Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: biberon    12/09/2013    2 recensioni
“Abbiamo dovuto farlo.” Disse la madre di Gwen con gli occhi lucidi.
“Ma è una ragazza dolcissima! Gentile, bella, educata, spiritosa! È una mia grande amica!”
“Capiscici, Duncan, ti prego. Lo facciamo per proteggerti!”
“Da cosa?!”
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------.
Duncan era un ragazzo punk, forte, intraprendente, ribelle, ma buono.
Courtney era una ragazza bella, ordinata, intelligente, intraprende e dolce.
Gwen era una ragazza sola.
Lei era diversa, lei era un pericolo …
Ma lei voleva solo qualcuno, qualcuno che l’apprezzasse e l’amasse, qualcuno … lo voleva disperatamente, con tutta se stessa.
Ed era pronta a fare qualsiasi cosa per averlo.
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Biberon, Biberon, Biberon ... e se  ci fossero errori? MI sembra di aver già parlato della mia tastiera, quindi ...
Beh, spero vi piaccia il capitolo.
Come disse Gandhi una volta "Gusta ciò che è cultura ..."
Gandhi: Ma non l'ho mai detto!
Ehm ... pure sottigliezze.
Pippe mentali in fase: on.


“Credevi di potermi battere?”
La voce eccheggiò forte e ripetutamente fino a far urlare Bridgette.
“Che cosa sta succedendo?!” chiese allarmato il punk.
Il pezzo di ceramica che aveva raccolto da terra, probabilmente, gli saettò via di mano, lasciandogli un segno rosso.
Schizzò sotto le macerie, che tremarono sempre più forte.
“Oh mio Dio!” esclamò la bionda.
“Non dire così, Bee. Quelli come noi non credono in Dio. Quelli come noi credono in sé stessi. E in nessun’altro.” Disse Gwen.
“Ma io ti avevo … uccisa!”
“Tu? Uccidere me? Sei solo una cucciola innocente. Sei vampira da poco più di un giorno … e vorresti uccidere me?”
“Sì! Userò anche fino al mio ultimo respiro per farti scomparire per sempre!” disse Bee guardandosi freneticamente in torno.
Dov’era GWen?
La sua voce era così vicina, ma lei non si vedeva.
“Vuol dire che ucciderti sarà ancora più divertente!” disse la voce della gotica, e pochi secondi dopo Bridgette era stesa a terra a carponi, con Gwen appesa alle spalle.
“Un piccolo armadio non potrà di certo eguagliare la mia forza!”
Prese due ciocche dei capelli della bionda e la fece roteare per gettarla a terra.
Quella cadde di schiena con un gemito.
“Ti spezzerò tutte le ossa …” sibilò tra i denti, tornando alla carica.
I suoi occhi parevano in fiamme.
Pochi secondi dopo Bee si schiantò contro il muro producendo una nuvola d’intonaco spezzettato e un buco preoccupante nella parete.
Quel liquido blu inizò a colarle copiosamente dal labbro spezzato.
“Io …” inizò, ma Gwen le tappò la bocca con un pugno, sporcandosi della sostanza vischiosa.
La ragazza sembrava allo stremo delle forze.
“Gwenny, fermati, io …” provò a dire Duncan.
Lei si voltò di scatto, e la testa prese a ruotarle sul collo di trecentosessanta gradi ad una velocità di un giro al secondo.
Ogni volta che il mento arrivava sulla nuca si sentiva uno schioccò agghiacciante.
“Sta’ … zitto …”
Si alzò barcollando e punto il tallone sulla faccia della surfista.
Premette forte, e lei tossì sputando quella roba.
“Ora si ragiona!”
La gotica scoprì i denti più che poteva e li affondò nella fronte dell’altra.
Lei si ritrasse con un urlo spezzato, e Gwen la sollevò per i fianchi e prese a farla roteare.
“Vedi quel muro, Bridgette? Guardalo bene, perché sarà l’ultima cosa che vedrai.”
Si stava preparando a lanciarla per spezzarle la spina dorsale e successivamente farla a pezzi.
All’improvviso una luce blu e bianca invase completamente la stanza.
Gwen cacciò uno strillo impressionante, e Duncan vide una delle cose più incredibili della sua vita: il corpo della dark cominciò a tremare come se avesse un attacco epilettico, e le sue braccia, le sue mani, le sue gambe, la sua faccia … insomma, tutto venne soffiato via in una nuvola di polvere, come se Gwenny non fosse fatta d’altro.
Anche il corpo di Bridgette, che l’altra ragazza aveva fatto cadere sul pavimento, si stava smembrando di secondo in secondo.
Il punk si parò gli occhi dalla luce troppo forte.
“BAS!” urlò qualcuno.
Quando Duncan riaprì gli occhi, aveva puntato sul collo il dito di una vecchia donna con i capelli grigi ondulati e arruffati che sorrideva in modo poco rassicurante.
“Ciao, Duncan.” Disse.
“E tu, chi … chi sei?” chiese lui disorientato.
Per quella sera aveva visto fin troppo.
La vecchia scrollò le spalle.
“Non ti preoccupare …” bisbigliò in un modo che al ragazzo sembrò fin troppo sensuale.
Gli posò un dito sulle labbra.
“Ehm … non per offendere … ma non si sente un po’ fuori luogo, a provarci con un ragazzo della mia età?!” chiese lui con sarcasmo.
Lei alzò un sopracciglio.
“Dormiunaj dihenticatahj, pungishionx far la creathurame della haame!” esclamò.
“Che cosa?”
“Dormiunaj dihenticatahj, pungishionx far la creathurame della haame!” ripetè leil, e i suoi occhi vennero illuminati da una luce azzurra che pareva provenire dall’interno del suo corpo.
“Se questo è uno scherzo, non lo trovo affatto divertente!” esclamò lui.
“Si aggiusterà tutto.” Disse lei con fare comprensivo.
“Ma vaffan …” lui alzò un dito medio, ma prima che potesse completare la sua frase le sue pupille di rovesciarono all’indietro, lasciando gli occhi bianchi e con un qualcosa di spiritato.
Poi si accasciò di lato e le palpebre scattarono meccanicamente in giù.
La strega si voltò e osservò la stanza con un’espressione di disgusto stampata in volto: i muri rotti, il pavimento fatto a pezzi, l’armadio sbriciolato, polvere fatta dei corpi di quelle due sciocche ovunque …
Schioccò le dita, e l’armadio tornò al suo posto, perfettamente integro, mentre pareti e pavimento tornarono come erano sempre state.
“Veniamo a voi due …” sussurrò.
Battè le mani cinque volte precise, con le dita secche che producevano schiocchi inquietanti, e i grumi di polvere cominciarono a solidificarsi e a radunarsi, fino a formare di nuovo quelle che erano state Gwen e Bridgette.
Loro due sbatterono un paio di volte gli occhi come bambini spaventati al primo giorno di scuola, e poi fissarono lei con un’espressione terrorizzata in volto.
“Prima, sistemiamo alcune faccende.” Disse la strega.
Il labbro di Bridgette tornò come nuovo in pochi secondi.
“Numero due.”
Senza che la vecchia facesse nulla apparentemente, i loro vestiti tornarono ad essere perfetti e ogni traccia di liquido blu scomparve.
“Numero tre.”
Gwen si ritrovò vestita senza avere il tempo di contare fino a cinque.
La donna sorrise.
“Che … che ci fai qui?” chiese Gwen.
“Alt, inizio io con le domande. Come vi è saltato in mente di combattere davanti ad un essere umano? Se non vi avessi viste nella mia sfera, non so cosa sarebbe …”
“Un momento, quale sfera?!”
“OPS!” la vecchia si tappò la bocca con le mani.
“Le sfere sono illegali!” urlò la gotica puntandole un dito addosso.
“In  che senso?!” chiese Bridgette disorientata.
“Quelli come noi hanno dei limiti …” disse la dark.
“Vuoi dire che ce ne sono altri?!”
“Certamente.”
“Ora finitela!” esclamò la strega. “Adesso sistemiamo questa faccenda. Tu, mia cara Gwendalyne, non dirai a nessuno della mia piccola sfera … e io, in cambio … sistemerò questo pasticcio.”
“Stephanie, tu …
“Io cosa?!”
“Tu non farai proprio niente.”
“Che cosa intendi dire?!”
“Tu possiedi qualcosa che mi appartiene … è ora di ridarmela.”
“Ma avevamo fatto un accordo.”
“Sì, ma io … odio gli accordi.” Disse Gwen, e fu addosso alla vecchia.
Le premette una mano sulla giugulare e la tenne ferma a terra.
“Non puoi bere …”
“Non voglio bere io.” Rispose la ragazza.
“E che vuoi fare?”
“Berrà lei. Non è vero, Bridgette?”
“Ma così non morirò?”
“Sì, ovvio.”
“Perché dovrei lasciare che io uccida qualcuno per poi morire avvelenata?”
“Beh, è una tua scelta … o te, o lui.” Disse la gotica.
Aprì la porta del bagno, e Bridgette vide un ragazzo legato per il collo al doccino, gli occhi sbarrati e spenti, le pupille fisse, le braccia penzolanti lungo il corpo, il viso pallido, privo di sangue, la testa un po’ in avanti, separata dall’osso del collo.
Bridgette gemette e si coprì il viso con le mani.
“Tu … non puoi …”
“Aver impiccato qualcuno? Che sciocca che sei, Bee. Sto per costringerti ad avvelenarti … mentre uccidi qualcuno per me. Secondo te mi da problemi impiccare un ragazzo?”
“Ma …”
“La scelta è la seguente:
Opzione A, tu risucchi ben bene la vecchina, che morirà sotto i nostri occhi, dato che le streghe non possono diventare come noi nemmeno dopo un morso. Tu muori avvelenata e io salvo questo tizio mordendolo …”
“Ma è morto!”
“Ci sono tante cose che ancora non sai di noi … ad esempio, il nostro veleno può curare qualsiasi ferita, rottura, dolore … se iniettato poco dopo la morte del “prescelto da succhiare”.”
“Quindi se io bevo il suo sangue … tu lo salverai?”
“Sì.”
“Ma diventerà come noi?”
“Sì.”
“Allora si vendicherà di te.”
“Non credo … quando quella vecchia ha fatto l’incantesimo di memoria a Duncan io ero ancora lucida, anche se divisa in minuscoli granelli di polvere …e ho fatto in modo che l’incantesimo valesse su di lui … vedi, io non sono come te. Non sono stata trasformata da poco tempo. Sono una creatura molto più evoluta di te …”
“Da quanto tempo? Cosa sei?”
“Non ti riguarda. Comunque, opzione B … tu non succhi la vecchia. Io la costringo a fare un incantesimo che ti rimandi a casa, dove ogni giorno verrai tentata dal sangue dei tuoi cari genitori, e alla fine cederai e diventerai la loro assassina … lui morirà e io porterò la vecchia in un posto dove non potrà ricordare nulla di ciò che è accaduto in questa stanza …”
“Quindi la scelta è fra diventare un’assassina colpevole oppure morire?”
“Esatto: o tu, o Geoff.”
Bridgette guardò il ragazzo con il volto spento, appeso nella doccia.
Quanto lo aveva amato, e quanto ancora lo amava …
Non poteva farlo morire.
Ma condannarlo ad un’esistenza da assassino? Da succhiasangue e … da mostro? Non poteva farlo.
Forse sarebbe stato meglio se lui fosse morto da umano …
Ma …
Come avrebbe potuto vivere con sulla coscienza il peso della morte della persona  che aveva amato di più?
Come poteva anche solo sopportare l’idea di uccidere i suoi parenti?
Forse, allora, era meglio sacrificarsi …
Ma Geoff non l’avrebbe ricordata mai.
A cosa sarebbe valso il sacrificio?
Dunque …
“Allora, hai deciso?” incalzò Gwen, premendo più forte la mano sulla gola di Stephanie.
“Io … scelgo … scelgo …”
 
 
 
TO BE CONTINUED ….

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: biberon