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Autore: Carm    12/09/2013    7 recensioni
Elisabeth studentessa modello,vita ordinaria fatta di sere davanti alla tv ,si concede una sera di follia,una sola per festeggiare un bel voto all'esame tanto temuto
Una sera che cambierà per sempre la sua vita,una sfida contro il destino,un tentato stupro,un salvatore dagli occhi di ghiaccio,l'affascinate e pericoloso Jack Stone.
Jack è un assassino,un ladro,uno spacciatore,frequenta puttane e gioca d'azzardo.
Ma se due mondi opposti si incontrassero,cosa succederebbe? Se subentra l'odio e il dolore? Se arrivasse l'amore? Se lui la volesse? Se lei resiste e scappa e poi torna e ritorna?
Entrambi in balia del destino e dei sentimenti,nulla può sfuggire al cuore.
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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La sveglia suonò alle nove di mattina quel giorno, quel giorno di fine Aprile, che fu la fine di tutto.
Il letto era vuoto, quella notte al mio fianco c'era lui, ora invece, c'è un pezzo di carta.
Le lacrime cominciano a scendere, ancor prima di leggere le sue parole.
"Cara Liz,
ho passato tutta la notte a guardarti, eri bellissima.
Sto andando via e non ho il coraggio di svegliarti, perché questo è un addio.
Un addio definitivo.
Non sono l'uomo per te e tu non sei la donna che può stare al mio fianco.
Tronco ora la nostra "amicizia", perché nei tuoi occhi ho visto qualcosa di diverso, qualcosa che cambiava, ho visto cose che non posso darti.
Dimenticami, come farò io, dimenticati i nostri baci e le nostre belle parole, non verrò a cercarti, spero che tu ne sia consapevole, non illuderti.
Non farlo nemmeno tu ,ti prego, non cercarmi, voglio porre fine a questa cosa, che non ha senso e non lo avrà mai.
Per quel che vale, ti voglio bene.
Addio.
Tuo jack "
Arrivo alla fine con un nodo alla gola, le mani che tremano e non riesco a respirare, apro alla svelta il comodino e tirò fuori lo spray, quello che uso per l'asma.
Rileggo altre mille volte quelle parole, scritte nero su bianco, prova indelebile del nostro addio, anche se non ho avuto voce in capitolo, ha deciso lui, per entrambi.
Sembro un fantoccio di pezza, mi rannicchio sul letto e stringo le lenzuola tra le mani, piango ed urlo, urlo l'odio che provo per lui.
Eppure ne ero consapevole, mi ero preparata mentalmente al suo abbandono, ma il mio cuore reclama la sua presenza, in questa casa buia e vuota.
Dove sei Jack?
Sarà sicuramente ritornato alla sua vita di merda, con gente di merda e con Sally, che si prende cura del suo piacere.
Urlo ancora, accartoccio quella lettera e la getto contro il muro, cade sul pavimento, come una foglia in autunno, senza fare rumore.
Chiudo gli occhi e appoggio la testa sul cuscino, mi vengono in mente le nostre battute, le risate, i nostri baci, sempre diversi e che nascondevano molto di più.
Cazzo, ho bisogno di lui, oggi, domani e dopo ancora.
Immagino i miei giorni monotoni e grigi, privi di allegria, un incubo senza fine, un giorno senza sole.
Mi trascino nel bagno, faccio una doccia gelata, lascio l'acqua scendere sul mio corpo, fino a quando non perdo la sensibilità alle labbra, ormai violacee.
Mi asciugo velocemente ed infilo una tuta grigia, sembro scialba, priva di emozioni, un corpo senza anima.
Mi dirigo al parco, ho ancora i capelli umidi, che il vento fa muovere a suo piacimento, mi nascondo sotto ad un salice piangente, e mi limito ad osservare l'ambiente circostante, ma non vedo davvero.
Mi sembra di avere una patina davanti agli occhi, vedo sfumato e non riesco a distinguere le persone, sono solo ombra.
Sbuffo, più volte e mi sta scoppiando la testa e gli occhi pulsano ancora.
Che vita di merda, sono sola in questo schifo di mondo.
Trattengo l'ennesimo urlo, porto le mani tra i capelli e li tiro, sembro una pazza, mi sento una squilibrata, senza senno.
Non so che fare, dove andare e quindi mi lascio morire.
Vorrei andare da lui, ma ha espressamente richiesto di non cercarlo e non sopporterei un suo rifiuto, se mi mandasse via, morire seduta stante.
Mi rigiro il cellulare tra le mani, vorrei parlare con qualcuno, ma in verità non ho nessuno, o almeno non più.
Kate è partita per l'erasmus ad Amsterdam, la sua città ideale, sesso libero e canne.
Al pensiero di cosa sta combinando, mi scappa un sorriso, tirato e umido di lacrime.


Sette giorni dopo

Ci sono i drogati in astinenza dall'eroina, gli alcolizzati in assenza di alcool e ci sono io, Elisabeth Tresir in astinenza da Jackson Stone. 
Sono passati sette giorni, cinque ore e venti minuti, e , non faccio altro che pensare a lui.
Non ho cambiato le lenzuola, perché la sera dormo al suo posto e sento il suo profumo, anche se sta scemando.
Mangio i nostri biscotti e guardo Titanic, piango dall'inizio alla fine, precisando che non è per Leonardo e la sua morte, ma per Rose. 
Mi domando come fa a vivere senza di lui, senza averlo con sé.
Forse sono malata, ho preso qualche virus che mi fa avere un unico pensiero ciclico, che mi fa battere il cuore se sento il cellulare squillare e che la sera, mi fa lasciare la finestra aperta, sperando che lui entri e prenda il suo posto, al mio fianco.
Ho i capelli in disordine, resto con il pigiama la maggior parte della giornata ed esco solo per andare all'università.
Ho conosciuto anche Den, un ragazzo che frequenta l'ultimo anno, mi stava buttando sotto con la macchina e per scusarsi ha insistito per offrirmi il caffè, mi ha chiesto più volte se stessi male, evidentemente aveva notato il mio sguardo perso nel vuoto.
Mi chiama spesso, lo lascio parlare, in cambio riceve solo risposte monosilabari e qualche singhiozzo.
È un bravo ragazzo, studioso e anche molto carino, ma non è Jack, non ha la sua voce roca, le sue mani grandi e i suoi occhi ghiaccio.
Ormai è il mio metro di paragone, se mai ci fosse qualcuno paragonabile a lui.
Mi squilla il cellulare, parte la canzone dei Coldplay, lo prendo dal mobiletto e premo verde.
"Elisabeth ci sei?"ecco la solita chiamata.
"Si"rispondo secca.
"Stasera ti va di uscire?"mi chiede speranzoso, ho notato il tremolio nella sua voce.
" Den..."non riesco a dirgli di si, ma non riesco nemmeno a dire di no.
"Beth solo se te la senti"aggiunge.
Odio quando mi chiama Beth, ma lo fa con dolcezza e mi si stringe il cuore.
"OK, non aspettarti nulla"mi sento una traditrice, mi sembra di tradire Jack.
"Certo"dice allegro "Passo alle nove, andiamo al cinema?"
"OK"
"A dopo"stacco velocemente la chiamata, mi sento una stupida.


Mi faccio il bagno, asciugo i capelli, infilò un jeans e un top bianco, sopra metto un giubbotto pelle, me l'ha regalato Steffy.
Mi manca Steffy, era la mia migliore amica, trattengo il pianto e mi limito a mettere il mascara e il rossetto bordò, sembro quasi essere tornata la solita.
L'apparenza inganna e dentro sto morendo, ancora.
Al suono del clacson raggiungo la sua macchina, appena entro mi sento male e mi viene il vomito.
"Sei davvero bella"mormora.
Faccio un cenno col capo,per poi fissare la strada.
"Siamo arrivati"quel ragazzo aveva una pazienza enorme, non mi aveva chiesto nulla del mio comportamento.
"Den"si fermò vicino allo sportello dell'auto "Scusami".
"Beth, muoviti che facciamo tardi"mi rivolse un sorriso e lo seguii, avevo apprezzato la sua premura, nel lasciarmi essere me stessa.
Vedemmo una commedia, che doveva risollevarmi il morale.
"Prendi i pop-corn"mi porse la scatola di cartone.
"Grazie"ne presi una manciata.
Il film era divertente e sentivo ridere il mio amico, abbozzavo qualche sorriso, dovuto più che altro, alla risata coraggiosa del biondo al mio fianco.
"Lasciati andare"mi diede un colpetto sul ginocchio, ma poi tolse rapido la mano.
Dopo quasi due ore, mi ero sciolta e stavo ridendo, era bellissimo ridere, avevo dimenticato che mi facesse sentire così leggera.
"Sei bellissima quando ridi"mi sussurrò all'orecchio, quel contatto mi fece irrigidire.


"Era un film abbastanza demenziale"dissi sorridendo.
"Almeno ho raggiunto il mio scopo"mise le mani nelle tasche del pantalone nero.
"Quale?"alzai un sopracciglio.
"Guardati, non hai piú l'aria di un fantasma e gli occhi spenti"spiegò.
" Den, non posso stare altrimenti"sbuffai.
"Non voglio sapere perché sei così triste, ma cazzo Beth, la vita va avanti" prese una pausa "va sempre avanti, in qualsiasi caso, fallo anche tu"mi diede una spallata, facendomi sorridere.
"Ci proverò, anche se le assenze, si fanno sentire piú delle presenze"borbottai.
"Se sono assenze è perché hanno voluto che le cose andassero così, chi non ti ha voluto al suo fianco, non merita le tue lacrime" la sua voce era dolce.
"Non è semplice, non so spiegartelo e non posso"scrollai le spalle.
"Chiudiamo questa parentesi"chiuse la lampo del suo giubbotto "Andiamo a bere qualcosa?"chiese.
"Okay"ci avviammo alla sua auto, senza più parlare.



"Non ti piace qui?"sembrava dispiaciuto.
La scritta "Claire De Lune"lampeggiava a caratteri cubitali, la luce blu delle lettere, creava strane forme sulle pareti del locale.
"Va b-bene"balbettai, mi tremavano le mani e il cuore era muto, non sentivo nessun battito.
La porta girevole faceva da tramite, dando accesso a quel posto ambiguo, dal doppio aspetto.
Come al solito, c'era un sacco di gente, infondo era venerdì sera e i giovani uscivano a divertirsi.
"Andiamo al bancone"mi prese per mano, quel gesto mi fece uno strano effetto, per niente piacevole.
"Ehi Elizabeth" era Mark, mi fece piacere sapere, che non aveva perso il lavoro per colpa mia.
"Ciao Mark"mi accomoddai su uno sgabello.
" Cosa vi porto?"lanciò uno sguardo sbieco al mio accompagnatore.
"Una tequila" sorrisi "Forte"aggiunsi.
"A te?"domandò al mio "amico".
"Un gin tonic, grazie"sorrise.
"Arrivano subito"sparii dietro alla tendina.
"Conosci il barrista?"
"Ehm...si"non diedi spiegazioni.
"Ah okay"sorrise ancora, se fosse infastidido, non lo dava di certo a vedere.
"Ecco a voi"il giovane Mark, ci porse i nostri cocktail "Elisabeth è sempre un piacere vederti"mi accarezzò i capelli "Servo gli altri clienti, buona permanenza"mi fece l'occhiolino.
"Siete amici?"chiese il biondino.
"Più o meno"cominciai a sorseggiare il liquido ambrato.
"Un tuo ex?"tentò.
" Assolutamente no"feci una smorfia.
"Sembravi strana quando siamo arrivati qui, quindi pensavo che c'entrasse qualche ex"spiegò la sua teoria.
"Non proprio"mi passai una mano tra i capelli mossi "c'entra un amico, un amico davvero importante".
"Basta così" mi strinse la mano "Allora, che esame stai preparando?"
Aveva cambiato argomento, l'aveva fatto per non farmi del male, era un ragazzo stupendo. 
"Criminologia, è un comparato"avevo fatto quella scelta dopo aver conosciuto il mio salvatore.
"Interessante" bevve un lungo sorso della sua bevanda.
Una canzone dei Blink colse la nostra attenzione, infatti era il cellulare di Den.
"Ehi Drake, dimmi"aveva gli occhi verdi, con delle pagliuzze marroni all'interno, sinceramente l'avevo sempre trovato carino, uno dei più carini dell'ateneo "Aspetta, qui non c'è campo"poi si rivolse a me "Torno subito"si fece largo tra le gente e scomparse dalla mia visuale.


Stavo bevendo la mia seconda tequila, questa volta leggera, sotto consiglio di Mark.
Den ancora non era rientrato, mi stavo annoiando e la musica mi stava spaccando i timpani.
Diedi ancora un'occhiata in giro, volevo tornare a casa, sul mio lettino a piangere, volsi lo sguardo ai divanetti al piano superiore.
Il cuore cominciò a battere fortissimo, potevo sentire l'eco dei battiti, aveva trovato ciò che cercava.
Jack stava seduto sul divano di pelle verde, beveva una birra, sembrava sereno e ogni stando guardava la pista da ballo, di sicuro se la passava meglio di me.
Poi la scena cambiò e non era più da solo, c'era quella Sally, sulle sue gambe, gli toccava i capelli e gli parlava all'orecchio e lui rideva, ed era bellissimo.
Bello come me lo ricordavo, bello come l'ultima volta che l'ho stretto tra le braccia.
La scena cambiò ancora, la bionda senza cervello, si strusciava su di lui, buttava la testa indietro, simulando un rapporto sessuale.
Immediatamente mi portai una mano alla bocca, reprimendo un rantolo di vomito, mi faceva schifo.
"Mark"urlai, avevo gli occhi lucidi.
"Tutto bene?"mi chiese.
" Un bicchiere di whisky con ghiaccio"ordinai.
"Non fare la stupida, sei già brilla"mi ammonii.
"Ti ho detto di darmi quello che ho ordinato"diedi un pugno sul bancone.
"Okay"si girò e cominciò ad armeggiare con una bottiglia di Jack Daniel's.
Faceva tanto Johnny Deep in pirati dei caraibi, ridacchiai del mio pensiero stupido.
"Attenta Elisabeth"protestò, quando gli tirai il bicchiere dalle mani e lo portai alle labbra, scendeva rapido lungo la mia gola, pizzicava anche, ma mi piaceva.
"Ancora"cominciai a far dondolare il bicchiere vuoto "E non dire nulla"lo minacciai con l'indice.
Versò rapidamente altro liquido nel mio bicchiere e gli sorrisi.
Al quarto mi sentivo euforica e leggera, come una ballerina di danza classica.
"Mark vado a ballare"scoppiai a ridere e mi alzai, corsi in mezzo alla gente e non mi fermarono nemmeno le sue raccomandazioni.
Mi venne la brillante idea di salire sul cubo, volevo che quel grande figlio di puttana mi vedesse.
Volevo che Jack mi vedesse spensierata, proprio come lui, che si faceva toccare da altre donne, da altre bocche e da altre mani, che non erano le mie.
Vaffanculo Jackson Stone.
Cominciai a muovermi sensuale, gettando i capelli all'indietro e mi muovevo sinuosa attorno ad un palo, sorridendo felice e notando un sacco di uomini che mi guardavano
Mi piaceva essere guardata e mi dava coraggio, sbottonai il giubbino e lo buttai per terra, mentre ballavo, la canotta si alzava, mostrando il mio ventre piatto.
C'erano fischi e urla, mi facevano ridere, faccio un paio di giri su me stessa, mostrandomi libera.
Mentre rido e piango, tutto insieme, perché sto soffrendo, ma faccio finta di niente.


Prov's Jack.

Sally questa sera è più troia del solito, vuole scopare e non ho voglia.
Fa caldo, mi sento stanco e voglio tornarmene a casa.
Sento fischi e applausi, vorrei vedere cosa sta succedendo, ma la puttana si appropria della mia bocca, lambendola con la lingua.
Il suo tocco è volgare, niente a che vedere con la mia Liz.
Ad un certo punto, immagino lei al posto della bionda, mi lascio andare e ricambio il bacio.
Immagino le labbra carnose e morbide di Liz, i suoi occhi azzurri e i suoi capelli setosi, la voglio qui con me, ma non c'è, per colpa mia.
"Jack"sento una voce maschile, scosto bruscamente la puttana, che cade per terra, ma non mi importa.
Non la considero nemmeno una donna, visto che fa il suo mestiere per piacere, lei ama farsi scopare ed è disgustoso.
"Mark, che cazzo vuoi?"gli chiedo brusco, quel ragazzo mi sta sulle palle, dalla sera che ha provato a baciare Liz.
"Elisabeth"prende una pausa "Si è ubriacata ed ora sta dando spettacolo sul cubo"sembra nervoso.
Mi alzo di scatto e mi affaccio alla piccola ringhiera, noto che la fauna maschile è ammassata sotto il palco, mentre una ragazza balla sensuale e ammicca al suo pubblico.
Assottiglio lo sguardo, noto che quella ragazza è Elisabeth Tresir.
La mia dolce Liz.
Do una spallata al barrista e mi precipito giù per le scale, scosto la gente e affianco la studentessa.
Quando mi vede sgrana gli occhi, sono lucidissimi, ricolmi di lacrime, il mio cuore cessa di battere, per un solo istante.
"Liz andiamo" la prendo per mano, ma non si muove.
"Vattene"mi spinge via, mentre barcolla sui tacchi alti.
"Vieni con me"stiamo dando spettacolo ed odio essere guardato da occhi indiscreti.
"Ti odio"urla, la musica si ferma e le sue parole rimbombano per l'intero locale, mi sento male, sento male dentro.
La prendo come un sacco di patate e la trascino via, comincia a scalciare e mi morde un braccio.
Il suo profumo mi era mancato, il suo calore mi era mancato, sorrido, in un modo o nell'altro, era ancora con me.
"Fammi scendere, brutto stronzo"mi tira i capelli, era arrabbiata e la capivo, lo ero anch'io, con il mondo intero.
La lascio solo quando siamo nella macchina, accendo il riscaldamento, visto che si stringe le braccia, intorno al fragile corpo, per darsi calore.
E' bellissima nonostante sia ubriaca fracida, con le guance in fiamme e i capelli sconvolti, nei suoi occhi vedo quella parte di me, che prende vita solo in sua compagnia.
Da un calcio al cruscotto, evito di bestemmiare in sua presenza, mi sta sfasciando la macchina.
"Smettila Liz"alzo la voce e lei si accuccia su se stessa, ha paura di me "Scusami"le accarezzò il viso e chiude gli occhi, si abbandona alle mie attenzioni.
Vorrei tanto baciarla, ma non lo faccio.
Borbotta alcune imprecazioni poco femminili, che mi fanno ridere, mentre guido verso casa mia.
Dopo dieci minuti di viaggio, lei si addormenta, mentre stringe tra le mani, la giacca che le ho dato per coprirla.


Siamo appena entrati in casa e lei si sveglia, appena mi vede scoppia a piangere e ricomincia ad urlarmi contro.
"Sei un bastardo, ti odio e mi fai schifo"comincia a prendermi a pugni sul petto, la lascio fare.
"Te la sei scopata?"chiede poi, mentre mi spinge sul divano di pelle bianca, si mantiene la testa e la sua camminata è instabile.
"Cosa stai dicendo?"domando.
"Alla puttana bionda, te la sei fatta?"sembra furiosa.
Evidentemente mi aveva visto con Sally, di conseguenza si era ubriaca.
Come al solito, era solo colpa mia,rovino tutto quello che tocco.
"Cosa ha più di me?"si sistema i capelli e cambia espressione, non la riconosco, non sembra la mia innocente Liz.
Si siede sulla mie gambe, mi apre la camicia, vedo che le tremano le mani e ha qualche difficoltà, poi scende a baciarmi il petto, le sue labbra sono calde come sempre, mi viene la pelle d'oca.
Vorrei tanto scostarla, ma non trovo la forza, le sue mani sul mio corpo mi mandano in tilt, non riesco a ragionare, ho bisogno di lei.
"Fermati"le blocco i polsi,in un barlume di lucidità, cercando di non stringere troppo la presa. Spesso non controllo la mia forza.
Mi abbraccia, mentre singhiozza tra le mie braccia nude, mi sembra di essere completo, con lei sono al sicuro, la mia ancora di salvezza.
" Jack, mi manchi"sussurra, mentre mi stringe.
"Anche tu"le bacio la fronte.
"Jack d-dev.."non finisce la frase, che mi vomita sul parquet, la vedo buttare anche l'anima.
Le tengo i capelli, mentre le stringo una mano, la sua è piccola e le unghie sono smaltate di rosa pallido.
" Stai meglio?"chiedo preoccupato.
" No"ammette e si sdraia,ha le occhiaie e il viso stanco.
"È la seconda volta che bevi come un alcolizzata"la rimprovero.
"Tutta colpa tua, devi bruciare all'inferno "urla,poi chiude gli occhi ed emana uno sbuffo, abbandona una mano sul mio petto, non vuole che vada via.
Mi concedo una manciata di minuti per guardarla, sembra piccolissima e indifesa, mentre dentro è già una grande donna.
La mia donna ideale, ma che non posso avere al mio fianco, sarebbe il mio unico punto debole e sarebbe la mia rovina.
Quando si fanno le cose orribili, che faccio io, non posso essere legato a nessuno, più persone implico, più ho possibilità di perderle.
E il sottoscritto può anche morire, poco importa, ma la mia Liz, NO, ha tutta la vita davanti.
Pulisco la chiazza di sporco sul pavimento, prendo un libro dalla mensola e mi siedo accanto a lei, le accarezzò ritmicamente i capelli biondo cenere.
Ogni tanto la fisso e mi perdo nei nostri ricordi, altre volte, mi perdo nelle cose brutte, che mi ha urlato stasera.
So che non le pensa, che sono la conseguenza dell'alcol e della mia mancanza, anche perché si sta innamorando di me, cosa sbagliatissima.
Non so amare, non ho mai amato e non sono capace di provare un sentimento tanto puro.
La mia anima è destinata agli inferi, non ci sarà pace per me e non posso trascinare anche lei in questo orrore.
Liz ha un anima brillante, dai colori luminosi, lei è vita, speranza e spensieratezza.
Io ho un anima scura, dai colori morti, sono malvagità, cattiveria e porto morte.
Non posso amarla, non mi resta che reprimere quello che sta nascendo, spegnendo il desiderio di poter cambiare.
Solo lei mi può salvare, ma infondo un assassino, resta sempre un assassino.
Non ho speranze, il mio destino è già segnato.
Le bacio delicatamente le labbra, per poi abbandonarmi a Morfeo, il mio ultimo pensiero è lei, sorrido, ormai mi ha fottuto.





Salve bella gente!
Come promesso ho aggiornato presto, non riesco a non scrivere!!!
Liz ama Jack, ma non riesce ad ammetterlo nemmeno a se stessa.
L'amore non sa gestirlo, proprio come il nostro occhi di ghiaccio.
Non odiate Den, è un bravo ragazzo ed è una figura marginale.
La nostra studentessa si ubriaca, balla sul cubo e manda a cagare Jack, metto in chiaro che non è lucida e che sta soffrendo.
La difendo soprattutto da un' infermiera, che sarebbe una lettrice, che ringrazio per tutto ( lei di sicuro capirà) XD
Abbiamo anche il punto di vista di Jack, mi andava di farvi capire ank la sua visione dei fatti.
Lui non si sente degno dell'amore, afferma di essere malvagio, quando noi sappiamo che è un bravo ragazzo, in fondo XD
X quanto riguarda Den, nel prossimo capitolo scopriamo che fine ha fatto e cosa farà la nostra Liz quando si troverà a casa del suo salvatore.
Ringrazio tutti, anche perché c'è stato un aumento esorbitante delle persone che seguono questa storia.
Quindi aspetto anche il vostro parere, oltre quello delle mie "fans" :P
Anzi delle fans di Mr Stone.
Recensite, recensite e recensite e prometto di scrivere un capitolo lungo, se superiamo le 6 recensioni.
Ogni tanto faccio una gara con voi *-*
Non deludetemi!!! :)
Alla prossima!
un mega bacio, anche da Jack che vi saluta e da Liz, che ha il mal di testa post-sbornia.
Come sempre scusate gli eventuali errori!
Carm xoxo
  
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