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Autore: slytherin ele    12/09/2013    3 recensioni
Dal testo: “Sarebbe stato un buon padre. Sarebbe, appunto! Niente di più che una vana speranza. Anche se Harry era il Salvatore di tutto e di tutti, nessuno gli avrebbe concesso di adottare; la paura dei Mangiamorte c’era ancora, inculcata nelle menti di tutti i maghi. Quale associazione sarebbe stata tanto pazza da concedere un bambino a Draco.”.
Il titolo è una citazione di Publilio Siro e significa “Nulla desideriamo tanto ciò che non ci è consentito”.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Lo aveva aspettato tutta la sera, non gli importava se la cena si sarebbe freddata, né tanto meno delle svariate pozioni da provare, prima di sperimentarle su cavie umane: gli mancava tanto così a trovare la cura per il cancro, dovuto all’aspirazione di fumo di drago. Quelle bestiacce! Ancora non capiva, perché i maghi si ostinassero a catturarli e addestrarli.

Sospirò per la trentesima volta in mezz’ora; era in ritardo di quattro ore. Cominciava a essere preoccupato. Era consapevole che i turni da Auror di Harry durassero fino a notte fonda, ma solitamente lo avvertiva, soprattutto se in giorni importanti come il loro anniversario di matrimonio.

Si portò una ciocca bionda dietro l’orecchio, fissando il fuoco del camino scoppiettare. Era inutile rimanere lì con le mani in mano, agitarsi non avrebbe portato Harry a casa prima della fine dei suoi compiti.

Non gli andava di lavorare, però, era la loro festa e aveva fatto preparare la cena da un elfo, regolarmente stipendiato, cui aveva persino concesso il giorno seguente libero. Non era da lui, Draco Lucius Malfoy non si comportava così, non era stato educato così. Era cambiato, in quattro anni di matrimonio e due precedenti di convivenza era cambiato. Aveva provato a sopportare i Weasley, la Granger, persino il bambinetto che Harry guardava ogni settimana, come si chiamava? Ah, sì! Teddy Lupin. Uno scricciolo tutto pepe e marachelle, che distruggeva una parte diversa della loro dimora, ogni volta. A Draco non dispiaceva averlo intorno, in quei momenti la parte paterna di Harry veniva fuori. Sarebbe stato un buon genitore. Ipoteticamente… niente di più che una vana speranza. Anche se Harry era il Salvatore di tutto e di tutti, nessuno gli avrebbe concesso di adottare; la paura dei Mangiamorte c’era ancora, inculcata nelle menti di tutti i maghi. Quale associazione sarebbe stata tanto pazza da concedere un bambino a Draco.

Si stese sul divano, guardando le fiamme, mentre una lacrima scendeva sul suo viso, non la scacciò via. Nessuno poteva vederlo; non gli sarebbe importato, in ogni caso.

La scena, accaduta due sere prima, gli tornò alla mente.

 

Harry era seduto vicino a lui, su quel divano e gli aveva chiesto: “Qual è il tuo desiderio più grande?”

Draco aveva storto il naso a quella domanda, rivolgendogli un’occhiata storta. Era ancora restio ad aprirsi così, persino con lui. In realtà, ne aveva molti di desideri, alcuni sciocchi, altri irrealizzabili. Il più importante non riusciva ad ammetterlo nemmeno con se stesso.

Il silenzio si protraeva da troppo, doveva rispondere. Diede quella che Harry si aspettava.

“Vorrei poter liberare mio padre.” Disse sincero, non era di certo quello più profondo, ma era vero.

Sentì Harry stringergli una mano e il suo sguardo verde divenne triste, quasi lucido.

“Ti capisco… mi spiace…” disse, scuotendo la testa.

Draco poggiò la testa sulla sua spalla. “Tu? Cosa desideri di più al mondo?” chiese per smorzare la tensione più che per reale interesse; odiava mentire a Harry, lo faceva sentire sporco.

L’Auror sembrò pensarci su, poi cominciò a elencare: “Ricco? Direi che lo sono a sufficienza… felice? Sicuro, non lo sono mai stato tanto… che altro? Amici? Ne ho di sinceri, anche se sono pochi e mi bastano… una casa? Ci vivo dentro, quindi c’è ed è anche raffinata e decorata elegantemente… non per merito mio, s’intende!” Disse, guardandolo di sottecchi e ridendo sommessamente. Draco rispose con un sorriso, facendogli segno di continuare con un gesto della mano.

“Hm… un lavoro? Stancante, ma è quello che ho sempre sognato… la fama? Non era richiesta, ma ben venga… e infine, ma non per questo meno importante… ho un marito stupendo… che potrei desiderare di più? La mia vita è perfetta!” Draco aveva sorriso, sinceramente colpito da quelle parole; ma aveva sentito come una stilettata nel centro del petto, anche Harry mentiva.

Quella sera aveva fatto l’amore lì, sul divano con il fuoco accesso, guardandosi negli occhi.

Harry si era addormentato quasi subito. Draco no. Draco pensava e piangeva. Aveva pianto tutta la notte. Senza singhiozzare. Senza svegliare Harry.

Il Mattino dopo, aveva fatto finta che non fosse accaduto nulla, che quella breve conversazione non avesse distrutto il suo equilibrio.

 

E adesso, mentre aspettava Harry, ripensava al suo desiderio più grande, che non avrebbe mai pronunciato ad alta voce.

-Avere un figlio…- pensò Draco. –Poter dare a Harry il figlio che si merita… non adottarlo, ma partorirlo…- Poter vedere quanto sarebbe assomigliato a loro, crescendo. Se chiudeva gli occhi, riusciva a vederlo, a vederli, si era immaginato sia il maschietto sia la femminuccia. Era come se fossero davanti a lui, un bambino con i capelli neri di Harry, ma lisci come i suoi e gli occhi grigi, che gli sorrideva felice, stringendo la manina della sorella: una bimba dai capelli biondi ricci e gli occhi verdi.

Si tirò su a sedere, scuotendo la testa per scacciare quei pensieri, quelle immagini.

Avrebbe voluto chiedere a Harry come li immaginava. Non ne aveva il coraggio. L’idea che il bruno non ci avesse mai neanche pensato, lo rendeva triste.

Chissà un giorno, qualcuno avrebbe inventato una pozione in grado di rendere possibile persino quello. Non l’avrebbe di certo concesso a lui, al reietto che si era salvato e che tutti volevano morto, anche se non lo dicevano apertamente.

Si ributtò a peso morto sul divano, addormentandosi con le lacrime che solcavano ancora le sue guance. Solo due minuti dopo, Harry avrebbe aperto la porta, pensando: -Sono a casa! Finalmente!-

Questo Draco non lo sapeva, mentre chiudeva gli occhi con l’immagine di una famiglia felice, la loro famiglia felice, che non ci sarebbe stata? Chi lo sa, forse in un futuro. I desideri sono come la speranza, fanno parte di essa. E muoiono con lei, per ultimi.

   
 
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