L'ultima strofa della canzone – 1a Parte
Nella sua vita non poteva dire di non aver
mai avuto paura,
sarebbe stata una grande bugia. Anche perché non esiste nessun essere
vivente
che non l'abbia mai provata almeno una volta nella sua vita.
Quella volta il ghiaccio scorse nelle sue vene. Era come se
tutti gli organi fossero ricoperti da uno strato cristallino di
ghiaccio, il
cuore smise per un secondo di battere, ne era sicuro. Di colpo gli
venne la
nausea.
<< Mamma >>, riuscì solo a pronunciare.
Dalla signora Kudo non venne un solo suono a causa del
nastro adesivo argentato sulla bocca. Shinichi voleva andare da sua
madre ma
ebbe la sensazione che i piedi fossero piantati a terra da dei chiodi.
Ai suoi piedi un'ombra che fumava la sigaretta, l'odore
penetrante del fumo arrivò fino a lui. La gettò in un porta cenere lì
vicino ed
emise un sorriso sadico.
<< Ciao Shinichi >>
<< Ai la cena è pronta >>, disse Agasa.
La ragazzina guardava fuori dalle grandi vetrate della casa
il muro che separava la casa di Shinichi da quella dell'anziano
dottore. Teneva
le braccia conserte al petto e non staccava lo sguardo.
<< Ai che cosa guardi? >>.
Si girò dal dottore. << Shinichi non è passato
>>.
<< Magari aveva da fare >>.
<< Forse, ma avrebbe avvertito >>, ribatté Ai.
In quel momento il telefono squillò e il dottore andò a
rispondere.
<< Pronto? Oh ciao Ran! Come? No, Conan non è qui
>>.
Ai si voltò di colpo e un nodo allo stomaco le bloccò la
fame.
<< Non è tornato neanche a pranzo? So che aveva appuntamento
con i suoi genitori, forse si è fermato con loro in città o magari
dorme con
loro in albergo... >>, disse Agasa.
<< Passamela >>, disse la ragazzina e senza
tante cerimonie prese il cordless. << Ran, Conan non è tornato a
casa?
>>.
<< Stamattina ero a una lezione di karate e papà non è
ancora rientrato. Ho provato a chiamarlo ma il telefono è spento
>>,
disse preoccupata la giovane.
<< Sei sicura? Risulta proprio spento? >>.
<< Sì, ho provato più volte da un'ora. Sto cominciando
a preoccuparmi, il biglietto diceva che sarebbe tornato prima di cena o
forse
anche prima >>.
Ai capì che qualcosa non andava. A quel punto fece una voce
dolce e disse << Oh, tranquilla, penso che sia proprio con i suoi
genitori. Vedrai che tornerà presto, al massimo dorme da noi. Ciao ciao
Ran
>>.
<< Ai aspetta... >>.
Chiuse la comunicazione senza aggiungere altro.
<< Ai che succede? >>.
<< Credo sia nei guai. Andiamo subito a casa sua
>>. Ai prese una giacca leggera, anche se era Giugno c'era ancora
una
lieve brezza la sera. Agasa la seguì senza aggiungere altro e
percorsero in
trenta secondi che li separavano dalla casa dei Kudo. Fuori non c'era
nessuna
auto ma il cancello era aperto. Ai lo spinse ed entrò nel giardino,
salì i due
gradini e bussò.
<< Conan? Sono io, Ai >>.
Non ottenne risposta.
<< Conan? >>.
A quel punto il dottor Agasa usò le chiave che Shinichi gli
aveva dato per entrare in casi di emergenza. La casa era estremamente
silenziosa, come una cattedrale. Il legno non era pulito di recente,
c'era uno
strato di polvere come tutti i mobili. Ran non aveva avuto il tempo di
pulire,
impegnata com'era negli esami di fine anno.
<< Shinichi! >>, urlò a voce alta il dottore.
<< Siamo noi! >>.
Ai entrò in cucina, in biblioteca, nel bagno al piano a
terra. Vuoti.
Poi andò in salone e notò alcuni particolari strani. Mentre
il dottore girava per la casa uscì di nuovo fuori e collegò diversi
punti.
<< Dottore qui è entrato qualcuno oggi >>.
<< Ne sei sicura? >>.
Ai lo portò sul salone e indicò il pavimento. << Ci
sono due impronte di scarpa per terra ma solo una esce ed entra dalla
stanza.
L'altra si ferma poco dopo l'entrata. Inoltre per terra c'è una
striscia, come
se avessero trascinato qualcosa >>, si avvicinò al tavolo,
<< qui
manca un po' di polvere sul bordo e c'è qualcosa di appiccicoso, come
se ci
fosse stato attaccato il nastro adesivo. E il posa cenere è stato
lavato da
poco >>.
<< Qualcuno ha fumato ma i signori Kudo non fumano
e... pensi che lo abbiano rapito? Sei sicura che sia stato qui?
>>.
<< Sì, sul porticato c'è una frazione senza polvere,
lì c'era il suo skate, ne sono certa. E la striscia penso sia stata
lasciata da
Shinichi che veniva portato via >>.
<< Pensi che siano stati... >>, sbiancò.
Ai sospirò. << Non possiamo escluderlo >>.
<< Oh no! >>.
Ai prese il cellulare del dottor Agasa e fece il numero di
casa di Ran. Doveva inventarsi una scusa con lei, per fare in modo che
fosse
scusato per la notte.
<< Ciao Ran, Conan era con i suoi genitori. Rimane a
dormire con loro in albergo. Purtroppo ha scaricato il telefono, ecco
perché
non rispondeva e purtroppo non si ricorda il numero di casa a memoria.
Quindi
ti avverto io e stai tranquilla, a domani >>.
Disse tutto in un fiato senza darle possibilità di replica.
La ragazza era dall'altra parte della cornetta perplessa e arrabbiata
con
Conan, appena sarebbe tornato gliene avrebbe detto quattro.
<< Quanto tornerà a casa, se la dovrà vedere con Ran
ma penso non sia peggio di quello che gli succedendo adesso >>.
<< Dobbiamo chiedere aiuto. Chiamai Jodie >>.
Ai si girò con rabbia. << È impazzito? L'FBI? Non
possiamo coinvolgerla, anche se stanno indagando sugli Uomini in Nero
>>.
<< Ai rifletti. Se chiamiamo Jodie, solo lei, potrebbe
già essere un inizio. Non è il momento di fare i diffidenti >>.
La scienziata avrebbe voluto ribattere ma sapeva che non aveva
scelta, Jodie era diventata ormai abbastanza affidabile e con una buona
capacità di non dipendere troppo dall'FBI.
<< Aspetti... quando dice chiamiamo Jodie intende
dirle che Conan è stato rapito o Shinichi è stato rapito? >>.
Agasa non rispose.
<< No, così non ci sto! >>, urlò Ai.
A quel punto il dottore la prese per le spalle. << Ai,
basta! Shinichi potrebbe morire! >>.
Agasa alzò la voce, era la prima che lo faceva davanti a
lei. Ai tremò, lo shock di quella voce così alta.
<< D'accordo, chiamiamola >>.
Shinichi aprì gli occhi, aveva un forte mal di testa. Si
toccò e sentì sangue incrostato. Aveva immagini un po' confuse, non
capiva
nemmeno dove si trovava. Il pavimento era di pietra e a poco a poco la
vista
smise di essere annebbiata . Era quasi buio, a parte una finestrella
molto in
alto, non c'era nessun'altra fonte di luce.
C'era una porta in fondo e barcollando provò ad aprirla ma
era ovviamente chiusa. Notò una telecamera in un angolo, quindi era
ripreso. A
quel punto si ricordò cos'era successo e la sensazione di qualche ora
prima lo
rapì di nuovo. Poi si ricordò anche della sua mamma. Era viva? E il suo
papà?
Lui non c'era proprio...
Perché non lo avevano ucciso? Perché era ancora vivo? Per
sapere dov'era Sherry? Tutte quelle domande gli dolevano troppo la
testa già
pesante.
Non aveva più cellulare, cintura spara palloni, il
farfallino, nemmeno le scarpe solo i calzini bianchi.
Cosa poteva fare? Era bloccato. Non poteva fare altro che
sperare che Ai si accorgesse di quello che stava accadendo.
Angolo autrice!
Sono felice di aver letto le vostre
recensioni! Io adoro Conan ed è la prima volta che scrivo una FF
dedicata a un personaggio di un manga, quindi abbiate pazienza. Il
giallo è la mia passione, quindi sperò ci sarà abbastanza mistero per i
vostri gusti! Alla prossima volta ;)