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Autore: Atien    12/09/2013    0 recensioni
Tutto è in frantumi e danza, frase tratta da una canzone dei Doors (The Ghost Song) ma che in questo frangente viene utilizzata per raccontare il punto di vista di un ragazzo che odia le discoteche, ma forse solo perché non nè ha mai capito il vero significato.
(Testo scritto tempo fa per un contest su un forum, se non rimembro male.)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TUTTO È IN FRANTUMI E DANZA

 

  Seduto al tavolo di una discoteca in cui i miei amici mi avevano trascinato, assordato da musica di second'ordine e bevendo qualcosa di molto poco alcolico, mi annoiavo a morte.
  Non era possibile che fosse già passata l'una ed io fossi ancora sobrio! Anzi, ero più lucido di quanto fossi mai stato in vita mia e questo rendeva la mia agonia ancor più terribile.
  Per l'ennesima volta in quella serata ricordai a me stesso perché odiavo le discoteche: primo, detestavo ballare; secondo, la musica era così assordante che non si riusciva nemmeno a parlare con gli amici o ad attaccare bottone con qualche bella ragazza; i cocktail costavano un occhio della testa; quarto...bè in verità non c'era un quarto punto in questa lista, ma i primi tre mi sembravano più che sufficienti.
  I ragazzi, per di più, mi avevano lasciato solo ed erano già tutti in pista a dimenarsi a ritmo di musica, pigiati come sardine. A una prima occhiata mi sembrava che ogni persona sulla pista da ballo seguisse un proprio ritmo, come se tutti stessero ascoltando musica differente.
  Però, guardando meglio, si notavano qua e là dei movimenti sincronizzati: la stesso modo di spostare i piedi o di muovere il bacino. Mi sembrava strano che mosse così simili provenissero da persone molto diverse fra loro, che magari non si erano mai nemmeno viste.
  Rimasi a lungo ad osservare i ballerini in pista e notai come ragazzi e ragazze dalle movenze simili incominciassero ad avvicinarsi fra loro, come se fossero reciprocamente attratti da una calamita invisibile.
  Altri, invece, avevano già trovato la loro anima gemella “danzante” e ballavano vicini, sincronizzati in ogni piccolo gesto, quasi come danzatori provetti: sembrava avessero passato giorni e giorni a provare quella coreografia insieme.
  E con la danza riuscivano persino a comunicare!
  Mi sembrava di sentire i loro messaggi, riuscivano a superare persino la musica assordante e il frastuono; messaggi muti, ma fin troppo comprensibili.
  Più li guardavo, più mi veniva spontaneo paragonarli a tessere di un puzzle ben mischiate fra loro che, non senza qualche difficoltà, cercavano un loro simile che combaciasse pefettamente al loro essere, così da sentirsi finalmente complete. Non importava se non eri capace a ballare o se non avevi ritmo: avresti sicuramente trovato qualcuno a te complementare.
  Forse è proprio coì, siamo solo cocci di un vaso rotto. Ecco perché tutto è in frantumi e danza: per spingerci a cercare qualcuno con cui possiamo sentirci interi.
  Che ci fai ancora qui, stupido? Mi dissi, Anche a te serve un'anima gemella con cui danzare!
  Così mi alzai e mi gettai nella mischia.

  
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