Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: Lovy91    11/09/2013    7 recensioni
E' passato quasi un anno da quando Shinichi è un bambino e dopo tutte le loro avventure ancora non sono riusciti ad arrivare a una soluzione definitiva. Ma ormai tutto questo sta per giungere al termine: qualcuno ha detto agli Uomini in nero chi è veramente Conan ma non chi è Ai. E non è stata Vermouth. Lui viene rapito da loro ma misteriosamente non viene ucciso. Ai si darà da fare per cercarlo e sarà costretta a rivelare a molta gente cosa sta succedendo. Tutti i personaggi finora conosciuti si uniranno, la verità nascosta da tutto quel tempo sta per venire a galla e lo scontro finale sta per iniziare!
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Heiji Hattori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Vermouth | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                        L'ultima strofa della canzone – 1a Parte



Era una tiepida giornata di Giugno. La sveglia di Conan iniziò a suonare e una mano spuntò fuori dalla coperta per spegnerla.
Le vacanze erano cominciate e lui si era dimenticato di disattivare la sveglia giornaliera. Per tre mesi avrebbe avuto un po' di pace dalle noiose lezioni delle elementari. In cuor suo sperava che fossero finite definitivamente perché avrebbe riacquistato il suo corpo di adolescente. Aveva festeggiato sette anni il mese prima, il quattro Maggio. Aveva perso i suoi diciassette anni e nessuno glieli avrebbe più ridati. I suoi tre amici gli avevano regalato un pupazzo del loro eroe preferito e un libro giallo. Ai di nascosto gli aveva regalato un libro molto intricato e difficile di un autore straniero inglese, famoso per i suoi scritti gialli ma che in Giappone era praticamente sconosciuto. Ma la cosa più imbarazzante fu il comportamento di Ran: l'aveva svegliato la mattina, era sabato quel giorno, con un vassoio pieno di leccornie per colazione, poi lo aveva portato con sé al parco e a pranzo gli aveva cucinato i suoi piatti preferiti. Come regalo un completo nuovo elegante, scelto appositamente da lei.
Si era imbarazzato da morire, ma aveva dovuto fingere di essere contento di tutte quelle attenzioni, come solo un bambino di sette anni può essere. Finita la festa, la sera nel suo letto, aveva chiuso gli occhi desiderando con tutte le sue forze di essere Shinichi Kudo e non più Conan Edogawa.
Alla fine decise di alzarsi e quando aprì la porta della stanza si accorse di essere solo. Si ricordò solo in quel momento che Goro era andato a trovare un suo amico che aveva da poco aperto un bar e Ran era andata a una lezione mattutina di karate. Andò in bagno con calma e si lavò i denti, sistemò i capelli neri e lavò il viso. Mangiucchiò una merendina e bevve un succo mentre guardava il notiziario finché il suo cellulare non squillò.
Masticando l'ultimo pezzo di merendina rispose << Pronto? >>.
<< Sono io Shinichi >>.
<< Ai dimmi >>.
La ragazzina dai capelli biondi e i tratti occidentali se ne stava seduta sul divano della spaziosa ed eccentrica abitazione del dottor Agasa con una tazza di tè in mano e la cornetta nell'altra.
<< Sto lavorando a un nuovo prototipo dell'antidoto, volevi dirti che potrebbe essere pronto tra qualche giorno. Vorrei che tu lo provassi >>.
<< Èdefinitivo? >>, chiese speranzoso.
<< Temo di no, ma almeno è qualcosa >>.
Sospirò. Era quasi un anno che andava avanti a tornare adulto per ventiquattro ore sporadicamente. E solo una volta era riuscito a dire a Ran cosa provava, ma purtroppo avevano dovuto interrompere.
<< L'unico modo perché sia definitivo è quello di cercare i documenti in possesso in mano dell'Organizzazione >>.
<< Lo so. Ma tutte le sedi da te conosciute sono state distrutte e le altre segrete. Chissà se poi sono rimasti documenti di qualcosa >>, disse affranto. Quella mattina non si era svegliato con l'umore migliore.
<< Sei di cattivo umore? >>, chiese la piccola scienziata.
<< No, sto bene. Ora devo andare, ho un appuntamento con i miei genitori a casa mia >>.
<< Va bene, se vuoi dopo passa, così ne parliamo meglio del tuo cattivo umore e dell'antidoto temporaneo >>.
La conversazione si chiuse senza aggiungere altro, tipico di Ai. Non le si poteva nascondere niente. Si mise una maglia e un paio di pantaloni, lasciò un biglietto a Ran, prese lo skate e si diresse verso la sua vecchia casa. Il giorno prima i suoi genitori gli avevano mandato un video messaggio dagli Stati Uniti in cui gli annunciavano la loro visita. Una visita breve, ma pur sempre una visita. Accelerando con lo skate, fu davanti a casa sua in pochi minuti. La macchina dei suoi era parcheggiata fuori, un auto blu presa a noleggio. Spinse il cancello di ferro e poi busso al portone di legno ma si sorprese di trovarlo aperto.
Lo aprì leggermente.
<< Mamma? Papà? >>.
<< Siamo in salone tesoro >>, si sentì rispondere da sua madre.
Lasciò le scarpe all'ingresso e mise un paio di pantofole, lasciò lo skate fuori. Andò in salone per salutare i suoi ma si bloccò.
Quella era l'ultima cosa che si aspettava di vedere.






   
 
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