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Autore: Faboulouis_    13/09/2013    3 recensioni
PREQUEL DI "SCHOOLMATES"
Sentii la porta della classe aprirsi, mentre la Thomas iniziava a blaterare date e luoghi collegati a un certo signor Gower.
< Alla buon'ora signor Horan! > disse stizzita la Thomas.
Horan.. avevo già sentito quel cognome. Ah, si il nuovo arrivato. Non lo avevo mai visto, eravamo sempre stati ai poli opposti della classe.
< Si sieda. L'unico posto libero è vicino alla signorina Garroway >
Oh cazzo cazzo.
WHY?
Sentii la sedia accanto a me strusciare sul pavimento e qualcuno sedercisi, stravaccato. Io non osai alzare gli occhi dal mio favoloso, glitterato e soprattutto LILLA quaderno.
Fai finta di niente Garroway, fai finta di niente e sarai ricompensata.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                     * con i banner non ci so fare,rassegnatevi*

Sognavo un gelato.

Si, un gelato. Alla nutella e biscotto.

Con tanta panna.

Non si scioglieva ed era illuminato da una luce che sembrava divina. Avvicinai la lingua per leccarlo, per assaggiare quel cibo sublime, ma la luce “ divina” iniziò ad aumentare e aumentare sempre di più, fino a quando...

< AAAAAAAAAMYY! >

Caddi dal letto, sbattendo la testa vicino il comodino.

< Am, sent... > iniziò una voce fastidiosa.

Poi quella voce iniziò a ridere, tanto e forte.

Mentre mi rialzavo, dolorante, massaggiandomi la testa, Chaelse se la rideva alla grande, praticamente stesa sul pavimento.

< Sisi, ridi, ridi, vedrai cosa ti farò quando il mio povero cervello ammaccato si rimetterà a posto! >

< Sis...HAHAHAHAAH immagino HAHAHA, sei caduta dal letto HAHAHAH >

< Hai finito? > chiesi infastidita.

Lei si rialzò da terra e mi guardò negli occhi.

< Si, ho finit...HAHAHAHAHAHAHAHAH >.

Sospirai. Era una causa persa.

< Che ore sono Chaelse? >

< Le cinque e mezzo! >

< Le cinque e mezzo?!?!?! Ma cazzo mi svegli a quest'ora? Ora la mia giornata di scuola sarà un disastro. Bene >

< Senti, avevo bisogno di un consiglio urgente. >

< E certo, perché questa minchia di consiglio non poteva aspettare due ore, nono. Il colore della meche che ti farai per far colpo su Styles era una questione di vita o morte,ovvio. >

Lei rimase un po' in silenzio.

< Come facevi a sapere cosa dovevo chiederti? >.

Alzai gli occhi al cielo.

< Ti conosco da quando eravamo in fasce. Anche allora avevo istinti omicidi verso di te come ne ho ora >.

< Oooh, ma come sei esagerata! Tanto prima o poi ti saresti dovuta svegliare, che cambiano un paio d'ore? >

< Una decina di 'Vaffanculo' in meno ai prof, ma va bene lo stesso, tranquilla > dissi, ironicamente.

< Davvero? Non sei arrabbiata con me? >.

La guardai male.

< Sai a volte dubito che noi due ci conosciamo da quando eravamo in fasce. Secondo me ti hanno scambiata con qualcun'altra al nido >

< Oh, vaffanculo Amy! >

< Ehi, a quest'ora solo io posso mandarti a fanculo > e poi, senza dare ascolto alle sue lamentele, mi misi sotto le coperte e piano piano ritornai al mio bel gelato.

 

2 ore dopo

 

< Amy? Amy! Svegliati o farai tardi a scuola >. Una voce dolce e senza tempo mi stava sussurrando all'orecchio quelle parole. Era per caso il principe azzurro dei miei sogni?

Aprii lentamente gli occhi e mi ritrovai il faccione di mio padre davanti che mi sorrideva sornione.

Beh, non era bello quanto il principe azzurro dei miei sogni, biondo e occhi azzurri in cui perdersi, ma era un inizio.

E soprattutto era il mio dolce paparino che mi preparava la colazione e mi accompagnava quasi tutte le mattine a scuola.

Cosa vuoi di più dalla vita, Amy?

No, il Lucano non mi piace.

Mi stiracchiai e poi tirai un urlo.

Nell'ombra della mia camera, sulla poltrona davanti il letto intravidi una figura.

Una figura infuriata.

< Ti sei addormentata mentre parlavo. > constatò la figura infuriata.

< Ah,si? Non me ne sono accorta, eheh > risposi io, cercando di sgattaiolare fuori dal letto il più presto possibile.

Riuscii a uscire dal groviglio delle lenzuola e ero sul punto di filarmene dalla stanza e chiudermi la porta alle spalle, ma inciampai in qualcosa.

Sbattei le ginocchia a terra, ma mi riparai la parte superiore del corpo con le braccia.

Di nuovo le risate di quella disturbata mentale.

Sbuffai sonoramente per far capire il mio disappunto e scesi le scale,affamata.

Dopo una colazione abbondante ( non lasciai niente alla figura infuriata/ disturbata mentale, per ripicca, ma poi venni a conoscenza del suo già avvenuto rifocillamento e quindi non potei vendicarmi.

Certo che parlo peggio di una suora.

Le suore parlano così? Non credo,no.) mi infilai frettolosamente una felpa e dei leggins e con Chealse, andai a scuola.

Faceva piuttosto freddo per essere l'inizio di ottobre.

Le foglie, di tutti i colori in quel periodo, ci accompagnarono nel tragitto e il loro fruscio mi cullava mentre mi perdevo nei pensieri. Era l'unica cosa che più mi piaceva dell'autunno, per il resto era un mortorio.

Salutai papà, che ci aveva accompagnate, con un bacio, e chiusi la zip della felpa appena uscii dalla macchina, colpita dal vento sferzante.

Io e Chaelse avevamo fatto pace con uno sguardo e un sorriso, non eravamo tipe litigiose, noi. Ci salutammo all'entrate e ognuna andò verso la classe del proprio corso. Io avevo inglese, in prima ora.

Lì, stranamente, non avevo fatto conoscenza con alcuno.

Certo, che la Nutella è peggio di una droga. Il cervello te lo spappola proprio,bah.

Arrivai nell'aula, dove, dicevo, non avevo nessuno come amico, solo qualche conoscente con cui avevo scambiato qualche parola.

L'ultimo banco rimasto era uno in prima fila.

Ma tu guarda, che fortuna.

Mi ci sedetti, sconsolata. Era vuoto, ero pure sola.

E che dovevo aspettarmi? Se non mi mostravo estroversa, nessuno avrebbe voluto condividere qualcosa con me.

< Buongiorno ragazzi! > entrò la prof, con la sua solita valigetta traboccante di fogli e quaderni. Ci alzammo in piedi e ci risedemmo subito dopo. Io aprii il mio quaderno per prendere appunti, anche se la maggior parte delle volte facevo disegnini inutili sul bordo.

Sentii la porta della classe aprirsi, mentre la Thomas iniziava a blaterare date e luoghi collegati a un certo signor Gower.

< Alla buon'ora signor Horan! > disse stizzita la Thomas.

Horan.. avevo già sentito quel cognome. Ah, si il nuovo arrivato. Non lo avevo mai visto, eravamo sempre stati ai poli opposti della classe.

< Si sieda. L'unico posto libero è vicino alla signorina Garroway >

Oh cazzo cazzo.

WHY?

Sentii la sedia accanto a me strusciare sul pavimento e qualcuno sedercisi, stravaccato. Io non osai alzare gli occhi dal mio favoloso, glitterato e soprattutto LILLA quaderno.

Fai finta di niente Garroway, fai finta di niente e sarai ricompensata.

Raramente sono stata seduta al banco con un ragazzo, forse perché non ne ho mai incontrato uno con cui avevo un certo feeling, per intenderci.

La lezione continuò, senza altre distrazioni. Di sottecchi mi accorsi che Horan guardava l'orologio ogni cinque minuti con impazienza.

Aveva un appuntamento galante per caso?

Iniziò a sfogliare rumorosamente il libro e i miei nervi persero il proprio autocontrollo.

< Hai finito? Vorrei seguire la lezione se non ti dispiace > dissi brusca, anche se non avevo sentito nulla di tutto quello che aveva detto la Thomas fino a quel momento.

Sentii una risatina soffocata.

Ora si prendeva anche gioco di me? Ma chi si credeva di essere?!

< Non c'è nulla da ridere > dissi imperterrita.

< Ridevo perché so che non hai nessuna intenzione di seguire la lezione, ma avevi troppa voglia di parlarmi e quindi ti sei inventata una scusa. >

Stavo per rispondergli che non avevo nessuna minchia di voglia di parlare con un arrogante, spocchioso, tutto sicuro di sé come lui, ma feci l'errore di alzare il capo e di guardarlo, finalmente.

< Oh, merda. Sei tu >

Lo avevo detto a voce alta?

Lui rise, di nuovo.

< Tu? Tu chi? > chiese confuso, ma divertito.

Già, tu chi? Il principe dei miei sogni ecco chi. Ma non volevo contribuire ad aumentare il suo ego, quindi mentii.

< Pensavo fossi uno che conosco, ma mi sbagliavo. Non è arrogante come te. > gli risposi,altezzosa.

< Si, ma mi trovi comunque carino, non è vero? >

< La smetti di fare quello tutto pieno di sé? O sei così per natura? Madre Terra non sapeva proprio dove mettere tutta l'arroganza di questo mondo e l'ha data a te? >

Horan rise di nuovo.

< Signor Horan, cos'è che la fa ridere così tanto, sentiamo >

Meddina.

< La mia compagna di banco mi considera arrogante >

Oh, ma questo è proprio idiota.

Tutta la classe però rise. Davano ragione a me, ovviamente.

Solo la Thomas non rise, ma lo guardò con aria ancora più truce.

< Penso che la signorina Garroway abbia ragione. E ora, se non le dispiace, la pregherei di stare in silenzio o quella è la porta >

Horan alzò la mano in segno di scuse e ritornò a sfogliare il libro.

< Come ti chiami di nome? > mi chiese dopo poco.

< Per te solo Garroway >

< Ohoh, sensibile la donzella >

< La donzella? > domandai scioccata. Solo io chiamavo le mie amiche così. Come aveva potuto rubarmi il nomignolo, ignobile folletto.

Però era maledettamente uguale al mio Principe. Capelli biondi, anche se probabilmente finti, ma sono dettagli. Sorriso smagliante e da svenimento. E quegli occhi, occhi azzurri più del cielo e del mare stessi, infiniti, limpidi, meravigliosi.

Odiavo sentirmi così vulnerabile, ma scoprii di esserlo davanti a lui.

< Si, donzella. Non ti piace come nomignolo? >

< Preferisco Amy >

< Oh, vedi che non era difficile dirmi il tuo nome? Comunque io sono Niall >

Niall. Che nome bizzarro.

< Hai un accento strano > dichiarai.

< Sono irlandese, ma mi sono trasferito qui da poco >

Mi sorrise. Con gli irlandesi c'entravano i folletti, no?

Ecco perché ci somigliava tanto, a un folletto.

< Assomigli a un folletto > dissi di getto.

Lui rise ancora più forte di prima.

Già adoravo la sua risata. Era fragorosa, ma tanto contagiosa e cristallina.

< Signor Horan, ma cosa c'è di così divertente?! >

La Thomas stava sbroccando, al riparoo.

< A questa sono sicuro che riderà anche lei! > disse Niall.

< Sentiamo,allora > disse, spazientita la prof.

< Amy ha detto che somiglio a un folletto! >

Altre fragorose risate.

La Thomas era una statua di marmo.

Dio, un po' di vita donna!

< Visto che avete tanta voglia di conoscervi, perchè non ve ne andate a fare un passeggiatina tutti e due, fuori dalla mia classe?! >

Mi stava sbattendo fuori dalla classe. Nessuno aveva mia osato farlo.

La mia furia omicida, oh Dio, Amy reprimi la tua furia omicida verso tutti.

Niall si alzò come se niente fosse e salutò la prof con un sorriso bellissimo. Io, ancora un po' impietrita, mimai un ' scusi' per la professoressa e uscii, seguendo Niall.

< Io ti uccido, come minimo, sai Horan?! >

< Ti ho detto il mio nome, potresti anche iniziare a chimarmi Niall >

< Non mi interessa chiamarti, perché non voglio parlarti mai più, ok? OK. >

< Prima volta che ti sbattono fuori da una classe? >

< Non mi hanno sbattuto fuori, solo chiesto di fare una passeggiata >

Minchia dico? Nemmeno io ci credevo.

< Si HAHAHA certo, e io sono davvero un folletto che può esprimere i tuoi desideri >

< Magari > sussurrai.

< Magari? > ripetè lui, alzando un sopracciglio.

Ma non sapevo sussurrare io o questo aveva l' udito di Edward Cullen, scusa?

< Magari, così ti farei sparire dalla mia vista! > esclamai irritata e volgendomi per andare verso il bar della scuola.

Già sentivo odore di cornetti appena sfornati, e sinceramente, il cibo era l'unico che avrebbe potuto tirarmi su il morale.

Passi affrettati mi raggiunsero e il folletto si accostò a me.

< Non ti scolli mai, tu eh? > gli chiesi, quasi divertita.

< Veramente non volevo farti sentire la mia mancanza >

rispose, il figo.

< Certo, folletto. Basta che tu ci creda >

Arrivai al bancone del bar.

< Un cornetto alla marmellata, per favore > ordinai.

< Due. > disse il folletto.

Ormai avevo perso le speranze nel vederlo andarsene e lasciarmi in pace, poi, proprio in quel momento, suonò la campanella e tutte le porte delle classi si aprirono e tutti gli studenti si riversarono nei corridoi, nei bagni e al bar.

Sfilai tra la fila di gente e Chaelse, che mi aveva visto, mi venne incontro. Dietro di me, come se fosse il mio cagnolino, o per meglio dire folletto, di compagnia c'era Niall.

< Ehi, Am... > Chaelse si bloccò, vedendo Niall che le sorrideva, addentando il suo cornetto.

< Lui è Niall, lei è Chaelse. Tanti auguri. Ora, possiamo andare? >

chiesi stufa degli sguardi che si stavano lanciando quei due. O almeno Chaelse li stava mandando.

< Piacere > disse Niall, con la bocca mezza piena.

Peggio di me, oddio.

< Piascere tutto mio... > sbiascicò Chaelse come fosse ubriaca.

< Si, beh ora Niall deve andare alla sua lezione e noi alla nostra vero Chaelse? >. Sperai che staccasse i suoi occhi da Niall per un secondo e che mi prestasse attenzione.

< Shi, penso di shi >.

La tirai per un braccio, mentre lei ancora frastornata dalla quella visione celestiale, staccava di malavoglia i suoi occhi da quelli di Niall.

< Ehi, aspetta > sentii il mio di braccio essere tirato dolcemente.

Era di nuovo lui. Ma c'era per caso il filo rosso della leggenda Cinese che ci legava per caso? No perché in quel caso, l'avrei tagliato.

< Cosa c'è? > dissi, spazientita.

Avevo lasciato Chaelse vagare da sola per i corridoi con una spinta.

Mi era bastato pronunciare il nome di Harry per farla tornare lucida e vigile,pronta al balzo.

< Mi chiedevo se... ti andava di essere amici >

< Amici? > chiesi, stupefatta e divertita allo stesso tempo.

< Si, sai due persone che si salutano, che parlano, che fanno cose insieme.. >

< So cosa sono due amici, idiota d'un folletto > risposi, ovvia.

Lui soffocò una risata.

< E' un si? >

< Ti sembra che chiamarti idiota voglia dire si? No perché allora ti chiamo rincoglionito e magar... >

< Shh! Parli troppo Garroway >. Mi aveva poggiato un dito sulle labbra, con un sorriso seduttore che mi stava sciogliendo.

< Vuoi essere mia amica, si o no? >

Le mie guance stavano chiamando da sole il 115. Andavo a fuoco.

Non avevo la forza, né la voce per parlare, quindi mi limitai ad annuire timidamente.

< Bene, allora ci vediamo alla prossima lezione, donzella >.

Avvicinò le sue labbra alla mia guancia e ci lasciò un bacio appena accennato, ma per me era stato peggio di un bacio in bocca, con la lingua, mischiato a morsi, saliva, slinguazzamenti vari e chi più ne ha più ne metta.

Mentre Niall si avviava in un'altra classe e la campanella suonava di nuovo, io rimasi immobile sul posto, con le gambe tremanti, il suo profumo che aleggiava ancora nell'aria che mi circondava e il ricordo di quel dolcissimo bacio.

 

 

A' BELLI.
SCIAO.
FAAAACCIAMO TANTI AUGURI AL NOSTRO FOLLETTO PREFERITO! 
E' UN PO' TARDI PER FARLO, MA VA BENE LO STESSO. 
20 ANNI...WOW.
BEH E' CRESCIUTO BENE IL RAGAZZO, NO? EHEHEHE. 
ORA HARRY E' L'UNICO TEENAGER.

HAHAHAHAHAHHAAHAHAHAHAHHAH no.
BEH, COMUNQUE SPERO VI SIA PIACIUTO LA OOOOOOOOOS, CHE QUESTA VOLTA NON DERIVA DA UN SOGNO, MA DA PURA FANTASIA E PERCHE' NO, ANCHE PAZZIA, DOPO AVER PASSATO TUTTO IL POMERIGGIO A RIPASSARE GRECO E A SCRIVERE A COSA MINCHIA SERVE LA LETTERATURA. 
BON, IO VI LASCIO AMMIRARE QUESTO CAPOLAVORO CHIAMATOSI NIALL HORAN E VI DICO: ALLA PROSSIMA PUUUNTATAAA,DONZELLEE;)
XX
VOSTRA, NOE:)
p.s. Ringrazio TAAANTISSIMO le mie ammiratrici che hanno recensito la prima OS di questa ' serie' (?) e spero che voi che state leggendo ( sisi, proprio tu) lasciate un piccolo commentino, anche solo per dire: fai cagare.

Grazie, peace&love forevah and evah <3




:Q__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
okay,cià.




  
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