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Autore: Sara8352    13/09/2013    0 recensioni
La storia parla di una ragazza che, non sopportando più le angherie della madre triste per la morte del marito, scappa di casa insieme all'amica che, pure lei, non ce la fa più a sopportare il padre che beve ogni sere e torna a casa ubriaco, picchiandola. Insieme vivono molte avventure in una foresta non ancor a esplorata dall'uomo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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III La fuga

Avevano deciso:
lei e Cristina sarebbero scappate domenica alle tre del mattino.
Un po' presto, ma a quell'ora i loro genitori avrebbero dormito come sassi e non si sarebbero accorti di nulla. Si sarebbero ritrovate in piazza e avrebbero deciso dove e come scappare. Mancavano ancora due giorni a domenica e, anche se avrebbero potuto pianificare a scuola il piano di fuga, decisero di non accennarne minimamente, per non destare sospetti. Ne avrebbero parlato domenica in piazza. Negli ultimi giorni Debora cercò di fare tutto quello che voleva sua madre, di starle vicino e di fare la maggior parte delle cose con lei, benché, da quando aveva scoperto la sua cattiveria, non la sopportasse. Andò anche tutti i giorni al cimitero da suo padre. Di stare la maggior parte del tempo con le amiche non ne aveva bisogno. Dopo quello che le avevano fatto, non le considerava più amiche. Per la scuola decise che avrebbe studiato da sé. Era brava, Debora, nello studio. Era, anzi, la prima della classe, e quindi non avrebbe trovato problemi nello studiare da sola. L'unica nota negativa erano i soldi. Come avrebbero fatto senza nemmeno uno spicciolo in tasca? Aveva pensato che magari sarebbero potute andare ad abitare in una casa sull'albero in una foresta, oppure in un villaggio dove esisteva ancora il baratto. In effetti non avevano programmato dove andare a vivere. Una cosa era certa: non sarebbero state come dei nomadi a girovagare per il mondo. Si sarebbero costruite una casa loro da qualche parte ancora non abitata. Quando arrivò il grande giorno, Debora si alzò puntuale, prese la gigantesca valigia che aveva preparato, e uscì con passi felpati. Quando uscì guardò per lungo tempo la casa e poi se ne andò con la testa china, senza voltarsi. Quando arrivò in piazza aspettò Cristina su di una panchina. Quando arrivò,cominciarono a parlare di cosa avrebbero fatto.-Allora,dove andremo?-chiese Cristina.
-Non saprei...-rispose Debora.-Che ne dici di prendere una nave e andare in un posto lontano?-propose Debora.
-Sì ma dove potremmo andare, e chi ce li da i soldi?- chiese Cristina.
-Hai ragione. Ma forse ho una soluzione. Cristina, a te hanno aperto un conto corrente per metterci la paghetta settimanale?-chiese Debora.-Sì,come sai,mia mamma era la proprietaria di un bar, e io l'aiutavo nel lavoro, così mi dava un bel po' alla settimana. L'aiutavo da quando ero molto piccola e adesso dovrei avere un bel gruzzoletto nel conto corrente-rispose.
-Bene,anche io aiutavo mio padre e mia madre nel lavoro e ho anche io un bel po' di soldi. Senti, che ne dici di unire i nostri soldi per andare da qualche parte?-disse Debora.
-Ma questa è un'idea fantastica Debora!cosa farei senza di te!-rispose entusiasta Cristina.-Domani andremo alla banca a ritirare i soldi. Nel frattempo dovremmo trovare un buon nascondiglio dove poter dormire. Camminando, trovarono una casupola abbandonata, probabilmente costruita da gente povera, perché era ridotta proprio male, ma a loro non importava, perché ci sarebbero state solo per un po' di ore. Appena entrate, sentirono subito odore di muffa. Allora presero i sacchi a pelo e si misero a dormire. Si alzarono presto e andarono in banca, e, in effetti, avevano ammucchiato un bel po' di soldi. Avevano guadagnato duemilaseicento euro,e sarebbero dovuti bastare.
-Io direi di andare al porto a prendere i biglietti-propose Cristina. Infatti alle dieci arrivarono al porto. Trecento euro a testa,in tutto seicento euro. La partenza era prevista per le due del pomeriggio. Alle due rimanevano ancora duemila euro, e quindi poterono sia fare una buona colazione, sia un buon pranzo.
-E' l'una, che ne dici di andare al porto?-propose Debora.
-Sì-rispose Cristina. Quando arrivarono erano emozionatissime. Aspettarono la nave, controllando i biglietti come se avessero paura che qualcuno glieli portasse via, e quando la nave arrivò, per poco non gli veniva un infarto a quelle due. Sarebbero andate in Africa! E non sarebbero più tornate in quella città. Quando salirono sulla nave venne loro un nodo alla gola. Mentre stavano sul ponte ad aspettare che la nave partisse, Debora pensò se sua madre in quel momento la stesse cercando disperatamente,e quasi la dispiacque dover lasciare quel posto. Ma era troppo tardi, perché la nave era ormai partita.
  
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