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Autore: EmmaStarr    12/09/2013    8 recensioni
C'era una volta un bellissimo paese noto come paese del Rosso. Aveva questo nome perché tutto al suo interno era colorato di rosso, ogni sfumatura esistente: i suoi abitanti non conoscevano nessun altro colore, ed erano felici di vivere in mezzo alle mille gradazioni del rosso che tanto amavano.
In quel paese abitava un ragazzo con un grande cappello di paglia e uno strano sogno: voleva raggiungere il posto in cui tutti i colori si univano.
La gente gli diceva: – Ma che sciocchezza! Il colore migliore di tutti è il rosso, che te ne fai degli altri colori? – Ma a lui non importava.
Così una mattina fece i bagagli e partì, salutando tutti gli abitanti. – Vedrete che troverò il posto in cui tutti i colori si uniscono! Viaggerò attraverso milioni di paesi e conoscerò tanta gente, e alla fine li riunirò tutti nel posto in cui tutti i colori si uniscono. – assicurò, e partì.

* * *
Provate a immaginare: Rosso, Verde, Arancione, Giallo, Marrone, Rosa, Viola, Azzurro, Nero.
Nove persone provenienti da questi paesi partiranno per un viaggio alla ricerca del "luogo in cui tutti i colori si uniscono". E chissà cosa succederà lungo il cammino...
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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IL COLORE DI UN SORRISO

 

C'era una volta un bellissimo paese noto come paese del Rosso. Aveva questo nome perché tutto al suo interno era colorato di rosso, ogni sfumatura esistente: i suoi abitanti non conoscevano nessun altro colore, ed erano felici di vivere in mezzo alle mille gradazioni del rosso che tanto amavano.

In quel paese abitava un ragazzo con un grande cappello di paglia e uno strano sogno: voleva raggiungere il posto in cui tutti i colori si univano.

La gente gli diceva: – Ma che sciocchezza! Il colore migliore di tutti è il rosso, che te ne fai degli altri colori? – Ma a lui non importava.

Così una mattina fece i bagagli e partì, salutando tutti gli abitanti. – Vedrete che troverò il posto in cui tutti i colori si uniscono! Viaggerò attraverso milioni di paesi e conoscerò tanta gente, e alla fine li riunirò tutti nel posto in cui tutti i colori si uniscono. – assicurò, e partì.

Ben presto il ragazzo del Rosso raggiunse i confini del suo paese, e proseguì finché non iniziò a notare delle differenze incredibili: il colore predominante che vedeva intorno a sé non era più il rosso a cui era abituato, no. Ora si trovava completamente immerso nelle mille gradazioni di un colore chiamato verde.

Con gli occhi spalancati dalla meraviglia, il ragazzo del Rosso osservò la superba bellezza di quel colore così nuovo e risplendente.

Proseguendo, raggiunse una piccola città in cui si vedeva una grande cinta muraria. Incuriosito, la scavalcò e si ritrovò faccia a faccia con un ragazzo del Verde, legato ad un palo e con l'aria di star soffrendo molto.

– Ciao! Io vengo dal paese del Rosso e sto andando verso il luogo in cui tutti i colori si uniscono! Ti va di venire con me? – chiese il ragazzo del Rosso, sorridendo.

Il ragazzo del Verde lo squadrò con sospetto, e gli raccontò di essere stato imprigionato per aver commesso crimini contro il governo del suo paese: spiegò di aver ucciso un mostro verde del governo che stava assalendo una ragazzina, e per questo era stato condannato.

Il ragazzo del Rosso ritenne che quello non fosse un motivo sufficiente per imprigionare qualcuno, e gli propose un accordo: lo avrebbe liberato se il ragazzo del Verde si fosse unito a lui.

Quello accettò di buon grado, e il ragazzo del Rosso ottenne un nuovo compagno.

I due proseguirono allegramente attraverso il paese del Verde, e il ragazzo del Rosso era estasiato alla vista di quel colore a lui sconosciuto. Anche il ragazzo del Verde era incuriosito dal bizzarro aspetto del suo nuovo amico e da quel colore che non aveva mai visto, e il ragazzo del Rosso fu felice di descrivergli nei dettagli le bellezze del suo paese d'origine. Erano entrambi davvero felici, poiché sapevano di aver appena trovato un tesoro molto prezioso.

Non passò molto tempo prima che i due raggiungessero la fine del paese del Verde, e si addentrarono in una nuova regione.

– Questo colore è simile a quello del posto da cui vengo. – osservò il ragazzo del Rosso mentre si addentravano nel paese patria del colore chiamato Arancione.

Il ragazzo del Verde non aveva mai visto un colore così acceso e caldo, e anche il ragazzo del Rosso era estasiato alla vista di quella gradazione così calda e avvolgente.

I due si addentrarono attraverso quel meraviglioso paese, finché non incontrarono una strana ragazzina dai corti capelli arancioni. Lei disse di volersi unire a loro, ma segretamente progettava di tradirli. Li condusse infatti alla casa dell'uomo più ricco del paese, uno spietato mostro mezzo uomo e mezzo pesce, affinché venissero derubati e uccisi.

Il ragazzo del Rosso e il ragazzo del Verde si opposero con grande determinazione alla superiorità di quel mostro, e quando scoprirono che lui teneva la ragazza dell'Arancione sotto uno spregevole ricatto, scandalizzati, lo sconfissero. Come pegno della sua gratitudine, la ragazza decise di accompagnarli nella loro ricerca verso il luogo dove i colori si uniscono.

Insieme, i tre proseguirono attraverso le meraviglie del mondo arancione finché il calore e l'allegria di quel paese lasciarono spazio ad un paesaggio più fermo, regolare, confortevole: erano entrati nel paese del Marrone.

All'ingresso di quel paese i tre incontrarono un ragazzo dall'aria simpatica, un po' bugiardo ma tanto divertente, e il ragazzo del Rosso decise che non si sarebbe lasciato sfuggire quell'occasione: – Vieni con noi! – propose, eccitato. – Unisciti a noi nella nostra ricerca verso il luogo in cui tutti i colori si uniscono!

Ma il ragazzo del Marrone non poteva lasciare il paese in cui abitava: la ragazza che lui amava abitava lì ed era molto ammalata.

I tre amici però decisero di aspettare un po' prima di ripartire, e così assistettero all'arrivo di un uomo malvagio e senza scrupoli deciso ad uccidere la giovane che il ragazzo del Marrone amava.

Questi chiese l'aiuto dei tre ragazzi, e grazie a loro il nemico fu sconfitto e la giovane fu salva. Il ragazzo del Marrone, colmo di gratitudine, decise che li avrebbe seguiti nella loro ricerca verso il luogo in cui tutti i colori si uniscono: la gioia del ragazzo del Rosso fu grande, perché la sua compagnia continuava a crescere.

Anche il paese del Marrone, con la forza che emanava e la tranquillità che donava, lasciò il posto ad un altra regione, e tutti rimasero senza fiato: il nuovo colore era chiarissimo, brillante, allegro; sprizzava energia, voglia di ridere. Erano entrati nel paese del Giallo.

Il ragazzo del Rosso e il ragazzo del Marrone erano fuori di sé dalla felicità, e anche gli altri due non potevano evitare di essere contagiati dalla voglia di vivere che quel colore emanava.

– E se andassimo da qualche parte a mangiare qualcosa? – propose il ragazzo del Rosso, speranzoso.

Tutti la trovarono una buona idea, e così si diressero verso il ristorante più vicino.

Lavorava là un bravissimo cuoco dai capelli gialli come il sole e con una sigaretta perennemente accesa tra le labbra. I suoi manicaretti erano così stupendamente gustosi che il ragazzo del Rosso si ritrovò già dopo il primo boccone a chiedergli: – Vuoi venire con noi a cercare il luogo in cui tutti i colori si uniscono?

Ma il ragazzo del Giallo scosse la testa, dicendo di non poter abbandonare il ristorante perché a capo di tutto c'era un vecchio molto importante per lui, e non lo poteva abbandonare. – Però devo ammettere che sarà un vero dispiacere perdere per sempre la possibilità di vedere una bella ragazza come te! – ammiccò rivolto alla ragazza dell'Arancione.

Ma proprio quel giorno una banda di malviventi attaccò il ristorante per appropriarsi delle loro provviste, e nonostante il ragazzo del Giallo lottasse con tutte le sue forze per difenderlo non era sufficiente.

Allora il ragazzo del Rosso lo affiancò nella battaglia e riuscì a sconfiggere il capo dei banditi, che fuggì a gambe levate. Il ragazzo del Giallo, colpito e tutto sommato molto incuriosito dallo strano gruppetto, decise di unirsi a loro nella ricerca.

I cinque ragazzi erano felici di essere insieme, consapevoli di aver trovato degli amici veri, leali, che li capivano e li accettavano così com'erano. Ma era il ragazzo del Rosso, con i suoi sorrisi e le sue stupidaggini, a mantenere unito il gruppo e a dare a tutti la forza di proseguire.

Qualche tempo dopo i ragazzi deviarono il loro cammino per raggiungere il paese dell'Ocra, Regno della Sabbia: avevano infatti giurato di accompagnare laggiù la principessa del paese, ricercata da una perfida organizzazione criminale. Durante il viaggio, purtroppo, la ragazza dell'Arancione cadde malata, e fu necessario trovare urgentemente un medico per salvarla.

Raggiunsero quindi il paese del Rosa, delicato e freddo come un cristallo di quarzo.

I ragazzi chiesero che la loro amica venisse urgentemente ricoverata, ma l'unico dottore si trovava in cima ad un'alta montagna. Il ragazzo del Rosso e il ragazzo del Giallo partirono trasportando la giovane malata sulle spalle, ma quando erano quasi arrivati ci fu una terribile valanga: il ragazzo del Giallo si sacrificò perché la ragazza dell'Arancione non venisse ferita, e il ragazzo del Rosso trasportò entrambi i suoi compagni fino all'abitazione del dottore.

Lì conobbero un buffo ragazzino dall'aspetto simile ad una renna, che indossava un grande cappello rosa. Si trattava di un abile dottore e in breve tempo guarì tutte le ferite che avevano riportato.

Il ragazzo del Rosso propose al ragazzino del Rosa di venire con loro, ma la timidezza di quest'ultimo gli impose di rifiutare.

Quando però il ragazzo del Rosso difese con onore l'ultimo dono che il suo defunto maestro gli aveva lasciato dalle razzie di un malvagio sovrano, il ragazzino del Rosa decise di venire con loro.

Quella notte, il freddo e splendido paese del Rosa fu illuminato da una meravigliosa nevicata rosa che riempì il cielo e i cuori dei ragazzi, e ripresero il viaggio con rinnovato entusiasmo.

I sei con la principessa raggiunsero il paese dell'Ocra e la aiutarono a salire al trono, dopodiché raggiunsero un misterioso paese dal colore ipnotizzante: erano nel paese del Viola.

Lì conobbero una donna del posto, anch'essa misteriosa e affascinante, che chiese di potersi unire a loro. Sebbene non sapessero quasi niente di lei, i ragazzi l'accettarono subito e viaggiarono insieme a lei, condividendo ogni cosa.

Ma ben presto raggiunsero il vivace paese dell'Azzurro, dove i ragazzi scoprirono che la donna del Viola nascondeva un oscuro segreto. Fu solo grazie al ragazzo del Rosso e ai suoi amici se la donna non venne uccisa dal governo del paese. Questi andarono a salvarla a rischio della vita, e la donna del Viola per la prima volta sentì di appartenere davvero a qualcosa. Così li seguì.

Insieme a loro partì anche un ragazzo del posto, che li aveva aiutati a liberare la donna del Viola e che era rimasto ipnotizzato dal forte legame che univa tutti i ragazzi: anche quando litigavano o si insultavano, infatti, riuscivano sempre a ricordare l'importanza dell'amicizia che li legava.

Erano in otto ed erano felici, ancora alla ricerca del posto dove i colori si uniscono.

Nessuno di loro dubitava che il paese che cercavano esistesse davvero, anche se dovunque andassero tutti li prendevano in giro assicurando che un posto del genere non poteva esistere. Loro sapevano che non era vero, e che quel luogo esisteva sul serio.

Attraversarono molti paesi diversi, e un giorno capitarono in una regione scura e opprimente: erano arrivati nel pauroso paese del Nero, dove erano in pochi ad entrare e ancora meno ad uscire.

Il luogo era pericoloso e poco conosciuto, ma il ragazzo del Rosso non volle sentir ragioni e proseguirono tutti per quella via.

Incontrarono un incredibile uomo scheletrico dai folti capelli neri come la pece, intrappolato in quel luogo da tantissimi anni. I ragazzi decisero di aiutarlo ad andarsene, e quando fu libero l'uomo del Nero fu felice di potersi unire a loro.

I nove ragazzi viaggiarono, viaggiarono tanto. Visitarono innumerevoli paesi: quello del Grigio, quello del Fucsia, quello del Lilla e quello del Bianco, ma non avevano ancora trovato il luogo in cui i colori si uniscono.

Quando la gente li vedeva passare, si stupiva: molti non avevano mai visto niente al di fuori del loro colore, e osservare persone provenienti da paesi come il Rosso, il Verde, l'Arancione, il Marrone, il Giallo, il Rosa, il Viola, l'Azzurro e il Nero non era cosa da tutti i giorni.

Inoltre, era sempre esistita una grande rivalità tra i vari paesi, gli immigrati venivano sempre trattati con disprezzo, superiorità. A volte anche disgusto. Vedere come quelle persone ridevano insieme, si divertivano, scherzavano, si volevano bene... Era un bel colpo per molte persone.

Alla fine, un meraviglioso giorno di sole, i nove arrivarono alla fine del loro viaggio. Oltre il paese del Bianco in cui erano appena stati, non c'era più niente: nessun paese, nessuna terra.

Là iniziava un'enorme distesa d'acqua, senza confini.

Nessuno di loro l'aveva mai vista, né ne aveva mai sentito parlare. Persino gli abitanti del Bianco ne ignoravano l'esistenza, considerato che si trovava oltre i loro confini, nascosto da una grande foresta ghiacciata.

– Ragazzi, siamo arrivati. – disse piano il ragazzo del Rosso, gli occhi colmi di felicità.

– Ma che cosa dici? – obiettò il ragazzo del Marrone, inarcando un sopracciglio. – Questa... cosa... non contiene tutti i colori! D'accordo, è un colore che non avevo mai visto, anche se somiglia all'Azzurro. Però... andiamo, come può essere il luogo che stiamo cercando?

Anche gli altri non capivano, e il ragazzo del Rosso cominciò a spiegare. – Non avete capito, non è il posto in sé: siamo noi. Noi siamo l'unione di tutti i colori, e ora abbiamo la possibilità di vivere in un luogo che non è “Rosso” o “Verde” o “Giallo” o un colore in generale: è tutti i colori, se noi ci stiamo in mezzo. Costruiamo qualcosa per viaggiare colorato di tutti i nostri colori. Facciamo il giro del mondo. Per forza, se c'è così tanta acqua è perché ci finiscono tutti i fiumi che abbiamo incontrato. Li risaliremo, ci faremo conoscere. La gente costruirà case più vicino a questo posto e vedrà che qui dove siamo noi, tutti i colori sono insieme. E sono felici, più felici di come stanno loro chiusi nei loro paesi senza mai uscire.

L'idea era così bella, che nessuno ebbe qualcosa da obiettare.

Erano tutti felici: avevano paura che, una volta trovato il posto che stavano cercando, loro non sarebbero più serviti a niente e si sarebbero dovuti separare. E invece, ora scoprivano che sarebbero stati loro a rendere reale il luogo in cui i colori si univano: non solo i colori, loro si sarebbero uniti!

Il ragazzo dell'Azzurro ci mise poco a costruire una grande cassa di legno per viaggiare, che chiamarono “nave”. Col tempo le costruì sempre più grandi, belle, maestose.

– È bellissimo! – gridò il ragazzo del Rosso, appeso in cima alla nave. – Ragazzi, ma non finisce mai!

Tutti osservarono, e furono d'accordo: quell'enorme distesa d'acqua non finiva proprio. La chiamarono “mare”.

– Sa di libertà. – osservò il ragazzo del Verde, e tutti si trovarono completamente d'accordo. Erano liberi.

Gli anni passarono, e come promesso i ragazzi si fecero conoscere. Navigavano (un'altra parola inventata da loro) in lungo e in largo per tutti i fiumi, gli sbocchi d'acqua che trovavano, raccontando a chiunque li volesse ascoltare le meraviglie che avevano visto nei loro viaggi. Descrivevano le meraviglie degli altri colori, parlavano della bellezza dei posti che avevano visitato, gridavano a gran voce la loro libertà.

La gente, incuriosita, provava a seguirli, a costruire delle “navi” anche loro.

Vedendo come quelle persone stavano in armonia fra di loro nonostante i colori diversi, i popoli piano piano smisero di evitarsi l'un l'altro. Cominciarono a mischiarsi tutti.

I governi non volevano che questo accadesse, e dichiararono illegale quello che il ragazzo del Rosso e il suo gruppo di amici stavano facendo. Ma loro non smisero, anzi: – Vedete? Noi siamo liberi. Siamo liberi di vivere, non facciamo quello che ci dicono gli altri. Facciamo quello che riteniamo giusto noi. – dicevano sempre.

Erano così amici che la parola “gruppo” non bastava più per definirli, e la donna del Viola coniò un nuovo termine per la loro situazione: Nakama. Per poco non si misero a piangere tutti insieme, consapevoli della grandezza di quel momento. Nakama è per sempre.

Anche nella popolazione si notavano i cambiamenti: alle finestre, i bambini appendevano disegni con tutti i colori del mondo. I vestiti prendevano tinte miste e meravigliose. Certa gente pitturava le case con il colore del paese della donna di cui erano innamorati, invece che del loro.

I matrimoni misti divennero sempre di più, le differenze si notavano sempre di meno. Sei Arancione o Rosso? La mia amica è metà Azzurra e metà Viola. Io ho quattro nonni, tutti di colori diversi!

I governi non si arresero mai, ma alla ciurma (un'altra nuova parola) non importava, anzi: – Dobbiamo dare un nome alla nostra professione! – esclamò un giorno il ragazzo del Marrone.

E fu così che nacquero i pirati.

Passarono gli anni, i decenni, i secoli.

I colori si mischiarono a tal punto che nessuno avrebbe più saputo dire se si trovava nel paese del Verde o del Giallo, dell'Arancio o del Nero. Persino i governi avevano accettato la cosa, anche se non dimenticarono mai l'onta subita e non perdonarono mai quei cosiddetti pirati, che nel frattempo si erano moltiplicati e vivevano liberi felici scorrazzando per tutti i mari.

La maggior parte della popolazione si stabilì molto vicino al mare, sulla costa o su delle piccole isole paradisiache, fondando nuove colonie e stabilendosi laggiù per vivere in libertà.

La storia del ragazzo del Rosso e la sua ciurma è stata dimenticata, così come è stata dimenticata tutta l'epoca in cui i colori vivevano separati. Ma se ora puoi vedere uno splendido tramonto arancione e contemporaneamente annusare una dolce rosa rossa; se puoi riposare sotto l'ombra di un albero verde e godere del canto di un canarino giallo; bé, lo devi ad uno strano ragazzino Rosso vissuto più di mille anni fa, partito dal suo paese con un sorriso e un sogno.

E, per quello che vale, posso assicurarvi che lui e i suoi Nakama vissero per sempre felici e contenti.















Angolo autrice:
Questa oneshot ha una storia tutta particolare. In pratica, me la sono sognata. Sul serio: una mattina mi sono svegliata con l'immagine di Rufy ragazzino del Rosso che viveva in un mondo tutto rosso, Zoro ragazzo del Verde che viveva in un mondo tutto verde eccetera.
Il giorno stesso ho scritto questa, e oggi finalmente mi decido a pubblicarla.
Questa è un'AU ma non è un'AU, perché sono loro ma non sono loro. Non so se mi spiego. No, non ti spieghi.
Originariamente, l'idea era che Robin leggeva questa cosa su un libro. Capite? Insomma, è come se mille anni prima di "One Piece" fosse esistito un mondo fatto così. Non a caso continuavo a ripetere "il ragazzo del Rosso" eccetera, senza abbreviare con "Rufy" che sarebbe stato taaanto più comodo. È un alone di mistero. Erano loro? Non erano loro? Gli somigliavano e basta? Come è nata la pirateria?
Non lo so, quest'idea mi piaceva. È confuso persino per me, figuriamoci. Solo... mi sembra giusto. Che tutto sia iniziato così, ecco.
E niente, ho voluto condividere questa storia con voi per dimenticare la disgrazia da primo giorno di scuola. Evviva evviva.
Eeeee se voleste lasciarmi una mini-recensione ve ne sarei davvero grata! ^^
Un bacione, vostra
Emma ^^

  
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