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Autore: xcarlots    13/09/2013    7 recensioni
Doth si fermò, smise di seguirla. Pensò che non aveva molto senso continuare, Marta non voleva, o forse, non poteva rimanere.
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aiuti sbagliati.
 
Si trovava in un vicolo buio e nonostante fosse pericoloso continuava a seguire Sasha per vedere cosa ci doveva fare con i suoi orecchini. Aveva paura, era tutto scuro, era pieno di pozzanghere a terra e ci girava brutta gente. Persone che la guardavano passando e le fischiavano dietro, persone che avrebbero potuto farle del male da un momento all’altro. Lui camminava, era strano, si guardava intorno. Era come se cercasse di nascondersi da qualcuno. Ad un tratto arrivò ad una farmacia, i vetri di quest’ ultima erano molto grandi quindi Phryne senza entrare poteva benissimo vedere ciò che succedeva e data la sua vicinanza al negozio poteva anche sentire tutto. Sasha entrò.
“Sono venuto per comprare quella cosa.” Disse misterioso Sasha.
Il commesso alzò gli occhi per guardarlo in faccia e gli chiese che cosa aveva per pagare. Lui prese dalla sua tasca un piccolo fazzoletto bianco in cui aveva riposto gli orecchini dopo averli accuratamente sottratti a Phryne. Il commesso si agitò e fece suonare 4 volte il campanellino che aveva di fianco. Sasha si preoccupò e gli chiese cosa stesse succedendo. A quel punto dalla casa di fronte al negozio uscirono due uomini armati ed entrarono. “Vattene.” Disse uno dei due spingendo Sasha contro il bancone.
Sasha era intimorito ma cercava di non farlo vedere. “Ehi, che ho fatto? Lasciami in pace.” Gli rispose Sasha allontanandosi da loro. Sasha prese fuori dalla tasca del suo vestito un coltello; uno dei due se ne accorse e disse all’altro di stare attento. Sasha lo mise ben in mostra, per spaventare quei ragazzi. Gli disse di allontanarsi da lui o li avrebbe colpiti, loro si allontanarono e Sasha riprese cautamente gli orecchini e uscì correndo dalla porta. A quel punto gli uomini iniziarono a seguirlo tenendo in mano le pistole.
Intanto Phryne continuava a seguirli. Anche lei prese in mano la pistola per essere più protetta. Phryne non li vedeva più poiché il vicolo era ‘nascosto’ da fumo.  Lei si guardava intorno per cercare di vedere qualcuno e si sentì uno sparo. In quel momento Phryne ebbe l’istinto di abbassarsi a terra e caricare la pistola. Iniziò a camminare in avanti tendendo in alto la pistola e dal fumo vide arrivare qualcuno.
“Phryne si fermi, la prego. Sono io, il suo amico. Sasha.” Disse tenendosi il braccio ferito.
A quel punto Phryne andò da lui, lo prese per il braccio ‘sano’ e senza dire una parola lo tirò via da lì.
“Nasconditi qui.” Disse Sasha indicando una botte di fronte ad una casa.
Lui si mise lì dietro, accovacciato.
Lei si mise di fronte alla botte, tolse la spilla che teneva la gonna del vestito chiusa in modo che si vedesse la giarrettiera, si abbassò il ‘cappotto’ luccicante e si spettinò i capelli.
Dopo pochi istanti i due uomini arrivarono da lei.
“Cercate compagnia?” disse lei riferendosi ai due uomini cercando di sembrare una prostituta.
Uno dei due prese l’accendino per illuminare la donna, volevano osservarla bene.
Intanto lei aveva il cuore che batteva a mille, ma rimaneva calma.
I due uomini continuavano a fissarle le curve. “Stiamo cercando un tipo. L’hai visto correre da questa parte?” chiese uno.
“No, in genere li vedo distesi.” Disse Phryne inarcando il sopraciglio.
Uno dei due uomini borbottò che non gli sarebbe servito a niente e continuò andando avanti per trovare Sasha, mentre l’altro, il peggiore forse si fermò lì.
“Quanto vuoi?” disse lui toccandola.
Phryne si stava innervosendo molto. “Tu quanto mi dai?” rispose lei guardando verso le sue parti basse.
L’uomo iniziò a slacciarsi la cintura. Phryne rigettò in gola la saliva e spalancò gli occhi.
L’altro uomo tornò indietro. “Ehi luke, che fai? Vieni qui.” Disse quest’ultimo con tono molto arrabbiato.
L’altro si riallacciò la cintura e senza fiatare seguì l’altro. Quando se ne andarono Phryne si fece avanti, si girò verso Sasha e gli porse la mano. Lui l’afferrò e si fece aiutare ad alzarsi. Per fortuna quel vicolo era a pochi isolati da casa Freeman così in poco arrivarono alla macchina di Phryne. Salirono e andarono a casa di Phryne.  Entrarono in casa e Phryne gli fece segno di sedersi sulla poltrona, in quel momento slacciò il vestito e rimase con una sottile canotta in lino e pizzo e gli abbinati pantaloncini. Lui la guardava, quasi sbavando. Phryne andò in cucina e tornò indietro con del disinfettante e un panno bianco. Lei andò sulla poltrona in cui si era seduto Sasha e si sedde in braccio a lui. Iniziò a medicarlo mentre fece delle domande.
“Perché hai rubato i miei orecchini?” gli chiese Phryne.
“Per pagare la cocaina…” disse lui rivolgendo lo sguardo al vuoto.
“Deve essere un vizio importante se rischi la vita per comprarla.” Disse Phryne inarcando il sopraciglio.
“Non pensare che sia un vizio. Non lo è. Però le mie ragioni sono personali.” Disse lui visibilmente dispiaciuto.
“Anche i miei orecchini lo erano.” Ironizzò lei. “Cosa avevi chiesto al farmacista?” chiese lei continuando a fasciargli il braccio.
“Volevo incontrare il re della neve. E’ lui che gestisce il traffico di cocaina in questa città.” Rispose lui accennando un sorriso finto mentre lei girò lo sguardo verso il suo.
“Scommetto che il marito di Lidia non era cosi entusiasta della danza. ” disse Phryne sorridendo.
“Me ne sono sempre fregato di John. Tu pensi che abbia una relazione con la tua amica ma è un errore.” Disse lui toccandole la canotta. Phryne in quell’istante finì di fasciargli il braccio. “… troppo timida per le mie attenzioni. Mentre tu…” Sasha inarcò il sopraciglio e si assicurò guardandola negli occhi che le fosse completamente d’accordo con lui. Lui le diede un bacio sulla mano. Lei si alzò. Lui fece lo stesso. Lui si avvicinò al suo collo e le diede un bacio. Lei chiuse gli occhi e sospirò. Dopo poco si trovarono nella posizione della fine del tango che avevano ballato insieme, però, questa volta, lui le diede un bacio appassionato e lei non si tirò indietro. La prese in braccio e la portò in camera.
Passarono insieme quella notte: fecero l’amore. Si addormentarono abbracciati.
Lui si svegliò prima, prese gli orecchini che erano dentro la sua giacca appoggiata sul tavolo, li appoggiò sul comodino di Phryne, si rivesti e senza farsi sentire se ne andò. Dopo un po’ si sveglio anche lei, guardò verso il comodino e notò che le aveva lasciato ciò che le era stato rubato la sera prima.
Ad un certo punto suonarono alla porta, lei si mise una vestaglia per coprirsi e andò ad aprire.
“Miss Phryne, sono stata licenziata senza referenze e ho bisogno della donna di cui mi parlava.” Disse Doth piangendo. Phryne la fece entrare. “Siediti e raccontami tutto.” Disse Phryne sedendosi senza mai perdere il sorriso.
“La polizia mi ha fatto tante domande fino a sfinirmi.” Disse piangendo. Sospirò e continuò a spiegare. “Io sono cattolica e non ho potuto mentire. Mi hanno chiesto che uomo fosse, come trattava il personale e domande di questo genere. Gli ho detto la verità. Gli ho detto che allungava sempre le mani, che aveva provato a spassarsela con me la sera prima e che aveva fatto lo stesso con Martha che per questo motivo se n’era andata.”
“Martha è stata messa incinta dal suo datore di lavoro? John Freeman?” disse Phryne sbarrando gli occhi.
Doth annuì. In quell’istante capì la lettera che aveva trovato tra le cose di Martha all’ ospedale. Capì che lui cercò di raccomandarle un uomo per farla abortire.
Phryne si alzò di scatto, disse a Doth di aspettarla e corse in camera. Si vestì e si truccò. Si mise il cappello.
“Doth, vieni con me.” Disse Phryne a Doth che era seduta ad aspettarla. Le due signorine uscirono e si recarono all’ ospedale. Entrarono dentro la stanza di Martha che per fortuna si era ripresa e stava bene.
Si sistemarono vicino al suo letto e le chiesero come fece ad arrivare all’uomo che l’aveva ‘operata’.
“Fu Marie ad aiutarmi. Mi fece entrare dentro un furgoncino e mi portarono in un luogo che non avevo mai visto. Non so dove fosse. Ho sentito odore di cibo, di pane caldo, credo.” Martha si interruppe un attimo. Sospirò, sbattè un paio di volta le ciglia per trattenere le lacrime. “Aveva detto di essere un dottore e io mi sono fidata.” Conclusero lì la conversazione perché l’orario delle visite era finito e Martha doveva riposare.
Tornando a casa Phryne si fermò con la macchina davanti al bagno turco. Diede delle indicazioni a Doth per scoprire delle cose e lei accettò di aiutarla.
Doth andò al bagno turco, dentro l’ufficio di Marie. Non fece in tempo a dire parola che Marie la riconobbe. Si alzò in piedi. “Oh no.. non dirmi che anche tu? John Freeman?” chiese Marie. Doth annuì.
Nel frattempo Phryne andò a prendere Sophia a casa e la portò al bagno turco per farla rilassare un pochino.
Anche loro arrivarono. Si misero a bordo della piscina caldissima. Sophia la ringraziò per averla portata con lei. Cosi poteva passare un pomeriggio abbastanza in tranquillità.
“Mi dici qualcosa degli affari che trattava tuo marito?” chiese Phryne avvicinandosi a Sophia.
“Purtroppo non abbastanza. Non sono molto brava con i calcoli, ma ora dovrò prendere in mano la sua azienda.” Mentre Sophia rispondeva, Phryne versava del the.  “Senza zucchero, grazie.” Disse Sophia.
Da quelle parole, Phryne iniziò a capire…

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Ohilà :) il mistero piano piano inizia a dare le sue riposte uhwu ♥
che ne pensate di questo capitolo? Fa schifo?
Lasciate una recensione scrivendomi ciò che ne pensate! :)

un bacio, carlots♥
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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