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Autore: Laylath    14/09/2013    2 recensioni
Nel 1916, ad un anno dalla caduta del regime militare del comandante supremo King Bradley, un nuovo sistema di governo si afferma ad Amestris. Una democrazia che non può accettare figure scomode.
Una decisione presa durante una notte autunnale, in una cella, è l'inizio di dieci giorni in cui la storia viene decisa da sei singole persone.
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Team Mustang
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Military memories'
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Capitolo 14. Disposizioni prima della battaglia.

 

Giorno 10.

 
Ore 17:30.
 
Mustang rimase a guardare il suo personalissimo esercito che acclamava i colori della bandiera: uomini d’esperienza, forgiati da tantissime battaglie. Con quelli avrebbe potuto spazzare via non uno ma cento governi. Ma una delle sue carte vincenti era saper ragionare anche quando era facile farsi prendere dall’entusiasmo: doveva sfruttare al massimo le loro possibilità, ma con giudizio.
“Molti di voi hanno sicuramente lavorato insieme: – disse attirando l’attenzione di tutti – voglio poter contare su tutto l’affiatamento possibile.  Che si riformino le squadre, che gli uomini che hanno un superiore si riuniscano a lui… chi è privo di affiliazione si porti invece nel lato sinistro della sala. Havoc, provvedi tu ad organizzarli”
“Sissignore!” scattò sull’attenti il sottotenente
“Poi mettete questo tavolo al centro e trovate una piantina abbastanza grande di Central City: voglio che tutti possano vedere come agire. Nel frattempo che si riuniscono in squadre, Falman, tu provvedi a fare un rapido censimento… al mio ritorno voglio sapere esattamente di quanti soldati disponiamo: grado e provenienza”
“Sarà fatto, colonnello” annuì Falman
“Breda, tu accertati che niente sia trapelato sulla nostra presa della prigione: prendi due uomini che conosci bene e fai un giro di ricognizione tutto attorno”
“Sissignore” disse il rosso, avviandosi subito a cercare sue conoscenze di East City.
“Io ho una faccenda da sistemare – dichiarò Mustang, scendendo dal tavolo – ma come torno voglio che tutto sia in ordine; non abbiamo tempo da perdere: sono le cinque e mezza e alle otto e mezza il sole tramonterà. Per allora deve essere tutto finito, quindi dobbiamo muoverci di qui alle sei e un quarto al massimo. Confido nelle grandi capacità organizzative e nella disciplina di soldati d’eccellenza come voi!”
Queste ultime parole furono come l’autorizzazione a far cominciare l’ordinato caos tipico di un’adunanza militare: era incredibile come tutti iniziarono a muoversi sapendo esattamente cosa fare e dove andare. Gradi alti che chiamavano i propri sottoposti, altri che si affiancavano a Falman per aiutarlo, altri ancora che andavano diligentemente verso Havoc. Questo sì che era l’esercito.
“Fury, vieni con me – chiamò il colonnello dirigendosi verso la porta – ho bisogno del mio esperto di comunicazioni”
“Arrivo subito signore!” esclamò felice il ragazzo
Al tenente non venne detto niente: era scontato che seguisse il colonnello.
 
La sala comunicazione era abbastanza grande: trattandosi della prigione di Central City era ovvio che fosse ben fornita. Mustang, entrando, pensò che finalmente il sergente stava per fare quello per cui era nato ed entrato nell’esercito e la cosa gli diede un grande senso di sollievo.
“Dimmi che ti ricordi tutte le linee segrete, sergente” disse sedendosi al tavolo dove c’era una grossa radio
“Lei mi offende, colonnello, - protestò il ragazzo, mettendosi le cuffie e passandone un altro paio al colonnello – con chi la devo mettere in contatto?” e senza aspettare risposta si mise ad armeggiare con alcuni fili che aveva precedentemente staccato. Prese dalla tasca uno spinotto e lo attaccò al corpo principale della radio: la macchina emise il segnale d’accensione.
“Linea diretta con Grumman, Fury: è giusto aggiornarlo della situazione. Siediti pure, tenente, tanto ho un paio di chiamate da fare”
“Il collegamento inizierà tra una ventina di secondi, signore” annunciò il sergente con voce sicura, facendo un segno affermativo con la mano.
Ah, le care vecchie radio con i segnali protetti e segreti… un’altra grande trovata dell’esercito. Chissà se il nuovo governo ne è al corrente o ha deciso di ignorarle. O molto probabilmente i nostri Generali non sono così stupidi da far trapelare questi piccoli segreti al primo governo in carica che arriva.
Qui East, codice segreto, prego” disse una voce marziale
Qui Flame-zero-alpha-roger-dieci meglio conosciuto come Roy Mustang
“C… colonnello?” balbettò il soldato
“Sì io… - sorrise Mustang, deliziato di quella reazione di sorpresa – mi può passare il Generale Grumman? E’ urgente”
“Solo un minuto, signore, la metto immediatamente in collegamento”
Mustang non dovette attendere molto prima che la risata del vecchio Grumman si facesse sentire
“Mi hai appena fatto vincere una bella sommetta, ragazzo mio. Ero sicuro che non ti saresti adattato a quella situazione di prigionia”
“Lieto di essere per lei una certezza, signore. – sorrise il colonnello – Del resto lei mi conosce davvero bene, anche più di me stesso, ogni tanto”
“Circolavano voci che dovevi essere impiccato stamattina… sai, i pettegolezzi dell’esercito superano anche le censure dei mezzi d’informazione, e le tue performance durante i processi dei tuoi uomini mi sono già note. Sapevo che avresti organizzato qualcosa, non ero nemmeno preoccupato in maniera seria”
“Ah, Generale, lei mi leva sempre la soddisfazione di prenderla di sorpresa”
“Il tenente sta bene?”
“Sì, stiamo tutti bene: i miei ragazzi hanno organizzato una missione di liberazione in grande stile, stamattina. Ma dato che ci sono ho pensato di rendere la cosa molto più interessante”
“Ah sì? – la voce del vecchio si fece attenta – Non mi dire, allora la tua ambizione non è svanita nel nulla”
“Entro le prossime tre ore ho intenzione di rovesciare questo governo e diventare Comandante Supremo, signore” annunciò Mustang con un sorriso
Ci fu un attimo di silenzio e poi la risata di Grumman la fece da padrone
“Ah, mio giovane ambizioso colonnello, – disse l’uomo quando si fu ripreso – si vede che i colpi di stato esercitano una grande attrazione su di te. E a quanto pare questa volta i tempi sono maturi per far spazio ai giovani. Il mese in cui ho fatto da interregno tra Bradley e questo governo mi hanno letteralmente messo fuori gioco”
“Non dica questo, signore: spero di poter contare sul suo appoggio e i suoi saggi consigli quando tutto sarà finito. Ho sempre bisogno del sostegno di una persona come lei”
“Vuoi che ti mandi degli uomini?”
“No, qui a Central bastano quelli che mi hanno appoggiato dopo che ho preso la prigione”
“Ahaha! Grandioso, ragazzo, ti giuro che avrei pagato per essere presente. Beh, finalmente il paese avrà una guida decente… sai, Aerugo e Creta si stanno facendo troppo audaci e un Comandante Supremo che tenga presente anche queste faccende farebbe proprio comodo. Comunque, giusto per sicurezza, manderò una delegazione a Central: è bene che gli altri sappiano che l’Est appoggia pienamente il futuro capo di stato… ma in cambio pretendo un dettagliato racconto di tutta la storia”
“Io e i miei ragazzi saremo felici di farglielo, signore… Havoc e Breda sono dei veri maestri nel fare i resoconti. Spero di rivederla presto, signore”
“Lo spero anche io, Comandante Supremo… adesso vado a dare la bella notizia a Rebecca, credo che sia al poligono di tiro quella bella figliola! Ah, avessi un paio di anni di meno…! A presto, ragazzo e buon lavoro!”
“Grazie, signore” salutò Mustang, facendo cenno a Fury di chiudere il collegamento
Si levò le cuffie per qualche secondo e sospirò
“Dannazione, che fastidio questi capelli sporchi… giuro che entro stasera mi farò una doccia. Va bene, l’Est è fatto… adesso passiamo alla vera gatta da pelare: Fury, mettimi in collegamento col nord”
“Quartier Generale di North City o Briggs?” chiese il sergente
“Briggs, ovviamente… è lì la vera forza del settore nord”
Dopo aver aspettato il collegamento ed essersi identificato, Mustang trattenne un sorriso all’idea di quello che sarebbe successo nei prossimi minuti
“E così sei ancora vivo, colonnello da strapazzo” disse una ben nota voce irritata
“Generale Armstrong, - salutò – è sempre una gioia poter parlare con una bellezza come lei. Riesco anche ad immaginare la sua meravigliosa e luminosa persona che…”
“Perché non sei a pendere sulla forca, dannato?”
“Beh, ne avrebbe sofferto signora: non ha ancora avuto il piacere di essere mia graziosa ospite a cena e non avrei mai potuto farle un torto così gr…”
“Smettila di fare il pagliaccio una buona volta, Mustang! A cosa devo questa chiamata sulla linea segreta?! Hai trenta secondi per darmi una spiegazione plausibile prima che venga io ad impiccarti di persona!”
“Volevo solo annunciarle che sto per diventare Comandante Supremo”
Ci fu un silenzio totale dall’altro capo dell’apparecchio, tanto che per qualche secondo il colonnello credette che la linea fosse interrotta.
“E così alla fine stai ottenendo quello che volevi…altro che pentimento per Ishval. No, tu non sei come quell’idiota di mio fratello” disse infine, con voce piatta, la maggiore degli Armstrong
“C’è modo e modo di affrontare un pentimento, mi creda, signora” disse Mustang con voce altrettanto piatta, il tono che faceva scendere il gelo nella stanza. Il tenente rimase impassibile, ma Fury tenne lo sguardo basso… la cattiveria sottintesa era qualcosa di incredibile
“Che cosa vuoi da Briggs, Mustang?” chiese lei dopo qualche secondo
“Il suo appoggio, signora. – rispose il colonnello riprendendo un tono normale – Dopo che avrò preso Central e deposto questo governo, avrò bisogno che la mia nomina venga confermata da tutti i settori del paese: l’est con Grumman è già dalla mia parte… sud ed ovest non saranno un problema. Ma il suo appoggio è basilare, signora”
“Mi stai dando la possibilità di ricattarti, te ne rendi conto?”
“Dico la realtà dei fatti. Perché mentire su una cosa che sappiamo entrambi? Briggs è potente e senza il suo appoggio non si può essere sicuri: a volte mi chiedo come mai lei sia tornata nei suoi monti senza dire niente su questo nuovo governo”
“Il confine con Drachma non ha tempo da perdere col governo del paese. Qui dobbiamo tenere sotto controllo il maggior nemico di Amestris: c’è bisogno di soldati veri, non di parodie di soldato come te”
“Ma questi soldati veri hanno bisogno di un governo che li sostenga in modo serio. Si è informata su quello che sta succedendo nei confini ovest e sud? Creta e Aerugo non stanno aspettando altro che colpire… perché vedono che questo governo sta levando linfa all’esercito. Le procedure militari sono chiare: se un confine è in difficoltà si inviano truppe dagli altri settori… questo governo ha intenzione di eliminare metà esercito regolare: ce la farà la grande armata di Briggs a coprire tutti i confini del paese?”
Non saranno idioti fino a questo punto, spero”
“Nell’arco di un mese o poco più ci sarebbe l’eliminazione delle persone che hanno partecipato ad Ishval: di quale percentuale dell’esercito parliamo? Cinquanta per cento? Anche di più mi sa… le truppe mandate in quel deserto sono state innumerevoli. Ma facciamo cinquanta per arrotondare… poi abbiamo un venti per cento delle truppe a Briggs e nel settore nord. Un trenta per cento a coprire l’intero confine ovest e quello sud… soldati che non hanno l’esperienza di quelli stati ad Ishval. Quanto si può reggere? Io stimo massimo tre mesi… non sarà mai possibile formare truppe di riserva decenti. E nel frattempo anche Drachma tenterà di nuovo di sfondare… una, due, tre… sarà la quinta o la decima volta che ci riuscirà? E lei, signora, sa che questa non è solo una storiella per intimidirla: è la realtà”
“Sono davvero così folli…”
“Non sono soldati, tutto qui. Mi garantisca il suo appoggio, signora… e i confini saranno di nuovo sicuri”
“Va bene, maledetto, avrai il mio appoggio e quello di Briggs. MA ad una condizione”
“Si?”
“Ti riprenderai a Central quell’idiota di mio fratello ed i suoi due uomini che l’hanno seguito! Quel sottotenente Ross è anche decente, ma quell’altro biondino è proprio una mammoletta. Tipico di Alex prendersi uomini così… che ritornino a Central”
Mustang dovette fare tutto lo sforzo possibile per trattenere una risata, ma riuscì a tenere la serietà che conveniva
“Ha la mia parola, signora”
“Allora vai a fare il tuo colpo di stato e non seccare fino a quando non avrai bisogno di me”
La linea si interruppe di colpo
“Che donna! – esclamò il colonnello con un sorriso – Ma con le giuste tecniche di seduzione anche lei è capitolata ai miei piedi. Impara, Fury: bisogna saper sempre trattare con il gentil sesso. Tutte hanno un punto debole”
“Fury, ti proibisco di ascoltare quanto dice il colonnello a proposito delle tecniche di seduzione” corresse il tenente
“Oh… ecco io… – balbettò il sergente arrossendo – con quale Quartier Generale vuole che la metta in contatto, signore?”
 
Dopo aver depennato dalla lista delle cose da fare anche quelle incombenze post colpo di stato, Mustang ritornò nella grande sala che, ormai, era diventata un vero e proprio consiglio di guerra.
“La attendevamo, signore” disse Falman, facendogli posto a capo del grande tavolo dove era stata sistemata una cartina di Central City. Attorno al mobile, oltre ai suoi uomini, c’erano almeno una decina di ranghi alti dell’esercito, evidentemente i maggiori esponenti delle squadre presenti nella prigione.
“Falman, rapporto delle forze disponibili” ordinò il colonnello iniziando a fissare la mappa
“Sissignore: totale dei soldati, noi sei esclusi, quattrocentoventisei unità. La maggior parte proveniente da East City e South City… rango dal sergente maggiore in su, fino ad arrivare a tre generali di brigata. Totale delle squadre con precedenti esperienze: trentasei, con una media di dieci uomini a testa. Senza affiliazione circa cinquanta unità. Tutte i soldati hanno ricevuto o stanno per ricevere un armamento adeguato: fortunatamente nella prigione di Central i magazzini sono ben forniti”
“Ottimo! – annuì Mustang – Breda, che notizie da parte del governo?”
“Tutto tace signore: la presa della prigione non è stata ancora scoperta. A quanto pare – ed iniziò ad indicare la mappa – i membri del governo sono tutti racchiusi nel solito palazzo, ossia nella piazza delle esecuzioni. Tutta l’area, in un raggio di circa un chilometro, è controllata dalle loro truppe: trecentocinquanta uomini, direi… a cui vanno aggiunti quelli presenti nel palazzo stesso. Direi che siamo superiori di numero noi di circa una ventina di unità”
“Condizioni della città?”
“Tutto deserto: la popolazione sa che sta per succedere qualcosa ed è rintanata in casa. Pare che anche le comunicazioni ferroviarie siano momentaneamente interrotte: il governo ha ordinato che a nessun treno sia permesso di arrivare in stazione”
“Hanno paura di rinforzi, è chiaro…Ovviamente le loro truppe sono meglio equipaggiate”
“Chiaro, signore e ci stanno aspettando”
Il colonnello fissò la mappa pensoso: per quanto il loro numero fosse lievemente superiore, doveva tenere conto che si trattava di soldati che erano appena stati liberati dopo diversi giorni di prigionia. Non erano certo nelle migliori condizioni e non poteva contare su una grande resistenza fisica.
Ma posso sempre usare l’alchimia…
Una possibilità certamente da considerare: ovviamente doveva fare molta attenzione trovandosi al centro della città e con il nuovo metodo di trasmutazione, fatto senza l’ausilio dei guanti, aveva ancora qualche problema ad avere il pieno controllo delle fiamme. Certo, qualche ora prima era riuscito a controllarle e a racchiudere Fury in un cerchio di fuoco, ma non poteva permettersi errori.
“Va bene. – sospirò infine, lanciando un’occhiata a tutti gli uomini presenti attorno al tavolo. Doveva dimostrare loro di essere uno stratega capace, altrimenti non li avrebbe mai conquistati – Rimango del parere che la missione vada conclusa entro le prossime ore: non voglio dare loro ulteriore tempo per organizzarsi”
“Però potremmo organizzarci meglio anche noi” fece notare un maggiore
“Sì, ma sarebbe sempre un maggior vantaggio per loro. Noi siamo appena usciti da giorni di prigionia e non siamo fisicamente e mentalmente pronti a resistere a lungo: se non sfruttiamo appieno questa scarica di adrenalina ed entusiasmo perdiamo metà delle nostre possibilità. Il fisico dei nostri inizierà a richiedere il dovuto riposo… sappiamo che succederà, siamo stati in guerra, no?”
“Come vuole agire, signore?” chiese Havoc
Mustang guardò ancora una volta la mappa, la sua attenzione che si concentrava su un determinato punto.
“Facciamo quello che meno si aspetterebbero: andiamo a sfondare nella piazza”
Un mormorio perplesso percorse tutto il tavolo: la piazza era ovviamente il punto maggiormente presidiato. Sarebbe stato più conveniente assaltare prima postazioni più deboli.
“Lì c’è la maggior parte delle truppe, colonnello – disse Breda – e sono pronti per l’assedio”
“Appunto: se sgominiamo quelle è fatta, il resto crolla di conseguenza. Sarebbe inutile sprecare le nostre energie in azioni troppo lunghe che ci stancherebbero nel momento in cui affronteremo il grosso di quelle forze: saranno anche pivelli, ma sono giovani e freschi”
“Dalla prigione alla piazza la strada è abbastanza breve – commentò Havoc – il lato sud, da cui dobbiamo arrivare, ha due vie principali abbastanza larghe… ma saremo oggetto di un tiro al bersaglio”
“Havoc, preparati una squadra di una ventina di tiratori scelti, sono sicuro che li trovi: voi ci farete da copertura… uno dei nostri primi obbiettivi è prendere la torre dove ti sei appostato; da lì avrete la piazza a portata di tiro”
“Ricevuto, signore – sorrise Havoc, accendendosi una sigaretta – vado subito a cercare gli uomini, un paio li conosco di persona”
“E nel frattempo noi sfondiamo – dichiarò Mustang – a metterli nel panico ci penso io, in modo che abbiano qualche esitazione nel loro tiro al bersaglio. Ci sono domande? Sono le sei meno cinque e tra un venti minuti vorrei muovermi”
“E come li vorrebbe… uhm, mettere nel panico, signore?” chiese uno degli uomini
“Oh suvvia, sono o non sono un alchimista? - sorrise il colonnello – In ogni caso, ecco le disposizioni per il resto dell’esercito”
Ed iniziò a parlare, notando con soddisfazione che tutta l’attenzione era sinceramente catalizzata su di lui.
Ho la loro fiducia…
 
Venti minuti dopo, Mustang stava a capo delle truppe che si muovevano diligentemente dietro di lui. File ordinate, pochissimo rumore: cos’altro ci si poteva aspettare da quegli uomini che sapevano come agire in un campo di battaglia? Li aveva avvisati che si trovavano all’interno di una città e che dunque era necessario essere il più rapidi possibili.
“Nessun problema con i civili… non ce ne sono in giro, ma comunque combatteremo all’interno delle vie. Cercate di proteggere le case, nel caso spostatevi per non farle diventare bersagli. Il nostro compito è pensare alla popolazione e alla sua incolumità.”
Ulteriori parole che avevano conquistato gli uomini: tutti avevano famiglie e amici e non avevano alcuna intenzione di far del male ai compaesani. Era bastata la guerra civile a metterli davanti a questa terribile realtà e nessuno di loro aveva voglia di ripeterla. Anche con i soldati del governo avevano intenzione di andarci relativamente leggeri.
“Sono solo giovani traviati da uomini senza scrupoli – aveva detto il colonnello, lanciando un’occhiata di sbieco a Fury – Non dimentichiamoci che potrebbero restare a far parte dell’esercito una volta finito tutto. Cerchiamo di fare meno morti possibile”
E così, dopo tutte quelle raccomandazioni, era arrivato il momento di muoversi. Nelle prossime due ore si sarebbe deciso il destino del paese: o vincevano o morivano, questo era chiaro.
Stava circa dieci metri davanti alle truppe, con solo quattro uomini con lui. Falman e Fury sarebbero stati in posizione coperta, Havoc avrebbe guidato la presa della torre, il tenente sarebbe stato accanto a lui a proteggerlo… e Breda…
“Eccomi, signore – disse il sottotenente, arrivando da una via laterale – ho fatto il prima possibile”
“La commissione che ti ho affidato?”
“Compiuta, colonnello: – sghignazzò il sottotenente – direttamente da casa sua ecco un paio dei suoi guanti” e gli porse gli oggetti in questione.
Mustang li prese in mano, estasiato nel sentire il contatto con la sua personalissima stoffa d’accensione. Li infilò con lentezza, assaporandone ogni centimetro di pelle che veniva racchiuso in quella protezione: ora si sentiva veramente se stesso ed era pronto a dare spettacolo.
“Va bene, ragazzi: adesso il gioco si fa pesante.”  Guardò ciascuno di loro con orgoglio: avrebbe voluto stringere la mano a tutti, ma non sarebbe stato il momento.
Più di un anno fa, nei sotterranei di Central, diedi a tre di queste persone un ordine ben preciso…
“Sapete quello che dovete fare, squadra - disse con voce sommessa – ma soprattutto a voi cinque do un altro personalissimo ordine che mi aspetto venga eseguito senza alcuna esitazione”
“Ci dica, colonnello” disse il tenente
“Non morite” disse tutto d’un fiato, fissandoli attentamente
“Sissignore!” risposero in coro quelle cinque persone, a lui più care della sua stessa vita.
Quanta fiducia e quanta determinazione nelle loro figure stanche ma dritte e fiere.
Questa volta arriviamo davvero in cima, ragazzi… non vi deluderò!
Senza attendere altro si mise in marcia: cinque soldati che lo seguivano tre passi dietro e dopo ancora il resto dell’esercito.
“Del resto che senso avrebbe morire dopo tutto il casino che abbiamo fatto per salvarlo?” disse la voce di Havoc in tono sarcastico.
Mustang sorrise… era bello riavere la sua squadra al completo.

 
 
  
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