Anime & Manga > Princess Tutù
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Autore: hurricane venus    13/09/2013    1 recensioni
Un principe senza cuore, un cavaliere che non è in grado di proteggere le persone che ama, una ragazza che non sa chi è e infine una papera che diventa principessa. Il loro destino è unito e i fili che li legano sono controllati da un'entità oscura e nera come la notte. Riusciranno ha prendere in mano le redini del gioco e così controllare la loro vita ?
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Ahiru si risvegliò non ricordava cosa fosse successo poco prima. –Ma dove sono finita?- la ragazza si guardò in torno, c’erano migliaia di ingranaggi ovunque, che giravano precisi e ordinati. –Ora ricordo! Drosselmeyer mi ha imprigionata in uno specchio! Devi avermi portata in un’altra dimensione o qualcosa di simile.-
Delle voci intorno a lei si alzarono come per magia, come uno stormo di rondini, –Princess Tutù!- -Ma quella è Princess Tutù!- -Si, si è proprio Princess Tutù!- la ragazza si guardò intorno senza vedere nessuno, cominciava ad avere paura di quelle voci inquietanti e stridule. Delle marionette caddero dall’altro, circondando la povera ragazza, –Chi siete?!- -Noi siamo marionette.- rispose uno di loro, aveva una voce stridula e acuta, Ahiru si fece coraggio è gli chiese se sapevano come uscire da quel luogo. Tutti rimasero in silenzio, gli occhi senza vita di quei pupazzi mettevano la pelle d’oca e i sorrisi finti davano un non so che di pauroso. Poi tutti ricominciarono a chiamarla e a ridere istericamente. –Vi prego ditemi come uscire!- nessuno l’ascoltò e dopo poco tempo, si ritrovò di nuova da sola. “Ma che posto da incubo è mai questo?” Ahiru sentiva gli occhi bruciare, avrebbe voluto mettersi a piangere ma non gli sembrava il momento di essere debole. –Drosselmeyer!! Fatti vedere!!- al primo richiamo nessuno rispose, ma Ahiru non aveva intenzione di arrendersi, -Fatti vedere burattinaio malefico!- -Ma che modi sono questi?- disse una voce cupa e divertita, Drosselmeyer apparì davanti a lei. Il solito sorriso arrogante e gli occhi nocciola la fissavano divertiti e le fecero venir voglia di prenderlo a schiaffi.
-Dove mi hai portata?!- -Su, su non essere arrabbiata. Devi capire che sono stato obbligato.- la ragazza non capiva di cosa stesse parlando, -Spiegati meglio.- -Il tuo caro amico ha preso il controllo della mia storia, questo non va affatto bene.- Princess Tutù cominciò a ballare, -Ma cosa succede?! Il mio corpo si muove da solo!- le sue gambe e le sue braccia si muovevano come desideravano, senza tener conto di cosa voleva lei. –Mia cara, tu sei una marionetta nelle mie mani, così come tutti gli altri.- lei aveva capito dove voleva arrivare, ma non gliela avrebbe data vinta, -Non dire sciocchezze! Tu non poi far fare quello che vuoi alle persone, è una cosa crudele!- il volto del vecchio si oscurò, -Per questo mi tagliarono le mani.- il tono era duro e accusatorio, come se lui non ne avesse nessuna colpa. –Non ho potuto terminare la mia storia, ma sono riuscito a salvare la mia anima con il mio potere, ho creato questo mondo dove osservare le mie marionette e comandarle a piacimento. E ora, completerò la storia più bella, triste, piena d’avventura e amore che sia mai esistita! E come ben sai una storia, per diventare leggendaria, deve avere un finale tragico.- l’ultima frase venne pronunciata con un sorriso compiaciuto stampato sulla faccia solcata dalle rughe. La ragazza non smetteva di ballare, non aveva più controllo sul suo corpo. –Che ne dici di una tazza di tè?- la ragazza non fece tempo a rispondergli di andare al diavolo, che si ritrovò seduta ad una tavola lunga cinque metri, dove agli estremi erano seduti lei e il vecchio scrittore. Una tazza di porcellana addobbata con motivi rosa pesca le stava davanti. Senza che lo volesse la sua mano prese la tazza piena di tè, fu costretta a berlo per non rovesciarlo tutto. –Basta con questa pagliacciata! Liberami subito dai tuoi fili!- -Quali fili?- chiese divertito Drosselmeyer, tre specchi si materializzarono di fianco al tavolo. – Voglio farti vedere una cosa…- negli specchi apparvero Mytho, Fakir e Kraehe. La giovane dai capelli neri come la notte, stava seduta sulla cima del tetto di una chiesa con la testa nascosta dalle braccia, Fakir cercava di scrivere qualcosa, ma ogni volta strappava il foglio con rabbia e frustrazione. In fine Mytho, con gli occhi pieni di panico, era nella camera da letto a tenersi con le mani la testa che gli stava per scoppiare, mentre urlava per il dolore. –Mon Dieu! Cosa sta succedendo a tutti?- -Senza di te, mia cara Princess Tutù, la storia non può andare avanti; solo tu sei in grado di riportare l’ultimo frammento del cuore al principe, ma dimmi, hai trovato l’ultimo frammento?-
-E’ nascosto nelle quattro torri che circondano la città.- -Ahaha! Brava la mia principessa, ha ragione l’ultimo pezzo è conservato nella quattro torri, ma c’è un’altra cosa che non sai, c’è un frammento in più.- -Cosa!? Un altro?!- -Proprio così, e toccherà a te scoprire dove si trova.- Ahiru rimase senza parole, pensava di aver trovato tutti i pezzi, invece adesso c’è ne un altro e non aveva la minima idea di dove potesse essere.

La piccola Uzura si guardò in giro curiosa, -Dove sono?- la voce dolce e tenera riempì il vuoto che la circondava, camminò per qualche tempo senza sapere dove andare. Gli ingranaggi erano tutti fermi e il silenzio regnava sovrano. –Chissà come mai sono fermi?- poi notò una piccola manovella, si avvicinò e cominciò a girarla. Gli ingranaggi partirono senza difficoltà e la storia ebbe un colpo di scena. La piccola stava facendo girare gli ingranaggi all’indietro, senza rendersene conto, intorno ai personaggi si ripeté tutto quello che era successo negli anni passati.
Rue alzò la testa, gli occhi erano gonfi per aver pianto senza sosta, si alzò e saltò giù dal tetto, ma si accorse che intorno a lei c’era qualcosa di strano. Poi vide una bambina, piccola con i capelli neri come la notte. Correva piangendo mentre uno stormo di corvi la stava inseguendo. –Ma…ma…quella….sono io!- la piccola continuava a corre chiedendo scusa al padre e promettendo che avrebbe fatto la brava, ad un certo punto un giovane con i capelli bianchi come la neve sguainò la spada e distrusse quei corvi maledetti. La piccola lo ringraziò con un enorme sorriso. –Questo è stato il mio primo incontro con Mytho…- poi intorno a lei cambiò ancora tutto; ora era davanti a una casa al cento della città, un gran numero di persone erano radunate li intorno. –Avete sentino cosa è successo? Sembra che dei corvi abbiano attaccato gli abitanti di questa casa e abbiano rapito la figlia in fasce.-
-No! Sul serio? Che cosa terribile!- due uomini stavano parlando tra di loro e Rue sentì alcune cose di quello che dissero, poi una donna si fece largo e parlò di fronte a tutti. –Presto! Dobbiamo ritrovare quella bambina!- tutti cominciarono a correre in giro per la città alla ricerca di questa sfortunata bambina. Poi il paesaggio intorno a lei cambiò ancora, ora era in un cimitero. Su una bara con una lapide, su cui cerano scritte alcuni nomi illeggibili, c’era una cesta di vimini con dentro una bambina fasciata con una coperta di lana bianca. –Ma quella sono io?- un corvo stava appoggiato su un ramo di un albero spoglio vicino a quella lapide. Una voce cupa, che la nostra ragazza ben conosceva, parlò alla piccola, -Tu sarai mia figlia, avrai l’onore di bere sangue puro di corvo e diventare così mia.- poi dei corvi presero la cesta e la portarono via volando.
Rue non si sentì più le gambe, si lasciò cadere sul prato bagnato per l’umidità, -Io…io…non sono la figlia del corvo, io era una bambina normale…- non riusciva a pensare a dire qualcosa di diverso da quello, -Io non sono la figlia del corvo….io non sono la figlia del corvo….- la giovane era distrutta, aveva lavorato per quello che credeva fosse suo padre, non aveva potuto avere una famiglia per colpa di quel mostro. Aveva dovuto abbandonare l’amicizia con Ahiru perché lei era Princess Kraehe e lei Princess Tutù, e non poteva vivere felicemente con il suo amato principe per quella serie di sfortunati eventi. –Perché?- si coprì il volto con le pallide mani e pianse ancora. Liberando tutta la disperazione che conteneva. Una disperazione tale, che avrebbe gettato chiunque nell’oscurità più profonda.

La piccola continuava a girare imperterrita, fino a quando la manovella non si bloccò, -Oh!- quando la lasciò andare ricominciò a ruotare velocissimamente nel senso opposto, per poi prendere una velocità costante. La storia aveva ricominciato a scorrere. Una figura si avvicinò alla piccola, -Ciao Uzura.- -Ciao, tu chi sei?- -Io sono Edel, ovvero te.- la piccola la guardò confusa, -Sei stata costruita con i miei resti, ma al contrario tu hai dei sentimenti, puoi piangere, ridere, amare e odiare.  Io non ero in grado di fare ciò, ero solo una marionetta di Drosselmeyer.- -E’ così triste…- la piccola senza accorgersene aveva cominciato a piangere, commossa dalla storia che le era stata appena raccontata. –Adesso devi aiutare Ahiru, ha molto bisogno di qualcuno che la supporti in un momento del genere, ricordati che io sono sempre dentro di te…- la piccola l’ascoltò attentamente e poi Edel ritornò dentro la piccola.

Le immagini negli specchi cambiarono, Rue correva verso l’accademia, Fakir cominciò a scrivere senza interruzioni e Mytho si era trasformato in corvo ancora una volta. –Mytho!- -Il sangue che circola nelle sue vene lo sta trasformando in un corvo, completamente sotto il controllo del Grande Corvo, questa è l’ultima volta che succederà perché non sarà più in grado di tornare ad essere il principe Mytho.- Ahiru non riusciva a crederci, il suo adorato principe si stava trasformando in un orrendo corvo. –E in più, a quanto pare, la storia sta andando avanti anche senza di te. Molto interessante….-

Fakir stava scrivendo come un disperato, sentiva che la mano gli si sarebbe staccata dalle braccia a momenti.
-Devo resistere ancora un paio di frasi!-

“ …..Princess Tutù cominciò a ballare leggiadra come un cigno, i suoi movimenti erano aggraziati e delicati. In un luogo lontano, il cavaliere aspettava con ansia il ritorno della ragazza, che ballava cercando di far raggiungere i suoi sentimenti al giovane. Quando il cavaliere gridò il nome della fanciulla, essa tornò a lui….”

-Ahiruu!!- la voce di Fakir raggiunse il luogo oscuro dove si trovava la ragazza, che aveva cominciato a ballare  con tale grazia che persino le marionette si erano fermate a guardarla incantate. –Ma questa è la foce di Fakir.- un grande fascio di luce arrivò dall’alto e investi la ballerina che cominciò a lievitare sempre più in alto, Uzura corse veloce come una pazza, arrivando in tempo e lasciandosi trasportare dalla magia delle parole di Fakir.
Davanti a lui, si formò un cerchio di luce dal quale, teoricamente, sarebbe dovuta uscire Ahiru. Tese la mano e ancora una volta urlò il suo nome, -Ahiruuu!- una mano e un piede calzante una scarpetta da ballo rosa uscirono per primi dalla luce bianca e pallida, prese quella mano e tirò forte verso di se. Ahiru uscì dalla luce come un angelo che scende dal cielo, arrivando dritta nelle braccia di Fakir che abbracciò forte. Uzura arrivò poco dopo saltando tutta contenta, -Oplà!- esclamò quanto toccò con i piedi il prato, Fakir guardò Ahiru dritta negli occhi, -Mi hai fatto prendere uno spavento…- -Non dirlo a me.- rimasero così per alcuni minuti, rasserenati di trovarsi di nuovo vicini.
Rue entrò nella stanza come una furia e quello che vide fu solo Mytho completamente trasformato in corvo. –A quanto pare la trasformazione è completata e irreversibile.- la ragazza gli si avvicinò e gli prese l’ala nera e coperta di piume. –Non puoi più restare qui, dobbiamo andare a cercare un rifugio per i prossimi giorni.- il corvo annuì semplicemente, lasciando un senso di vuoto e tristezza nel cuore della ragazza. Ora che sapeva la verità non avrebbe mai lasciato il suo unico e grande amore nella mani di un mostro assetato di sangue. Prese un paio di vestiti di ricambio per Mytho e uscirono di fretta approfittando della notte, la luna brillava nel cielo facendo abbastanza luce da permettere ai due di vedere dove stavano andando. Trovarono una casa abbandonata non molto distante dalla scuola, così sarebbe potuta venire più velocemente possibile. Sistemò il letto, vecchio per gli anni, e distese il ragazzo ormai divenuto corvo. –Buona notte, mio principe.- gli diede un bacio sulla guancia e ritornò a scuola, dove ancora una volta pianse sui cuscini ricamati del letto a baldacchino.

-A quanto pare, siamo ormai alla fine dello spettacolo. Che l’atto finale abbia inizio!- e così il nostro crudele scrittore, osservava compiaciuto quello che accadeva e tramava oscure strategie da mettere in pratica per vincere questa partita.
  
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