Era un bellissimo giorno quando la nostra felice amica Fabiola, una insegnante di Fisica di circa 62 anni, si recò a casa di un affascinante uomo ombroso: Harry Styles.
Questo fanciullo era un alunno dell’ultimo anno, sempre spregiudicato e dalla chioma riccioluta ribelle. Aveva chiesto alla nostra amorevole Faby di andare a casa sua per discutere del prossimo semestre.
Già da lontano lo vide.
I suoi riccioli cadevano soavi sulle sue spalle mascoline.
La bavetta scendeva lenta dalla bocca della nostra amica. Il cuore iniziò a palpitare, le mani a sudare e la vagy a pulsare. Harry si toccò leggermente le spalle, in preda ad un disagio interiore, una forza che spingeva dal basso della prostata verso la grandezza disumana del suo glande.
La nostra “”ggggiovane”” fanciulla iniziò a correre verso il suo cavaliere ombroso, in preda alla felice voglia di cavallo.
Le braccia di Harry incontrarono le sue, raggruppando i due corpi in un caldo abbraccio. Le labbra carnose di Harry scesero lente sul collo della fanciulla. Il suo fiato si fece pesante, mostrò i suoi denti deliziosamente marroni e ci fu subito un tripudio di lingue avvinghiate, in cerca della passione e del vero amore.
“Oh Harry, ti ho sempre amato. Soprattutto il tuo vettore lungo e di 90°.”
“Oh amore mio, dolce come un cioccolato e cariata come un vermicello del sud Panama, i tuoi denti mi ispirano i più selvaggi pensieri e moti dell’animo a tal punto che vorrei abbracciare il tuo molle seno ed inclinarlo in due dimensioni e calcolare il suo delta V di spruzzata.”
“Oh mio innamorato, così mi fai sciogliere come un ghiacciolo nelle mani di quel omone di Liam, le tue braccia sono possenti come il salame di Zayn e la tua voce è soave come quella di Niall. Baciami, voglio sentire le tue labbra sui miei torroncini.”

I due innamorati entrarono in casa correndo. Mai la nostra Fabiola avrebbe creduto possibile che una cosa simile accadesse proprio a lei, ormai troppo vecchia per tirare avanti con la cataratta e troppo intelligente per non pensare alla inclinazione dell’organo torroncinoso del suo vecchio marito.
Harry la abbracciò da dietro, sfiorò il suo bel culetto sodo e con mano esperta circondò le sue intimità.
“Oh Harry, ho sempre voluto che la densità del mio ano aumentasse. Attento a non creare attrito, mi raccomando, e ricordati di calcolare il delta di entrata… Non vorrei che ti facessi male.”
Il ragazzo si unì con la sua bella nell'atto, un po’ come la fornicazione di due zebre selvagge libere di brucare nelle prateria.
“Oh Faby, il tuo fiato profuma di torrone forse scaduto e il tuo sederino è così ben scolpito. Sembra una statua di Skopas. Vedo i moti dell’animo e le tue sofferenze in queste piaghe e smagliature.”
L’atto continuò a lungo, tanto che il delta t stava raggiungendo l’infinito mentre il delta v cresceva sempre di più.
Fabiola, in preda ai gemiti si mise ad urlare il nome del ragazzo “HARRY, OH HARRY, OH HARRY CAPELLI DI CIOCCOLATO, OH HARRY OCCHI DA CERBIATTO CHE ME SO’ MAGNATA IERI SERA, OH HARRY DOLCE VISO DI UNO SBARBINO CHE ME STA’ A SFONDA’, OH HARRY PER COLPA TUA DEVO RIMANERE DUE SETTIMANE IN OSPEDALE…”
Dopo queste soavi parole poetiche, l’amplesso di harry con la sua concubina terminò. La guardò negli occhi e le disse:” Grazie per questo bel ripassone di Fisica.”
Ma proprio quando la nostra fanciulla stava per baciarlo ed andare via, felice del suo ano spappolato, ecco che lui entrò.
La voce le si soffocò in gola e riuscii a dire solo: “Oh santo torroncino, che necessità assurda.”