarono all’istante.
“Ch-che intendi dire?” Nikki di fronte a me sospirò avvicinandosi con un i-pad fra le mani.
Mi mostrò delle foto di un giornale, il The Mirror, il titolo era ben chiaro.
LA DUCHESSA DI ENDMON SCAPPA DALL’ALTARE E SI RIFUGIA TRA LE BRACCIA DI LOUIS TOMLINSON IN UN’ISOLA SCONOSCIUTA.
Ero senza parole.
Le foto erano state scattate all’aeroporto: io, Harry e Louis, quest’ultimo distante da noi due; Harry, Jane ed io; e le restanti foto comprendevano Janice avvinghiata a lui. Jane si avvicinò per guardare con me.
Iniziai a leggere l’articolo e c’era scritto tutto ma in modo molto stilizzato, quasi quanto un film.
Secondo il giornale io e Louis ci saremmo conosciuti ad una sfilata di moda dove tra noi sarebbe scoppiata la passione, ci saremmo amati di nascosto per circa tre mesi nonostante entrambi fossimo impegnati e  poi il giorno del mio matrimonio saremmo scappati insieme. C’erano addirittura dfelle dichiarazioni di Janice Gray che affermava di essere profondamente offesa dal proprio ragazzo, che sospettava qualcosa da un po’ ma non aveva il coraggio di lasciarlo perché ‘lo amava troppo’ e che stava soffrendo molto. A fine lettura avevo le lacrime agli occhi, guardai mio zio che aveva gli occhi puntati su di me.
“Non è andata così.”
“Vuoi negare di essere stata via con  quel cantante?”
“No, ci sono stata. Ma è stato tutto..un equivoco. Io l’ho conosciuto in aeroporto.” Sbuffò spazientito.
“E io dovrei crederti? Da quello che abbiamo visto quel giorno non puoi essere affidabile. Hai idea di che danno hai provocato ai tuoi genitori? Hai disonorato il nome della famiglia! I Davinson sono sul punto di chiudere le trattative e comprare l’azienda, tutti i sacrifici di tuo padre andranno in fumo! Sei una sconsiderata.”
Oramai le lacrime scorrevano copiose sul mio viso, sentirsi dire quelle cose non era per niente confortante.
“Papà credo tu stia esagerando.” Sbottò Nikki guadagnandosi un’occhiataccia dal padre.
“E non guardarmi così, anche io avrei reagito allo stesso modo di Georgia. Siamo nel ventiduesimo secolo non nel medioevo!” Jane era stata in silenzio fino ad allora. “Suppongo che non ci aiuterete quindi è meglio che togliamo il disturbo.”
Si alzò tendendomi la mano, la afferrai seguendola.
“Aspettate! Vengo con voi.” Urlò Nikki raggiungendoci.
Sentii chiaramente le urla degli zii che la richiamavano indietro, ma lei ci seguì impassibile.
“Smettila di piagnucolare e sistemiamo questa situazione.” Mi suggerì passandomi un fazzoletto. “Grazie.”
“Dove si va ora?” chiese pimpante mia cugina, evidentemente tutta quella storia la eccitava.
“A urlare contro allo stronzo di Tomlinson dobbiamo scoprire chi c’entra con quell’articolo.”
Sgranai gli occhi guardando mia sorella alla guida e riuscivo a pensare ad un’unica cosa: l’avrei rivisto.
 

“Mr Moore continuo? Sto parlando io da un po’, magari mio marito vorrebbe proseguire lui.”
Il produttore alzò lo sguardo dal blocchetto che aveva davanti e dove scriveva gli appunti.
“Come desidera signora, per me può anche continuare lei se non si è stancata.”
“Continuo io.” Sbottò spazientito Louis.
Non sopportava i vani tentativi di flirtrare di Moore.


 
Il ritorno a casa era stato..traumatico. In un attimo ero stato catapultato nella realtà come se durante il mio soggiorno a
Koh Samui fossi vissuto in una bolla di vetro invalicabile, almeno fino a quando non avevo rivisto le enormi labbra coperte di rossetto di Janice. Quando non si vede la propria ragazza da un po’ si dovrebbe provare sollievo, felcità, gioia nel rivederla, ma non era così per me. Mi sentivo incatenato, chiuso in una scatola senza fori che mi impediva di respirare: sarei soffocato.
Ero tornato nel mio appartamento, avevo mangiato cibo commestibile, avevo usato il mio bagno!
La cosa negativa era che Janice si era impiantata a casa mia, non mi aveva lasciato libero un attimo.
Maledii Harry che mi aveva abbandonato per andare nel suo di appartamento.
Quella notte dormii profondamente, un sonno ristoratore e privo di sogni o..incubi.
“Che ne dici di andare a fare colazione da qualche parte?” non potei dire lo stesso del risveglio
. “Janice sono appena tornato. Non sarebbe meglio fare colazione qui a casa da soli?” la ragazza sbuffò.
“Ma perché? Uscendo faremmo sapere a tutti che sei tornato!”
“No, no e no! Tutti devono sapere, tutti devono parlare, tutti devono fare. La smetti? A me non interessa essere visto sempre in giro, preferisco di gran lunga stare a casa con te davanti alla tv a guardare un film. Perché non lo capisci?”
“E faremo anche quello! Perché non mi accontenti per una volta?” chiese con fare civettuolo.
“Per una volta? Janice siamo sempre a cena fuori, accetto per te tutti gli inviti agli eventi e alle sfilate, ti rendi conto che da quando stiamo insieme siamo rimasti insieme da soli a casa tre volte soltanto? Tre volte! Te ne rendi conto?!”
“È questo che buoi Louis? Stare a casa a fare la coppia monotona e pantofolaia?” sbottò.
“No, cioè sì! Di certo non voglio essere una coppia..così! Noi siamo una coppia felice solo davanti alle telecamere, e dopo la mia esperienza su quell’isola la mia prospettiva di vedere le cose è cambiata.” Dissi sedendomi sulla poltrona del soggiorno.
“Centra quella ragazza, vero? Quella coi capelli rossi che era con te e Harry all’aeroporto. L’ho vista come ci guardava, come ti guardava!” rimasi in silenzio non sapendo bene cosa rispondere. “E rispondi Louis!” mi urlò contro come un’assatanata.
“Lei era con me a
Koh Samui.” Sibilai in difficoltà. “Ci sei stato a letto?” il mio silenzio fu la risposta.
“Bravo, bravo! Tutti quei discorsi sul fatto che noi non siamo una ‘buona’ coppia. Tutte stronzate, Lou! Io non ti ho mai tradito!” “Se è per questo non mi hai mai amato.” Dissi irritato.
“Come osi dire una cosa del genere?” mi alzai spazientito.
“Ammettilo una buona volta. Ammettilo Janice!” ero fuori di me. Eravamo alla resa dei conti.
“Ma cosa ti ha fatto quella? Il lavaggio del cervello?”
“Tutto questo accadeva già prima di incontrare Georgia all’aeroporto.” Affermai abbassando il tono di voce.
“Non ci credo. Sei uno stronzo, addio Tomlinson.”
E afferrando la sua Vuitton regalatale da me uscì da quella casa e soprattutto uscì dalla mia vita, almeno speravo.
 

Durante la restante mattinata feci un’abbondante colazione, un lungo bagno, mi beai del mio wi-fi aggiornandomi su ciò che era successo mentro ero via, parlai con mia madre su skype e successivamente con Liam, Niall e Zayn; in quel momento realizzai quanto mi mancavano le piccole abitudini quotidiane.
-Finalmente l’hai lasciata quell’oca!-
-Ok, Harry ma ora smettila di esultare, ok? Mi dai sui nervi!-
Erano dieci minuti che eravamo a telefono e mi stava assillando.
-Scusa amico. Comunque quando rivedrai capelli ramati?- ammiccò.
-Chi?-
-Georgia! Capelli..i suoi sono ramati, sciocco!- annuì capendo il significato di quel soprannome.
-Comunque niente; non l’ho né vista né sentita.-
-Ma ne hai l’intenzione?-
-Perché ti interessa?-
-Beh perché tifo per lei.- rispose sincero.
–Idiota, ora stacco che altrimenti non la smetti di dire idiozie.-
 
Il suono del campanello mi fece sussultare e mi costrinse ad interrompere il film che stavo guardando davanti ad un enorme ciotola di patatine.
Aprii la porta senza preoccuparmi di chiedere chi fosse, ma quando mi trovai davanti la faccia infuriata della sorella di Georgia rimasi prietificato.
“Che cavolo?”
“Taci Tomlinson. Sei nei guai fino al collo e ora facci entrare.”
Mi spintonò entrando nell’appartamento, fu seguito da una ragazza bionda mentre Georgia era rimasta alla porta, abbassò lo sguardo entrando lentamente ed evidentemente a disagio.
Cosa era successo?
 






Sinceramente non so neanche se sono in orario o meno con l'aggiornamento! xD 
Ci tenevo ad aggiornare comunque! c:
Questo capitolo mi piace, spero sia piaciuto anche a voi e soprattutto spero di non annoiare con questa storia! (:
Grazie a chi ha aggiunto la storia fra le seguite/preferite/ricordate! e un grazie speciale a chi ha recensito! ♥
Vi lascio il mio  Twitter ! :D
Il link della mia pagina facebook sui One Direction Moments ~ ! :)
E il link dell'altra mia storia  ;)
                                                                     
Alla prossimaa! ;D 

awww Louis! ♥


   
 
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