Yuki Delleran
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VERITA' O FOLLIA? ESSERE O NON ESSERE?
That I’ve come to believe my soul on the other side.
Oh, the little pieces falling, shatter.
Shards of me,
Too sharp to put back together.
Too small to matter,
But big enough to cut me into so many little pieces.
If I try to touch her,
And I bleed,
I bleed,
And I breathe,
I breathe no more...”
Breathe no more © Evanescence
***
Lo specchio era sempre stato lì, nella stanza arredata con mobili antichi ed eleganti, sopra la
cassettiera. Semplicemente non si era mai soffermato ad osservarlo, anzi non si era mai
nemmeno chiesto perché tra i suoi compagni fosse l’unico ad avere una stanza così. Ora
invece non riusciva a distogliere lo sguardo dalla superficie fredda e l’immagine che gli veniva
rimandata era completamente diversa da quella che si era aspettato: il ragazzo nello specchio
non aveva tatuaggi sul corpo, i suoi capelli biondi erano intrecciati e il soprabito che
indossava era rosso. Quando aveva alzato la mano per sfiorare il vetro, quella del riflesso
che aveva incontrato la sua era meccanica.
Pride era rimasto immobile a fissare quell’immagine, la mente affollata da mille
pensieri.
«È quella la mia vera natura? La mia anima? Io sono un Homunculus, non dovrei avere
un’anima, eppure… Cos’ho dimenticato? Quale parte della mia esistenza precedente
potrebbe distruggere quella attuale? Io chi sono davvero? Cos’ho fatto? Esiste qualcosa
dentro di me, una parte di me, che non deve venire alla luce. Se succedesse… No, ho
paura! Non dovrei nemmeno conoscere il significato di questa parola eppure questo gelo
non può essere altro. Non farlo! Non pensare! Mi ucciderebbe! »
Pride si accasciò sul pavimento respirando affannosamente. Nei suoi ricordi si rincorrevano
immagini confuse, suoni, voci, nomi ripetuti all’infinito. Un grido straziante in una notte di
pioggia, il freddo dell’acciaio, il peso di una tristezza infinita e poi il barlume di una speranza,
il calore di un sentimento e di nuovo il baratro della disperazione.
Mamma…
Alphonse…
Winry…
Roy…
Edward… Fratellone… Ed… Fullmetal…
Vide il panorama di una cittadina, poi una luce rossa che avvolgeva l’orizzonte dissolvendo
ogni cosa. Al centro di quella desolazione, una pietra scarlatta grossa come il suo pugno.
Una pietra che, nel suo immaginario, grondava sangue innocente.
Il prezzo dei suoi errori che veniva pagato da altri.
Lo scambio equivalente non esiste…
EDWARD ELRIC.
Una mano sulla bocca, gli occhi sbarrati.
«Cos’ho fatto…? »
Nel momento esatto in cui avevano messo piede in quell’enorme villa tra i boschi, Winry era
stata bruscamente separata da Pride. Un Homunculus, la stessa ragazza che aveva visto per
strada, l’aveva trascinata nel seminterrato e rinchiusa in una stanza. Pride non aveva mosso
un dito. Le sue urla e i colpi alla porta erano serviti solo a farle venire male alla gola e alle
mani. Aveva notato però che sia la ragazza, Maris, che il suo compagno, che aveva
riconosciuto come l’Homunculus Envy, sembravano turbati dalla sua presenza.
Probabilmente questo non era previsto in una sorta di piano stabilito in precedenza. Infatti,
non appena l’aveva vista, Envy aveva ringhiato di eliminarla seduta stante per evitare guai
futuri. Doveva ringraziare Maris, se così si poteva dire, se questo non era ancora successo.
A quanto pareva non era loro concesso di agire in modo completamente autonomo e
dovevano attendere il ritorno della loro padrona per quel tipo di decisione. Da quel
momento li aveva sentiti discutere animatamente e l’argomento era innegabilmente Pride.
Envy era talmente infuriato che la sua voce giungeva nitida fino a lei.
«Un bacio?! Si può sapere cosa ti passa per il cervello? Proprio a lui! »
La risposta di Maris, che evidentemente si stava esprimendo con un tono più decente, non le
giunse chiara.
«Non me ne frega niente se era un diversivo! Ne ho abbastanza di averlo tra i piedi! »
rispose Envy. «Guarda che casino ha combinato! Si è pure portato dietro la ragazzina! E
quella donna non fa altro che amoreggiarci! Ha completamente perso la testa! Maledetto
nanerottolo, avremmo fatto meglio a lasciarlo crepare in quel magazzino! »
Winry si irrigidì. Quella era la conferma definitiva. Mentre si accasciava accanto alla porta
tremando leggermente, un pensiero fugace e inopportuno le attraversò la mente: cosa
significava “amoreggiarci”? Scosse la testa, non era il momento di soffermarsi su idee del
genere. Doveva rimanere lucida, non poteva dimenticare di trovarsi in un covo di assassini e
di esserci per uno scopo ben preciso.
Improvvisamente una voce acuta squillò rendendosi udibile anche a lei.
«Envy! Falla finita! Cos’è tutto questo chiasso? Vedo che sei tornata, Maris. Dov’è Pride?
Mustang è ancora vivo e voi avete parecchie cose da spiegarmi! »
Era lei, Dante. Ora tutti i nodi sarebbero venuti al pettine.
Winry sentì i tre salire delle scale probabilmente diretti al piano superiore e sperò
ardentemente che non avessero cattive intenzioni verso Pride. Al contrario, dopo qualche
minuto, sentì in lontananza un nuovo scoppio d’ira di Envy.
«NO, SONO IO CHE NE HO ABBASTANZA DI QUESTA BUFFONATA! MI
PRENDI IN GIRO?! MI SONO ROTTO DI STARE AI TUOI COMODI, HO
CHIUSO! »
Sentì una porta sbattere – o era una finestra? – e il rumore di un vetro infranto. Poi, passi
affrettati che scendevano le scale e di nuovo porte sbattute. Seguì un silenzio talmente
prolungato che Winry si chiese se non se ne fossero andati tutti. Per questo quando la
serratura della stanza scattò, sobbalzò per la sorpresa e si rifugiò contro la parete opposta
con il cuore che batteva all’impazzata. La figura che apparve nell’ingresso, avvolta nel
frusciante abito azzurro, la lasciò senza parole.
«La… signora… Trisha…? » balbettò.
No, era decisamente troppo giovane, eppure la somiglianza era impressionante.
«Bhè, non si può certo dire che tu sia bella. » esordì la ragazzina squadrandola. «A quanto
pare però lui nutre un certo interesse per te e questo è sufficiente. »
«Tu… sei Dante? » osò chiedere Winry.
Era davvero lei la colpevole di tutte le loro sofferenze?
«Dov’è Ed? Cosa gli hai fatto? Come hai potuto ridurlo in quello stato? »
«Affamata di risposte, vedo. » commentò Dante con una smorfia impertinente sul viso
infantile. «Seguimi allora e avrai la tua verità. »
Così dicendo uscì dalla stanza e si avviò lungo il corridoio che risaliva fino all’atrio della villa.
Winry la seguì, ancora scossa dai tremiti, fino alla base delle scale che portavano al primo
piano. Lì Dante si voltò e la trafisse con i suoi occhi verdi, così simili a quelli di Trisha e allo
stesso modo così diversamente crudeli.
«Ho fatto solo quello che lui mi ha chiesto. In questo modo entrambi abbiamo ottenuto
quello che volevamo. Ho ridato la salute a suo fratello e in cambio mi sono presa la sua
anima. Ora mi appartiene completamente, nel corpo e nello spirito! »
Sembrava godere dello sconvolgimento di Winry. Donna crudele, come poteva arrivare a
tanto?
«Ed non avrebbe mai voluto diventare un Homunculus! » trovò la forza di protestare la
ragazza.
«No, infatti. Lui si sarebbe lasciato morire, ma io lo volevo per me. È il mio Hoheneheim che
è tornato dall’altro mondo per trascorrere l’eternità insieme a me. »
«È pazza, sta delirando! » pensò Winry terrorizzata. «Rivede in Ed suo padre
morto. Ha fatto tutto questo per legarlo a sé! »
«Però a quanto pare il mio Hohenheim non apprezza più l’aspetto di quella sgualdrina per
cui mi ha tradita. » continuò Dante. «Ora preferisce una come te. Poco male, il tuo corpo è
ancora giovane e sarà un contenitore perfetto. »
Winry si sentì prendere dal panico quando l’afferrò per un braccio con una forza inaudita
per la sua figura esile. Tentò di liberarsi dimenandosi più che poteva, ma quella donna non
aveva la minima intenzione di lasciare la presa.
«Dovremmo andare in laboratorio, ma siccome sei tanto restia, temo che dovrò farlo
qui…»
Così dicendo Dante estrasse da una tasca dell’abito una grossa pietra scarlatta. Winry la
vide luccicare sinistramente alla debole luce che filtrava dalle finestre.
«La vedi? » mormorò soavemente. «Questa è la pietra filosofale, il sogno proibito di ogni
essere umano, e lui l’ha creata per me. Solo ed esclusivamente per me, per permettermi di
trascorrere l’eternità insieme! »
Winry si ritrasse mentre Dante le avvicinava la pietra al volto. Voleva gridare ma il terrore le
bloccava la voce.
«Ed! Ed, aiutami! »
«Stai tranquilla, non sentirai niente. Sparirai semplicemente, o almeno credo. Non sono mai
stata dall’altra parte, io. »
Le parole di Dante vennero interrotte da un clangore metallico e dal rumore di qualcosa che
cadeva a terra infrangendosi.
Quando Winry osò riaprire gli occhi, vide la mano che l’aveva trattenuta sanguinare e il
pavimento attorno ai suoi piedi ricoperto di schegge rosse. Poco lontano un pugnale era
infisso nel suolo.
Lo sguardo della ragazzina era rivolto verso la cima delle scale e quando Winry lo seguì,
incrociò due occhi dorati fiammeggianti d’ira e incredibilmente vivi.
CONTINUA...
NOTICINA DI YUKI:
Ok, evidentemente il masochismo è insito nel mio essere. Non ce la faccio. Non ce la posso
fare. Sono reduce dalla terza visione del film di FMA, questa volta su Mtv, e speravo che
tra le pubblicità e tutto il resto questa volta sarebbe stato diverso. Cioè, l'avrei visto
interrotto almeno quattro volte, con i miei che mi giravano attorno e mi parlavano, avrei
perso tutta la suspance e buonanotte. Sì, buonanotte veramente! Nel senso che se ne sono
andati tutti a dormire e me lo sono vista da sola nel silenzio più totale godendomelo dalla
prima all'ultima virgola. Morale? Ho pianto per la terza volta. Sapevo che sarebbe finita così,
me lo sentivo, ma ho voluto vederlo lo stesso. Se non è masochismo questo... Spero che
questa nota mi distragga un po' visto che il risultato dell'ultimo sonno post-film è stato "Una
storia che vale"!
Parlando del capitolo, stavolta succedono davvero un sacco di cose. Prima tra tutte la presa
di coscienza di Ed/Pride, seguita a ruota dalla scenata di gelosia di Envy (ebbene sì, lui e
Maris stanno insieme) e dall'abbandono di entrambi della causa di Dante. Non ho
volutamente descritto la scena perchè fa parte di quella storia incentrata su Maris che sta
scrivendo la mia amica Miki. Se mai la finirà, sarà proprio dal pov di Maris. Io, per non
dover scendere nei particolari, ho pensato che quello di Winry, estranea alla scena, fosse il
migliore. E...(rullo di tamburi) last but not least, ecco entrare in scena anche la tanto
agognata pietra filosofale! Che ne dite? Abbastanza colpi di scena per un solo
capitolo?
crilli: A proposito di colpi di scena... Sei ancora viva? Temo finirà che tuo marito se
la prenderà con me e mi tenderà un agguato esigendo giustizia... me tapina!
MisaMisa: Grazie! Quello che posso dirti per il momento è che Dante è partita per
la tangente. Qualcuno la fermerà?
by ila: Grazie per esserti messa in pari e aver recensito due capitoli in uno! Sono
davvero contena di riuscire a coinvolgere chi legge! Ho tentato di immedesimarmi il più
possibile in Winry per scrivere quella parte e se dici che ti sei commossa, significa che ho
ottenuto l'effetto che volevo! In realtà Roy non è affatto freddo, vedere Pride (che è una
creatura senza anima) e riconoscere in lui una persona "viva" come Ed l'ha sconvolto
parecchio ma, come dice Al, se anche lui si facesse prendere dal panico sarebbe la fine,
quindi si sforza di agire con razionalità per tutti.
meby138: Sì, sì, tieni il bazooka a portata di mano, può sempre servire... Winry si
è infilata dritta dritta nella tana del nemico cacciandosi in un guaio più grosso di lei. Un
applauso, prego! ^_^ Sai, quando descrivo le scene me le figuro disegnate e animate. Nella
mia testa i personaggi si muovono e l'intera storia si svolge come se stessi guardando una
seconda serie animata. Forse è per questo che certe descrizioni o le reazioni di alcuni
personaggi mi vengono così spontanee. Perchè lo ho lì, davanti agli occhi.
Siyah: Innanzi tutto ti ringrazio per aver recuperato la mia storia e per aver tentuto
fede alla regola "non giudicare mai al primo sguardo/lettura"! Quando ho iniziato a
pubblicarla ero un po' preoccupata proprio perchè c'erano in giro un sacco di fic su
un'ipotetica morte di Ed e anche diverse con Pride. Temevo di risultare noiosa e ripetitiva.
Invece ho ricevuto un sacco di bellissime recensioni che mi hanno rassicurata! ^///^ Mi sono
impegnata per mantenete i personaggi più IC possibile (e mi fa piacere che si noti) e, proprio
come dici, ho puntato parecchio sulle reazioni emotive. Infatti la parte centrale della storia è
praticamente priva di azione. Quanto al finale, posso dirti essendo reduce dal magone
post-film, che io una cosa del genere la odio, quindi... ^_^
saku_chan the crazy dreamers: Sì, in quella scena una parte di Pride stava
effettivamente urlando: "Io sono Edward Elric!" ma l'altra si stava chiedendo che cosa stesse
succedendo, chi fosse Edward e perchè quella ragazza che non conosceva gli faceva dire
cose che non sapeva da dove venissero. Roba da crisi di identità, poverino... Adesso
finalmente si è schiarito le idee e si capisce perchè Maris sostenesse che la sua condizione
precedente non fosse poi così male... Dante è meglio che si prepari... >_<
noemi_878993: Benvenutaaaaa!!! Grazie per i complimenti! Ho sempre pensato
che in realtà Winry fosse un personaggio sì forte, ma anche molto sensibile. La serie animata
non le ha reso giustizia, ogni volta che Ed si allontana lei soffre ma questo passa sempre in
secondo piano. Volevo che avesse un ruolo un po' più importante visto che in realtà la
"casa" di Ed è lei.
Chibisimo: Mi sto seriamente preoccupando! Sei viva? Stai bene? Non voglio
averti sulla coscianza! Lascia perdere Al, distrai la mente, immagina... non so... di prendere
a pugni Dante, ecco! Va meglio? ^_^ Ah, le intenzioni di Al... e di Roy...
Ancora grazie a tutti per le bellissime recensioni!
Di seguito la traduzione della canzone:
Ho guardato nello specchio così a lungo
che ho finito col credere all’esistenza della mia anima dall’altra parte.
Oh, i piccoli pezzi cadendo si distruggono.
Frammenti di me,
troppo taglienti per rimetterli a posto
troppo piccoli per contare qualcosa
ma abbastanza grandi da tagliarmi in tanti pezzettini.
Se cerco di toccarla
sanguino
e sanguino,
e non respiro
non respiro più.
YUKI-CHAN
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«No. »
«Stammi lontana! »
«NO! »)