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Autore: Symphoniies    12/09/2013    2 recensioni
Mystic Fall, 1864. Katherine, in fuga da Klaus, trova riparo a Mystic Falls, a casa Salvatore dove si infatua dei due fratelli Damon e Stefan. Nessuno sa che è una vampira, tranne i due fratelli, la sua amica strega Emily, Pearl e sua figlia Anna. Un giorno, a casa Salvatore, arriverà una giovane ragazza, Vasilisa Smirnenska, vampira trasformata dal fratello di Klaus, Elijah, per salvarle la vita. Inizialmente le due giovani non si riconoscono, ma successivamente scopriranno la verità. Vasilisa, però, nasconde un passato composto da periodi felici e di periodi bui e tristi e nel vivere a casa Salvatore riuscirà ad aprire il suo cuore, a vivere l'adolescenza che non si è mai potuta permettere, e forse anche ad innamorarsi. In una storia fatta di balli, tradimenti, passione, sangue, uccisioni, riuscirà l'amore a sopravvivrete? O finirà tutto in un bagno di sangue?
Frase tratta da uno degli ultimi capitoli della storia:
- L'inferno è vuoto e tutti i diavoli sono qui.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Elijah, Katherine Pierce, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Katherine, Katherine/Stefan
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CI DIVERTIREMO MOLTO INSIEME
-Capitolo quattro-











Katherine rimase a fissarla con gli occhi sbarrati e la bocca semi chiusa, in un espressione alquanto stupita.
“C-come mi hai chiamata?” chiese l’aristocratica, guardandosi intorno allarmata.
“Mi scusi” disse Vasilisa, “Ho usato il suo nome in bulgaro. Spero di non averla offesa”
Più la guardava e più aveva l’impressione di averla già vista.
Di aver già visto quegli occhi così scuri e di aver già sentito la sua voce.
Come in un vecchio sogno, dove le immagini erano tutte sfuocate.
“State bene, Katherine?” chiese Stefan in quel momento, vedendo la strana espressione sul suo viso.
“Sì, certo” rispose, riprendendosi e serrando le labbra, “Credo che mi ritirerò per la mattinata, con il vostro permesso”
Così dicendo, dopo aver fatto un inchino, Katherine si incamminò sul sentiero di pietra, prendendo una strada opposta a quella della villa.
“Non vi preoccupate” disse il signor Salvatore, rivolgendosi a Lissa e a Meredith, “E’ una ragazza con una salute molto cagionevole, purtroppo”
 
“Sicura che non vuoi che resti con te ancora un po?” le chiese Meredith.
“Sicurissima!” rispose la giovane, “Ormai è l’una passata. E’ il momento che tu torni a casa. Dovevi fermati solo qualche minuto e invece sei stata qui per tutta la mattinata. Non preoccuparti, andrà tutto bene”
“Oh, bambina mia!” esclamò la donna, abbracciandola e scoppiando in lacrime.
“Mamma” sussurrò il vampiro, ricambiando l’abbraccio.
“Ti prego, fai attenzione” le raccomandò, a bassa voce.
“Come sempre” disse Lissa, staccandosi.
“Sembra solo ieri quando hai varcato la porta di casa e sei entrata far parte della nostra famiglia” disse sua madre, asciugandosi gli occhi inumiditi dalle lacrime con il dorso della mano.
“Ci vediamo questa domenica” disse la giovane, semplicemente.
Meredith annuì, forzò un sorriso, fece un inchino in direzione del signor Salvatore, che si trovava davanti alla porta d’ingresso e poi si incamminò verso Geremia, che paziente la stava aspettando per aiutarla a salire sul carro.
Vasilisa guardò per l’ultima volta la madre per poi voltarsi verso villa Veritas.
Giuseppe era rientrato in casa, ma al suo posto vi era la donna che qualche ora prima le aveva accolte.
“Vasilisa?” chiese lei.
“Sì, sono io” rispose, avvicinandosi.
“Mi chiamo Cordelia e sono la capo cameriera”
Lissa annuì.
Cordelia era una donna anziana dai capelli biondo cenere, gli occhi color smeraldo, dalla carnagione chiara, bassa e dalla corporatura abbastanza robusta.
Lo chimion, portato basso e l’abito dai colori scuri, le davo un’area seria e austera.
“Se vuoi seguirmi, ti mostrerò la tua stanza” disse, incamminandosi verso un sentiero che portava a un enorme casa non molto distante dalla villa principale.
La ragazza prese la sua valigia e poi seguì la donna.
“Noi domestici abbiamo dei nostri alloggi. Non ti aspettare un gran che. Noi donne facciamo il bagno in stalla, domani ti farò sapere i turni. Inoltre, colazione, pranzo e cena li farai con me in cucina” spiegò Cordelia.
Le due entrarono nell’enorme edificio.
Percorsero un lungo corridoio, affiancato a sinistra da numerose porte e a destra da delle finestre.
L’anziana poi iniziò a salire delle scale di legno.
Arrivate al secondo piano dell’edificio, Cordelia si avviò verso una grande porta di legno un po scolorita.
La capo cameriera frugò nell’enorme tasca del grembiule mezzo rattoppato che indossava e ne tirò fuori una chiave con cui aprì la porta, “Questa è la tua stanza” disse, facendosi da parte per permettere a Lissa di passare.
La giovane fece qualche passo avanti, fino a ritrovarsi al centro della stanza.
Non era molto grande, ma almeno non era messa male e sembrava accogliente.
Le pareti ero bianche e in alcuni punti il colore si stava staccando o, addirittura, era già staccato, mostrando il colore bordeaux con cui i muri erano stati dipinti una volta, mentre il pavimento era stato realizzato con del legno molto scuro.
In un angolo, addossato al muro, vi era un letto.
Non troppo distante vi era un tavolino con sopra una lampada.
Nel lato opposto, ovvero a sinistra, vi era una armadio e, accanto ad esso, uno sgabello alto con sopra una ciotola bianca e una brocca di ceramica.
Nella parete da vanti a lei, invece, vi era una finestra, con appeso accanto uno specchio con il vetro rotto e arrugginito.
“Non è il massimo, ma d’inverno si sta bene” disse l’anziana, come se si dovesse scusare per la situazione della stanza.
“Sono certa che andrà benissimo” disse, poggiando la valigia.
Cordelia annuì, “Quello è il tuo vestito” disse, indicando con un cenno della testa l’abito steso sul letto, “Tutte le cameriere lo indossano. Il signor Salvatore è un uomo che tiene all’ordine e alla pulizia, perciò, oltre a legarti i capelli, dovrai tenere anche la tua divisa ben pulita”
“Certo” disse Vasilisa, annuendo e prendendo nota di tutto mentalmente.
“Questa è la tua chiave” disse, porgendole il piccolo oggetto di ferro alla ragazza.
Lissa prese la chiave e poi se la mise in tasca.
“Sistemerai le tue cose più tardi, ora vieni con me”
E così dicendo, Cordelia uscì dalla stanza, seguita dalla giovane che si chiuse la porta alle spalle.
“Buon pomeriggio, Cordelia” disse una ragazza, avvicinandosi alla capo cameriera, una volta che lei e Vasilisa furono uscite dall’alloggio dei domestici.
“Anche a te, Wendy”
La ragazza sorrise e poi spostò la sua attenzione sul vampiro.
“Tu devi essere la nuova cameriera, giusto?”
Vasilisa annuì.
“Piacere, io sono Wendy” disse, porgendole la mano.
“Piacere, Lissa” disse, stringendo la mano di Wendy.
Wendy aveva i capelli color rame raccolti in una treccia, attorcigliata poi sulla testa. I suoi occhi erano verde acqua, la sua pelle candida e aveva il naso ricoperto di lentiggini.
Era molto magra e un po più bassa di lei.
“Quanti anni hai?”
“Quasi diciotto”
“Oh, finalmente qualcuno della mia età! Sono due anni che lavoro in mezzo ai vecchi” disse la ragazza, “Senza offesa, Cordelia” aggiunse poi, rivolta all’anziana.
“Tranquilla” disse la donna, forzando un sorriso, “Però, visto che ti annoi così tanto, perché non porti tu la signorina a fare un giro? Ho faccende più importanti da fare”
“Agli ordini capo!” rispose Wendy, imitando il saluto dei soldati.
Cordelia roteò gli occhi e poi se ne andò.
“Non farci caso, sembra scorbutica all’inizio, ma una volta conosciuta potrai scoprire che in realtà è un pezzo di pane. Comunque” disse la ragazza, prendendo il vampiro a braccetto, “Come sei finita qui?”
“La mia famiglia ha bisogno di soldi. Tu, invece?”
Wendy alzò semplicemente le spalle, “I miei non mi hanno dato altra scelta. Una giorno mi hanno detto: ‘O ti sposi o te ne vai’ e visto che io sono allergica al matrimonio, me ne sono andata. Dopo aver lavorato nella taverna, qui a Mystic Falls, ho incontrato il signorino Damon, che mi ha offerto questo lavoro”
“Intendi dire l’arrogante dagli occhi azzurri?” chiese Vasilisa, storcendo un po la bocca, ricordandosi quello che le aveva detto quella mattina.
“Oh, l ’hai già conosciuto?”
“Più o meno”
“Quello è il genere di ragazzo da cui i tuoi genitori ti mettono in guardia” disse Wendy, sospirando, “Dai retta a me, non cascarci”
“Stai pur certa che non succederà!” disse la ragazza, sicura.
“Sì, dicono tutte così all’inizio. Va bè, chiudiamo questo discorso. Siamo arrivate a Villa Veritas. Da quella parte ci sono le dependance degli ospiti, dove alloggia la signorina Katherine”
“Il signor Salvatore mi ha detto che ha problemi di salute”
“Sì...e non solo quelli”
“In che senso?”
“Oh, è vero che sei nuova! Praticamente, la Dolce Katherine, come la chiama il padrone, ha una relazione segreta con entrambi i fratellini”
“Davvero?” chiese stupita, Lissa.
“Sì, e pare proprio che non sappia decidere. La capisco!”
“E Damon e Stefan lo sanno? Che lei fa il doppio gioco, intendo”
“Mh, non credo. Anche se secondo me hanno qualche sospetto. Per quel che mi ha detto Cordelia, che li ha accuditi fin da quando erano in fasce, i due fratelli sono sempre andati molto d’accordo, ma da quando è arrivata quella donna i rapporti tra loro sono diventati un po tesi”
“Dovrebbero sapere la verità” disse la giovane, aumentando il passo e dirigendosi verso la villa.
“Ehy” disse l’amica, bloccandola per il braccio, “Che intendi fare?”
“Andare a dire tutto quello che mi hai appena raccontato”
“Prima regola: mai, e dico MAI, immischiarsi in affari che riguardano i padroni”
“Ma..”
“Nessun ‘ma’, Lissa. In questa casa siamo considerati dei fantasmi, silenziosi e non esistenti, è così ci dobbiamo comportare. Se vuoi rimanere viva e non perdere il lavoro ancor prima di cominciare, non fare nulla”
Il vampiro annuì rassegnato.
Forse Wendy aveva ragione.
Non doveva cacciarsi nei guai solo perché il suo spirito da ragazza della libertà si faceva sentire.
Sorrise.
Elijah la chiamava Фрее девојка*.
“Lissa vieni, voglio presentarti una persona” disse Wendy, distogliendo Vasilisa dai propri tristi, pensieri.
La ragazza le sorrise e poi la seguì, verso le stalle.
“Buon pomeriggio, Robert!” urlò Wendy, alzando il volto e coprendoselo con una mano per ripararsi dal sole.
Dal tetto del fienile comparve un uomo.
Era lontano, ed era difficile da vedere…per un occhio umano.
Lissa socchiuse un po gli occhi e poi si mise a fissare l’uomo.
Doveva avere più o meno l’età del signor Salvatore.
Aveva la pelle abbronzata, i capelli castani corti e la barba ispida che stava assumendo dei toni simili al grigio e al bianco.
“Anche a te, signorina!” urlò, togliendosi il capello come forma di saluto per poi rimetterselo.
“Robert è il fattore della famiglia Salvatore, non che grande consigliere del signor Giuseppe” spiegò. “Sembra simpatico”
“Bè, lo è molto di più quando si ubriaca, credimi” disse Wendy, ridacchiando.
“La sapete l’ultima?” chiese Robert, sedendosi sul tetto.
“A dire il vero, non ho ancora letto il giornale” ammise la cameriera, “Cosa combina il generale Gloom?”
“Quello che so non c’entra nulla con la guerra, piccola Wendy. Attacchi di bestie selvatiche. Di nuovo. Là dai Wesley hanno perso tre pecore. Tutte morti. Tutte con il collo squarciato”
“Sarà di certo stato qualche animale” disse, alzando lievemente le spalle.
“Bene, allora spero che uno di questi animali non vi trovi mentre passeggiate insieme a Angelo, come ormai fate ogni sera verso il tramonto”
Wendy arrossì e il fattore soddisfatto si alzò, riprendono il proprio lavoro.
“Stupito ubriacone” sussurrò la cameriera.
“Cosa intendeva dire?” chiese il vampiro, ricordandosi quello che Madame Boucher le aveva detto quella mattina e alla sua espressione di terrore.
 
“Oh, povera cara! Ve ne prego, finchè potete non dirigetevi in quel luogo! E’ una cittadina piena di demoni!”
“Demoni? Quali demoni?”
“Da qualche tempo ormai, più o meno da quando è scoppiata la guerra, nella cittadina di Mystic Falls si sono verificate diverse morti, tutte causate da animali. Persino la futura sposa del signor Stefan Salvatore, figlio di Giuseppe Salvatore, è stata aggredita da un coyote”
“Animali? Demoni? La prego, mi spieghi bene”
“Tutti credono che siano stati attacchi animali, ma la gente lo sa”
“Sa cosa?”
“Che i demoni sono tra loro. Che nessuno è più al sicuro ormai, perché loro…loro portano morte e non risparmiano neanche i bambini”
 
“Ma niente, non starlo a sentire. A Robert piace raccontare strane storie” rispose Wendy, “Su, vieni, ti porto in cucina!”
E così dicendo, la ragazza prese Vasilisa e la trascinò sul retro di villa Veritas.
“Siamo tornate!” esclamò la cameriera, entrando in cucina.
Cordelia, che era intenta a lavorare a maglia raccolta in un angolo vicino al camino, alzò lo sguardo verso di loro, “Molto bene. Lei hai mostrato tutto?”
“Le cose principali, con il tempo le insegnerò il resto”
L’anziana annuì e poi si alzò, “Wendy, c’è un cambio di programma. Da ora in poi, tu servirai il signorino Stefan”
“Cosa?! E chi si occuperà di Damon?”
“Lei” rispose, indicando Lissa con un cenno della testa.
“IO?!” chiese stupita la giovane.
“Ma è nuova! Il signorino Damon le farà patire le pene dell’inferno!” esclamò Wendy.
“Conosco il signorino da quando era in fasce e so che a volte può essere difficile, ma credo che Lissa potrà cavarsela egregiamente”
La cameriera stava per replicare, ma Cordelia la bloccò con un gesto della mano, “E anche il signor Giuseppe lo crede”
“Aspettate un attimo. Mi state dicendo che io dovrò servire quell’arrogante?”
“Sono certo che ci divertiremo molto insieme” disse una voce dietro di lei, “Cameriera” aggiunse poi.
'Oh, no.'
Vasilisa chiuse gli occhi, ma di certo essere un vampiro in quel momento non le sarebbe servito a nulla.
Persino una persona comune avrebbe capito a chi appartenesse quella voce anche solo dopo averla sentita una volta.
Quella voce roca, ma fluida allo stesso tempo.
Damon Salvatore.
Quel nome sarebbe stato per lei una grande sfida.
 
 
 
 
*Ragazza della libertà in bulgaro.



 
   
 
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