Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Lady Five    13/09/2013    1 recensioni
Mayu è cresciuta e, contravvenendo ai desideri di Tochiro, fa ad Harlock una richiesta a cui il capitano non riesce proprio a dire di no, perché, in fondo al cuore, anche lui ne è felice.
Ma lei non è più una bambina. E niente può più essere come prima.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La donna si muoveva lentamente sotto di lui, accarezzandogli la schiena nuda. Lui percepiva la morbidezza e il profumo della sua pelle, mentre le baciava le labbra, il collo, il seno pieno e sodo. Sospirando lei sussurrò il suo nome... Quella voce... Alzò la testa per guardarla in volto e incontrò due occhi che lo fissavano adoranti... due occhi color dell'ambra...

Balzò a sedere con un grido. La fronte sudata, il cuore impazzito, il respiro spezzato... Si guardò intorno in preda all'orrore.
Era solo. Non c'erano tracce di altre presenze nella stanza, oltre alla propria. Un sogno, era stato solo un sogno. Anzi, un incubo... Cioè, sarebbe anche potuto essere un bel sogno, se avesse riguardato qualcun'altra... chiunque altra... tranne lei! Non riusciva nemmeno a pronunciare il suo nome.
Cercò di calmarsi. Andò in bagno a sciacquarsi la faccia, bevve un bicchiere d'acqua, si sedette sulla solita poltrona osservando le stelle. E tentò di ragionare. Che cosa sono i sogni, in fondo? Esprimono le nostre paure più profonde... sì, ma spesso anche i nostri desideri... e non sempre hanno un significato letterale... si sogna una cosa, ma il senso è tutt'altro... Quindi, nel suo caso? Possibile che la sua parte irrazionale, emotiva, quella che aveva sempre combattuto e relegato in un angolo morto del suo animo, desiderasse di... insomma, di fare quello che aveva sognato? Non poteva nemmeno concepirlo. A meno di non essere diventato un mostro. Un vecchio pervertito. Quella cosa ha un nome ben preciso, ed è aberrante, un atto che l'umanità ha sempre condannato, fin dai suoi albori.
D'accordo, Mayu non era nemmeno lontanamente sua consanguinea, non era davvero sua figlia. Ma per oltre 20 anni per lui era stato come se lo fosse. L'aveva tenuta in braccio, l'aveva fatta giocare e addormentare, l'aveva consolata quando piangeva... Anche se ora era una donna, era sempre lei! D'accordo, non avevano mai davvero vissuto insieme. Non c'era stata tra loro la quotidianità di un vero rapporto padre-figlia. Anzi, a volte passavano anni, tra un loro incontro e l'altro... Ma questo non lo giustificava...
Improvvisamente, intuì anche perché non solo non aveva ancora parlato con Tochiro, ma aveva proprio evitato qualunque contatto con lui nelle ultime settimane. Aveva paura di lui. Paura che lui gli leggesse dentro e scoprisse qualcosa che non avrebbe dovuto scoprire. Che non avrebbe dovuto esserci affatto! E questo ben prima di quel sogno!
Harlock era sempre più disgustato di se stesso. Visto che quella sembrava la notte delle verità, senza pietà richiamò alla mente tutte le volte che il suo sguardo aveva indugiato un po' troppo su certi particolari... e non vi aveva dato importanza.
Sei diventato un essere orribile, perverso e moralmente indegno! E adesso cosa farai? Ti rinchiuderai qui dentro per non vederla più? La rimanderai sulla Terra? Lei, che è innocente, che non ha nessuna colpa di tutto questo? A parte essere così dannatamente bella. E intelligente. E simpatica. E dolce. E avere quegli occhi così vellutati, quella bocca così piena, e quel corpo da dea. Forse dovresti parlarne con qualcuno... Sì, ma chi? L'unico forse è il dottore... ma qui ci vuole uno strizzacervelli! No, niente di tutto ciò. Sei un uomo razionale, affronterai i tuoi incubi, te li terrai per te e nessuno ne saprà nulla. Soprattutto lei.
Guardò il suo whisky chiuso nella vetrinetta dei liquori. Quello di pessima qualità. Quello che ne bastano due bicchierini per sprofondare la coscienza nell'oblio... Aprì l'armadietto. Avanti, cominciamo subito, Harlock.

I giorni e soprattutto le notti successive furono un inferno. Più Harlock cercava di evitarla, più la sua fantasia si scatenava, suo malgrado. Più cercava di non pensarci, più la mente lo trascinava proprio dove non avrebbe voluto. E quei “sogni” tornavano a tormentarlo quasi ogni notte....
Questo nonostante Mayu svolgesse la maggior parte del suo lavoro lontano dalla sala comando, quindi in realtà incrociasse raramente il capitano. Il quale era particolarmente taciturno e intrattabile. Non volle nemmeno la compagnia di Mimeh, l'unica che sopportava quando aveva qualche preoccupazione. Ci mancava solo che anche lei capisse che cosa gli stava succedendo, e non aveva dubbi che l'avrebbe capito!
I membri dell'equipaggio erano perplessi, ma non più di tanto. In fondo, il capitano era sempre stato un tipo un po' strano, aveva spesso dei comportamenti incomprensibili, ma prima o poi tutto rientrava nella “normalità”. Mayu, invece, sembrava non essersi accorta di nulla. Quindi su di lei ebbe l'effetto di una doccia fredda quando Harlock le mandò a dire che non si sentiva troppo bene e quindi quella sera non avrebbero potuto cenare insieme. Si stupì prima di tutto perché non ricordava di averlo mai visto ammalato. Poi ci rimase male perché non glielo aveva nemmeno detto di persona. Non era da lui. Per lei quelle serate trascorse da sola in sua compagnia erano i momenti migliori della sua nuova vita: adorava la complicità che c'era tra loro, adorava vederlo sorridere, adorava sentirgli raccontare delle sue avventure e dei suoi genitori. Si disse che in fondo non aveva importanza, che avrebbero “recuperato” un'altra volta...
Cenò quindi con il resto dell'equipaggio e si ritirò subito nella sua cabina. Ma era preoccupata. Decise di andare a vedere almeno come stava, se avesse bisogno di qualcosa... Bussò alla porta, ma non rispose nessuno. Forse stava già dormendo... Si fece coraggio, spinse l'uscio e sbirciò all'interno. La stanza era immersa nella penombra, le luci erano spente... Quando riconobbe la sua sagoma ebbe un moto di spavento.
“Harlock!” gridò slanciandosi verso di lui.
L'uomo era seduto, con la testa riversa sul tavolo, un braccio ripiegato sotto il capo e l'altro abbandonato lungo i fianchi. Sembrava addormentato profondamente. Mayu lo scosse con delicatezza, chiamandolo, ma lui non si svegliava. Si guardò intorno e notò una bottiglia di whisky piena a metà sul tavolo e un'altra vuota per terra.
Che cosa ti sta succedendo, Harlock? Che bisogno hai di ridurti così?
Non ce l'avrebbe mai fatta a sollevarlo e metterlo a letto da sola. Decise di chiamare il dottor Zero con l'interfono. Il brav'uomo arrivò subito.
“Mi scusi per l'ora, dottore, probabilmente non è niente... però sarei più tranquilla se gli deste un'occhiata...”
“Ma certo, cara, hai fatto bene. Vediamo un po' cos'ha combinato 'sto benedetto ragazzo! Prima però stendiamolo sul letto.”
Mayu si affacciò sul corridoio e fermò uno dell'equipaggio che passava di lì proprio in quel momento. Con il suo aiuto, in tre riuscirono faticosamente a sollevare il capitano e sistemarlo sul letto.
Il dottore gli tastò il polso, gli guardò la pupilla, misurò perfino la pressione.
“E' tutto a posto, tesoro. Il capitano ha solo bevuto troppo, e dell'alcol di pessima qualità, per giunta. Si sveglierà con un mal di testa epocale, ma a parte questo, nessuna conseguenza. Non ti devi preoccupare, non è la prima volta. Anche se in realtà era un bel pezzo che non lo faceva... - aggiunse come parlando tra sé - Ti lascio un paio di aspirine per quando si sveglia. E chiamami in qualsiasi momento, se lo ritieni necessario, ma vedrai che dormirà come un sasso. Buonanotte.”
Mayu rimase sola nella stanza. Implicitamente, il dottore le aveva detto di restare con lui. Era combattuta. Poteva essere l'occasione che aspettava... ma lui non era cosciente in quel momento. E come l'avrebbe presa, quando si fosse svegliato? Magari non avrebbe gradito farsi vedere in quello stato da lei...
Al diavolo! Io rimango. E non ho nessuna intenzione di dormire sulla poltrona! Quel letto è così grande... ci staremo comodi tutti e due!
Non poteva dormire con la tuta, però, era troppo stretta. E non aveva voglia di tornare in camera sua a cambiarsi. Avrebbe potuto incontrare qualcuno, e non voleva dover dare spiegazioni. Aprì l'armadio di Harlock e trovò una t-shirt. Nera, ovviamente, e troppo grande per lei, ma come camicia da notte era perfetta. Controllò che la porta fosse chiusa. Sbirciò verso il letto. Lui dormiva profondamente. Allora si liberò in fretta degli abiti, indossò la maglietta e si infilò sotto le coperte.
L'ultima volta che era stata in quel letto doveva aver avuto 7-8 anni. Era stato subito dopo il suo rapimento a opera delle Mazoniane, quando non riusciva più a prendere sonno e aveva rischiato di morire. Anche allora l'aveva salvata Harlock che, grazie al misterioso intervento di suo padre, alla fine era riuscito a farla dormire. Aveva ancora bene in mente quando si era svegliata e l'aveva visto assopito sulla poltrona, dopo aver vegliato su di lei per tutte quelle ore. Mayu a quel ricordo, ancora così vivo nonostante gli anni trascorsi, si sentì venire le lacrime agli occhi. Perché era uno dei suoi tanti ricordi, dolcissimi, ma che non erano compatibili con i suoi attuali sentimenti e soprattutto rischiavano di tenerla separata per sempre da lui, imprigionandoli entrambi in ruoli appartenenti al passato.
Si appoggiò su un gomito e ammirò il suo profilo appena visibile nella penombra. L'aveva sempre trovato bello, malgrado il viso fosse attraversato da quella cicatrice, malgrado quella benda nera..., che però secondo lei (e, ne era certa, non soltanto secondo lei) lo rendevano maledettamente affascinante. Non era frequente poter osservare così da vicino i suoi lineamenti regolari, delicati, e nello stesso tempo virili, il naso diritto, la bocca ben disegnata... già, la sua bocca... La tentazione di approfittare della situazione per baciarlo sulle labbra, e non come al solito, era fortissima. Non sarebbe servito a niente, perché lui non se ne sarebbe nemmeno accorto, e forse era meglio così... però...
Stava ancora combattendo con se stessa, quando Harlock cominciò ad agitarsi e a parlare nel sonno, ma in modo confuso, come se stesse facendo un brutto sogno. Mayu lo scosse piano, tentando di calmarlo. Ma quando lo sentì pronunciare il suo nome, restò pietrificata. Dapprima pensò di non aver capito bene, che lui in realtà stesse chiamando Maya, la sua fidanzata morta tanti anni prima... strano, non avevo mai fatto caso a quanto i nostri nomi siano simili... ma dopo 2-3 volte, non ebbe più dubbi: era il suo nome che stava invocando, con una voce tormentata, con un'espressione di sofferenza sul volto.
“Sssh, sono qui - provò a sussurrargli - Che cosa c'è, Harlock? Sono qui, vicino a te...”
A poco a poco lui si quietò e sembrò riprendere un sonno più tranquillo. Mayu invece era turbata. Non riusciva a interpretare quanto era successo. Prima lui si prende una sbronza solenne, senza apparente motivo, poi si mette a chiamarla, ma come se la cosa lo facesse stare male... che significato poteva avere? Era soltanto l'effetto dell'alcol, o c'era sotto dell'altro? Non potendo darsi delle risposte, si avvicinò di più a lui, gli posò una mano sul cuore e cercò di addormentarsi a sua volta.

  
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