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Autore: Gossip_Spartacus    13/09/2013    0 recensioni
Cosa potrebbe mai succedere se i personaggi di Spartacus si trovassero nell'epoca moderna, ancora ragazzini e in una scuola un "pò particolare"?
Tra Crisso che fa il bullo con tutti...
Batiato che vuole diventare preside della scuola
Glabro che punta a diventare sindaco di Roma
Lucrezia e Ilithyia che cercano di aiutare i propri mariti
e Spartacus che cerca giustizia e spera di scappare da quella scuola...
Come andrà a finire?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Batiato

Guardavo, dalla finestra della mia aula, il cortile e osservavo i nuovi arrivati mentre si allenavano.
Non avevo nessun interesse per la lezione di armi ma la mia concentrazione era per uno dei nuovi arrivati...Spartacus. Avevo un accordo con suo zio Glabro e in cambio avrei avuto la presidenza. Era il mio sogno da bambino ma ho dovuto prendere il posto di mio padre come professore di storia. Io e mio padre eravamo diversi, lui si accontentava del suo ruolo mentre io miravo a cose più grandi. Mi servivano solo due cose per diventare preside: un ragazzo che mi rappresentasse e vinceva nei giochi e...il favore di uno che sarebbe diventato sindaco.
Non era semplice: Crisso era lo studente che mi rappresentava e nei giochi era molto bravo e amato ma gli mancava qualcosa mentre Glabro...mi riteneva una nullità.
- I nostri amati ospiti stanno arrivando– disse una voce alle mie spalle.
Mi girai e i miei occhi si posarono su mia moglie, Lucrezia, professoressa di italiano. I suoi lunghi boccoli rossi circondavano il suo viso pallido, i suoi occhi azzurri mi osservavano mentre le sue labbra formarono un sorrisetto, come se fosse un cacciatore pronto a giocare con la sua preda.
- Speriamo bene...ho bisogno del suo favore – e mi avvicinai a lei
– E l'avrai...uccidendo quel ragazzino -
- Ha del potenziale...possiamo sfruttarlo nei giochi -
- E Glabro? Rovinerai tutto cosi! -
- Fidati di me amore – dissi, prendendo il suo viso – Ho detto che possiamo sfruttarlo...e quando arriverà il momento...lo uccideremo– e le sorrisi.
- Crisso non ti basta? - mi domandò, quasi allarmata
– A Crisso manca qualcosa che Spartacus ha. Fine della questione – e la baciai, prima che riprendesse a parlare.
Lei iniziò a far scendere la mano fino a fermarla proprio lì, in mezzo alle mie gambe, iniziando a stringere la presa. - Lucrezia – sussurrai mentre lo stringeva più forte, eccitandomi sempre di più – Cerca di accontentare Glabro, chiaro? E Crisso...deve rimanere il tuo studente- mi sussurrò all'orecchio, mordendomi leggermente il lobo
– Certo... – risposi con un sorriso.
Sentì bussare alla porta e, mentre mi staccavo da Lucrezia, entrò Naevia, una bidella della scuola – Sono arrivati – disse, tenendo lo sguardo basso
– Falli accomodare nel mio studio – ordinò mia moglie.

Arrivammo allo studio di Lucrezia, situato nei piani alti della scuola. Era una stanza abbastanza grande, luminosa e piena di libri. Le pareti erano bianche ( come nel resto della scuola ) e c'erano quadri e alcune foto di noi e dei luoghi che visitavamo durante i nostri viaggi. Sulle due poltrone nere c'erano Ilithyia e Glabro. - Buongiorno – dissi con un finto sorriso
– Siamo solo di passaggio. Il ragazzino è morto? - mi domandò Glabro con arroganza.
- No. Morirà quando arriverà il suo momento. Intento sfruttarlo – dissi senza giri di parole, camminando per la stanza.
- Non erano questi i nostri accordi...voglio vedere il ragazzo -
- Seguitemi...Naevia, sai cosa fare -.
Naevia vece un cenno con la testa e andò via, seguita da Glabro e da me mentre mia moglie e la “Vipera Bionda” rimasero a parlare tra di loro. Il tragitto fino ai sotterranei fu silenzioso e tranquillo, non avevo voglia di parlare con quel tipo, mi serviva solo per diventare preside. Arrivammo ai sotterranei: erano due corridoi illuminati da luci blu, le pareti e il pavimento erano fatti di pietra grigia. - E qui dentro – dissi, indicando la prima porta.
 Glabro entrò senza dirmi niente, anzi, lanciandomi un occhiata piena di acidità. Non lo sopportavo ma era necessario farmelo amico, avevo notato lo sguardo di Solonio mentre parlavo con Glabro, non riusciva a capire come aveva fatto un tipo come me a far amicizia con una persona importante. Doveva avere paura...perché lui avrebbe lasciato presto il suo ruolo, anni a fare lo sbruffone su di me...meglio che iniziava a fare le valigie.
La scuola di Batiato... suonava bene.
Ritornai da Lucrezia e Ilithyia, intente a guardare dalla finestra che dava sul cortile.
- Vi state godendo lo spettacolo? - dissi, avvicinandomi a loro
– Si – squittì Ilithyia – risveglia tutti i sensi questo panorama -
- La scuola da molti piacere – disse mia moglie con un sorriso
– Come fai a non impazzire con tutti questi bestioni? Impazzirei a vivere qui! - e ritornò a guardare fuori.
- Puoi ritornare quando vuoi, le nostre porte sono aperte – dissi con un sorriso.
Più andavo nei favori della biondina e più avevo possibilità con Glabro – Magari! Sarebbe un onore averti – continuò mia moglie, guardandomi con aria complice.
- Ci penserò su – disse Ilithyia, senza staccare gli occhi dalla finestra.
Passarono pochi secondi e Glabro ritornò con un sorriso felice – Andiamo – disse alla moglie
– Per quando riguarda... - iniziai a dire ma Glabro mi fermò
– La prossima volta – e andò via, seguita da sua moglie.
- Che modi! - borbottò mia moglie
– Se ne pentirà un giorno – dissi a denti stretti.

Passarono due giorni e finalmente arrivò il giorno del test finale sui nuovi arrivati.
Molti avevano molte speranze di superarlo mentre altri sarebbero morti al primo istante. Su un ragazzo non ero per niente sicuro...Spartacus. Dopo l'incontro con Glabro, era diventato una belva e senza un po' di controllo sarebbe stato difficile tenerlo come studente. Avevo ricevuto dal Maestro un braccialetto, dicendo che lo teneva il ragazzo ogni secondo e per poco non si ammazzava per prenderlo. Decisi di chiamarlo e di parargli. Camminavo avanti e indietro nel mio piccolo studio quando le guardie arrivarono con Spartacus. Feci cenno alle guardie di lasciare lo studio e rimasi solo con lui. Lo guardai attentamente, girandogli intorno – Vorrei una spiegazione...del tuo comportamento – dissi, fermandomi davanti a lui.
- Non c'è nessuna spiegazione...odio stare qui! Preferisco morire - e mi guardò come se volesse uccidermi
– Non è colpa mia se sei qui e non penso che tu voglia morire -
- Perché? Almeno mi libero di voi! -.
Lo guardai per un attimo e poi mi avvicinai alla mia scrivania, aprì il cassetto e presi il bracciale di pelle – Ieri...durante gli allenamenti...tentavi di prendere questo – e gli mostrai il braccialetto.
Gli occhi di Spartacus mi guardavano confuso e poi si spostarono sul braccialetto che tenevo in mano. - Lo rivoglio! - disse infuriato
– Certo ma prima voglio sapere perché è importante. Forse...è della tua ragazza? -.
Spartacus annuì – Mi hanno allontanato da lei...-
- Capisco...possiamo trovare un accordo – e mi avvicinai a lui, ridandogli il bracciale.
- Accordo? -
- Tu diventi il mio studente. Mi rappresenterai nei giochi e mi aiuterai a diventare preside e io...porterò la tua ragazza qui -
- E possibile? - mi domandò, stringendo a sé il bracciale
– Certo. Può diventare una bidella e stare con te – e gli sorrisi mentre il ragazzo annuì per la seconda volta – bene...mi impegnerò e spero che tu farai lo stesso. Supera la prova di oggi – e richiamò le guardie, i quali portarono via Spartacus.
Avrei portato qui la ragazza...ma a modo mio.

Calò la sera e tutti, io e gli altri professori, eravamo nel cortile per vedere le prove.
La prova funzionava cosi: un nuovo arrivato sfidava uno dei nostri studenti e se riusciva a difendersi e a non morire, entrava a fa parte della nostra scuola.
- Pronti...via! - gridò Il Maestro.
I primi due iniziarono a combattere: uno era Gneo e l'altro era Varro. Si trovavano al centro esatto del cortile, Gneo usava una lunga catena mentre Varro usava un fucile. Indossavano una canotta grigia e un paio di pantaloni neri. Sul braccio destro di Gneo si poteva notare il tatuaggio della scuola, una lupa con sotto MC ( Marco Crasso ). Osservai Varro: ero sicuro che poteva superare la prova. Gneo fece roteare la catena per poi lanciarla contro il fucile di Varro, riuscendo a prenderla e tirarla via. Il ragazzo rimase a mani vuote mentre la catena lanciava in aria il fucile che atterrò sulla sinistra di Varro. Poi, lanciò di nuovo la catena verso Varro, mirando verso il suo collo ma Varro riuscì a schivarla, rotolando verso la sua sinistra, riprendendo il fucile. Prese la mira e sparò, colpendo il braccio destro di Gneo.
- Stop! - gridò Il Maestro – Varro...hai superato la prova! -.
Dopo Varro, toccò a un altro ragazzo, non conoscevo nemmeno il suo nome, ricordavo solo che tremava dal primo giorno. Sembrava una vera e propria femminuccia, non riusciva a tenere in mano nemmeno la pistola. Il suo sfidante era Barca. Appena Il Maestro disse “Via”, Barca iniziò a correre verso il ragazzo, dandogli il bastone dritto in testa, squarciandola.
E poi...toccò a Spartacus.
Spartacus contro Crisso.
Lo scontro iniziò. Sia Spartacus che Crisso avevano una pistola. Crisso mirò contro il braccio di Spartacus e sparò ma Spartacus si chinò appena in tempo e sparò contro la gamba di Crisso. Lo scontro era molto eccitante. Crisso saltò mentre Spartacus gli andò addosso, dandogli un pugno in faccia. Sangue uscì dal naso di Crisso, il quale non si arrese ma tirò un calcio dritto allo stomaco. Spartacus si chinò per il dolore e Crisso approfittò di quel momento per dargli una gomitata sulla schiena, facendolo cadere a terra. Iniziai a trattenere il respiro, doveva farcela, avevamo preso un accordo. Per un momento Spartacus restò fermo e Crisso era pronto per sparlarlo ma...Spartacus, veloce come un fulmine, afferrò la caviglia di Crisso, facendolo cadere a terra. La testa di Crisso sbatté forte a terra mentre Spartacus cercò di picchiarlo ma -Stop! Spartacus...hai superato la prova! -.
Battei le mani, felice come non mai.
Dopo le prove, tutti i nuovi arrivati ricevettero il tatuaggio, diventando studenti della scuola di Crasso.

 "Dedico il mio corpo, la mia mente, la mia volontà, alla gloria di questa scuola e agli ordini del nostri preside, Crasso, sopporterò di essere picchiato, legato, bastonato, colpito da un proiettile, per perseguire l'onore nei giochi"
 

Angolo autore

ecco qui la seconda parte :D
Finalmente diventano anche loro studenti della scuola di Crasso e ricevo il tattuaggio v.v 
Qualla Vipera Bionda inizia a mettere occhio ai studenti e notiamo che Lucrezia e molto presa da Crisso :3 
Alla prossima ^^ 

  
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