Libri > Il meraviglioso mago di Oz
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Autore: Light Clary    14/09/2013    1 recensioni
Dorothy ritorna a Oz. Un nuovo nemico minaccia la meravigliosa città di smeraldo e toccherà a lei sconfiggere la nuova minaccia, in compagnia di nuovi amici e un compagno speciale.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 2.
A svegliare Dorothy la mattina dopo, fu il cinguettare di un uccello che si era appollaiato sul ramo più vicino alla sua finestra. All’inizio semiaprì gli occhi e poi gli richiuse. Ma all’insistenza del volatile, si unirono anche le leccate di Toto che faceva dei saltelli per arrivare al viso della padroncina.
“ok” si arrese lei infine “hai vinto tu. Mi alzo” si mise a sedere e si stiracchiò. Di solito, nella sua casa, nel Kansas, la mattina, trovava sempre le coperte un po’ disfatte, quelle invece, erano rimaste come le aveva lasciate. Prova che non aveva cambiato posizione neanche una volta durante la notte. E poi aveva dormito solo quattro ore. Sbadigliò e poggiò i piedi sul tappeto che occupava gran parte della stanza. Aprì le ante della finestra e fece entrare una gran quantità di luce mattutina. Si avvicinò ai suoi vestiti. Ma studiandoli attentamente, si rese conto, che erano un po’ sudici. Decise quindi di sceglierne uno dall’armadio del castello restaurato dai suoi amici apposta per lei. Dopo varie decisioni, senza nessun cambio, però ne scelse uno celestino con la gonna che superava le gambe ed era decorata di pizzi. Poi indossò le sue calze e le sue scarpette da ballerina. Si lavò il viso e si pettinò i capelli con una spazzola morbida. Diede una spazzolata anche al pelo del suo cane e rifece le coperte un po’ stropicciate.
Uscì in corridoio e scese la rampa di scale, che si ricordò, dava sulla sala del trono. Toto la seguiva tirando fuori la lingua. La prima persona che incontrarono fu Christopher, che usciva da una porta di legno con in mano una bottiglietta vuota.
“buongiorno” lo salutò lei. Lui si voltò e accortosi della sua presenza, quasi sobbalzò. Sorrise dopo un po’ e ricambiò.
“ciao Dorothy. Hai dormito … bene!?”
“alla grande!”
“sono contento!”
“dove sono gli altri?”
“oh, sono …” indicò un portone d’argento “in cucina e ti aspettano per la colazione”
“va bene. Ora vado. Tu vieni?”
“si. Devo dare a Ozma, l’altra bottiglietta di medicina” sventolò l’ampolla vuota.
“oh. Ozma. Sta meglio?”
Lui scosse la testa.
La ragazza, chinò il capo e sospirò.
“ci vediamo dopo” disse prima di entrare nel portone della cucina.
Fu accolta da un caloroso “Buongiorno” da parte di tutti i suoi amici che erano seduti, su una lunga tavola di marmo, imbandita di tanti cestini porta merenda.
“ciao a tutti” li salutò prendendo posto su una seggiola accanto all’uomo di latta e a Jack.
“cosa vorresti da mangiare?” le chiese lo spaventapasseri.
“non saprei” fece spallucce la ragazzina “cosa avete?”
“ti piacerebbe assaggiare alcune prelibatezze della città di smeraldo?” propose il leone codardo.
“oh, si per favore” accordò lei.
Lo spaventapasseri batté le mani e subito, arrivarono degli omini piccoli come degli gnomi da giardino, vestiti elegantemente, con in mano dei vassoi, colmi di cose strane. Di fronte a Dorothy, venne posato un piatto, con dentro una specie di cristallo rosso lucente e gelatinoso, grosso quanto due pugni messi assieme. La ragazzina, afferrò il cucchiaio e lo affondò nella massa viscosa accorgendosi che si muoveva a, riflettendo la sua faccia dentro. Sollevando la posata, deglutì un po’, prima di metterla in bocca. Ma poi, vedendo come i suoi amici ne mangiavano di diverso colore, ma della stessa forma, con molta golosità, si decise a ingurgitarlo. Mentre masticava, la sentì sciogliersi in bocca e dopo un po’, si leccò le labbra e ne prese subito un’altra porzione.
“che buona! Ottima! Fantastica!” disse rivolta allo spaventapasseri “che cos’è?”
“diamanti di budino coccodè!” disse Brillina mentre becchettava, il suo, viola purpureo.
“sono deliziosi” commentò nuovamente Dorothy, mentre lo finiva come se volesse strozzarsi.
Poco dopo, le venne portata una tazza a colori, che faceva scorrere all’interno, un liquido bianco a pallini rosa. La bambina si fidava oramai e ne bevette un sorso veloce, ma si accorse, di essersi scottata la lingua. Rimise il recipiente sul tavolo e si sventolò la mano davanti alla bocca.
“devi stare attenta con quelli” le disse Tic Toc mentre un nanetto le versava una goccia alla volta, di sostanza marrone, nei meccanismi della gola, “è acqua del vulcano delle delizie. Ed è pur sempre bollente. Ma quando è bollente è più buona. Lasciala raffreddare un po’!”
“oei!” disse a malapena Dorothy con la lingua fuori.
“dopo la colazione andremo tutti in giardino” ricordò lo spaventapasseri “il consiglio di Oz si terrà alle due in punto e alcuni sono già arrivati!”
“cecheò di ae in etta!” disse Dorothy.
“non metterti fretta. Prenditi tutto il tempo che ti serve” disse Gump, capendo la parola uscita dalla bocca bruciacchiata dell’amica.
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Alle due in punto, arrivò nel giardino del castello, un sacco di gente fantastica, che Dorothy aveva incontrato durante il suo primo viaggio a Oz: i Maramei, le scimmie volanti, ex serve della strega cattiva dell’Ovest, le buone streghe, del Nord, Glinda e del Sud, Sanny, che Dorothy non aveva mai conosciuto, e molte altre creature nuove ai suoi occhi. La ragazzina si voltò verso lo spaventapasseri, aspettandosi che esso prendesse la parola, ma l’amico, restava seduto a osservare tutto il regno. Sicuramente all’appello mancava qualcuno.
“chi deve arrivare?” chiese Dorothy.
“ECCOLO!” gridò una donna abitante della città di Smeraldo, indicando il cielo. Tutti alzarono lo sguardo e sussultarono entusiasti. Sopra di loro, c’era una grandissima mongolfiera verde, con inciso a caratteri d’oro, il nome OZ. Furono in molti ad applaudire, mentre a Dorothy gli si chiudeva lo stomaco, pensando che il presentimento che le era apparso in testa, fosse vero. Cercò con lo sguardo il leone codardo, gli indicò il veicolo volante, con la bocca semiaperta, e il felino, sorrise e annuì. Lei sorrise e si sporse di più per vedere meglio. La mongolfiera era atterrata, in mezzo alla fontana, staccando la testa al cigno di marmo che sputava acqua. Quando il cesto, toccò terra, tutti si fecero da parte, lasciando libera una via. Si inchinarono, al passaggio di un uomo, con i capelli bianchi, un cappello a cilindro color smeraldo sulla testa, una camicia, bianca, sotto una giacca verde, un farfallino rosso, pantaloni verde acqua e stivali color agrifoglio, con un bastone con l’impugnatura d’avorio che sorrideva a chiunque gli capitasse a tiro. Dorothy rimase esterrefatta. Stava per rincontrare il Mago di Oz.
Esso, giunse dallo spaventapasseri e gli strinse calorosamente la mano.
“salve spaventapasseri. Come dirigete il, non più mio, impero?” chiese con voce profonda.
“molto bene signor mago. Ma lei è mancato tanto a tutti” rispose il re di Oz, sorridendo a malapena.
“lo so. Anche voi mi siete tutti mancati” rise il mago. Si voltò verso il regno e notò che alcune persone, piangevano dall’emozione “su, su, miei sudditi. Non piangete per me! Ora sono tornato e anche se non resterò per sempre, state pur certi, che non sarà un addio” si levò un caloroso applauso unito a piccoli urli.
Il mago, si voltò verso, gli abitanti di corte e solo, dopo un po’, scorse e riconobbe la bambina che aveva conosciuto solo otto mesi prima. Sgranò gli occhi e si avvicinò a codesta, con bocca aperta.
“tu sei … Dorothy Gale?” lei, annuì contenta e gli porse la mano.
“sono molto felice di rivederla signor Mago”
“oh, io lo sono altrettanto” si inchinò lui, riprendendosi e togliendosi il cappello “alla fine, sei riuscita a tornare nel Kansas spero? Non ti vedo da quel dì!”
“certo che sono riuscita a tornare! Ma ora, sono ritornata a Oz, per salvare Ozma!”
“oh, si giusto. Ozma” si ricordò il mago abbassando la voce “ mi hanno inviato un piccione viaggiatore che diceva, che la figlia, del morto erede al trono della città di smeraldo è gravemente ammalata!”
“tanto vale che inizi il discorso!” disse lo spaventapasseri mentre Sunny gli porgeva la sua bacchetta. Lui la prese ringraziando e ci parlò dentro mentre la sua voce diventava molto acuta “prego sedete” quasi tutti, si sedettero, o per terra, o su varie panchine del giardino “cari sudditi” riprese il re “oggi, vi ho convocati tutti, dai vostri paesi lontani a Oz, nella città di smeraldo per dare inizio a una riunione importante” ci fu un rabarbaro che terminò quasi subito “la nostra regina, Ozma … è molto malata!” il mormorio divenne più forte “è passato un mese dall’inizio di questa terribile influenza, che diventa tutti i giorni più grave! Se non si fa qualcosa, probabilmente morirà!” si fermò un attimo, per dare il tempo ai presenti di calmarsi “io e i miei amici qui presenti, abbiamo il sospetto, che una nuova forza maligna minacci Oz!” alcuni Maramei piansero “ed è per questo, che abbiamo organizzato questo consiglio! Le due streghe buone del Nord e del Sud, consapevoli della malattia da una settimana, ci hanno informato, che esiste un oggetto capace di rivelare qualsiasi presenza malvagia nel mondo!”
“che strumento è?” chiese il mago di Oz.
“Lo Smeraldo Divino!” prese la parola Glinda rendendo la voce altrettanto acuta come quella dello spaventapasseri.
“che cos’è?” domandò il regno.
“è l’unico smeraldo, che è avanzato, per costruire questa città secoli orsono!!” tutti trasalirono alla risposta di Sanny “così, noi quattro streghe del Nord, Sud, Est e Ovest, lo abbiamo incantato facendolo diventare l’oggetto più potente di OZ!”
“Anche più potente delle pantofole di rubino di Ozma?” volle sapere Tic Toc.
“molto di più” disse Glinda “ se qualcuno ne viene in possesso, diventerebbe il più grande stregone, o strega dell’intero universo!”
“se lo andaste a prendere, quell’oggetto possiamo sconfiggere il male e salvare la regina!” applaudì l’uomo di latta. Però, non vedendo le due streghe felici, si fermò.
Le due infatti, erano piuttosto pallide e si toccarono le fronti.
“qualcosa non va?” chiese loro il mago.
“noi non possiamo” si riprese la bacchetta Sanny “andare a cercarlo!”
“la nostra magia svanirà piano, piano, se la regina, si indebolisce sempre di più!” completò per lei Glinda “perciò, non possiamo prenderlo!”
“QUALCUNO SI DEVE OFFRIRE VOLONTARIO E ANDARLO A CERCARE” gridò un tipetto basso con una faccia dietro e una davanti la testa, che parlavano all’unisono.
“sì è vero!” accordarono tutti gli altri.
“signori, per favore” cercò di calmarli lo spaventapasseri ma i cittadini, protestavano sempre di più.
Dorothy non poteva sopportare tutto quel trambusto. Fece una faccia seria, posò per terra Toto, si alzò agguantò la bacchetta della brava strega del Sud e coprì le voci, strillandoci dentro: “CI ANDRO’ IO”
Tutti tacquero all’istante fissando la ragazzina.
“come scusa?” chiese incredulo il mago “v-uoi andare tu?”
“SI’!” continuò Dorothy “partirò per questa impresa. Prometto di portare qui, lo smeraldo divino, e salverò Ozma e il regno di Oz anche a costo della mia vita!”
“Dorothy, no!” le disse Glinda “E’ un’impresa troppo ardua per una bambina come te. Dovrai solcare i confini di Oz per trovarlo!”
“andrò ovunque si trovi”disse cocciuta lei “ anche in capo al mondo. Ma lo troverò! Ho deciso. Nessuno mi impedirà di salvare Ozma. E se qualcuno vuole venire con me è il benvenuto!” detto questo, lanciò la bacchetta alla sua destra, e scese i gradini del terrazzo, per farsi spazio tra la folla.
“DOROTHY” gridò il re di Oz, facendola voltare e mostrando a tutti il suo sguardo cagnesco.
“ho detto che nessuno mi ferm …” ma prima che potesse dire qualcosa, l’amico di paglia continuò.
“Se, proprio devi andare, non da sola! Ti prego!”
“Noi ci teniamo a te coccodè!” disse Brillina.
“e non permetteremo che tu rischi la vita” allungò il braccio Jack come a invitarla a risalire.
Lei si addolcì piano, piano. Ma sempre, senza sorridere, risalì sul terrazzo, guardando tutti i presenti.
“signori. È deciso” strillò lo spaventapasseri “Dorothy, Gale, partirà! E ci salverà! … di nuovo!”
Piano, piano, da un minuscolo battito di mani, partì un sonoro applauso, ancora più acuto della voce nella bacchetta. Finalmente la bambina sorrise e abbracciò gli amici uno, per uno. Poi prese in braccio Toto che iniziò a leccarle il viso e salì sul dorso del leone codardo che la riportò dentro il castello, insieme agli altri, diretti alla camera della regina. Aprendo la porta piano, piano, sussurrarono “e permesso?” non ebbero risposta. Accostarono l’asse di legno alla parete ed entrarono.  Nella stanza con le finestra ancora chiuse, entravano dei lievi raggi di sole, che illuminavano Ozma, dentro il letto, che respirava, leggermente, ma almeno respirava. Aveva gli occhi chiusi.
“shh. Dorme!” la indicò Christopher, che per tutta la riunione aveva taciuto. A entrare fu, Jack, che oltrepassando il letto della madre, si chinò su un comò, aprì un cassetto e ne estrasse una minuscola scatola. Tornò alla porta che richiuse lentamente. Lui e gli altri si sedettero sulle scale e porsero la scatola alla bambina. Lei l’aprì e si mise una mano sulla bocca. Dentro la scatola c’erano le sue pantofole di rubino.
“Le teniamo coccònservate per i casi di emergenza ” le spiegò Brillina, saltandole con le zampine sul braccio.
“questo mi sembra un caso di emergenza” rise Dorothy prendendole e infilandosele. Le andavano ancora alla perfezione “allora. Quando devo partire?”
“non ora mia cara” le disse Tic Toc “dobbiamo ancora discutere su chi ti accompagnerà. Tu intanto resta di guardia alla porta di Ozma. E nel caso la sentissi tossire, o cose del genere, vienici a chiamare”
Così, la bambina, si sedette accanto alla porta dell’amica e si osservò i piedi, mentre gli amici, scendevano le scale. Anche Toto gli seguì. Gli piaceva tanto rincorrere Brillina anche quando questa stava alla fattoria. Nel corridoio che dava alla stanza di Ozma, c’era una finestra, che però dava sul retro del giardino. Così non c’era nessuna speranza, per lei, di sentire il discorso. Chissà chi sarebbe venuto con lei in quella nuova avventura. Toto,lo spaventapasseri, l’uomo di latta e il leone, come la prima volta? Brillina, Tic Toc, Jack e Gump come la seconda volta? O forze lei e il mago? Aveva così tante domande per la mente che le venne il mal di testa. Si abbracciò le gambe e guardò il soffitto.
Twilight2006:vi piace questo capitolo? A dire il vero, non so, come si chiama la strega del Sud, ma il nome, delle streghe(a parte, strega del Nord … ecc) non c’è in nessun film, tranne in quello con Judy Garland. Ma solo uno, per mia sfortuna :(.Non importa. Non perdetevi il numero 3! 
  
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