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Autore: bea____    13/09/2013    1 recensioni
Che poi..a 15 anni non è mica tutto così facile.. mica ci sono per tutti le uscite di sera, mica tutti sono pieni di amici.
Cose banali, cose che un adulto in sé per sé non potrebbe capire.
Laurie, 15 anni. Il suo problema forse è quello di rientrare nell’eccesso. E sì, lei è troppo, troppo tutto. Troppo caparbia, troppo sensibile, troppo sognatrice, troppo complessata, troppo permalosa. Laurie ha un mondo dentro, un universo parallelo in cui si rifugia ogni volta che ne sente il bisogno. Pochi amici. Così pochi che si contano sulle dita di una mano.
Il forte desiderio di essere accettata da tutti, il forte desiderio di essere diversa.
‘il non sentirsi mai abbastanza’
Vita abbastanza normale, troppo normale, ma quando tutto cambia, quando non hai via d’uscita, quando entri a conoscenza del fatto che una malattia ti sta lacerando..non ti rimane altro che sperare. E Laurie sperava grazie alle sue stelle.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre pensato al modo in cui vorrei morire.
Immagino la scena. Io stesa sul letto, mio marito che mi stringe la mano, i miei figli, e i miei nipoti che giocano felici.
Forse è troppo banale,  così ho pensato anche ad un’altra opzione.
Vorrei essere ricordata per qualche impresa, per aver lottato difendendo un ideale, come una di quelle donne citate nei libri di storia,  Giovanna D’arco ad esempio! Anzi no..a pensarci bene, lei è morta bruciata, non è una grande idea.
Il mio nome è Laurie Wrang, quindici anni appena compiuti, ho una vita abbastanza incasinata, se posso definirla così.
Giorni fa svenni, e da allora mamma mi sta facendo fare tremila esami..è stressante.
La scorsa notte ero preoccupata e ansiosa, l’indomani sarebbe arrivato l’esito del quarto esame. Alle due del mattino ero ancora incollata al pc,  chattando con Seady che cercava in ogni modo di tranquillizzarmi, alle due e trenta andai a letto. La mattina seguente mi svegliai in ritardo, il modo in cui mi vestii non si può neanche raccontare, entrai in classe col fiatone, la lezione era cominciata da poco, ma la Professoressa Collins era fissata con la puntualità. Beccai l’accompagnamento. Cioè, ma siamo impazziti?! Beccare l’accompagnamento per 10 minuti di ritardo? Vecchia megera, che vada lei a rogo come Giovanna D’arco! La giornata sembrava interminabile, otto ore di scuola infernali,  passate tra le urla frustranti della Collins, Molly la mia compagna di banco che mi assillava con il suo nuovo fidanzato Tom, e i ragazzi del quinto anno che prendevano continuamente in giro la mia pelle cadaverica e mi paragonavano al latte.
Se ci penso, non è proprio un’offesa, il latte è così buono,  mette di ottimo umore! O almeno per me è così..forse è solo un alibi che mi sono creata per non offendermi, sono abituata alle critiche,  ma questa volta era un fatto oggettivo. Ero oggettivamente un fantasma, già ero invisibile di mio, non venivo calcolata molto dalla gente..ma adesso si metteva anche il mio aspetto.
Aspettavo con ansia il suono della campanella che avrebbe segnato la fine delle lezioni.
All’uscita, il pullman della scuola stava attendendo tutti gli alunni che dopo una giornata di studio, erano desiderosi di ritornare nelle loro case. Quel giorno c’era un’atmosfera d’ansia e pressione incredibile. Si poteva leggere negli occhi di ognuno. Margaret, meglio conosciuta come CicciaBum per le sue rotondità, era ansiosa di sapere quale pietanza la madre le avrebbe fatto trovare al rientro, Jack era nervoso per la partita a cui avrebbe giocato la stessa sera. I gemelli Tocked, erano preoccupati perché oramai i loro dispetti e le loro battute si erano fatte antiche, la loro ‘fama’ girava intorno a questo, e temevano di passare nella cerchia dei dimenticati. Lì ci finiscono tutte le persone che hanno raggiunto per un certo tempo un livello di popolarità abbastanza alto nella scuola, e dopo, son stati giudicati poco originali.
La prima ad essere preoccupata, quel giorno, ero io. Tornai a casa con una stanchezza addosso incredibile. Per un momento,dimenticai anche di chiedere notizie dell’esame..lanciai giubbotto e scarpe per aria,corsi al piano di sopra,entrai nella mia stanza e mi lanciai a peso morto sul letto. Chiusi gli occhi per circa due,tre minuti. Avete presente quelle macchioline che si vedono al buio? Ah, le adoro. Io le chiamo ‘le piccole nuvolette di colore’. Mi rilassano in una maniera esagerata, starei lì a guardarle per l’eternità.
Neanche il tempo di riaprire gli occhi, e mamma si era già catapultata davanti a me, con un sorriso gigante. Quel sorriso lo ha solo in due casi. Quando deve dare belle notizie, e quando prepara il plum cake. Il plum cake della mamma sono una delle cose più belle di questo mondo, dopo la musica, le nuvolette di colore e le stelle. Oddio, sì. Proprio le stelle! Ma vi rendete conto di quanto siano belle? Le invidio così tanto. Già per il semplice e banale fatto che brillano di luce propria!
Stringeva  tra le mani delle carte,  supponevo fosse la ricetta del plum cake, ma invece no. Il suo sorriso era dovuto alla bella notizia che stava per darmi, quello che stringeva tra le mani erano i risultati delle analisi. Stavo bene, ringraziando il cielo. Mamma mi riempì di baci, poi mi guardò e disse ‘adesso scendo giù, il plum cake non si fa da solo’ sapevo che quel sorriso non era dovuto solo dalla bella notizia.
 
  
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