Quando avevo deciso qualche mese fa di andare a vivere da sola non avevo pensato al fatto che avrei dovuto anche andare a fare la spesa per conto mio, proprio non mi era passato per l'anticamera del cervello, forse non la ritenevo una cosa importante.

"Ma dove cazzo avevo la testa?"

Occupa un sacco di tempo.

"Biscotti..... al cioccolato, che buoni."

Prendo il pacchetto e lo metto nel cestino. Vado verso il banco del pesce e guardo cosa c'è.

"Brrrr quello fa impressione, sembra che mi stia fissando col suo occhio da pesce morto."

Mi vibra il cellulare in tasca di colpo.

"Cazzo che spavento!"

Lo prendo in mano e rispondo.

«Pronto?»

«Elena?»

«No, mago merlino»

"Tu che stai dall'altra parte del telefono, dovrei chiederti io chi sei visto che tu hai fatto il mio numero spero non a caso."

«Ciao senti potresti.. cosa hai detto?»
«Niente, chi sei?»
«Sono Paul, Ele!»

«A..... scusa, come stai?»
«Bene..... tu?»

«Bene»

Il tizio del banco del pesce arriva.

«Ok, ehm.... mi serve un favore grosso»

«Dimmi»

Mi sta guardando male.

«Hai presente i One Direction?»
«Sì, perché? Un'orata, grazie»

«Gliela pulisco?»
«Sì, grazie»

«Ele?»
«Cosa?»

«Io non vendo pesce»
«Non dicevo a te, sono a fare la spesa ok? Non è colpa mia se mi chiami nei momenti sbagliati»

«Ok, non importa»

"A grazie, non importa."

«Dovresti venire a darmi una mano con i ragazzi, mi fanno disperare, tu forse riusciresti a calmarli»

«Non faccio la guardia del corpo»

«Però fai la baby-sitter»

«La faccio finché non trovo un lavoro da insegnante, ok? E poi loro non hanno dai 2 ai 6 anni Paul!»

«Mentalmente sì ok? Sembrano dei bambini dell'asilo! Mi serve una mano!»

«Paul mi spieghi che aiuto ti posso dare? Porca trota!»
«Vuole anche una trota?» mi chiede il commesso.

«No no» lo guardo stranita e scuoto la testa.

«Elena tu vieni qui!»
«Non so nemmeno dove cazzo sei»

«A Milano!»

«A.....»

«Muoviti!»
«Ma oh!! Calmati!! Io non vado da nessuna parteeeee»

«Tu vieni adesso! O ti vengo a prendere io!»
«Non ci provare sai, ti prendo a sberle!»

«Dai cazzo! Mi serve una mano!»

Sento un rumore assordante dall'altra parte del telefono.

«E quello che è??» urlo per farmi sentire.

«È Harry che ha messo la musica a pala e sta ballando come un coglione con gli altri!!»

«Buona fortuna!»
«Buona fortuna un cazzo! Tu vieni qui a darmi una mano!»

«Arrangiati!»
«Signorina ha finito di urlare??» mi urla il commesso che è da un pezzo che ha il sacchetto del mio pesce in mano e sto facendo coda.

«No!!»

«Prenda il pesce almeno!»

«Elena per favore! Vieni subito!»

«Ok!» prendo il pesce.

«Perfetto! Muoviti!»

«No aspetta! Non dicevo a te! Paul? Rispondi! Paul!»

Suona occupato.

Riattacco anch'io e metto il cellulare in tasca.

"Baby-sitter ai One Direction. Ma ti pare? Che cazzo ha in testa mio zio?"

Provo a chiamarlo ma non risponde.

Pago, torno a casa, mangio, preparo una valigia, la carico in macchina e parto.

"Chi ha inventato il termine guida spericolata non ha mai visto come sto guidando io adesso."

Sto andando a 200 all'ora facendo slalom sta le altre macchine che mi suonano con i loro stupidi clacson.

Non so perché sto andando veloce, forse perché voglio dire due paroline a bel mio certo zio col nome che inizia per P e finisce per L.

"Cazzo, porca paletta, togliti dai coglioni lumaca!"

Supero anche questa macchina e continuo.

Probabilmente gli autisti mi stanno sclerando dietro in questo momento.....

Arrivo all'uscita dell'autostrada e poi proseguo.

Paul mi aveva mandato un messaggio con la via, il numero e il nome dell'albergo di dove erano alloggiati i ragazzi.

Sono costretta a frenare bruscamente fino a fermarmi.

"E queste?"

Una moltitudine di gente, la maggior parte ragazze, stanno urlando davanti all'hotel occupando entrambe le carreggiate.

Urlo fuori dal finestrino.

«Hey voi tizie belle! Devo passare!»

Nessuno che mi caga.

«Toglietevi!»

"Minchia ma sono sorde o cosa?"

«Cazzo! C'è Harry Styles solo soletto che passeggia dietro l'angolo! Minchia che figo!»

Tutto il gruppo comincia ad urlare e correre verso l'angolo che ho indicato.

"Se mi rigate la macchina scendo e vi meno."

Percorro la strada momentaneamente libera e parcheggio l'auto davanti all'albergo.

Entro.

"Cazzo che lusso, quante stelle è?"

«Desidera?» mi chiede il tizio dall'altra parte del tavolo.

«Ecco.. qui alloggiano i One Direction giusto? Paul..»

«Scusi signorina ma nessuno può vederli, quindi è pregata di uscire..»

"È no è! Hai presente quanta strada ho fatto io per arrivare qui anche se non ne avevo voglia?"

«Senti bello, sono la nipote di Paul, hai presente?»

«Non ci casco carina.»

«Senti, allora o mi lasci passare»

«O cosa?»

«Non lo so! Ci sto pensando ok? Non può venirmi in mente tutto così velocemente, pretendi un po' troppo! Ecco ci sono. O ti faccio licenziare»

«E come?»

«E che ne so, devo pensare anche a quello?»

«Elena!»

Mi giro.

«Paul!»

"Posso picchiarlo qui davanti a tutti o in un angolino scuro?"

Faccio un finto sorriso.

«Finalmente sei arrivata!»

«È già»

«Il signore conosce la ragazza?» chiede il tizio dell'hotel.

"Adesso non mi butti più fuori è?"

«Sì sì, è mia nipote»

«Oh mi scusi signorina, io non sapevo..»
"Ma vai a farti fottere."

«Non importa»

E mentre il tizio continuava a scusarsi Paul mi porta verso la suite dei ragazzi.

«Ho la macchina parcheggiata fuori»
«Ok, scendo nella hole e dico di mettertela nel parcheggio»
Gli do le chiavi.

«Allora, prendi l'ascensore e vai all'ultimo piano che è tutto per i ragazzi. Buona fortuna»

Vedo Paul allontanarsi per sistemare la "questione macchina".

Entro nell'ascensore e raggiungo l'ultimo piano.

"Quanti cazzo di piani sono? Non finiscono più."

Finalmente arrivo a destinazione, esco dall'ascensore felice di mettere piede fuori da quel coso mobile.

Una volta quando ero piccola mi ero bloccata dentro..

Subito davanti a me c'è una porta, l'unica porta, a destra e a sinistra ci sono pareti.

"Sembra di stare in una scatola."

Busso e la porta si apre da sola.

"Ops, era solo socchiusa."

Entro e, casino a parte, non vedo nessuno.

"Magari sono fuori.. ma quel buona fortuna di Paul.. non mi piaceva la sua intonazione di voce."

«Tre, due, uno.... via! Tutti addosso a Paul!»

Vedo cinque ragazzi che sorridevano felici come bambini sbucare fuori dal nulla in mezzo a quella confusione pazzesca di oggetti. Mi vengono incontro correndo e caccio un urlo.

«Ma..» disse Niall e si fermano tutti fissandomi in modo strano.

«Tu saresti?» mi chiese Zayn.

«Elena.. nipote di Paul.... mi ha chiamato lui...»

Sembro un robottino.

«Non ci ha detto che ha una nipote»

«Bé, ce l'ha»

«E chi ci dice che tu non stia mentendo?» interviene Harry.

«Paul, chiamatelo»

«Liam vi a cercare Paul» ordina Louis.

«Perché sempre io?»

«Perché sì»
«Non è una risposta»

«Vai!»

«Sei un rompi coglioni»

«Gne gne» mugugna Louis, poi torna a rivolgersi a me «Allora piccoletta, quanti anni hai? 10? Dalla statura si direbbe 5»

«Io direi 2» sbotta Harry ridacchiando.

"Non sono io che sono bassa, siete voi piuttosto che siete troppo alti."

«Cazzi miei»

«No no, non si dicono le parole» dice Niall.

«Ma vaffanculo biondo tinto»

«Biondo tinto a chi?»

"Cazzo ho sbagliato tasto."

«Al moro! A chi secondo te?»

«Fai la spiritosa?»

«Sì, problemi?»

«Sì!»
«Risolviteli bello»

«Bello a chi?»
«Preferisci brutto?»

«No»

«Che succede qui?» domanda Paul entrando velocemente.

«Questa ragazzina dice di essere tua nipote, vero o falso?»
«Rispondi!»

«Dai!»

«Muoviti!»
«E che è? Un interrogatorio?»

«Sì!» rispondono all'unisono i cinque.

«Sì lo è, che problema c'è?»

Si zittiscono tutti.

"Ecco, adesso chi è che ha ragione?"

«Perché è qui?» chiede Liam.

«Perché siete troppo vivaci, mi darà una mano lei a starvi dietro»

«Una.... babysitter?» chiede Zayn.

«Bingo! Sì, proprio così» dice Paul entusiasta.

«Ma noi non siamo piccoli!» esclama Harry.

«I bambini dell'asilo sono meno vivaci di voi quindi avete una babysitter. Domande?» dice Paul.

Niall alza la mano.

«No Niall, non puoi più mangiare quello che vuoi e quando vuoi»

Niall abbassa la mano triste.

Harry alza la mano.

«Harry non puoi andare a letto con la babysitter»

«Non volevo chiedere questo»

«Allora cosa?»
«Quanti anni ha?»

«20»

«Ok, posso andarci a letto?»

«No!»

«Ma lei dovrà pur mettermi a letto»

«Harry finiscila, hai gli ormoni troppo sotto sopra»

«Più sotto che sopra»

«Harry!»

«Sto zitto»

«Bravo. Visto che non ci sono altre domande auguro a Elena un buon lavoro. Inizierà subito e voglio che si trovi bene, intesi?»

«Sì»

«Bene. Elena, il lavoro è tuo, buona fortuna»

«Grazie»

"Ne avrò bisogno."