"Today is my birthday, chapter one."

Mi chiamo Mare James. Ho capelli lunghi castani scuri e occhi castani, sono italiana, ma mio padre è americano. Ad ogni modo, era il dieci di Luglio, il giorno del mio compleanno, facevo quattordici anni. Beh, non solo io, ma anche la mia migliore amica, nonchè mia cugina di secondo grado Sky. Mi svegliai alle sette, giusto in tempo per iniziare a lavorare. Suona strano che io lavori a quattordici anni, ma non è un vero e proprio lavoro. Aiuto mio zio al suo capanno per pescatori e non è assolutamente una cosa piacevole perchè lì c'erano sempre quelle vipere di Juliet e le sue schiavette Hannah e Susie, delle bulle che frequentano la mia scuola. Non so cosa trovassero di così brutto in me, ma ogni volta che le vedevo evidenziavano sempre qualcosa di sbagliato, come fossi il più grande errore del mondo. Loro mi prendono in giro perchè sanno che stò facendo questo lavoro solo per avere quel biglietto tra le mani e vedere i miei idoli i One Direction, dal vivo. Ho quasi raggiunto la quota necessaria, e oggi è il giorno di paga. Mi alzai e mi misi un jeans e una felpa, mi feci una coda e misi le converse. Scesi giù in cuicina:
"Buon compleanno tesoro!" mi urlarono i miei genitori nelle orecchie.
"Grazie mamma, grazie papà, ma se volete scusarmi ora devo correre da zio James. Ci vediamo stasera!" presi la chitarra e me la misi sulle spalle, e poi scappai via sul mio skateboard. Ho anche un altro sogno: quello di diventare una cantante professionista. Potrebbe sembrare sciocco, ma dopo i miei idoli, cantare è la cosa che amo di più al mondo, la cosa che mi fà sopravvivere. Non ho talento, per questo reputo questo sogno impossibile. Arrivai al capanno:
"Ma guarda chi è arrivata!" esclamò Juliet con quelle due che la seguivano dovunque andasse. Non sapevo cosa risponde, perchè di fronte a loro so solo abbassera la testa e correre via. 
"Juliet, per favore, devo lavorare.." dissi cercando di scansarla, ma lei si rimise di fronte a me e con quell'aria da super viziata mi tirò via lo skate. O meglio, cercò perchè allo stesso tempo cose Sky ad aiutarmi e afferrò lo skate prima che lo prendesse. 
Juliet, Hannah e Susie, se ne andarono e io e Sky ci mettemmo a parlare:
"Ora che hai visto come si fà, perchè non inizi anche tu a tenere testa a quelle tre? E comunque, tanti auguri a noi!" disse Sky sedendosi sul bancone.
"Finalmente sono una quattordicenne! E tu una sedicenne uh?" mi congratulai con lei. 
Finì il turno di lavoro e ricevetti finalemente i soldi, si erano fatte le sette di sera. A casa mia c'era tutta la famiglia mia e di Sky e fecero una grande cena per il nostro compleanno. Alla fine della cena Katie, la mamma di Sky, ci chiamò tutti in salotto:
"Venite tutti qui!" E ora si scartano i regali!" ricevetti: una collana a forma di plettro, una custodia per la mia chitarra, un paio di vestiti e alla fine tutti fecero un grande "Wohohohohoho (?)" vicino a noi. Dissero che ora ci aspettava il regalo più grande. E bene, il regalo era un viaggio a Londra per me e Sky. Non riuscivo a crederci, sarei davvero andata a Londra, insomma, LONDRA. L O N D R A. Io amavo quella città! Partivamo il giorno dopo alle dieci del mattino, feci le valigie e ci misi tutti i miei vestiti (non che fossero tanti) diedi una pulitina alla mia chitarra e andai a letto