Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Cocomero_    12/09/2013    1 recensioni
12 settembre 2014, il loro primo sguardo;
12 settembre 2013, il loro primo bacio;
12 settembre 2014, la loro prima volta;
12 settembre 2015, la loro prima e per fortuna ultima litigata;
12 settembre 2016, il primo pranzo a casa della madre di lei;
12 settembre 2017, la prima proposta;
"You’ve never loved yourself, half as much as I love you, you’ll never treat yourself right darlin’, but I want you to, if I let you know, I’m here for you, maybe you’ll love yourself, like I love you"...Niall rimette a posto la cornice, si infila le scarpe e esce da casa di lei diretto allo studio di registrazione dove lo aspettano i ragazzi.
12 settembre 2017, il suo primo si.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa FF è per OscarLady perchè se non avesse chiesto di leggerla, molto probabilmente non avrei mai trovato la voglia di ricominciare a pubblicarla, nè sarei mai riuscita a sbloccarmi e a scrivere una riga in più del famigerato quarto capitolo :)


And you stole my heart, with just one look
 

12 settembre 2014, ultimo giorno da ventenne, questo fu il primo pensiero che venne in mente a Niall cinque secondi dopo il suono della sveglia, non voleva, non avrebbe voluto viverlo, sarebbe molto volentieri rimasto lì per tutta la vita, nel letto a dormire l’ultimo giorno da ventenne. Si rotolò sotto le coperte, scivolò fuori da sotto al lenzuolo e si buttò per terra, era l’unico modo efficace per convincersi ad alzarsi. Trascinandosi fino alla poltrona cercò a tentoni una maglietta da infilarsi, eccola, bianca, pulita ma come al solito appallottolata; ormai in piedi aprì la porta della stanza e facendo attenzione a non cadere mentre si infilava la maglia, iniziò a scendere i gradini delle scale.

In cucina come al solito c’era la mamma, Niall le si avvicinò da dietro e le lasciò un veloce bacio sulla guancia borbottando un buongiorno con la voce ancora impastata dal sonno, si allungò verso lo scolapiatti per prendere la sua tazza, prese il late dal frigo, il cucchiaio dal cassetto e i cereali dalla dispensa, nel giro di due minuti era seduto al tavolo con ormai, già almeno 40000 parole della madre nelle orecchie che tentavano di trovare un ordine per poter raggiungere il cervello in un discorso di senso compiuto; dopo il buongiorno del figlio probabilmente si era sentita autorizzata a condividere con lui tutti i pensieri che le ronzavano in testa dalle 6 del mattino, ora in cui normalmente si svegliava soffrendo di insonnia.

Con molto fastidio Niall aveva finito per prestarle attenzione, odiava i discorsi appena sveglio, il problema principale di quella mattina sembrava decisamente l’organizzazione del giorno dopo, il suo ventunesimo compleanno; infatti in mezzo alle lamentele per la maglietta stropicciata, al consiglio di tagliarsi la barba, ai rimproveri per il disordine in camera e alla richiesta di avere le chiavi della macchina, la mamma continuava a chiamare in ballo i parenti e gli amici di famiglia che sarebbero venuti il giorno dopo per fargli gli auguri. Niall non ne era troppo preoccupato, come tutti gli anni infatti i genitori avevano invitato a casa parenti e loro amici, lo facevano da quando era nato, non c’era possibilità che capissero che lui ormai era cresciuto e che magari avrebbe voluto evitare la tirata di guance della cugina paterna, i racconti della nonna su quando era piccolo e gli doveva cambiare il pannolino e i brindisi finali dello zio materno ormai ubriaco di cui la metà  inneggiavano alla vita privata di Niall e l’altra metà non erano capibili dall’orecchio umano.

Il ragazzo aveva provato per un paio di anni ad invitare degli amici a quelle riunioni famigliari ma dopo svariate figure di merda e innumerevoli soprannomi derivati dai racconti dei parenti, aveva deciso che forse era meglio tenerli lontani e organizzare qualcosa la sera prima aspettando mezza notte per ricevere gli auguri…in fondo, ricordando l’esperienza dell’anno prima,  non sapeva neanche se il giorno dopo si sarebbe riuscito ad alzare né dove si sarebbe trovato nel momento del risveglio…per festeggiare il suo ventesimo compleanno avevano preso le macchine, raggiunto la campagna, prosciugato le scorte di un’osteria e si erano risvegliati congelati, sdraiati su un prato  in mezzo a un gregge di pecore che pascolava beatamente alle prime luci dell’alba; le macchine le avevano ritrovate la settimana dopo ancora parcheggiate davanti all’entrata dell’osteria.

Da ormai cinque minuti la madre stava disquisendo sulla bontà della torta alla nutella e sulla morbidezza di quella alla panna, chiedendo al figlio quale avrebbe preferito per il giorno dopo, Niall si alzò, sciacquò la tazza nel lavandino, le diede un altro bacio e assicurandole che per lui sarebbe stato uguale e che si fidava dei gusti di lei, si diresse strascicando i piedi verso il bagno.

Spogliandosi, entrò dentro la doccia, l’acqua bollente che gli scendeva lungo il corpo gli rilassò e distese tutti i muscoli, essendo solo le 8:00 di mattina aveva già sentito troppe parole, ma in fondo come frenare l’entusiasmo di una mamma il giorno prima dal compleanno dell’unico figlio? Dopo essersi sciacquato dal sapone e dallo shampoo ruotò il monocomando della doccia verso l’acqua fredda e si obbligò a due minuti di temperature polari per svegliarsi meglio.

Come al solito era in ritardo, era riuscito ad accaparrarsi le chiavi della macchina e sarebbe dovuto stare alle 8:15 sotto casa di Harry per andare insieme all’università, peccato che fossero le 8:20 e aveva ancora almeno 10 minuti di strada. Inchiodò sotto al portone e fece salire il riccio senza troppi complimenti, Harry come al solito, aveva un livido nero sul collo, segno indiscutibile di una notte di fuoco passata con chi sa quale povera ragazza indifesa caduta davanti al suo fascino. La sfortunata del giorno era una ragazza del secondo anno di lettere a cui il giorno prima erano cauti dei libri davanti a Harry per le scale, che aveva accettato l’aiuto, che aveva accettato il caffè, che aveva accettato un aperitivo a casa del ragazzo e che, tutto nello stesso giorno, aveva accettato di fargli “compagnia” durante la notte; Niall era allibito, come faceva a trovarle tutte lui le fighe all’università e soprattutto come faceva a convincerle a finire accidentalmente nel suo appartamento da fuorisede e quindi nel suo letto?

Stavano ancora discutendo se chiamarla o non richiamarla (essendo stata, a detta di Harry, un portento) quando arrivarono al capolinea della metro per prendere Zayn e Liam che come ogni mattina erano stati ad aspettarli mezz’ora seduti sul marciapiede vedendosi passare davanti almeno cinque autobus; quella mattina con loro c’era anche Perrie, una ragazza del secondo anno di economia con cui Zayn ci provava da un po’ e che avendola incontrata in metro aveva convinto ad aspettare con loro il passaggio in macchina.

Arrivati all’università si beccarono con Louis, presero il caffè insieme e poi si divisero nelle rispettive aule per le prime due ore di lezione. A pranzo si incontrarono di nuovo tutti quanti a mensa per decidere cosa fare la sera, si sarebbero visti alle 10:30 a Piazza di Spagna e avrebbero fatto un bellissimo giro “culturale di Roma” in poche parole ognuno doveva portare due bottiglie di vino e alla fine, ai coraggiosi sopravvissuti Niall avrebbe offerto qualcosa.

Erano ormai le sei quando Niall uscì dall’ultima lezione e raggiunse gli altri che si erano fermati in aula studio con un po’ di gente a giocare a carte, Louis e Eleanor, sua compagna di corso nonché sua ragazza, stavano schifosamente perdendo contro Josh e un a sua amica di cui Niall non conosceva il nome e che, come scoprì in quel momento, era stata invitata la sera ad uscire con loro. Dopo un’oretta di scherzi, battute e risate decisero che era arrivato il momento di tornare a casa, Niall stava camminando piano, diretto verso l’uscita, guardando indietro verso gli amici che camminavano lenti quando sentì un colpo al petto che lo sbilanciò indietro e quando provò a spostare il piede destro per recuperare l’equilibrio lo sentì bloccato sotto qualcosa di indefinito, dopo neanche mezzo minuto si ritrovò a guardare il soffitto, sdraiato per terra e circondato dalle risate degli altri che non si stavano minimamente ponendo il problema di andarlo a recuperare, ma che cazzo era successo?

Niall si alzò, si mise seduto per terra e cominciò a fissare la ragazza che gli stava davanti, bella, bella, unica parola che gli veniva in mente, roscia, riccia, non troppo magra né troppo alta, l’espressione del suo volto era a metà tra lo scusa e il che cazzo ti dice la testa mentre cammini guardando dietro, gli stava porgendo una mano per rialzarsi mentre gli ultimi fogli di quelli che dovevano essere  i suoi appunti toccavano il pavimento, Niall rimase lì, allibito a guardare il cambiamento dell’espressione della ragazza quando, visto che lui non sembrava aver intenzione di afferrare la sua mano, aveva aggrottato la fronte, socchiuso gli occhioni verdi, borbottato un “Fuck” e si era chinata per recuperare i fogli da terra.

Il biondo si mise in ginocchio ad aiutarla ancora circondato dalle risate degli altri, probabilmente se avesse continuato a ridere in quel modo Louis si sarebbe sentito male per mancanza di ossigeno… preso e portole l’ultimo foglio Niall la guardò, si scambiarono un’altra serie di “scusami” e la osservò mentre si girava per allontanarsi. Ridendo come un matto Zayn le urlò dietro: “Ah roscia!! E che volevi uccidercelo prima di sta sera? Il giorno prima del compleanno?” lei si voltò, sorrise loro e disse: “Mi dispiace, se avessi saputo sarei stata più attenta, intanto se vuole arrivare sano e salvo a domani dovrebbe guardare avanti mentre cammina” e con un sorriso malizioso e stronzo aggiunse prima di allungare il passo ed andarsene: “Auguri, ne avrai bisogno…”

I ragazzi stavano ancora discutendo sulla sfortuna che porta fare gli auguri in anticipo quando arrivarono alle macchine nel parcheggio, fu in quel momento che a Louis venne la malsana idea di proporre agli altri e di obbligarli a vestirsi eleganti e con qualcosa di rosso la sera per il giro “culturale”, accettarono chi più felice chi meno ed entrarono nelle macchine diretti a casa.

Erano le 21:15 quando Niall uscì dalla doccia pulito profumato e soprattutto sbarbato per grande gioia della madre, si infilò il completo blu, una camicia bianca e annodò al collo il farfallino rosso sperando di riuscire a slacciarlo il prima possibile, infilò in tasca il portafogli, poggiò le chiavi della macchina sul mobile dell’ingresso, si affacciò allo studio informando i genitori che sarebbe andato a dormire da Harry e li salutò velocemente, uscì e si diresse verso la fermata dalla metro.

Uscito a Piazza di Spagna, anche se stava in anticipo di un quarto d’ora,  trovò seduti sulle scale Louis, Eleanor, Josh, la ragazza con cui avevano giocato a carte quel pomeriggio e altre due fighe che dovevano essere indubbiamente sue amiche. Louis aveva la giacca rossa, mentre Josh aveva le scarpe, Eleanor un vestito rosso scuro stretto sotto al seno che poi si andava ad ammorbidire fino alle ginocchia, la ragazza delle carte che si era presentata come Sophia aveva un enorme fiore rosso tra i capelli mossi, le altre due Sara e Duna erano interscambiabili, una vestito nero e  scarpe rosse, l’altra scarpe nere e vestito rosso.

Aspettarono un quarto d’ora e videro arrivare anche tutti gli altri insieme, Harry aveva la camicia rossa e un segno di rossetto dello stesso colore sulla guancia, segno probabilmente lasciato da quella stangona prosperosa che si stava appendendo al suo braccio, ma dove le trova? Liam era vestito di nero con la camicia bianca e la cravatta cremisi e tentava di entrare nella conversazione tra Zayn e Perrie l’uno con un cappello rosso, l’altra stretta in un corsetto di pelle rossa e in una gonna dello stesso materiale nero che camminava tranquillamente su almeno 15 centimetri di tacchi scuri, ognuno aveva, chi in mano, chi nella borsa due bottiglie di vino rosso.

Neanche un’ora dopo e già più della metà delle bottiglie era finita con una velocità mostruosa, velocità inversamente proporzionale alla loro nel muoversi, infatti stavano sdraiati e seduti sulle panchine di Piazza del Popolo ridendo, scherzando e sparando cavolate, Niall era seduto con appoggiata sulle gambe la testa di Sara, o forse di Duna, non lo sapeva, insomma quella con il vestito rosso e le scarpe nere, Perrie stava parlando con quella con il vestito nero e le scarpe rosse mentre Zayn la guardava dall’altro lato della panchina mentre era seduto tra Liam e Sophia che tentavano di portare avanti un discorso sensato, Louis tentava insieme a Eleanor di salire le scale del Pincio fermandosi ad ogni gradino per ridere e per urlare ad Harry di raggiungerli, un Harry che era letteralmente trascinato per un braccio dalla stangona dal rossetto rosso e che non voleva assolutamente trovarsi in situazioni romantiche da coppiette innamorate.

Duna ormai continuava a fissarlo, gli occhi neri della ragazza continuavano a posarsi su quelli color mare del ragazzo, Niall non ci stava capendo più un cazzo, altro che giro offerto ai coraggiosi sopravvissuti, se avesse continuato così avrebbero dovuto portarlo in spalla fino a casa di Harry, che tra l’altro non si sapeva assolutamente che fine avesse fatto, lui, la stangona e Sara, bene, bravo, una cosa a tre sta sera!!  Le gambe di Duna si spostarono sopra a quelle di Niall e la ragazza si distese con la schiena sulla panchina, Niall allungò una mano e la poggiò sulla coscia della ragazza che si rimise seduta immediatamente e che gli offrì un sorso della bottiglia che aveva in mano, Niall la accettò, la avvicinò alla bocca, prese un sorso e gliela ripassò.

Era mezza notte meno cinque, Liam aveva metà lingua nella trachea di Sophia, Zayn e Perrie continuavano a parlare e Louis trascinandosi dietro Eleanor continuava a correre per la piazza alla ricerca di Harry per fare, come ormai da tre anni, gli auguri a Niall tutti insieme allo scoccare della mezza notte.
Niall si alzò spostando le gambe di Duna, la ragazza lo seguì e gli si mise sotto braccio pesandogli un po’ visto che non riusciva a reggersi in piedi, Niall avrebbe voluto aiutare Louis nella ricerca di Harry anche perché sarebbe dovuto andare a dormire da lui in teoria, biascicò qualcosa verso Duna, tentò di scastrarsi dalla sua presa e si sorprese quando la sentì stringere il suo braccio, sorpresa neanche lontanamente paragonabile a quella che arrivò cinque secondi dopo quando la ragazza, ormai di fronte a lui gli si avvicinò all’orecchi e gli sussurrò: “Niente Harry sta notte, oggi si dorme da me…”  e baciandolo gli sfiorò con la mano destra il cavallo dei pantaloni.

Si scopa…sta notte si scopa…unico pensiero di Niall... però mentre gli altri si alzavano e gli correvano incontro per saltargli addosso per gli auguri, gli venne in mente una massa di ricci capelli rosci.

 

SPAZIO CROSTATA
Allora, eccomi qui di nuovo, ancora non ci credo di aver trovato il coraggio di pubblicare di nuovo questa storia, non sono andata avanti di molto a scrivere ma posso riuscirci; molto probabilmente aggiornerò il 12 di ogni mese, almeno fino a che non trovo un modo per scrivere costantemente tra studio e lavoro.
La storia è la stessa della OS  "Little Things" solo che ho deciso di scriverla tutta, se non volete anticipazioni non cliccate lì; fatemi sapere se si capisce come scrivo e se secondo voi posso migliorare qualcosa, le critiche costruttive sono ben accette!
Baci, xmela

PS: (si, il ps non poteva che essere per te) Allora, che ne pensi?
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Cocomero_